3: Travel.
-Eleanor, ti prego... Resta al mio fianco...- Michael sembra davvero distrutto, e a me viene da ridere. Mi giro per controllare il mio volo, e ridacchio ad alta voce. -Ma allora sei proprio un coglione! Lo sai che devo andare- gli dico appoggiando una mano sulla sua spalla. -Il mio volo parte tra mezz'ora- sembra mortificato, il maritino. Già, siamo usciti insieme un paio di volte e ho scoperto che era sposato soltanto guardando tra le sue cose, vedendo una fede nuova di zecca dentro al primo cassetto del comodino. Chissà quante volte avrà illuso quella povera donna, che crede seriamente nell'amore: ma d'altronde, anche Michael ci crede, se mi vuole al suo fianco. -Ah, un'ultima cosa: salutami tua moglie- gli dico prima di far vedere tutti i documenti necessari ad una guardia e poi lo saluto con la mano, mentre vedo un'espressione piena di confusione, rabbia e consapevolezza, che per me è come oro che cola. Salgo sull'aereo e provo a rilassarmi appoggiando la testa al comodo sedile di tela grigio, ma appena vedo un paio di ragazzi sedersi vicino a me ho tanta voglia di spaccare l'oblò e buttarmi, o semplicemente uscire dall'aereo; forse ho la forza per spostare le persone a spallate. Il ragazzo seduto dalla parte opposta del piccolo corridoio mi sorride amichevolmente, e per la prima volta in vita mia non vedo secondi fini. Sfoggio il sorriso più falso che ho e mi metto gli auricolari, mentre "Waiting for the End" mi rimbomba nelle orecchie e finalmente qualche nodo dentro di me si scioglie. Poi, drizzo la schiena prendendo le sembianze di un manico di scopa appena vedo il mio vicino di viaggio: avrà circa vent'anni, ha la pelle olivastra, un ammasso di capelli castani volutamente scompigliati e due occhi azzurri che si puntano subito sui miei, dandomi un senso di inadeguatezza inaspettato. -Ciao- dice, con una voce profonda e tipica di quei ragazzi "rubacuori". Non rispondo e, mentre l'aereo parte, ascolto la conversazione del ragazzo seduto di fianco a me. -Shaq, che è successo ieri sera?- gli chiede il ragazzo al di là del corridoio dell'aereo, un biondo dalla pelle abbronzata e due occhi color nocciola. -Niente. Ho bevuto un paio di bicchieri e poi sono tornato in stanza- il biondo si mette a ridere. -Non c'era nessuno a farti compagnia?- l'interessato s'incupisce. -No, nessuno. Sai com'è finita con Arleene- il biondo mi guarda e poi chiede:-E tu, chi sei?- rivolto a me, e preferirei rompere l'oblò in questo preciso istante che rispondere a modo mio. Faccio finta di non sentire, dato che la domanda che mi ha fatto è una delle più scortesi che io conosca; se qualcuno chiede "come ti chiami", è giusto che si risponda, perché in fondo vuole solo sapere il proprio nome e farla finita, ma quando qualcuno chiede "chi sei", non si può rispondere. Nemmeno io so chi sono in realtà, e ora dovrei cercare di spiegare a questo ragazzo, che neanche conosco, chi sono? Nemmeno per tutti i soldi del mondo. -Beh, come ti chiami?- mi chiede colui che presumo sia Shaq. -Eleanor- dico, e alzo le spalle. -Io sono Logan e lui è Shaq, piacere- sussurro un "piacere" e loro si mettono a parlare di nuovo. Prendo "Non buttiamoci giù" e mi immergo nelle parole del libro, isolandomi dal mondo esterno. La prima ora mi scivola sulla pelle con facilità, mentre la seconda è poco più pesante: Shaq decide di farmi una delle domande a cui non ho mai saputo rispondere. -Come stai?- sorrido, fingendo di essere contenta delle sue attenzioni. -Bene- mento, e sorride anche lui, ma il suo è un sorriso finto tanto quanto il mio. -Dove andrai appena scenderai?- mi chiede Logan. -Beh, prenderò una macchina a noleggio e affitterò una camera in qualche hotel schifoso- rispondo, quando al ragazzo si illuminano le pupille. -Se vuoi noi abbiamo un posto in più a bordo. Abbiamo una Jeep Renegade nuova di zecca che ci aspetta in aeroporto e un appartamento vicino al centro città- lo guardo tremendamente in disaccordo: stare con due ragazzi in preda agli ormoni, da sola? No, grazie. -Non stiamo cercando di conquistarti, lui è fidanzato e io non cerco proprio una ragazza, né ora né per un po'- mi spiega Shaq, e la proposta viene soppesata dalla bilancia sulla mia mente, che decide cosa è giusto e cosa sbagliato. -Perché no?- rispondo, e aggiungo:-Adesso mi fate ascoltare la mia musica?- chiedo, e loro ridono. -Nessun problema- dice Logan, e accenno un sorriso. Continuo a leggere mentre sento il pentimento sulle spalle, ma non mi tirerò certo indietro: che c'è di male nel vivere con un romanticone tutto rosa e fiori e un nostalgico, che aspetta di tornare a casa per riconquistare la ragazza con cui stava prima di venire a San Diego?
Nulla, mi dico, e mi sta bene così.
Okay, non so perché ho accettato di andare a vivere per un mese con due sconosciuti, perché ho voluto distruggere i miei piani, dato che è una decisione impulsiva, dettata solo dall'istinto non proprio ferreo che mi caratterizza, che va a scatti come una lampadina quasi finita. Ma io sono la regina delle decisioni stupide prese su due piedi, quindi mi ritengo fiera di quello che sto per fare, andare a vivere con due ragazzi di cui conosco solo il nome, in una casa la quale non so dov'è, in un'area sconosciuta di San Diego con una macchina di cui non conosco minimamente le sembianze.
Okay, questa parte è l'inizio della storia vera e propria. Spero come sempre che vi piaccia, come sempre tralasciate i miei errori e magari regalatemi una stellina. Vi adoro :P
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