17: Abstinence.

Madison si incuriosisce e i suoi occhi smeraldo risplendono ancor di più, sembrando due pietre preziose. -Bene. Lui è complicato, e adesso che ha trovato qualcuna diversa dal solito si chiude a riccio. Lascia che gli faccia un bel discorsetto e poi abbi pazienza. Piano piano il fiorellino sboccerà e starete insieme felici e contenti- ripenso alla mia risposta: non voglio farlo stare male. Non voglio fare come con Michael, lasciarlo all'aeroporto e andarmene per sempre, non se lo merita. Dopo tutta la merda nella sua vita, non gli serve un altro dolore dovuto dalla perdita di una ragazza momentanea – ma se lui non mi amasse, e stesse con me solo per distrazione? A quel punto starei male io. Perché ho appena capito che non vorrei mai stare con lui per distrazione, ma vorrei stare con lui perché voglio renderlo più felice di adesso, voglio ammirarlo da mille angolazioni diverse e condividere un po' della felicità che mi infiamma quando sono con lui. -Ma non voglio farlo stare male. E poi spetta a me parlargli di cose del genere- dico a Madison. Lei si gratta il mento e beve altro whisky.Come faccia a berne tanto con una disinvoltura del genere, probabilmente non lo sa nemmeno lei.  -Intanto, bevi- mi ordina, e do un assaggio al whisky. È caldo, troppo caldo, forte e con un retrogusto amaro: quando lo butto giù tossisco per l'impatto con lo stomaco vuoto, ma non mi lamento. -Okay bella, parlagli pure, appena vi rivedete. Ti annuncio che per sei giorni non ci sarà per nessuno perché dovrà studiare per l'ammissione alla Loyola. Però sono sicura che appena avrà fatto il test correrà da te. Gli hai fatto un incantesimo, e sono contenta che quello stronzo sorrida un po'- sorrido e mi chiedo perché non mi abbia parlato del test prima. -Sai dove abita?- le chiedo con un sorrisetto audace. -Oh ragazza, non ti conviene vederlo. Sta affrontando l'astinenza, che per ora continua a dargli seri problemi- continuo a guardarla e sbuffa. -104 di questa via. Ma non dirgli che te l'ho detto io- le sorrido e corro fuori dal locale:-Offro io, eh!- dice, e ridacchio. Questa Madison mi va a genio, e non solo perché ha un'aria simile alla mia, ma perché parla con sincerità: ha qualche rotella fuori posto, ma mi piace così.

Setaccio la via e trovo una casa dai mattoni scuri e la porta nera, con il numero civico scritto in grandi caratteri bianchi: 104. Busso alla porta, e mi apre un uomo dalle spalle larghe con dei corti dreadlocks castani e la pelle scura:-Non sei Madison- mi dice divertito, e gli dico, chiara e sorridente. -Sono Eleanor- la sua espressione muta improvvisamente:-Aveva ragione G, sei veramente uno schianto- alzo gli occhi al cielo, ma sono contenta del complimento, anche se è falso come il mio profumo Chanel. -Non puoi entrare- mi dice bloccandomi con un braccio. -Eleanor!- sento mugolare in sottofondo. Gerald. -La faccio entrare?- chiede l'uomo che mi blocca la strada. Sento uno schianto, come qualcosa che viene scaraventato a terra, e poi Gerald dice:-Sì!- con una voce roca e potente, scalfita probabilmente dal dolore. Lo stomaco mi si contorce dal dolore quando il suo amico mi porta nella sua camera da letto e vedo le condizioni di Gerald. Che cazzo gli è successo?



Eheheheh. Che bello tenervi per le spine.

Comunque, grazie mille per i complimenti che continuate a farmi! Ne sono davvero felice ;) vi annuncio che, durante le vacanze di Natale potrebbero uscire un paio di capitoli perché avrò molto tempo libero... Quindi preparatevi alla lettura. 

Al prossimo capitolo!

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