101: The End.


-Mamma, sono immensamente felice di averti parlato, di essere qui. Ho provato a farti un breve riassunto di tutto ciò che mi è accaduto, ma raccontare sedici anni della mia vita è difficile, dato che anche a me sembrano fin troppo distanti. Spero tu sappia quanto bene ti voglio e quanto te ne vorrò sempre, e sappi che non ti dimenticherò mai, per nulla al mondo. Il tuo ricordo mi accompagnerà per sempre, e non scomparirai mai- dico, accarezzando per l'ennesima volta la fredda lastra di marmo, rosea e liscia. Le mie guance sono rigate dalle lacrime, ormai asciutte e che mi irrigidiscono il viso, mentre i capelli inzuppati sono ormai un ammasso di pianto e ciocche castane. Il freddo di gennaio mi trapassa le ossa e mi congela il cervello, ma il mio cuore ribolle di gioia: ho sempre avuto paura a ritornare nel Minnesota, a venire in questo cimitero anonimo, a vedere la tomba di mia madre. Eppure, il regalo di capodanno di Tyler è stato questo, e non potrò mai ringraziarlo abbastanza. Non c'è stato modo migliore per celebrare questo nuovo anno, denso di novità, e appena mi giro verso il mio fidanzato, accucciato poco dietro di me, chino anche lui sulla piccola tomba contenente le ceneri di mia madre, lo vedo piangere. È la terza volta che lo vedo piangere di fronte a me, ma ogni volta che vedo quei suoi begli occhi grigi colmi di lacrime vengo percossa da un dolore allucinante. La prima volta che aveva pianto di fronte a me, è stato quando, il 3 novembre, durante una delle nostre solite cene insieme, avevo deciso di raccontargli tutta la mia vita, piena di traumi relazionali e fisici, ed era scoppiato a piangere sull'insalata che avevo premurosamente preparato. La seconda volta che ha pianto è stato il 26 dicembre, poco prima di andarcene dalla casa di suo padre Christof, dato che erano finiti i festeggiamenti e dovevamo ritornare a casa nostra. Christof si era messo a commentare il Natale, dicendo che grazie a noi era riuscito a non pensare alla moglie, con cui aveva desiderato festeggiare, e Tyler si era messo a piangere mentre mi parlava di lei, finendo per far piangere anche me. E, infine, oggi piangiamo entrambi perché è la prima volta che la tomba di mia madre riceve una visita.

Rimaniamo in silenzio mentre io sistemo i fiori, comprati dal fioraio del cimitero, in un vasetto di fianco all'incisione del nome di mia madre, Gail Clifford. Rimaniamo in silenzio mentre prendiamo il pullman, che ci porta all'albergo, prenotato da Tyler. Rimaniamo in silenzio mentre apro la porta della nostra camera, immacolata e dall'odore di peonia. -Vado a farmi la doccia- dice Tyler, rompendo il silenzio e guardandomi negli occhi. Presa da un impeto ribelle, lo abbraccio, stringendo le mie braccia intorno alla sua vita stretta. La mia guancia struscia contro il suo giacchetto pesante, e quando sento le sue braccia avvolgermi delicatamente, alzo lo sguardo verso le sue labbra, mordicchiate e bluastre dal freddo. -Grazie- mormoro, per poi baciarlo cercando di usare tutta la dolcezza del mondo. Lui ricambia debolmente e sorride:-Sono così contento di averti- sorrido come un'ebete, non riuscendo a capacitarmi di quanto serviamo l'uno per l'altra, di quanto siamo entrambi indispensabili per la vita dell'altro. Stiamo insieme solo da cinque mesi, ma sembriamo una coppia al ventesimo anno di relazione. Siamo venuti a conoscenza di ogni minimo dettaglio della vita dell'altro, abbiamo adattato le nostre routine creandone una in comune, e mostriamo i nostri veri caratteri solo quando siamo soli. Lui è sempre tagliente, preciso, carismatico, affascinante, ma ha imparato anche a togliersi l'armatura lucente, quando è con me. L'ho visto diventare bambino di fronte ai vecchi giocattoli di legno, l'ho visto diventare immaturo durante i litigi che abbiamo avuto, l'ho visto diventare vulnerabile durante le conversazioni serie che abbiamo fatto, a volte. Lui ha visto tutto ciò che c'era da vedere di me, e io ho visto tutto ciò che c'era da vedere di lui: adesso, ci guardiamo crescere ogni giorni, e non c'è cosa più bella di riuscire a voltare pagina con a fianco una persona che sa tutto ciò che hai passato. Una persona che ti ama al 100%, incondizionatamente, senza limiti di nessun tipo. -Vengo anche io- gli rispondo, staccandomi dall'abbraccio e togliendomi il giacchetto, che lancio sul letto. Lui alza le sopracciglia e ribatte:-Ricordati che poi bisogna rimettere la pellicola sul tatuaggio- annuisco roteando gli occhi, e mi tolgo il maglione, mentre anche Tyler si spoglia. Una settimana fa, dato che Tyler doveva andare dal suo tatuatore per riempirsi il corpo di tatuaggi, ho deciso di andarci anche io, e mi sono fatta tatuare un serpente intorno al braccio sinistro, quello che è più pieno di cicatrici. Volevo coprire i miei vecchi tagli ma non troppo, e quando ho visto quel disegno ho pensato fosse perfetto per me. E adesso è qui, intorno al mio avambraccio, e mi fa sentire un po' di più come Tyler, che adesso è quasi interamente coperto da tatuaggi, che però dipingono il suo corpo con armonia, facendolo risultare ancora più bello, e non pesante o rovinato.

Accendo l'acqua della doccia, e appena la sento calda, entro e aspetto che Tyler chiuda le porte trasparenti. C'è abbastanza spazio per entrambi, ma quando finisco di insaponarmi il corpo, prendo un po' di shampoo e decido di lavare i capelli di Tyler: lui mi sorride mentre mi massaggia le spalle, per poi percorrermi la schiena e attirarmi verso di lui. Appoggio i gomiti sulle sue spalle, sempre più cesellate, e guardo la vena del suo occhio mentre sto attenta a non far finire il sapone ovunque. Una volta sciacquati, ci asciughiamo e ci rivestiamo, per poi stenderci sul letto: sono le otto di sera, ma nessuno dei due vuole mangiare, tanto meno uscire dalla camera d'albergo. -Che vacanza stancante- commento, guardando il soffitto color champagne. -Ma indispensabile- annuisco alle parole di Tyler, e lo guardo mentre mi sistemo di fianco a me: abbiamo acceso l'aria condizionata della camera, perciò io sono in maglietta e pantaloncini, mentre lui è a torso nudo e con indosso solo i suoi pantaloni del pigiama, e mi sembra di essere a Washington. Eppure, lo sguardo che dipinge il volto squadrato di Tyler è rilassato, al settimo cielo, e le labbra che mi baciano lo fanno con la sicurezza di sapere che le mie ricambieranno sempre il bacio. Lui non è più il marinaio che mi trascina via dalla marea di problemi che avevo, ma ora è il nobile cavaliere che mi aiuta, porgendomi una mano, a salire sul suo cavallo, pronto per condurmi da qualsiasi parte il futuro deciderà di portarci. Non so cosa faremo, una volta tornati a San Diego. Non so cosa faranno i nostri amici, d'ora in poi. Non so troppe cose. Ma so per certo che, qualsiasi cosa io decida di fare, riuscirò a farla. Mi merito di vivere, e mi merito di farlo nel migliore dei modi, perché io sono Eleanor Pierce, e contrariamente a ciò che pensavo otto mesi fa, amo la vita e tutte le sue piccole sfumature. Quando mi addormento tra le braccia di Tyler, lo faccio con un sorriso, perché sono felice della vita che ho vissuto e sono felice di non averla mai terminata. Mi merito di vivere.



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