8. Look at my eyes







⋆˚࿔Chase Me, Capitolo 8𝜗𝜚˚⋆





























Silence is better than bullshit.











Valery's pov

Appena uscita dal locale ho chiamato un taxi e me ne sono tornata a casa con il telefono che non cessava di squillare scosso dalle chiamate di Tyler.

Tutte le mie amicizie sono letteralmente andate in pezzi, sembra che io non abbia più il controllo della mia vita.

È per questo che adesso sto camminando in direzione di Chase Wheeler con un unico scopo.

Ovviamente è circondato dai suoi amici, così quando io arrivo lì sono costretta ad alzare la voce per farmi notare.

«Wheeler.»

Il ragazzo davanti a lui si scosta per permettermi di parlarci, è quel biondino che mi ha aggiustato l'armadietto. Mi soffermo con lo sguardo su di lui per poco e ritorno a guardare Chase.

«Ma guarda un po' chi si rivede. La più scontrosa dei Blair... Tuo fratello ti ha finalmente dato il permesso di parlarmi?»

Alza un sopracciglio mentre tutti gli altri suoi amici e una ragazza lì in mezzo si voltano per guardarmi.

«Ma che stai blaterando? Io posso parlare con chi voglio, quando voglio e dove voglio.» Faccio un passo in avanti con audacia.

«E ora voglio parlare con te. Adesso. Nell'aula di informatica.»

«Accidenti», mormora un ragazzo.

«Se lui non ci va posso venirci io con te», mi offre un altro.

«Taci, cazzo», lo ammonisce Chase.

«Chase», gli indico con la testa l'aula di informatica a pochi passi da noi.

«No, Blair. Devi starmi alla larga, cosa non capisci?», dice mentre prende una gomma da masticare e se la getta in bocca, iniziando a masticarla con menefreghismo.

«Ci vorranno due secondi, è importante.» Lo guardo seria.

Lui alza gli occhi al cielo. Muove lentamente la testa per guardarsi un po' attorno, mentre sembra pensare in che modo valutare la mia proposta.

Alla fine i suoi occhi scattano nuovamente nei miei, cogliendomi di sorpresa.

Mantengo il contatto visivo fino a quando non decide di aprire bocca.

«Uno e mezzo.»

Mi prende per il braccio, io sospiro spazientita ma non mi sottraggo a lui.

Entriamo nell'aula di informatica qui accanto e finalmente posso liberarmi dalla presa.

«Quindi, che cazzo vuoi?»

Incrocia le braccia al petto e i muscoli dei suoi bicipiti e tricipiti si duplicano. Tende il suo collo tatuato aspettando una risposta.

«Dobbiamo collaborare.»

Mi guarda confuso. «Che?»

«Mia sorella e tuo fratello, le cose che ci ha detto il preside... ricordi?»

Lui inizia a ridere, ma quando nota che io non lo faccio, diventa serio, per poi ridere di nuovo, più forte questa volta.

«Stai scherzando, giusto? Ne avevamo già parlato.» Si massaggia l'addome con una mano.

«No, assolutamente. E se quello è parlare...»

Ho bisogno che lui accetti. La mia vita sta andando a rotoli irreparabilmente, vorrei almeno provare a sistemare quella di mia sorella. Darle ciò che io non ho mai avuto.

Il mio sguardo non accetta obiezioni, e so che andrà come dico io, ad ogni modo.

Ci fissiamo per un intero, infinito attimo, neanche mi stesse spiando l'anima.

«Io non ho ancora capito cosa ci guadagno...»

Lo fulmino all'istante, ma in realtà ha ragione: lui non ci guadagnarebbe nulla. Ok, a questo non ci avevo pensato.

«Io... Umh...» I miei occhi saettano da ogni parte.

«Aspetta, c'è una cosa che potresti fare per me», si avvicina e mi prende una ciocca di capelli mossa, passandosela tra le dita ingioiellate.

Salto subito in guardia.

«Se intendi fare quello con te o cose del genere te ne puoi tranquillamente andare a fanculo. In fondo credo di farcela anche da sola.»

«Non intendevo quello, sei stata tu a pensarci», sorride malizioso.

Scaccio la sua mano via dai miei capelli.

«Ma se puoi farcela da sola allora credo di non servirti più...» Fa per andarsene.

Lo osservo compiere due passi verso la porta, la sua mano che si allunga sempre di più verso la maniglia.

«Aspetta», lo fermo prendendolo dal braccio.

Chiudo gli occhi.

Porca miseria, lui mi serve per capire che cazzo passa nella testa di suo fratello. Mi serve da tramite, se così si può dire.

Lui mi guarda per niente stupito, aspettando che dica qualcosa. I suoi occhi scuri si colorano un po' di più, e ora sembrano ambrati.

Sospiro. «Cosa devo fare?»










Chase's pov

E chi se lo sarebbe mai aspettato che Valery Blair venisse da me a porgermi un ramoscello d'ulivo, con la scusa di scoprire cosa sta succedendo tra i nostri fratelli.

Sinceramente, non me ne frega un cazzo di quello che fa mio fratello e la cosa è reciproca.

Da dove vengo io ognuno si fa i cazzi propri, così si mantiene "l'equilibrio".

Volevo rifiutare all'inizio, ma poi quando mi ha chiesto cosa poteva fare per farmi accettare...

«Dove stiamo andando?»

Sembra nervosa, strano.

«Finiscila di chiederlo, non ti risponderò.»

«Scusa se sospetto che tu mi voglia uccidere», incrocia le braccia al petto come una bambina.

«Oddio, ma come lo hai scoperto? Cazzo.. .hai visto l'ascia nel baule?»

Faccio un ghigno e lei mi guarda malissimo.

In realtà non credo che sia capace di guardare le persone in qualsiasi altro modo. E non credo neanche di averla mai vista sorridere.

Che la piccola Rapunzel sia una musona?

«No, ma ora mi sento in dovere di controllare.»

«Rilassati.» Stringo una mano sul cambio, mentre compio una curva piuttosto brusca.

Lei viene sballottata da ogni parte.

«Vedi di non vomitare sui sedili.»

«Vedi di guidare meglio, allora. L'ultima volta che ho controllato non eravamo in Fast & Furios.»

«E quando avresti controllato?»

«Stai zitto.»

«Devi sempre dire l'ultima parola?», la guardo infastidito.

Stare con lei è come stare con una cazzo radio accesa su una stazione rompicazzo, 24h su 24.
Non capisco come la gente riesca a parlare così tanto senza finire a corto di argomenti.

«Può darsi. Perchè, vorresti dirla tu?» Le lancio uno sguardo e quello basta a cogliere il cipiglio di sfida nei suoi occhi verdi. Accenno un sorriso.

«Già, ma vengo sempre preceduto da una ragazzina.»

Con la coda dell'occhio guardo lo specchietto e ciò che vedo non mi piace affatto.

«Cazzo.» Spingo sull'accelleratore.

Blair strabuzza gli occhi e mi guarda. «Ma che cazzo fai? Perché hai accelerato? Stai cambiando strada? Chase!»

Non rispondo a nessuna delle sue domande, mi limito a concentrarmi sulla strada davanti a me.








Matt's pov

Stavo andando al parco davanti alla scuola, come avevamo deciso. Come avevo deciso.

Volevo proprio sentirla sparare le sue solite cazzate, chissà cosa si è inventata questa volta.

Mi siedo su una panchina mezza scassata e accendo il telefono. Mi ha scritto.

Sto arrivando.

Alzo lo sguardo, eccola, in lontananza. Indossa dei pantaloni della tuta grigi e una felpa blu, ha acconciato i capelli in una coda bassa e non ha messo trucco.

Anche se ha commesso e continua a commettere cazzate di ogni genere, non posso negare che è stupenda, in ogni modo.

Ha lo sguardo assente e pentito, ma non abbastanza.

Si piazza davanti a me.

Una folata di vento mi si infila dentro la giacca aperta e mi fa accapponare la pelle.

«Tieni», dice porgendomi la bustina, gli occhi da cerbiatto.

Segue un attimo di solo silenzio, nel quale tento di organizzare i pensieri come meglio posso.
Non voglio farmi prendere dalla rabbia, ma non mi piace essere preso in giro.

«Secondo te ti ho chiamata solo per questo?», incrocio le braccia al petto ignorando la sua offerta.

Pone uno sguardo interrogativo. «Io... ti ho già detto tutto. Ecco, se prendi questa siamo pari...» Alterna lo sguardo da me alla bustina.

Il vento continua a soffiare scompigliando le foglie degli alberi e i suoi capelli, lei si stringe nelle spalle.

«Dimmi che cazzo ci facevi lì con quella gente e perché non me l'hai detto, o potrei continuare fino a domani» pianto il mio sguardo fermo, nel suo, sfuggente.

«Io... lo sai...», guarda a terra, si stringe le braccia.

«No, invece. Se lo chiedo evidentemente non lo so.»

Mi avvicino di scatto, alzando un po' la voce, lei indietreggia, continuando a evitare il mio sguardo.

«Io voglio solo il meglio per te e, se mi dici chi è stato, ti prometto che non lo ammazzerò di botte né lo denuncerò.»

Sì, come no.

«Posso fidarmi di te?», finalmente mi guarda. Per poco non le rido in faccia.

Se lei può fidarsi di me? Cazzo, è stata lei a tradirmi.

Mi avvicino di colpo ancora di più, metto le mie mani sui suoi delicati fianchi e sbatto le mie labbra sulle sue. La mia lingua la costringe a schiudere le labbra per approfondire il bacio. Mi posa le mani sul viso, chiedendo di più.

Mi stacco. Lei è senza fiato.

«Come si chiama.»

«Perché...»

«Come. Si. Chiama.» Chiedo deciso.

Lei tentenna un po', ma poi risponde.

«È Tyler... Tyler Brown.»















Spazio autrice

Dopo un po' di tempo ecco che vi ritrascino nelle cronache dei Blair.

Non sono molto soddisfatta di questo capitolo, ma per andare più con calma ho voluto svilupparlo in questo modo.

•Finalmente Valery e Chase hanno deciso di collaborare, ma qualcosa va storto...

•Chi è la ragazza misteriosa che era con Matt e di cosa parlavano?

Un bacio,
Sophie💕

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