7. Black out days





⋆˚࿔Chase Me, Capitolo 7𝜗𝜚˚⋆

















Valery's pov

Sono passate solo due ore da quando ho confessato i miei sentimenti a Kevin e non riesco a smettere di pensarci.

Me ne sto sdraiata sul letto a pensare a cosa sarebbe successo se non gli avessi parlato, o solo se non fossi venuta alla festa di Sarah. Forse questo è stato destino.

Che poi, di questa fantastica festa ho finito per ricordarmene poco e niente. Ho qualche flashback sfocato della sera precedente, ma solo di quando ho visto Thea e Kevin baciarsi e dell'incontro con Chase. Prima di questo: vuoto totale.

All'improvviso mi arriva un messaggio. Mi giro su un fianco e accendo il telefono. È Tyler.

Sta sera vengo a prenderti alle 8.

Eh?

Sta sera? perché?

Ma come, Val. Sta sera ci vediamo al Joker's Hell, non ricordi?

Te l'avevo chiesto in corridoio l'altro giorno, quando eri uscita dall'ufficio del preside.

Oh, dio mio, ecco cosa mi ha detto...

Ma questo scemo non si è neanche accorto che non lo stavo ascoltando.

Oh già, giusto.

Rimango ad aspettare che finisca di scrivere.

Quindi, confermato?

"Mah, in realtà sto bene a casa".

Vorrei mandarglielo - anche perché è vero - , ma non lo faccio.

Forse uscire con qualcun altro mi aiuterà a distrarmi dai miei pensieri.

Sì, a sta sera.

Spengo il telefono e me lo appoggio al petto, facendo un sospiro.

Ma sì, ho fatto bene ad accettare. Tanto cosa potrà mai andare storto?

Scendo dal letto, intenta a prendere qualcosa da mangiare in cucina, ma mentre passo dalla camera di mio fratello mi accorgo che sta parlando... da solo?

Beh, cosa mi aspettavo? In questa famiglia siamo tutti un po' così... disagiati? Problematici? Pazzi furiosi?

Sto per passare avanti quando noto che ogni qualvolta che finisce di pronunciare una frase, dà un colpo al sacco da boxe rosso appeso al soffitto.

«Devi smetterla.» Un colpo. «Non mi servono a un cazzo le tue scuse inutili, soprattutto se me le dici da dietro a uno schermo.» Un altro colpo.

Io mi avvicino un po' di più alla porta socchiusa e sbriciando, vedo che ha le cuffie alle orecchie.

Ok, almeno non parla da solo.

«No, basta, smettila.» Un altro colpo.

Lui si ferma un attimo e si asciuga un velo di sudore dalla fronte.
«Senti, vediamoci al parco vicino alla scuola. Domani».

Ma con chi è così incazzato? Dovrei entrare?

Beh, credo di essere spacciata visto che tutto d'un tratto dice: «Valery», con la vociona da bruto.

Mi paralizzo sul posto.

«Che cosa vuoi?», si toglie i guantoni da boxe slacciandoseli con i denti e viene da me.

«Io...ecco, no sai cioè, cosa vuoi tu!?»

«Eh?»

«Ho visto che hai mangiato i miei biscotti, bastardo!»

«Cosa?»

«Eh sì, ormai lo so, smettila di fare il finto tonto. Non possiamo continuare così, non parlarmi più.»

Mi volto e scendo in cucina con un ghigno stampato in faccia, seppur pensierosa dalla scena a cui ho appena assistito.







Tory's pov

Io non so cosa mi è preso, davvero. Quella notte non ero io. Non avrei mai voluto farlo, ma in un certo senso non ero contraria, ma non è neanche stata una mia completa decisione.

Non è stata la prima volta che io e Chase abbiamo fatto quelle cose. Sto parlando del sesso, ovviamente.

Ma per entrambi noi è solo e soltanto per il puro piacere fisico.

Non abbiamo l'esclusiva, non l'ho mai richiesta e non ne ho neanche bisogno.

Ma so che ciò che faccio con lui è sbagliato per tipo dieci motivi diversi.

Cosa mi succede?

Mi passo le mani sulla faccia e sospiro, le spalle si abbassano e la mente si svuota.

Le grida cessano, finalmente. Colgo l'occasione per andare a recuperare il portatile che avevo dimenticato in soggiorno.

Però, appena esco dalla mia camera, noto con la coda dell'occhio che mio padre è ancora lì, in salotto.
Rientro, cauta.

«Che fai?», chiede mio fratello, mentre si toglie le cuffie eccessivamente grandi per la sua testa.

Le grida ricominciano.

«Vattene da questa casa ho detto! Vattene!»

«Non me ne andrò lasciandoti i miei figli! Questa è anche casa mia!»

«Vattene! Vattene! Vattene!»

Perchè non se ne va?

«Vicky, che succede?»

Vicky, il nomigliolo con cui il mio fratellino a sempre preferito chiamarmi, mi fa sorridere.

«Nulla, non ti preoccupare», gli rispondo. Mi avvicino a lui e gli prendo le cuffie dalle piccole mani. 

«Rimettiti queste, Charlie. Andrà tutto bene.»

Gli riposiziono dolcemente le cuffie sulle orecchie e faccio ripartire la playlist.

Lancio un ultimo sguardo alla mia piccola fotocopia, seduta sul letto con le gambe a penzoloni, per la sua statura tanto minuta. Iridi color cioccolata dall'aria innocente, lo sguardo di un bambino che riesce a trafiggermi il cuore come una lama.

Nessuno meriterebbe di sentire le cattiverie che i propri genitori si sputano addosso dalla mattina alla sera. Soprattutto Charlie.

Decido di uscire lo stesso dalla camera.

«Non lasciarmi qui da solo.»

«Torno presto, Chars.»

"Ne ho abbastanza di tutto questo."

Oltrepasso mamma e papà senza neanche degnarli di uno sguardo e esco di casa.
Controllo il cellulare, c'è un messaggio da Thea.

Dove sei?

Sto arrivando.

🫴🏻

Dopo qualche minuto la vedo. Ha l'espressione tesa, si mordicchia l'interno della guancia rosea e picchietta un piede a terra con un movimento automatico.

Mi avvicino e lei, che mi saluta con un abbraccio.

«Hai tutto?», chiedo.

Tira fuori una borsa dà dietro di sé, la apre e mi mostra il contenuto.

«Lo stiamo facendo veramente?»

Pianta i suoi occhi azzurri nei miei, incredula e ancora convinta al cento per cento che questa cosa creerà solo danni.

Ma è per questo che vogliamo farlo, o no?

 «A quanto pare.»











Valery's pov

Cosa diavolo mi metto?

Insomma, non che stia andando ad un galà, sia chiaro. 'È solo Tyler', continuo a ripetermi.

Però appunto perché è solo Tyler non ho idea di che cosa mettermi. E non posso neanche chiedere consigli alle mie "amiche" - non che avessi intenzione di farlo, ovvio.

Alla fine decido di indossare una gonna nera semplice che arriva fino alle ginocchia e una camicetta sopra. Insomma né elegante né da senzatetto.

E poi è solo Tyler.

Mi metto un filo di mascara e direi che sono pronta, dovrebbe essere qui a momenti.

Prendo la borsa e scendo di sotto, dove trovo Lana e Matt buttati sul divano. E dico buttati perché Lana è a testa in giù con la schiena sulla seduta del divano e le gambe sopra schienale, mentre gioca con il telefono; e Matt è praticamente a terra, con solo la testa appoggiata sulla superficie soffice.

«Io vado. Mi raccomando non fate saltare in aria la casa, non provocate incendi, non ammazzatevi tra di voi - oppure sì, così almeno ho uno scassa palle in meno - e...»

«E apriamo agli estranei solo se dicono di essere Stefan e Damon Salvatore», Lana finisce al posto mio

«Esattamente.»

Tyler suona alla porta.

 «A dopo!»

Lana e Matt mi salutano senza neanche alzare gli occhi dagli schermi e io roteo i miei al soffitto.

Vado verso la porta e la apro.

 «Ty... ler.» Il saluto mi muore in gola.

Chase mi supera ed entra dalla porta con la forza.  

«No ma tranquillo... entra pure.»

«Matt», dice.

 «Scusa, mi spieghi chi cazzo ti ha invitato?», chiedo.

Lui mi lancia una lunga occhiata indecifrabile dalla testa ai piedi, per poi ritornare alla testa.

«Perché non vai al tuo appuntamento, ragazzina? C'è qualcuno che ti sta aspettando.»

Sento il rombo di un motore, così controllo dal balcone se è arrivato finalmente Tyler o se Matt ha organizzato una festa all'ultimo minuto.

Mio fratello distoglie l'attenzione dal telefono.

 «Chase? Che succede?»

Matt si alza dal divano e Chase fa segno di seguirlo in disparte.

Mentre Lana continua beatamente a farsi i cazzi tuoi, io non posso fare a meno di avvicinarmi cautamente ai due per origliare la conversazione.

Mi arriva un messaggio da Tyler.

Sono qui sotto.

Per quanto sia curiosa, decido di scendere lo stesso.

Tanto cosa me ne potrà mai fregare delle cose che si dicono Matt e i suoi amici?

Scendo le milioni di scale dell'appartamento con calma, per paura che la rampa sopra la mia testa possa crollarmi addosso. Potrei giurare che la crepa grande come il Grand Canyon che attraversa le scale si sia danneggiata ancora di più.

Finalmente arrivo all'uscita e raggiungo la macchina di Tyler.
Apro la portiera e mi fiondo dentro con la grazia di un mammuth.

Quando lui si accorge della mia presenza rimane senza parole.

«Sei...», strabuzza i suoi occhi celesti mentre mi squadra, ma non si posano mai sulla mia scollatura.

«Parti, Tyler.»

Gira la testa di scatto cercando di ricomporsi, delle ciocche biondo platino gli ricadono sugli occhi. Mette in moto.

«Ai suoi ordini.»

🕳️

Durante il viaggio Tyler ha cercato di far partire una conversazione che io ho subito troncato sul nascere alzando la musica della radio.

So che posso sembrare stronza, ma io a questo appuntamento non volevo venirci e per inciso: lo sto facendo solo per Matt.

Mi ha spronato lui ad uscire con Tyler, pensa che potrebbe aiutarmi a distrarmi da Kevin.

E in realtà Tyler non mi sta neanche così tanto antipatico, è solo che sembra voler essere più di un amico per me e questo non mi sta bene.
Io e lui ci conosciamo dalle medie e siamo sempre andati d'accordo, è un amico, nient'altro.

Quando arriviamo davanti all'entrata del locale, rimango sbalordita.
Numerose lucine colorate percorrono la scritta "Joker's Hell" che si accendevano e spegnevano con un ritmo disordinato.

Dalle ampie vetrate si nota da una parte la gente all'interno che balla, si ubriaca e si diverte, dall'altra il bar ancora più gremito di persone.
Questa visione mi trasmette adrenalina.

Prendo per mano Tyler per trascinarlo. «Entriamo.»

Appena varchiamo la porta d'ingresso la mia euforia aumenta ancora di più sentendo la musica che mi rimbomba in tutto il corpo.

«Da questa parte», mi urla Tyler mentre mi guida verso il bar.

Sul mio volto si forma un sorriso involontario per la spensieratezza del momento.

Ci sediamo su due alti sgabelli mentre Tyler ordina dei drink.
Le luci psichedeliche multicolore mi stanno accecando, socchiudo gli occhi e la mia vista si sfoca un po'.

Quando le bevande sono pronte, Tyler me ne passa una. Non riesco a vederlo bene in faccia e quando prendo in mano il drink vengo attraversata da una gigantesca sensazione di deja-vu.

Il mio sorriso scema mentre i ricordi degli eventi accaduti alla festa mi riaffiorano nella mente, tutte insieme, come un film. Anche le cose che avevo dimenticato.

Alla festa di Sarah, Tyler mi ha drogato il cocktail.

«Che fai, non bevi?», mi chiede, sorseggiando il suo. La mia espressione è diventata glaciale.

«Oh sì, certo, così puoi provare di nuovo a stuprarmi?»

Lui mi guarda più stranito che mai.
«Ma che...»

Mi alzo bruscamente e gli rovescio tutto il liquido addosso. Appoggio il bicchiere sul bancone e marcio furiosa verso l'uscita.

Come ho fatto a non ricordarmene prima? Stupida, stupida!

«Valery?», mi chiama.

Esco dal locale con la delusione nel cuore.

Perché tutti quelli che pensavo fossero miei amici alla fine si rivelano tutt'altro?







Spazio autrice

Ciao luvss🧚🏽‍♂️
Sì, lo so sto complicando TUTTO, però vi prometto che le cose non saranno sempre così tragiche e confuse.

Comunque in questo capitolo succede veramente ogni cosa: incontri segreti tra Tory e Thea, telefonate sospette, visite inaspettate ma soprattutto brutti ricordi che riaffiorano...

Chissà che succederà nel prossimo capitolo e se Valery tornerà amica con Tory e Thea...

Alla prossima luvs💖

Baci, Sophie💋

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