15. Sh, I got you all figured out
⋆˚࿔Chase Me, Capitolo 15𝜗𝜚˚⋆
Nobody dies a virgin. Life fucks us all.
-Kurt Cobain
Valery's pov
Mi giro di scatto sbattendo le spalle contro un armadietto, che provoca un rumore metallico abbastanza forte da farlo tremare, ma abbastanza debole da non farsi sentire da Tory e il ragazzo.
«Merda, Wheeler!», sussurro, sbarrando gli occhi e assumendo uno sguardo odioso.
Chase ferma il tremolio dell'armadietto posandoci di scatto una mano, la mia testa di fianco a questa.
Mi ha di nuovo intrappolata al muro, incredibile! Questo ragazzo ha doti limitate.
«Shh, non vorrai che ci sentano...»
Si china leggermente verso di me, inchiodandomi con i due vortici color pece che ha al posto degli occhi.
«Che diamine vuoi?!», allontano la testa che quasi va a toccare gli armadietti alle mie spalle.
Con la coda dell'occhio sbircio di nuovo dove Tory e quel ragazzo si trovavano prima, ma ora non c'è nessuno. Solo qualche studente che sta andando verso la mensa.
Due sue dita mi accompagnano il mento nella sua direzione, facendomi inclinare il capo e forzandomi a ritornare con sguardo nel suo. E lo ritrovo mentre mi guarda con un cipiglio tanto divertito quanto curioso. E odioso. Soprattutto odioso.
Spingo via la mano. Il mento mi formicola per il suo gesto e del calore inaspettato si propaga nel mio viso.
«Allora, sei la nuova gossip girl? No, perché se no non si spiega la tua tendenza a farti sempre i cazzi degli altri.»
Affila gli occhi che assumono uno sguardo infastidito, ma il suo sorrisetto crea un netto contrasto con questo, mantenendo saldo il divertimento che ho scorto prima.
«E invece la tua tendenza a conoscere tutte le serie che guardo chi la spiega?»
Incrocio le braccia al petto, ma peggioro solo le cose visto che il suo sguardo slitta immediatamente al mio petto.
Riporta gli occhi nei miei e il suo pomo d'Adamo di abbassa, sotto i numerosi tatuaggi stanziati sul suo collo.
Trascino lo sguardo lungo questi. Non mi ci sono mai soffermata, ma sono davvero belli, quasi quanto lu...
Uh, accidenti.
La mano posata sull'armadietto si chiude a pugno e le venature che la percorrono vengono risaltate da quel gesto. Scorrono lungo le sue braccia come ragnatele donandogli un aspetto più maturo.
Le sue dita, grandi e affusolate, picchiettano il metallo dell'armadietto.
«Non esisti solo tu in questo mondo, dovresti ricordartelo ogni tanto.»
«Oh, ma senti chi parla!», sbotto.
Sorrido ironicamente e così non faccio altro che attirare il suo sguardo sulla mia bocca.
Dovrei sentirmi a disagio, lui è tanto vicino e il suo sguardo inquisitorio.
Ma decido di approfittarne per dare un'occhiata furtiva alle sue labbra.
Non mi ci sono mai soffermata a lungo - proprio come i tatuaggi -, ma sono davvero belle: piene, lucide, morbide - immagino...
Mi alzo lentamente sulle punte, perché Chase è troppo alto e la situazione non sembrerebbe proprio essere a mio vantaggio.
Emette un lungo sospiro, sembra si sia accorto del mio sguardo poco opportuno.
«Persisti nel giocare con il fuoco, Rapunzel... Quand'è che ti brucerai?»
Oh, le sue metafore col fuoco mi hanno decisamente stancata!
Però, senza neanche accorgermene, ingoio un goppo in gola quando si allontana violentemente e se ne va, con la postura da duro.
Il tremolio dell'armadietto, dal quale Chase ha staccato la mano, riecheggia nelle mie tempie.
Faccio raffreddare le orecchie che stranamente mi si sono accaldate a tal punto che nella mia testa era così evidente quasi come se fossi diventata Dumbo...
Mi riprendo. Entro in mensa. Ormai avranno finito tutto.
L'ambiente è sempre lo stesso da quando sono qui. Studenti ovunque, accalcati ai tavoli, chi ride, chi urla, chi gioca con un pezzo di pane lanciandolo nel vassoio del vicino.
È il solito caos, legato a un un miscuglio di posate che tintinnano e voci che si accavallano.
Mi faccio strada tra loro come in un campo di battaglia, evitando briciole e macchie di purè.
C'è così tanta gente che per arrivare dai miei amici una mappa mi farebbe comodo.
Gli odori mi investono: patatine fritte, sugo stantio e quel profumo indefinibile del detersivo mescolato al cibo avanzato.
Il pavimento è appiccicoso, e così anche il tavolo che sfioro. Non so cosa sia peggio, il disordine o quel ricordo insistente del gusto di pasta scotta e acqua metallica.
Il solo pensiero mi fa arricciare il naso dal disgusto.
Con lo sguardo cerco Thea nei vari tavoli. Lei agita una mano per attirare la mia attenzione e mi dirigo verso il tavolo al quale è seduta.
Mentre passo in mezzo agli altri urto il braccio allo spigolo di un tavolo, facendo cadere una mela. Cazzo che male. La raccolgo al volo e praticamente corro verso Thea.
Una giornata dove non mi metto in imbarazzo non è una mia giornata.
«Allora? Kevin ti ha parlato? Cosa ti ha detto?», Thea allarga i suoi dolci occhi da cerbiatto e pronuncia quelle domande con un po' troppa curiosità per i miei gusti.
«No, non mi ha ancora parlato. Forse non ha il coraggio di farlo o...»
Distolgo lo sguardo dai suoi occhi cerulei e inizio a fissare un punto a caso ripensando ai comportamenti di Kevin.
Poi i miei occhi scattano nuovamente su Thea che ha iniziato a fare gesti strani con le mani e il suo sguardo salta da me a qualcos'altro, con frenesia e nervosismo. Le gote le si dipingono di rosso e si morde il labbro inferiore per evitare di ridere.
«Che c'è? Io non sono diventata sordomuta... Oh.»
Thea si copre il viso con le mani. È così empatica che si starà sentendo più in imbarazzo di me.
Mi giro lentamente. Kevin.
«Io non ne ho il coraggio?», accenna una risatina.
È da tanto che non lo vedevo così da vicino. Mi erano mancati i suoi occhi color nocciola che mi guardano con affetto e la sua carnagione dorata.
«No beh ecco... oggi in classe non hai fatto altro che guardarmi.»
Si gratta il capo, improvvisamente a disagio.
«Umh, io in realtà stavo guardando Jake...»
Sto andando totalmente a fuoco. Vorrei che un buco nero grande come questa scuola risucchiasse tutto ciò e distruggesse la mia vita.
Una figura di merda dopo l'altra, vai così Valery!
Sono sicura che se avessi un dollaro per tutte le volte che ho frainteso o sbattuto contro qualcosa sarei in vacanza a Dubai con le Kardashian.
Lui sorride e d'istinto allunga una mano verso di me, la osservo con ansia, fin quando non la posa sulla mia spalla. Con la mano me la stringe affettuosamente mentre ride.
«Tranquilla capita a tutti.»
Sgrano gli occhi e il battito mi accelera per il suo gesto. Appena si accorge di ciò che ha fatto stacca le mani dal mio corpo quasi come se il mio stesso rossore l'avesse scottato.
Che imbarazzo, Gesù. Piuttosto preferirei essere in coma e starmi sognando tutto ciò. Questa giornata si sta rivelando proprio...
Un attimo, ma quindi perché Kevin stava guardando Jake? Che cosa mi sono persa?
«Dio, no che non mi piace Jake. Gli devo solo fare da tutor per inglese. Me l'ha detto la prof appena mi è stata consegnata la verifica.»
Annuisco. Tra noi è così, ci capiamo con uno sguardo. Ma le cose, ormai si sa, stanno tramutando in qualcos'altro.
E adesso, mi sento pesante.
Sento che forse tra noi non è più così. Sento che forse sono cambiate troppe cose...
E sento che non mi trovo più davanti al bambino che mi ha regalato tutte quelle caramelle, quando io avevo perduto le mie.
Abbasso lo sguardo sentendomi leggermente fuori luogo.
Lui sembra provare le stesse cose.
Thea inizia a sorseggiare il suo frappè apparso da chissà dove, provocando rumori fastidiosi il risucchio della cannuccia.
Ci guarda con gli occhi sbarrati e attenti, quasi come se stesse assistendo a un film.
Pure Kevin inizia a guardarla senza sapere cosa dire.
Che imbarazzo...
Prendo a mordicchiarmi il pollice.
Thea continua insistentemente a succhiare quello che ormai non c'è più.
«Thea...», mi schiarisco la voce per intimarle di smetterla.
Lei d'un tratto si risveglia, accorgendosi di aver finito il suo frappè già da un pezzo, e di star bevendo solo l'aria.
«Oh, Dio. Scusate.» Si pulisce la bocca con un tovagliolino.
Kevin si guarda intorno, tutti siamo con le mani in mano. Ma che stiamo facendo?
«Cosa volevi dirmi?», 'Muoviti, non riuscirò a stare in questa situazione un minuto di più.'
Lui riporta lo sguardo su di me ed è come se si fosse accesa una lampadina sopra la sua testa.
Ma buongiorno, ci vogliamo muovere?
«Oh, giusto...», gira il capo e osserva la marea di gente che è arrivata in mensa.
Tra tutte quelle persone riconosco Matt e i suoi amici. Ignoro mio fratello e saluto Jake con la mano. Lui mi fa l'occhiolino.
«Emh, forse è meglio se andiamo in un posto meno affollato», Kevin riattira la mia attenzione.
Alzo un sopracciglio. Io non capisco proprio cosa ci sia di così importante da dirmi.
«D'accordo.»
Ho ancora con lo sguardo stranito e il cuore a mille. Spero sia un attacco cardiaco.
Mi giro verso Thea e le dico che ci vedremo dopo.
«Aspetta, non mangi?»
Socchiudo la bocca pronta a pronunciare l'ennesima bugia.
Mi sento tutti gli occhi puntati addosso...
«Certo, prenderò uno di quei toast al formaggio che ho visto appena entrata», sorrido.
«Quali... toast al formaggio? Ehi, Val! È quasi tutto finito...» Mi grida dietro quando sono troppo impegnata a fuggire.
«Beh, prenderò qualcos'altro.»
Agguanto il braccio di Kevin e lo trascino in mezzo alla folla per evitare di continuare il discorso.
Thea certe volte non sa davvero quando è ora di smettere di fare interrogatori e odio questa cosa.
La vedo aprire la bocca e poi richiuderla quando realizza che non avrei sentito quello che avrebbe detto, per quanta gente c'è.
Spingo letteralmente Kevin fuori da qui. «Questa fuga era davvero necessaria?», fa un sorrisetto.
Alzo le spalle. Nessuno sa del mio problema, solo Matt.
Poi allunga la mano, che rimane sospesa con il palmo girato verso l'alto, in attesa della mia.
Quante cose devo fare per farmi dire questa benedetta cosa?
Appena la mia mano tocca la sua mi guida verso un'aula vuota, quella di scienze.
Entriamo velocemente e chiudo la porta dietro di noi. La prima cosa che riconosco è Bobby, lo scheletro plasticoso dell'aula.
Distolgo lo sguardo da Bobby per posarlo su Kevin che mi stava già guardando, in attesa di parlare.
«Allora...»
«Sputa.»
«Mi sono fidanzato.»
«Eh?»
Dio, vorrei essere Bobby in questo momento.
Lui fa un lungo sospiro, come se si fosse appena liberato di un peso. Gettandolo addosso a me.
E ne rimango proprio schiacciata.
«È... così. È successo.»
Schiudo la bocca, perché vorrei dire qualcosa, ma non riesco. Non l'ho ancora dimenticato. È troppo presto. Non riesco.
"È successo"? Oh, ma certo. E fammi indovinare: anche il bacio tra te e Thea è... successo?
Ingoio a vuoto.
«Ma è...» Uno schifo, un vero schifo.
Il mio cuore fa un balzo, per poi frantumarsi contro la mia gabbia toracica. Lui non dovrebbe interessarmi più, neanche minimamente.
Ma allora perché fa così male?
«... fantastico.»
Sforzo le mie labbra a sollevarsi in un debole sorriso e lui ricambia.
«Sei seria? Ah, che bello!» Rilascia un sospiro sollevato. «Pensavo che ti saresti incazzata con me o comunque offesa per le cose di cui mi hai parla...»
«Tu non mi piaci più.»
Solo dopo aver pronunciato quelle parole mi rendo conto che l'ho detto con un tono fin troppo glaciale e serio. Quasi quasi ci stavo credendo anche io.
Lui si è ammutolito. «E poi tranquillo, non sono arrabbiata», oh sì che lo sono.
«Né tantomeno offesa», che stronzate.
«Sei il mio migliore amico» continuo, anche se ora non ne sono poi così tanto sicura.
Addolcisco il tono e lui mi sorride.
«Allora... lei chi è? La conosco?», meglio per lei che non la conosca.
Mi circondo il busto con le braccia, per l'improvviso fresco che sento. I suoi occhi iniziano a ignorare i miei e ad apprezzare maggiormente quelli inesistenti di Bobby.
Non mi dire che è tra le ragazze che non sopporto...
«Kev», lo richiamo.
«È Sarah.»
Dio, tutte, proprio tutte, ma non lei.
Sento ribollire la rabbia repressa per tutti questi anni e per tutti quei segnali che lui non ha mai colto.
Io sono sempre stata al suo fianco e ora mi viene a dire che si è messo con lei?!
Andiamo, Sarah è la ragazza di cui parlavamo male insieme! E non l'ho neanche mai visto dialogarci prima.
«Sarah?! Starai scherzando!»
«No, non scherzo... È successo... e volevo che lo sapessi da me, altrimenti avevo paura che avresti iniziato a odiarmi.»
Si mordicchia l'interno della guancia.
«Wow, bravo! Vuoi un applauso?»
«Val...»
«Kevin. Noi abbiamo sempre odiato Sarah. Non... Non capisco.»
Lui alza finalmente lo sguardo su di me e sembra disgustato.
«Tu neanche la conosci.» Arriccia le labbra e aggrotta le sopracciglia.
«Ma l'hai vista? Come si veste, come si comporta...»
«Io so chi è, so come si veste e come si comporta. So cosa fa pensare agli altri di lei e so anche cosa pensa di lei. Io l'ho capita, Valery.»
Roteo gli occhi al cielo. «Ma quando? Come? Perché? Perché lei, poi?» Perché non io?
«Falla ritornare», dice di getto.
«Come?»
«Fai ritornare la Valery Blair di prima. Quella che non giudica, quella che non si ferma alle apparenze.»
‼️
Io non mi fermo alle apparenze. Kevin non sapeva di cosa stesse parlando.
Io non credo che Sarah sia una brutta persona perché l'ho sentito dire, ma perché l'ho visto. Ovunque andassi lei era con un ragazzo, ed erano sempre diversi. Ogni volta.
E non la sto giudicando per questo, non mi importa che decisioni prenda Sarah. Mi importa però, se iniziano a riguardare anche Kevin.
Sarah è un tipo di persona che non è fatta per una relazione, lo so. Lo sanno tutti.
Quello a rimanerci fottuto sarà Kevin. E poi quando lei l'avrà tradito lui ritornerà da me con il cuore a pezzi dicendo che ho sempre avuto ragione.
Questo se io non fossi davanti all'armadietto di Sarah, adesso, ad aspettarla.
Nell'attesa, prendo il telefono e noto che Thea mi ha tempestata di messaggi.
Com'è andata?
Cosa ti ha detto?
Gli piaci?
Valery
Valeryyy
Non ho il tempo di rispondere, perché vedo Sarah dirigersi verso di me - o meglio, verso il suo armadietto.
Le sorrido e la saluto.
«Che vuoi, Blair?»
Digito una cosa veloce a Thea e metto via il telefono.
Thea's pov
Valery afferra Kevin ed è come se lo stesse spingendo per andare via da qui... Avrà fretta di parlargli.
Mi alzo dal tavolo per andare a buttare il milk shake finito e poi mi risiedo. Mi chiedo dove sia finita Tory, era entrata qui con me, poi è sparita.
🤥
Sono passati dieci minuti e sono ancora sola, si saranno perse?
Così accendo il telefono e apro la chat con Valery, le scrivo qualche messaggio per sapere com'è andata con Kevin.
Poi apro la rubrica e mi fermo al nome di Tory, con l'intenzione di chiamarla.
«Eccomi.»
Neanche a farlo apposta, appena alzo lo sguardo Tory è ferma davanti a me, che mi sorride.
Io non ci casco. Non è la prima volta che sparisce in questo modo. La guardo diffidente con le sopracciglia alzate.
«Dove sei stata?», mi chino in avanti per squadrarla. Lei si siede davanti a me.
«In bagno. Te l'ho scritto.» Indica il telefono che ho tra le mani, immobile.
Abbasso gli occhi sulla nostra chat che è rimasta aperta. «Non c'è nessun messaggio qui.»
"Cosa mi stai nascondendo?"
«Beh, il wi-fi qui a scuola non è dei migliori.»
Lei alza le spalle con nonchalance e un tranquillo sorrisetto. Sembra davvero che non sia successo niente. Quindi, o mente benissimo, o è la verità.
Ma ci sono dei dettagli che non mi sfuggono. Quelli non mi sfuggono mai.
La sua camicia della divisa scolastica non è abbottonata come prima. Il bottone sopra che andava incastrato nel foto accanto, è invece attaccato a quello sottostante. E così via per alcuni altri.
Per coprire poi il disastro avrà cercato di fissarci sopra la cravatta, che invece continua a spostarsi.
Qualcuno aveva fretta...
Lei si accorge del mio sguardo inquisitorio e assume un'espressione stranita stranita. Manca qualcosa...
«Thea, che succede? Mi stai spaventando», fissa lo sguardo nel mio e assume un'aria preoccupata.
Tutto questo mi puzza. Non può mentire così bene.
«Dov'è la giacca che indossavi prima?»
È stato veloce, un leggero tremolio della palpebra sinistra, un leggero cambiare del suo sguardo, un leggero soffio di vento che stava per fare cadere la sua maschera.
Non sono stupida.
Un "tin" proviene dal mio telefono, ancora acceso. È un messaggio di Valery. Abbasso lo sguardo per leggerlo, così facendo dò il tempo a Tory di ricomporsi.
Sto per fare una cazzata.
«L'ho riportata a Chase prima di andare in bagno. L'aveva dimenticata a casa mia quella volta che è venuto per vendermi... Sai... Quello.»
Lo dice con un tono che fa intendere che ciò che sta rivelando dovrebbe essere in realtà scontato. Sorride smagliante.
Riporto lo sguardo su di lei. Sono indecisa se andare a cercare Valery oppure andare in fondo a questa storia. Non smetto di guardarla in modo inquisitorio.
«Certo.»
Lei aggrotta le sopracciglia, guardandomi con i suoi occhi da sirena, che assumono un aspetto dolce e innocente. Poi avvicina una mano alla mia fronte, per toccarla col dorso.
«Ti senti bene? Mi sembri strana oggi...»
Appoggia la mano sulla mia fronte e quando realizza che è a temperatura media, fa scendere la mano e mi accarezza una guancia con fare materno.
«Sto bene, tranquilla. Andiamo a prendere un dessert? Sempre se sono rimasti.» Lei mi regala un sorriso a trentadue denti e ci dirigiamo verso il bancone dei dolci.
Le sorrido. Decido di lasciar stare, per questa volta.
Non sarà sempre così, giusto?
Spazio autrice
Chissà, cara Thea, chissà...
Finalmente sappiamo cosa voleva dire Kevin, ma Valery ha fatto la scelta giusta ad andare a parlare con Sarah? Proprio non riesce a stare nel suo (io totale)👹
Baci, la vostra scleratrice patentata💋
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