10. Now we got problems





⋆˚࿔Chase Me, Capitolo 10𝜗𝜚˚⋆


















It's only illegal if i get caught.
















Tory's pov

Gemo dal piacere, quando la sua lingua passa nell'incavo dei miei seni.

Il mio bacino che sbatte sul suo, i miei respiri pesanti e l'atmosfera sessuale elevatissima.

Mi massaggia il clitoride mentre affonda dentro di me. Io, sotto di lui, sono in estasi. Gli passo le mani lungo l'addome largo e scolpito, ma lui non emette un verso.

Ci fissiamo per un po'. Io mi allungo per baciarlo, ma lui si ritrae.

Non ci dò tanta importanza e gli metto le mani nei capelli, chiudendo gli occhi e godendomi le sensazioni dei miei capezzoli che sfregano contro il suo petto duro, di lui dentro di me.

D'un tratto squilla il telefono. Sospiro.

«Fanculo», borbotto, girando il telefono con lo schermo in giù, ma per sbaglio mentre lo appoggio di nuovo sul comodino, tocco qualcosa che non dovevo toccare.

«Pronto? Tory?»

Quasi non cado giù dal letto. Chase mi guarda confuso e smette un attimo di spingere.

Prendo il cellulare all'istante. Ormai sono spacciata, devo rispondere.

Appena Chase vede che mi sto portando il telefono all'orecchio, riinizia a spingere, in modo molto più aggressivo.

Stronzo.

Getto la testa all'indietro, seppellendola nel cuscino e spalanco la bocca, tentando di non emettere alcun suono.

«Pronto?», mugolo, cercando di assumere un tono normale.

«Tory? Sono Valery.»

A quel nome, il mio cuore si riempie di felicità. Non la sentivo da un po' e pensavo davvero che avessimo chiuso i rapporti.

«Oh, ciaaaoo», Chase ha aumentato le spinte di almeno dieci volte tanto, si sente persino un leggero cigolio del letto. Ma lo fa apposta?

«Umh, come va?», chiede incerta e credo anche confusa dalla mia risposta. Se questo idiota non rallenta...

«Ecco, alla grande, grazie. A te come va?», basta devo chiudere questa chiamata al più presto.

Chase agguanta un mio capezzolo con le sue labbra piene, compiendo movimenti circolari con la lingua. Inarco la schiena, senza parole e per poco non mi dimentico di essere al telefono.

Gli dò un leggero scappellotto in testa, lui alza il capo e sorride.

«Bene, sai, oggi Thea è venuta a trovarmi.»

Oh, lo sapevo, solo che quando Thea mi ha chiamata per chiedermelo, Chase era già davanti la mia porta.

«Mh mh.» E quando sento montare l'orgasmo, capisco che devo proprio chiudere questa cazzo di chiamata.

Lei continua a parlare ma io la interrompo.
«Umh, oh... Mi dispiace tanto, Valery. Ora devo proprio andare, ma ti richiamo dopo.»

Chiudo la chiamata senza neanche sentire la sua risposta.

Chase si ferma, proprio a un passo dal mandarmi in paradiso.

Lo guardo, il suo viso è deformato da una smorfia, le sopracciglia corruciate.

«Perché ti sei fermato? Stavo per venire.»

Lui esce da me di colpo, facendomi sentire vuota. Ma che succede?
Il suo cazzo è ancora bello pronto per scopare, neanche lui è venuto. E allora perché se ne sta andando?

«Ma cosa fai?», lo chiamo, mi rialzo sui gomiti ma per lui sembro non esistere più. Neanche mi guarda.

Si rimette velocemente i suoi vestiti e esce dalla stanza, con la mascella tesa.









Matt's pov

Faccio partire la chiamata di gruppo, rispondono tutti subito.

«Chi di voi cazzoni ha chiamato?»
«Già, mi stavo lavando.»
«Io stavo mangiando.»

Sospiro e decido di andare subito al dunque.

«Sentite, avete qualche idea di dove viva Tyler Brown?»

«Quel cazzone di Brown?», risponde Chase.

«Perché dovremmo saperlo?», si intromette Nick.

«State parlando di brownies? A me piacciono.»

«Stai zitto Jake», ecco Jane. Siamo al completo, se magari qualcuno mi rispondesse sarebbe meglio.

«Ehi, non dirgli di stare zitto.»

«Terry?»

«No, Tyler!»

«Ragazzi!», richiamo la questione sull'argomento principale.

«Tyler Brown. Dove vive.»

Tutti si ammutoliscono, tranne Jake.

«Aah, Tyler Brown... Sì, so dove vive, casa sua è qualche isolato più avanti, a volte lo incontro quando vado al supermercato.»

Per "quando vado al supermercato" intende "quando voglio comprare della roba", ovviamente.

«Allora non sei inutile», esclama Chase.

«Smettila di fare lo stronzo, solo io posso», lo sgrida Jane.

Si stanno ancora perdendo in chiacchiere. Incredibile.

«Jake, ti ricordi bene dov'è casa sua?»

«Casa di chi?»

In sottofondo si sente qualcuno ridere, probabilmente Nick.
Chase invece si starà prendendo a testate il muro, odia le persone stupide. Però Jake non è stupido... è solo Jake.

«Tyler», sbuffo.

«Oh, giusto giusto, scusatemi. Sì mi ricordo.»

«Perchè volevi saperlo?», chiede Nick, ma so che Jane avrebbe voluto farlo prima. Chase invece mantiene la sua espressione impassibile e continua a farsi i cazzi suoi.

«È successa una cosa. Fatevi trovare sotto casa mia tra cinque minuti.»

«Okay Capo», risponde Jake.

Chiudo la chiamata e aspetto che arrivino.














Il campanello scassato suona incessantemente. Apro e tutti si fiondano dentro l'appartamento.

Jake entra per ultimo, scompigliando i suoi ricci biondi. Sorride.
«Allora, dove sono i brownies?», dice. Dopodiché, si accende una canna.

«Non ci sono i brownies, Jake», rispondo io con tutta la pazienza che gli è rimasta.

«Se fai il bravo dopo te li compro, ok?», gli dice Chase.
Lui si illumina e annuisce. Ogni volta sembra di avere a che fare con un bambino.

«Ok, Chase, hai la macchina?», chiedo.

«No, ho fatto sei chilometri a piedi», tutti ci immobiliziamo per decretare se è ironico o no, con lui non si può mai sapere.

«Cazzo, sì che ho la macchina, venite.»

Tutti ci dirigiamo verso la porta, ma qualcuno ci fa bloccare sul posto.

«Matt? Dove stai andando?», Valery è in cima alle scale, si accarezza le braccia per il freddo.

«Storia lunga. Torno presto.»

Esco dalla porta e gli altri mi seguono dopo aver salutato mia sorella con la mano. Solo Chase rimane dentro fermo sulla soglia. Valery e lui si fissano, poi lei distoglie lo sguardo sale le scale.

Lui finalmente esce e si chiude la porta alle spalle, ha l'aria di uno con la coscienza a posto e il solito sguardo menefreghista.

«Ehi, cos'era quello?», chiedo a Chase, mentre scendiamo le scale del condominio.

«Quello cosa?», tono piatto, ghiacciato. Il solito insomma, ma non mi convince ancora.

«Lo sai cosa: tu che resti lì imbambolato, mia sorella che ti guarda con un misto di terrore e rabbia. Cos'hai fatto sta volta, Chase?», sbuffo.

In genere devo sempre sistemare io i suoi casini, ma in questo caso, se c'entra mia sorella, sono cazzi.

«Nulla di importante, stavo pensando a una cosa e basta. E poi può guardarmi in qualsiasi modo voglia, tanto non me ne frega un cazzo.» Ovviamente evita il discorso. Io ci ho perso le speranze.

«Se pensavi a una cosa tipo che per caso ti sei scordato di scongelare la carne per tua madre allora potrei crederti.»

«Sì, pensavo proprio a quello.»

Arriviamo davanti alla Porsche e entriamo. Chase alla guida, io di fianco a lui; nei sedili posteriori Jane, Jake e Nick.

Chase mette in moto e Jake si sistema in mezzo a noi due posando gli avambracci sul lato dei nostri sedili.

Sta per dire una delle sue...

«Ma voi ci avete mai pensato al fatto che in realtà potremmo non essere in questo preciso giorno nel mese di settembre, di questo anno?»

Ecco.

«Ma che cazzo stai dicendo?», dice Chase, alzando un sopracciglio.

«Sì, beh, noi ci stiamo solo fidando di chi si è inventato i mesi, i giorni e gli anni. E se realmente fossimo nel 4503? Non lo sapremmo mai.»

«Puoi spiegarmi che diamine c'entra?», Jane entra in scena e da uno scappellotto al fratello.

«Però se ci pensate è vero», dico.

«Ti prego non assecondarlo», mi ammonisce Jane.

«Posso chiedere una cosa che c'entra?», domanda Nick.

«No», risponde Chase con il suo normale tono garbato.

«Perché stiamo andando a casa di Tyler Brown?», Nick prosegue ignorando la risposta dell'amico.

Mi gratto la testa, tutti si voltano verso di me.

«Io continuo a capire brownies...», sussurra Jake.

«Tyler ha venduto della droga alla mia ex ragazza e lei ha... fatto cazzate.»

Ho riassunto molto, e non credo che capiscano.

Nick annuisce, Chase è stranito quando Jane.

«Ma tu non hai una relazione dal Neolitico», dice Jane.

«Sì, beh, non era una vera relazione, ma credevo ci stessimo arrivando.»

Stringo la mascella. Dallo specchietto noto anche Jane irrigidirsi.

«Cioè noi stiamo andando a casa di un tipo per picchiarlo, perché ha venduto alla tua quasi ragazza, la quale ha assunto quella roba di sua spontanea volontà?» riassume Nick, calcando le parti cruciali del discorso.

Guardo il mio amico in malo modo, e analizzando la frase...

«Smettila, così fai sembrare me l'odiota.»

«Beh, fatti qualche domanda», ribatte repentina Jane.

Alzo gli occhi al cielo. Nella mia testa il ragionamento aveva un filo logico, non è mica colpa mia se niente è mai come pensiamo noi.

E soprattutto, niente va mai come noi vogliamo.

«Non ci scopavi e basta?», chiede Chase, d'un tratto.

«Non è proprio così.»

«Ragazzi, ho un'altra domanda.»

Jane alza gli occhi al cielo e Nick inizia già a ridacchiare. Chase ormai ci ha perso le speranze, ma io sono leggermente curioso, in verità.

Le sue domande possono sembrare azzardate e completamente fuori luogo, a volte, ma sotto sotto hanno anche senso. Infatti ogni volta che a Jake sorge un dubbio rivaluto il mio modo di pensare. La sua mente è una delle più strane...

«Che sia l'ultima», dice il guidatore dal muso lungo.

«Ma cosa succede se una persona con il foglio rosa guida, e la persona di fianco a questa - che ha la patente - è ubriaca, vengono fermati dalla polizia?» si picchietta il mento, pensieroso.

Jane si sbatte una mano in fronte.

«Succede che li sbattono in prigione tutti e due e invece io ti sbatto la testa contro il muro, che dici?»

Stranamente, è stato Chase a dirlo, oggi è più nervoso del solito. Jane annuisce soddisfatta perché so che avrebbe voluto dire la stessa cosa.

«Ragazzi dovete smetterla di essere così cattivi con Jake», interviene Nick, il solito paladino della giustizia.

Jake annuisce, offeso.

«Jake, è la direzione giusta?», chiede Chase con lo sguardo concentrato sulla strada e la testa chissà dove.

«Sì, gira a sinistra», risponde Jake, indicando la destra.

«Jake, qual è la sinistra?», chiedo.

«Ma come, non lo sai? La sinistra è nella mano in cui scrivi», afferma convintissimo.

«Ma tu sei mancino?», chiede Nick.

«Dove cazzo devo andare, ragazzi?!»

Chase si limita a girare a vuoto nel mentre che Jake si sforza di capire cosa vogliano dire destra e sinistra.

«Ma cos'è mancino? Una sorta di variante di Uncino, quello senza la mano? Oppure ce l'aveva la mano... Oh, oh! Chase fermati, è qui. Accosta.»

La macchina si ferma davanti a un enorme cancello con decori barocchi, che disegna il perimetro di un vasto prato verde e all'interno, una gigantesca villa bianca.

«Tyler è il figlio del presidente o cosa?», dice Jane, mentre tutti osserviamo la casa a bocca aperta; beh, tutti tranne Chase - lui ha la casa più grande.

«State zitti e cercate di capire come entrare.»

Preparati, Tyler, ti farò il culo.

«Vuoi fare irruzione nella Casa Bianca?», chiede Jake sconvolto.

«Smettetela, tutti quanti. Ma, Chase!»

Chase è in cima al cancello, un salto, ed è dall'altra parte, che cammina deciso lungo il vialetto in pietra.
Si ferma a metà.

«Allora? Vogliamo fargli il culo o no?»

Jake esita anche solo a toccare con la punta del dito il cancello. «Non è che prendo la scossa?»

«Vedi un filo spinato qui da qualche parte?»

Jane imita Chase e lo raggiunge, infine anche Nick e io.

«Ragazzi, non so se ce la faccio. È troppo alto», piagnucola Jake.

«Muoviti, o andremo senza di te.»

«Beh, okay.» Jake si mette seduto a terra.

Incredibile.

«Come ti pare...», raggiungo gli altri.

Una marea di vegetazione ricopre il gigante giardino che circonda la villa. Delle colonne greche sorreggono il porticato e la maestosa porta con una cornice bianca e riferimenti barocchi non passa di certo inosservata.
Inoltre anche una piscina è al centro della scena.

Dall'altra parte, in una zona più riservata, vi è un'altra sorta di stretta piscina, si suoi lati delle comode poltroncine.

Cazzo... quasi quasi mi metto anch'io a spacciare droga.

Nick si avvicina all'entrata e suona.

«Ma che fai?!», esclama Jane, presa alla sprovvista.

«Oh, scusami, volevi sfondare la porta? Questa porta?»

«Ma allora perché cazzo abbiamo scavalcato il cancello?», chiedo.

«Siete degli idioti», dice Chase.

Nessuno di noi ha tempo di ribattere, perché ci precede il rumore di una serratura che viene disattivata.

Tyler apre la porta, incurante della mia espressione imbestialita.

«Ehi, ma che ci fate qui?»

Ora arrivano i problemi.











Spazio autrice

Eccoci alla fine di questo (abbastanza confuso) capitolo😰

Tory sembra davvero una "donna dai facili costumi", ma cosa si nasconde dietro?

Pian piano si scoprono anche i caratteri della mitica squad di Matt e, to be honest, amo Jake (cioè, sono letteralmente io🕺🏾) Chi come me?

Allora, nelle descrizioni di luoghi (e anche personaggi, in realtà) faccio proprio cagare al cazzo quindi in questo favoloso capitolo ho messo anche delle fotine tattiche.
Ditemi se ne volete di più😽

Al prossimo capitolo, anche se non so quando aggiornerò.

PS: ci sarà molto dramma, anche più di quello che ci è già stato (perché sono sadica)

Alla prossima luvs

Baci, Sophie💋

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