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Tutti volevano qualcosa.

Quella era una realtร , inutile fingere di non conoscerla. La realtร  andava abbracciata, nella sua strana e dolorosa dolcezza.

Lasciava l'amaro in bocca, proprio sul fondo della gola. Difficile, se non impossibile, da scacciare lontano dall'animo, assieme alle mille domande che sempre l'accompagnavano.

Esistevano persone che non avevano il privilegio di saper riconoscere consciamente i loro reali ardenti desideri. Erano, cosรฌ, tristemente costrette ad attendere, alcune volte per un tempo che sarebbe potuto apparire interminabile, qualcuno che gli rivelasse il contenuto del loro stesso palpitante cuore.

Esistevano quelle persone, assorbite dall'ipocrisia dell' esistenza, che si ostinavano incessantemente e faticosamente a sostenere che quello stesso cuore non bramasse nulla.

Quest'ultime erano le peggiori.

Un cuore, un cuore umano, mai puรฒ avere vanto di essere tanto puro da non percepire la forte attrazione che permea il desiderio. A volte, molto raramente, puรฒ contrastarla. Puรฒ tentare di rinnegarla. Di schiacciarla.

Ma essa rimane, persiste a macchiare l'animo di chiunque possegga dei sentimenti e, piรน essi sono potenti, piรน la brama vi si crogiola.

Perciรฒ chiunque affermi di aver amato, almeno una volta nella vita, ammette anche di aver desiderato, anche con la stoltezza del solo pensiero.

Io avevo amato, bramato e desiderato con un'intensitร  tale da riuscire quasi a sopprimere ogni piccolo ed effimero altro pensiero, che sempre, al confronto dell'amore, non puรฒ non apparire insignificante.

Il desiderio mi aveva folgorata. Prima nelle forme piรน fini, delicate, come la risata gioiosa di un bambino o il refolo d'aria, che non si riesce neanche ad avvertire, nato dal dolce sfiorarsi delle fragili ali di una farfalla dai colori sgargianti.

Il mio desiderio era, nella sua dolce semplicitร , dolorosamente complesso e poteva, con incredibile e singolare facilitร , essere espresso con una sola parola.

Lui.

Lui con quegli sguardi magnetici, attraverso iridi argentee che conoscevo a memoria, screziate a volte di duro acciaio e popolate dalle piรน oscure ombre dell'animo umano. Tuttavia, pozze cheย mi conferivano la luce appartenente neppure ai primi scorci di raggi di sole concessi dall'alba.

Lui che mi parlava e sfiorava con la delicatezza con cui una fioraia gentile avrebbe accarezzato i setosi petali rossi delle proprie rose, appena sbocciate e grondanti della rugiada del mattino.

Tuttavia le rose possedevano delle spine.

E cosรฌ, la dolce fioraia, prima o poi, si sarebbe ritrovata ad osservar scorrere fra le sue dita quel viscoso liquido, del medesimo colore vermiglio di esse, che altro non puรฒ essere se non sangue, lo stesso che tanto inquieta i bambini.

Di quei fiori, tanto belli quanto, se sottovalutati, pericolosi, io portavo il nome e, sempre da essi, i miei capelli rapivano il focoso e insinuante colore.

Lui era la mia ossessione. Ciรฒ cui mi aggrappavo, Ciรฒ che nella mia vita mi ancorava al mondo. Con i suoi radi sorrisi e la parole gentili, che mi rendevano fiera, perchรฉ riservate solamente a me.

Le stesse parole che non bastavano ad aiutarmi nell'impresa di fermarlo, quando lo sentivo scivolare fra le dita, come granelli di sabbia che, dispettosi, sfuggono sempre, portati via dal vento.

Lui che mi apparteneva ma che non potevo, allo stesso tempo, pretendere di possedere.

I suoi pensieri rappresentavano la mia principale prioritร  e il suo respiro andava dolcemente di pari passo con il mio.

Da sempre condividevamo le risate e le gioie della vita. Anime legate da un'amicizia che definire amicizia รจ peccato. Ma quando si trattava di dolori e pungenti veritร , solo i racconti delle mie ferite sembravano sfuggirmi dalle labbra ed essere assorbite e attutite da Lui, mai il contrario.

Nella mia ignoranza, comunque, non potevo affermare di non conoscerlo.

La brama, quella reale, di un essere umano non poteva derivare da uno sguardo fulmineo, ma soltanto dalla forza della lenta unione di due essenze, due menti e due anime in collisione.

L'amore non รจ quello che una scolaretta puรฒ provare, ciรฒ che scaturisce da un batticuore, scatenatosi alla vista di un ragazzo piรน grande, notato di passaggio per i corridoi.

Io possedevo conoscenze di Lui, che alcun altro essere al mondo poteva avere il diritto di vantare.

Il suo segreto piรน grande, quello piรน nascosto nei meandri della sua anima che, almeno in una piccola, forse insignificante, sfaccettatura, apparteneva un pochino anche a me.

L'inevitabilitร  di quella conoscenza, data dal suo sostare a casa mia praticamente ogni giorno o dal timore di un possibile pedinamento, preferivo ignorarla.

Volevo crogiolarmi nel pensiero, per quanto probabile illusione, che Lui me lo avesse detto perchรฉ riponeva in me almeno la metร  della fiducia cui io tanto agognavo, e che riversavo in lui in quantitร  prorompenti.

Mi era impossibile pensare anche solo il suo nome senza avvertire le pulsazioni accelerate del mio cuore, divenute, ormai, fin troppo familiari. Non dovevano essere troppo dissimili da quelle di un'uccellino costretto in una gabbia in cui non sarebbe dovuto essere destinato a stare.

In alcuni attimi della mia esistenza questo sentimento mi aveva spaventata. Mi portava a domandarmi quanto l'amore potesse arrivare a gravare sull'anima di un essere umano, prima di sopraffarlo.

Io parlo di amore, ma in fondo questa parola non esprime, e non puรฒ farlo, seriamente il significato che vorrei imprimerle.

Perchรฉ ciรฒ che provo รจ Indefinibile.

Noi, disastrosi, goffi e pasticcioni esseri umani che siamo, un po' tutti, almeno in un quarto dell'animo, ancora ingenui bambini, siamo sempre stati avari.

Abbiamo sempre desiderato, senza neanche rendercene conto, il controllo, la conoscenza.

Tutti.

Brame ormai comuni della collettivitร , le giuste brame, che in molti casi hanno portato a giuste ed utili scoperte.

Trovare il vocabolo, la definizione, la parola che meglio attecchisce all'Indescrivibile, tuttavia, รจ difficile. Anche impossibile.

Un significato tanto grande non puรฒ essere stipato in sole cinque lettere. Troppe le emozioni, troppe le reazioni.

Amore.

Quella profonda e struggente sensazione, che frequentemente opprimeva e gravava sulle spalle di chi la provava, ma che non mancava mai di fare in modo che ne valesse la pena.

Quando ti trovavi davanti al tuo Lui tutto ciรฒ che ogni giorno ti appesantiva il petto, quel, seppur fine e trasparente, allo stesso tempo doloroso strascico di sofferenza che ti accompagnava durante la giornata, per colpa di quelle stesse emozioni che in quel momento agitavano il tuo corpo, il tuo spirito e il tuo cuore, si dissolvevano nell'aria, volando, probabilmente, fra le candide nuvole.

Era questo ciรฒ che io sentivo.

Iniziavo a pensare che per me, come per tutto il resto del mondo i pensieri del mio Lui, sarebbero rimasti un'oscura incognita. Un grosso punto interrogativo creato dal nero inchiostro.

Ma probabilmente non aveva importanza, ciรฒ che importava davvero era quello che si muoveva nella mia mente e mi agitava il cuore e l'animo.

L'Indescrivibile non puรฒ essere cancellato, rimane immutato nel tempo, come un'incisione intrappolata per sempre nella roccia.

Solo la vita mi avrebbe condotto verso una via, l'unica cosa che dovevo fare era viverla.

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