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Sorseggiai delicatamente la mia fresca Coca Cola, posando le labbra screpolate sul gelido vetro del bicchiere, mentre con la mano libera rovistavo fra le pile di fogli accumulati alla rinfusa sopra al tavolino del soggiorno.
Ashley sbuffò, soffiando pesantemente fuori dai polmoni una massiccia quantità d'aria, si passò le dita affusolate fra le ciocche castano ramate «qualcuno vuole qualcosa da bere?» squittì, saltando in piedi come se il divano fosse stato coperto di spilli acuminati.
Kelly spostΓ² lo sguardo azzurro sul bicchiere ancora pieno di aranciata che aveva posato sul pavimento, accostato al divano, poi fissΓ² l'amica, ammonendola efficacemente con la potenza di una sola occhiata.
Ashley si risedette, producendo un tonfo che fece cigolare le molle del soffice mobile in maniera alquanto preoccupante «Dovremmo fare una pausa» annuì freneticamente, in accordo con le sue stesse parole «Da quanto tempo è che stiamo studiando per quella psicopatica in menopausa della Felkry?».
Erika, che, pur non avendone alcuna necessità , aveva coraggiosamente deciso di unirsi a noi, risalì la parete bianca posta all'altro capo della stanza, individuando l'orologio a muro, con gli occhi verde prato, facendo qualche conto «Venti minuti» constatò, schioccando le labbra rosee.
I grandi occhi marroni di Ashley si spalancarono Β«Solo venti minuti?Β» domandΓ², in un versetto che parve uscire fuori nella forma squillante di un guaito, Katrina la sfiorΓ² con un'occhiata compassionevole.
Kelly, invece, sembrΓ² non provare neppure il minimo accenno di pietΓ Β«Guarda, sono qua solamente per te, io conosco a memoria ogni singola pagina di questi appuntiΒ» sbottΓ², sistemando freneticamente alcuni dei fogli, pieni di schemi e parole chiave tracciati con penne a sfera di colori sgargianti e vari, che erano scivolati sul terreno Β«Li ho scritti ioΒ» aggiunse poi, increspando le sopracciglia chiare, come se per un attimo lo avesse scordato.
Β«Dai, Ash...Β» mi ritrovai a intromettermi, cercando di prevenire un esplosione Β«In fondo non stiamo studiando per la psicopatica in menopausa...Β» scossi la testa, lasciando che i capelli rossi mi solleticassero il collo Β«Voglio dire, per la FelkryΒ» mi corressi Β«Ma per una sufficienzaΒ».
La ragazza mi guardΓ² languidamente e arricciΓ² il labbro inferiore in un broncio delicato Β«Almeno accendiamo per un po' la televisioneΒ» piagnucolΓ², per qualche ragione aveva preferito sedersi sul parquet, invece che sul divano grigio, quindi continuava a spostarsi cercando un'inesistente posizione comoda Β«Anche il telegiornale va bene, Γ¨ nostra responsabilitΓ controllare che fuori non stia scoppiando l'apocalisse, no?Β».
Kelly scattΓ² in piedi con un balzo felino, afferrΓ² il telecomando che, a quanto pareva, aveva tenuto a portata d'occhi fino a quel momento e si gettΓ² una ciocca bionda dietro l'orecchio, sbuffando Β«D'accordoΒ» annaspΓ², con le guance imporporate Β«Mi arrendoΒ».
Ashley parve ingoiare un'espressione di trionfo che si spense quasi istantaneamente quando si accorse che, nonostante la TV fosse stata accesa, la voce tranquilla della giovane donna col volto pieno di illuminante che leggeva le notizie non poteva essere udita, fulminΓ² la sua migliore amica, apparentemente desiderando poterla incenerire con un solo sguardo.
Β«Ma sei seria?Β» SbraitΓ², in un debole uggiolio ferino Β«Hai davvero messo muto?Β».
Kelly curvΓ² un angolo della bocca, la sua bellezza diabolica ad amplificare il sapore della sconfitta, scrollΓ² le spalle e si gettΓ² sulla poltrona.
Ashley strinse i pugni, gonfiando le guance come una bambina, facemmo tutte per tornare a chinare il capo sui miracolosi appunti e immergerci nel fruscio piacevole della carta, quando Kelly, che stava per spegnere nuovamente la televisione, si bloccΓ², lo sguardo incollato allo schermo, le labbra carnose schiuse in un ovale perfetto.
La sua capricciosa amica battΓ© le folte ciglia scure, pronta a dimostrare il proprio disappunto, voltandosi, come feci anche io, verso il punto che la ragazza stava guardando.
Boccheggiai, incredula, stringendo le dita attorno al soffice cotone della mia maglietta bianca, rendendomi conto solo in parte della voce di Ashley, che aveva reagito in maniera piΓΉ pronta rispetto a chiunque altro, improvvisamente seria, rivolgersi a una Kelly paralizzata, chiedendo con voce abbastanza sicura, di alzare il volume.
Mi voltai verso le due, un fischio acuto che mi martellava nelle orecchie, incessante, forse alla ricerca di un qualche genere di supporto, ma non ne trovai, il mio sguardo fu riempito solo da una scena che esprimeva uguali emozioni, specchio di quelle che provavo io e che non sapevo neppure definire.
Tralasciando Ashley, tutto era fermo, anche l'aria pareva essere intrappolata in sΓ© stessa, nessuna di loro si muoveva, nessuna di loro riusciva a staccare gli occhi dalle macabre immagini in movimento, le labbra di Kelly tremavano, come le sue dita pallide, che vibravano senza scopo attorno al telecomando, finchΓ© Ashley, comprendendo che la sua richiesta sarebbe rimasta inascoltata, glielo strappΓ² di mano.
Β«...eocamere di sorveglianza sono riuscite a riprendere ben poco di quello che Γ¨ accaduto nel parcheggio, il colpevole Γ¨ riuscito senza apparente difficoltΓ a sfruttare i punti ciechi, sembra che i quattro ragazzi assassinati fossero andati a bere nel locale per festeggiare il ricevimento del diploma e che, ubriachi e storditi, siano stati aggrediti, secondo il rapporto del coroner nel loro corpo non era rimasta neppure una goccia di sangue, a trovarli Γ¨ stata la proprietaria che all'orario di chius...Β»
Quasi sotto l'effetto di un'incantesimo, Ashley premette il pulsante di spegnimento, il viso colorato di una pallida tonalitΓ giallastra, le labbra tese in una sottile linea retta, a un occhio esterno sarebbe potuta apparire terrorizzata, ma io conoscevo la veritΓ ed era chiaro fosse furiosa, l'ambra nei suoi occhi color cioccolato, solitamente morbido e guizzante, pareva essersi cristallizzato in lamine di bronzo.
Un breve ringhio, roco come il suono della carta vetrata che raschia sul legno, si levΓ² nella stanza, risuonando nelle mie ossa come apparentemente anche in quelle di Erika, che mi si strinse piΓΉ vicina, aveva inconsciamente posato le dita sul proprio collo e le sue pupille sembravano vagare senza sosta all'interno delle iridi, brillanti come corolle coperte di rugiada del mattino.
In quel momento seppi che non avrei mai scordato quello che avevo visto riflesso nello schermo, perchΓ© quella realtΓ era la mia, non si trattava solo di una notizia stracciata e amplificata dai media, quella era la mia vita e non ci sarebbe mai stato momento in cui avrei potuto osservare il dipinto impresso sulla tela di quell'esistenza senza vedere i dettagli scuri nascosti in controluce, sotto i colori a olio e le pennellate frenetiche, senza vedere i corpi bianchi delle mie amiche al posto di quelli dei poveri ragazzi sconosciuti, privati del ventaglio di possibilitΓ che avevano di fronte.
Le immagini vivide di sprazzi di sangue a imbrattare le pareti consunte di un parcheggio, a malapena visibili sulla lucida vernice degli sportelli delle macchine, le ombre riflesse, unici rimasugli di una sorveglianza che non poteva resistere contro di Loro.
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