☪️ 𝐓𝐞𝐚 ↬ ʟ.ғʟ×ʜ.ᴊs ☪️

Richiesta da: -bvttearfly

Ship: Felix × Jisung  [Stray Kids]

Tipo: Soft smut

Tema: KingdomAU!

Trama: Felix ha sempre amato il modo in cui le dita di Jisung si muovono sui tasti di quel vecchio pianoforte creando melodie uniche. Potrebbe stare ad ascoltarlo per ore se solo gli fosse concesso.

Word count: 3680

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La donna passeggiava avanti e indietro per la cucina intenta ad osservare ogni singolo individuo presente nella stanza «Avanti fannullone alzati e fai il tuo dovere!». Felix si alzò dal panchetto su cui si era momentaneamente seduto per riposarsi meno di cinque minuti, e si rimise sul pavimento in ginocchio a pulire.

Da quando era nato, non faceva altro che sottostare agli ordini della sua padrona, che a sua volta stava alle dipendenze del Re. La donna lavorava nel castello di sua altezza da ormai molto tempo e si occupava principalmente di controllare che ogni servo svolgesse il suo lavoro. E Felix la odiava.

Non pensava di aver mai odiato qualcuno più di lei durante la sua vita, era di età avanzata, con un sorrisetto provocatorio stampato sul volto e due mani strette a pugno sempre appoggiate in vita. Era superba, meschina e costantemente adirata, non le andava mai bene niente, e Felix la odiava.

Odiava il modo in cui lo svegliava ogni mattina dandogli un calcio nella schiena, odiava il fatto che lo guardasse sempre come se fosse spazzatura, odiava dover accettare che fosse lei ad avere il comando su di lui e su tutta la sua vita.

La reggia era molto grande, decine di servi ogni giorno lavavano, pulivano, cucinavano, ordinavano e decoravano tutte le stanze. Il Re era molto anziano, talmente tanto che in paese giravano le voci che tra poco avrebbe lasciato il posto al giovane figlio. Felix lo sapeva grazie alle persone che andavano a trovare la famiglia reale e che sentiva parlare nell'attesa di essere ricevute dal Re. Questi non era una brutta persona, aveva sempre fatto le scelte migliori per il suo popolo, ed era vero che ormai il suo piano era quello di andare via da lì.

Voleva andare in un posto più tranquillo per vivere in serenità con la moglie nell'attesa della sua morte. Avrebbe lasciato il figlio ventenne a comandare tutto, sapeva che ne sarebbe stato in grado, era un ragazzo per bene con la testa sulle spalle e tanta voglia di portare avanti ciò che il padre aveva cominciato.

Ma a Felix non sarebbe cambiato nulla, avrebbe continuato ad eseguire i comandi senza potersi lamentare, sarebbe rimasto come un semplice oggetto che i potenti usavano a suo piacimento. Sarebbe probabilmente morto come sua madre, anch'essa serva del Re e deceduta a seguito di un incendio nel bosco accanto alla reggia dopo esserne rimasta bloccata all'interno ed aver inalato troppo fumo.

Il giovane avrebbe continuato ad ammirare il principe e futuro Re esattamente come già faceva da tempo, con la consapevolezza che ad egli non sarebbe mai importato della sua esistenza, esattamente come a tutti gli altri. Eppure Felix continuava a pensare a lui di continuo, sapere di essere nella sua stessa casa ma non poter osare neanche avvicinarsi a lui era straziante, ma era la sua vita e nessuno avrebbe potuto cambiarla.

♔︎

Aveva finalmente terminato quel compito e si era potuto alzare in piedi, la donna non era più nella stanza il che significava che avrebbe potuto riprendere fiato prima di continuare la sua giornata che ormai stava volgendo al termine. Era infatti sera e si trovava in cucina a pulire dopo che la sua padrona aveva preparato la cena per la famiglia reale. E come ogni sera, il giovane iniziò a sentire la solita melodia provenire dalle stanze del piano superiore.

Non perse tempo ed approfittò dell'assenza della donna per correre verso la grande sala da cui sapeva che provenisse la musica, stando attento a non farsi vedere attraversò dei corridoi, salì due rampe di scale e finalmente giunse davanti alla grande ed alta porta in legno chiaro.

E lui era là.

Seduto su quel panchetto davanti al vecchio pianoforte bianco, il principe Jisung brillava di tutto il suo splendore, con i capelli castani tirati indietro e l'orecchino di oro bianco che rifletteva la luce della luna. Le sue dita si muovevano aggraziate sfiorando semplicemente i tasti e riuscendo a produrre quel suono magico che alle orecchie di Felix pareva quasi divino.

Rimase nascosto in quel punto dietro la soglia della porta ad osservare come Jisung fosse in grado di trasformarsi in un angelo ogni volta che vestito di bianco si metteva a suonare. Felix amava ogni singola cosa del principe, da quando erano piccoli e lo vedeva giocare nel giardino della reggia, rimaneva ad osservarlo incuriosito dalla sua figura, ma sapeva che non avrebbe mai potuto essergli più vicino di quei dieci metri che ogni volta li separavano.

Sua madre lo aveva avvertito "Non puoi parlare con il principe, anche se vorresti, non ci è concesso purtroppo",  ma lui lo aveva fatto, una volta si era avvicinato troppo ed avevano parlato, prima che ricevesse uno schiaffo in faccia dalla padrona e che venisse portato via di peso.

Gli era bastato scambiarci due parole per sentire il suo cuore battere più forte, una sensazione strana ma del tutto piacevole, e per la quale aveva sviluppato una sorta di dipendenza. Erano cresciuti entrambi, diventando adulti, e poi Jisung aveva iniziato a suonare il pianoforte, e in quel momento Felix lo aveva odiato.

Lo aveva odiato perché ogni notte dopo averlo ascoltato era costretto a piangere mentre in testa scorrevano ancora le note di quella solita melodia assieme alla consapevolezza che non avrebbe mai potuto varcare la soglia di quella porta ed entrare nel salone. Da quel punto in poi era proibito ai servi di andare, ci andava solo la padrona con talvolta due o tre di loro che la aiutassero a pulire.

Ma quella sera sarebbe stato diverso, solo che il giovane ancora non lo sapeva. In realtà Jisung era perfettamente a conoscenza del fatto che Felix si fermasse lì ad ascoltarlo con il rischio di venire scoperto ogni sera, e forse era proprio per quello che continuava a suonare e suonare sempre la stessa musica. Perché voleva che il biondo lo guardasse suonare.

A Jisung era sempre piaciuto quel servo, se avesse potuto scegliere avrebbe fatto in modo che fosse lui a svegliarlo ogni mattina invece di quella vecchia e sciatta donna. Ma il padre aveva deciso che le cose andassero in quel modo, e finché era presente a palazzo non sarebbero cambiate.

Ma quella particolare sera il castano aveva deciso che fosse arrivato il momento di agire, di fare qualcosa, perché gli piangeva il cuore a vedere il povero ragazzo venire usato senza riguardo ogni giorno. Per questo quando sentì un vaso in ceramica muoversi leggermente sul mobile, smise immediatamente di suonare.

Felix, troppo preso dalla melodia che stava per farlo addormentare, urtò il mobile in legno anch'esso chiaro mentre cercava di indietreggiare con la paura di essere visto. Si congelò sul posto appena ogni suono si interruppe e l'unico rumore udibile fu il suo respiro. Trattenne il fiato mentre terrorizzato provò ad allontanarsi senza fare alcun rumore. Ma una voce lo fece pietrificare.

«Perchè non vieni fuori?» parlò il principe senza voltarsi, ma tenendo ancora le mani poggiate sulle ginocchia. Felix non rispose, non gli era concesso parlare con lui, non avrebbe dovuto sapere che lo stava ascoltando.

«Avanti, non avere paura, non mordo» continuò Jisung questa volta alzandosi in piedi e girandosi verso la più lontana delle due porte per incontrare lo sguardo timoroso del biondo. «Vieni qua, sono il tuo principe e dovresti fare quello che ti dico» provò un'ultima volta con tono tranquillo, e a quelle parole finalmente Felix si fece avanti cauto mentre si guardò attorno spaesato.

Arrivò di fronte a Jisung che nel frattempo lo aveva osservato avvicinarsi lentamente chiedendosi come facesse un semplice servo ad essere così bello e sembrare talmente puro. «Ti piace la mia musica?» chiese poggiando una mano sulla sua spalla per farlo sentire al sicuro, il biondo annuì timido volgendo lo sguardo a terra. Il principe fece un passo avanti, arrivando fin troppo vicino al corpo del povero ragazzo che reagì di conseguenza.

All'ennesimo tocco del maggiore, Felix sentì i pantaloni farsi stretti e una strana sensazione invaderlo in tutto il corpo. «Guardami» gli alzò il mento con la mano «Puoi parlare, sai?» disse sorridendo, ma l'altro non riuscì a produrre alcun suono per quanto fosse spaventato. Non si sarebbe dovuto avvicinare a lui, non si sarebbe dovuto trovare lì, avrebbe dovuto fare più attenzione e non farsi scoprire come uno stupido. E adesso si ritrovava con un problema tra le gambe che non sapeva come gestire.

«Scusa..» fu l'unica cosa che riuscì a dire prima di correre via completamente in panico. Jisung lo vide scivolare dalle sue mani e scomparire dietro la colonna della struttura tra i corridoi bui e vuoti.

♔︎

Felix scappò e quando pensò di essere abbastanza lontano, entrò nella prima stanza che trovò. Si chiuse la porta alle spalle con la chiave e poi si guardò attorno per capire dove fosse finito. Le pareti erano diverse dal resto delle stanze, il marmo aveva delle venature grigie e sul pavimento erano presenti delle semplici piastrelle, capì di essere in un bagno vedendo una grande vasca dietro una tenda di un celestino chiaro ed elegante con alcune rifiniture dorate, era bella grande e accanto c'era anche un lavandino talmente fino e delicato che sembrava si potesse rompere solo appoggiandocisi, sopra ad esso stava uno specchio finissimo attaccato al muro in cui il biondo poté vedere la sua faccia completamente sconvolta.

Non era mai stato spaventato come in quel momento, si trovava in un lungo proibito, dopo aver fatto una cosa proibita che gli aveva causato un'altra reazione proibita. Niente di tutto quello andava bene, non sarebbe dovuta andare così. Timoroso si avvicinò al lavandino aprendo la cannella e stando attento a non bagnare o sporcare nulla si sciacquò la faccia con le mani tremanti e gli venne in mente una mezza soluzione.

Avrebbe potuto farsi passare l'eccitazione con dell'acqua fredda, bastava solo riempire la vasca e bagnarsi, ma anche quella era un'altra cosa che non avrebbe potuto fare. Nonostante ciò si avvicinò al bordo sporgendosi abbastanza da arrivare alla cannella dell'acqua ed aprirla, non sapeva neanche lui cosa stesse facendo, ma più aspettava e più sentiva dolore, era una sensazione strana a cui non era ancora abituato, per quanto gli fosse capitato altre volte. Forse perché questa volta era diverso, si trovava in una situazione scomoda che anche volendo non gli avrebbe permesso di cavarsela facilmente.

Quando però stette per privarsi dei primi indumenti, una voce profonda lo fece sussultare e quasi scivolare dal bordo della vasca su cui si era seduto «Felix, lo so che sei qui, esci fuori per favore». E se già il povero ragazzo era in panico, in quel momento pensò di non aver mai sentito il suo cuore battere così forte, talmente tanto che pensò di poter avere un infarto da un momento all'altro, ma per sua fortuna o sfortuna non avvenne.

«Avanti apri, non sono arrabbiato» istantaneamente Felix chiuse il rubinetto dell'acqua per ascoltare meglio ogni singolo suono proveniente da fuori, sentì la sua erezione pulsare ancora più forte e si maledisse per non essersi immerso prima di venire interrotto. «Ho visto il tuo problemino, non avere paura, posso aiutarti» Jisung parlò nuovamente lasciando il biondo di stucco dall'altra parte della porta, cosa voleva dire che lo aveva visto? Sentì d'improvviso le sue guance diventare rosse per l'imbarazzo e si nascose la faccia tra le mani sebbene fosse solo in quella stanza.

«Lo so che sei spaventato, okay? Ma ti assicuro che voglio solo aiutarti, non lo dirò a nessuno te lo prometto. Se esci fuori ti farò stare bene, che ne dici?» quelle parole fecero scaldare il cuore di Felix senza che neanche lui ne capisse il motivo, con passi titubanti si avvicinò alla porta poggiando la mano sulla maniglia e facendo un respiro profondo. Ormai non avrebbe avuto più senso nascondersi, il principe sapeva in che stanza si trovasse e anche cosa stava per fare, se fosse rimasto chiuso lì probabilmente avrebbe solo peggiorato la situazione.

Girò lentamente la chiave e dall'altra parte Jisung fece un respiro di sollievo, aveva avuto paura di poter perdere l'occasione di passare la notte che aveva sempre sognato con l'altro. Si trovò davanti il volto di Felix con gli occhi lucidi e sentì il suo cuore fare una capriola vedendo quel viso impaurito così vicino al suo. Ci furono degli attimi di silenzio in cui Jisung osservò la figura dell'altro fino a scendere abbastanza da vedere l'erezione nei suoi pantaloni che tentava di mantenere coperta accavallando leggermente le gambe.

Intanto il biondo si guardò attorno spaesato rendendosi conto che non aveva idea dei dove fosse finito. «P-puoi dirmi come uscire da qui?» chiese titubante e vide l'altro sorridere e scuotere il capo come se avesse appena detto la cavolata del secolo. «Non ti lascerò andare via così» Jisung alluse alla sua erezione facendolo diventare ancora più rosso in viso.

«I-io non... M-mi dispiace» disse Felix guardando in basso ma il castano gli sollevò il mento «Non ti deve dispiacere, succede a tutti» lasciò andare il suo viso prima di continuare «Ti fidi di me Lix?» azzardò con quel nomignolo nella speranza di farlo sentire più a suo agio. «N-non dovrei essere qui» sembrava che il minore fosse fisso solo su quel pensiero, e non si rese neanche conto inizialmente che Jisung aveva avvicinato i loro volti arrivandogli a pochi centimetri dalla bocca. «Per una volta, prova a dimenticarti dove sei, pensa solo che siamo noi due. So di piacerti, e tu piaci a me, quindi permettimi di continuare» gli disse Jisung in un sussurro, Felix tremò leggermente a quelle parole ma si lasciò trasportare annuendo voglioso di avere un qualche tipo di contatto anche se proibito.

Jisung avvicinò ancora di più il suo viso fino a far scontrare le loro labbra mentre il biondo rimase lì impalato troppo sovraemozionato per riuscire ad agire in qualche modo. Si limitò a muovere anche lui le sue labbra, non poteva più negarlo, anche lui voleva terribilmente tanto l'altro, aveva solo bisogno di imparare a lasciarsi andare e a disobbedire alle regole per una volta.

«Ti va di dimenticare tutto e di essere amato per una notte?» chiese il maggiore ad un soffio dalla sue labbra, senza esitazione Felix annuì sentendosi poi sollevare dalle braccia muscolose dell'altro e venire condotto verso una meta indefinita, ma che in quel momento non gli importava minimamente di conoscere. Tra le braccia del principe si sentiva al sicuro e quello era tutto ciò che contava, non importava se fosse la sua prima volta, sapeva che non sarebbe stata sprecata.

Jisung lo portò fino alla sua camera in alto all'ultimo piano, lo poggiò delicatamente sul letto iniziando a privarlo de suoi indumenti. Anche lui sentì la sua erezione farsi sempre più fastidiosa, non riusciva più a resistere, voleva avere quel corpo al più presto. Ma ci sarebbe andato piano, Felix era già abbastanza spaventato e l'ultima cosa che voleva era fargli provare dolore. Gli tolse la maglietta lasciandogli umidi baci un tutto il torace, l'unica fonte di illuminazione presente era la luna, che quella notte sembrava aver deciso di riflettere più luce solo per loro due.

Il corpo di Felix si contorceva dal piacere solo per alcuni baci funesti e Jisung si chiese quanto sarebbe stato bello sentirlo urlare il suo nome pochi minuti dopo. Continuò a scendere sempre più verso il basso arrivando ai suoi pantaloni e iniziando a sfilarli assieme alle mutande, ma il biondo istintivamente si coprì con le mani come se avesse paura di essere visto.

Il principe si alzò si di nuovo per essere faccia a faccia con l'altro e riprese a baciarlo mentre con le sue mani spostò quelle di Felix, entrambi avevano gli occhi chiusi e Jisung lo spogliò totalmente facendolo sentire più a suo agio possibile. Si separarono per respirare e prima di allontanarsi lo guardò negli occhi «Non ti vergognare di mostrarti a me». A Felix quasi sembrò surreale, non aveva mai trovato nessuno che lo facesse sentire così protetto ed amato, nonostante non avessero mai neanche parlato, ma in fondo se due anime sono destinate ad amarsi, non contano i discorsi.

Jisung si allontanò beandosi della vista del corpo nudo dell'altro dalla testa ai piedi, la luce non era molta ma abbastanza da far vedere ogni suo perfetto lineamento. Si spogliò velocemente anche lui, per poi tornare vicino all'altro ed allargargli le gambe infilandosi nel mezzo. Felix lo guardò evidentemente ancora impaurito per ciò che stavano per fare, così gli fece una carezza sulla guancia e gli sistemò alcuni ciuffi di capelli ribelli prima di portare una mano alla sua bocca «Lecca» gli ordinò, e l'altro, non avendo le forze per sottrarsi, lo fece subito dopo inuminendo per bene le sue dita che poi andarono diritte alla sua entrata.

«Sei vergine?» gli chiese prima di proseguire e il minore annuì vigorosamente come se avesse paura che non capisse, Jisung sorrise e si distese sopra di lui prima di provare ad infilare lentamente il primo dito. «Farà un po' male, pensa solo che ci sono io con te» disse nel mentre e Felix si dovette trattenere dall'iniziare a lanciare già dei gemiti, «Tutto bene?» chiese prima di proseguire e con gli occhi chiusi Felix nascose il volto nell'incavo del collo dell'altro. Jisung continuò infilando un secondo dito e poi il terzo, e fu in quel momento che i muscoli del biondo si irrigidirono e le sue mani tentarono di bloccare il polso dell'altro dal muoversi «T-trop-po» lamentò riferendosi al dolore e subito Jisung smise di muovere la mano per qualche secondo.

«Devi sopportare un po', altrimenti non ce la farai dopo» gli disse baciandogli la fronte e Felix parve rilassarsi, così il moro riprese a muovere la mano sempre più velocemente per far abituare l'altro a quella sensazione. «Non trattenere alcuna reazione, non ci sentirà nessuno» gli disse per poi sfilare le sue dita e prepararsi finalmente ad entrare in lui. Felix rilasciò un gemito acuto non appena sentì il suo buco allargarsi fin troppo per ospitare quel corpo estraneo. Delle lacrime uscirono dai suoi occhi facendo preoccupare Jisung che subito dopo essere entrato completamente in lui si fermò e gli baciò le guance bagnandosi le labbra di quell'acqua salata. «Stai tranquillo, non mi muovo finché non sei pronto» disse ed aspettò pazientemente che l'altro desse l'ok.

Passarono diversi secondi prima che Felix schiuse le labbra e rilasciò un timido «Vai» e a quel punto Jisung iniziò a muoversi lentamente sentendo il piacere invadergli tutto il corpo mentre le pareti del minore lo stringevano come nessun altro. Dopo poco fu Felix stesso a pregarlo di andare più veloce ormai troppo inebriato da quella sensazione per ricordarsi del dolore provato fino a poco prima.

Non passò molto tempo entrambi raggiunsero il loro apice, Felix per primo venne sul suo stesso addome mentre provava emozioni talmente forti da stordirlo e lasciarlo senza fiato, e subito dopo di lui anche Jisung si riversò uscendo velocemente dall'altro.

Si sdraiò poi accanto a lui abbracciandolo stretto e lasciandogli un bacio sulla fronte completamente sudata e aggiustandogli i capelli tutti scompigliati e bagnati, prima che entrambi caddessero nel mondo dei sogni, anche se nessuno di essi questa volta avrebbe potuto competere con la realtà.

♔︎

La luce colpì il giovane in pieno volto entrando dalle grandi vetrate della camera del principe. Aprì gli occhi e si ritrovò smarrito e confuso non riconoscendo il posto. Subito gli tornò alla mente ciò che aveva fatto la sera prima e inutile dire che andò nel panico più totale appena realizzò la cosa. Era andato a letto con il principe, la persona che più gli era proibito toccare, lui l'aveva avuto dentro di sé, e adesso si trovava solo in quella che probabilmente era una delle sue camere senza sapere come uscire e scappare il più lontano possibile.

Si rese conto di essere ancora completamente nudo sotto le coperte nel momento in cui sentì la porta aprirsi e la figura angelica di Jisung entrare sorridente con un cartoccio in mano. Felix si arrigidì e istintivamente si allontanò andando nell'angolo più lontano del letto senza però scoprirsi.

«Hey tranquillo, ti ho portato da mangiare» gli porse il sacchetto che a quanto pare conteneva un caldo croissant al cioccolato, comprato poco prima nel forno del paese. «Perchè fai questo? Io sono solo un servo, non dovremmo stare così vicini, non dovrei essere qui, non dov-» venne bruscamente interrotto da Jisung che salì sul letto arrivando fino a lui e dandogli un bacio sulle labbra «Basta pensare così, non ti devi preoccupare, ho già risolto tutto e da adesso non sarai più un servo» disse notando poi il cipiglio sul volto del biondo «Come è possibile, i-io non posso, devo lavorare...» Felix non sapeva neanche cosa dire, tanto incredulo era a quella notizia. «Sono serio, non dovrai più lavorare, e poi restare qui quanto vuoi» affermò sorridendo e gli occhi del biondo si illuminarono alla realizzazione di quella notizia «Davvero?» chiese senza riuscire a contenere la felicità.

«Certo, voglio averti per sempre al mio fianco, inoltre tra poco diventerò Re e potrò proteggerti come si deve» non finì neanche di dire la frase che Felix gli si buttò addossò abbracciandolo e iniziando a piangere di gioia «Grazie..». Finalmente quel ragazzo poté avere la libertà da sempre desiderata, sembrava quasi un sogno, mentre invece era la realtà, perché in fondo ognuno si merita il proprio lieto fine.

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Ecco qua anche questa oneshot, devo ammettere che ho adorato scriverla e sono felice di come è venuta, spero ti sia piaciuta♡︎




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