✒️ 𝐑𝐨𝐛𝐢𝐧 ↬ ᴋ.ʏs×ᴄ.s ✒️

Richiesta da: rose_choiii

Ship: Yeosang × San  [Ateez]

Tipo: Soft

Trama: San si sente solo da un po' di tempo ormai, il suo compagno non gli dedica più le attenzioni di una volta, e sotto consiglio di un amico deciderà di fare qualcosa per chiarire la situazione, ma non tutto va secondo i piani.

Word count: 3700

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La sveglia suonò anche quella mattina e il moro si rigirò nel letto tastando la superficie attorno a sé. Come sempre, il lenzuolo era vuoto e freddo e le coperte spostate distrattamente via per poi venire ripiegate sopra di lui.

Rimase per qualche minuto fermo a pensare come al solito e la malinconia lo attanagliò ancora una volta. Probabilmente Yeosang alzandosi si era assicurato di coprirlo bene senza lasciarlo scoperto dato che era pieno inverno e faceva piuttosto freddo. San gli era grato per quello, ma la cosa che più lo rattristiva era che erano ormai mesi che andava avanti in quel modo.

Ogni volta che si svegliava era solo nel letto, e se per caso Yeosang fosse stato accanto a lui era perché aveva fatto troppo tardi a lavoro e si stava riposando. Perciò San non poteva svegliarlo per stare un po' con lui, non voleva fargli perdere le poche ore di sonno che poteva permettersi e sapeva che se lo avesse fatto poi l'altro si sarebbe innervosito.

Sconsolato si alzò dal letto per andare a farsi una doccia e prepararsi all'inizio della giornata, vivevano in un appartamento piuttosto grande e con molte stanze, ma spesso era solo dato che il compagno stava a lavoro.

Yeosang lavorava in una importante azienda alimentare come contabile e passava gran parte delle sue giornate dietro a conti e scartoffie varie. San sapeva che non fosse colpa sua, e sapeva anche che non era una sua scelta trascurarlo così tanto, ma non poteva fare a meno di sentirsi solo e non più amato come prima.

Stavano insieme da tanto, e solo da meno di un anno Yeosang aveva ottenuto quel lavoro, da allora era diventato molto più impegnato e aveva iniziato a passare sempre meno tempo assieme al moro. Inevitabilmente questi iniziò a sentire la mancanza dell'altro come mai prima di allora.

Avrebbe solo voluto che l'altro lo considerasse un po' di più, non chiedeva molto, solo dei momenti insieme come quelli che erano soliti spendere prima. Anche una volta ogni tanto, per mantenere vivo il sentimento che li univa e non trasformare la loro relazione in qualcosa di platonico.

Ma la maggior parte del tempo Yeosang era fuori casa, in confronto al moro lavorava parecchie più ore, e anche quando c'era finiva sempre con il continuare a stare con la testa sui fogli e una calcolatrice in mano.

San era stanco di tutto ciò, ma non sapeva neanche lui cosa fare e ogni volta si ritrovava ad uscire e lavorare solo per non restare solo in quell'appartamento così grande e gelido.

Fece una doccia veloce per poi vestirsi con alcuni semplici indumenti come quelli che indossava tutti i giorni, non era un tipo che amava vestirsi in modo particolare o stravagante, per lui un semplice paio di jeans neri e una maglietta tinta unita con sopra una felpa andavano benissimo.

Si asciugò i capelli velocemente e poi andò in cucina per prendere qualcosa da mangiare, sorprendentemente quando entrò nella stanza trovò Yeosang seduto al tavolo a bere una tazza di caffè probabilmente prima di andare a lavoro.

«Hey» lo salutò finendosi di aggiustare i capelli e avvicinandosi a lui, «Hey» il saluto venne ricambiato ma il maggiore non alzò gli occhi dal telefono per guardarlo, bensì continuò ad osservare lo schermo di esso sorseggiando il liquido marroncino.

San gli arrivò vicino e, come d'abitudine, gli prese il volto lasciandogli un bacio sulle labbra. Yeosang ricambiò, ma ciò che faceva stare male il moro era che sapeva che se non fosse stato lui a farlo ogni volta, l'altro non si sarebbe neanche degnato di guardarlo in volto.

Tutta quella situazione lo stava straziando sempre di più e la cosa peggiore era che si sentiva impotente di fronte a ciò. Non sapeva come dirglielo, aveva paura che se lo avesse fatto avrebbero finito con il litigare. Conosceva abbastanza bene Yeosang da sapere che si irritava facilmente quando qualcuno gli faceva notare una sua mancanza.

Forse era anche per quello che passava così tanto tempo dietro al lavoro, voleva sempre che le cose venissero fatte per bene, aveva il terrore di sbagliare e non poteva farci niente, perché semplicemente era fatto così. Odiava notare di aver commesso un errore quando ormai era troppo tardi per rimediare e perciò spendeva anche più tempo del dovuto dietro alle stesse cose.

San lo sapeva, e non poteva fargliene una colpa, eppure la cosa stava iniziando a disturbarlo. Ma lui non era tipo da fargliela pesare, non ci avrebbe mai pensato neppure, e forse proprio per questo si trovava in quella scomodissima situazione che stava iniziando a stargli fin troppo stretta.

«Farai tardi anche oggi?» domandò il minore prendendo la sua tazza di caffè come ogni giorno, non amava particolarmente quella bevanda, o almeno non quanto l'altro, ma era necessaria per riuscire ad arrivare a fine giornata dopo aver dormito poche ore la notte.

«Non lo so, probabilmente. Non aspettarmi a pranzo, non so se riesco a tornare in tempo quindi ci vedremo nel pomeriggio» esordì Yeosang alzandosi dal posto per uscire di casa avendo terminato la colazione.

San semplicemente annuì sconsolato, ancora una volta avrebbe pranzato in solitudine con la sola compagnia della televisione. Era abituato ormai, ma ciò non significava che la cosa sarebbe stata meno dolorosa e soprattutto fastidiosa.

Gli si avvicinò poggiando momentaneamente la sua tazza con l'intenzione di avere un qualche tipo di contatto, provò ad abbracciarlo e baciarlo ma Yeosang semplicemente si spostò «Scusa San non posso prolungarmi, ci vediamo stasera, mh?» gli disse con un sorriso affettuoso sulle labbra mentre gli stringeva la mano, forse in un vano tentativo di consolarlo.

Il moro sospirò osservando uscire l'altro e poi riprese la tazza in mano. Bene, un'altra odiosa giornata era cominciata.

«Potresti sostituirmi domani pomeriggio?» chiese la voce al telefono mentre San tentava con una mano di aprire il vasetto di ramen già pronto. Era giunta l'ora di pranzo, e proprio come aveva detto, Yeosang non era ancora tornato a casa.

«Penso di sì, perché?» che risposta stupida, era ovvio che poteva farlo, dopotutto era sempre meglio che stare da solo chiuso in casa a piangersi addosso.

San lavorava in un negozio di parrucchieri della zona, era un lavoro non troppo impegnativo e fatto soprattutto per passare il tempo dato che lo stipendio di Yeosang sarebbe potuto benissimo bastare per mantenere entrambi. Ma d'altronde San necessitava assolutamente di una distrazione, soprattutto in quel periodo.

«Hongjoong ha la giornata libera e vogliamo passarla insieme, sarebbe fantastico se lo facessi, ti ricambierò il favore ci puoi contare» affermò Seonghwa speranzoso sull'altra linea, era un collega, nonché amico, di San e forse una delle poche persone oltre Yeosang con cui il moro parlava volentieri.

San ridacchiò stringendo il telefono tra la spalla e l'orecchio per poter avere entrambe le mani libere e prepararsi da mangiare. Avrebbe anche lui voluto fare una cosa del genere con Yeosang, ma sapeva che questi non avrebbe mai rinunciato ad una giornata di lavoro "solo" per stare con lui.

«Va bene va bene puoi contare su di me» lo rassicurò San tornando improvvisamente serio e mutando il suo tono da divertito a deluso. Ogni volta che vedeva, o sentiva, qualche coppia felice non poteva fare a meno di pensare a come avrebbe voluto che anche la sua relazione tornasse ad essere così, e di conseguenza il suo umore cambiava drasticamente.

«Grazie mille, sei il migliore!» esordì Seonghwa per poi subito dopo preoccuparsi per l'amico avendo notato il cambiamento nella sua voce «Tutto bene?» domandò improvvisamente preoccupato.

«Si è solo che... Sai il solito» disse tristemente San, l'amico già sapeva della sua situazione e non avrebbe dovuto nasconderglielo, «È sempre a causa di Yeosang?» chiese allora il maggiore quasi esasperato.

Erano mesi che vedeva l'amico costantemente giù di morale a causa del suo compagno, non conosceva Yeosang, se non per nome, e aveva l'impressione che stesse solo facendo soffrire San, ma questi ogni volta gli assicurava che fosse un ragazzo adorabile che non lo avrebbe mai fatto di proposito, cosa per altro verissima.

Perciò Seonghwa non sapeva più cosa pensare e cosa fare per aiutare il moro, si conoscevano da prima che le cose nella relazione cambiassero, e ricordava come sembrassero una coppia molto affiatata a giudicare dai racconti di San, che però a poco a poco iniziarono a svanire lasciando posto solo ad interminabili dubbi.

«Già.. è sempre a lavoro.. non lo so..» mormorò San non sapendo cosa altro dire, «Hai provato a parlargli?» propose Seonghwa sapendo per certo che non lo avesse fatto. «Per dirgli cosa? "Non devi lavorare perché sono talmente patetico da sentire costantemente la tua mancanza"? Non avrebbe senso, dopotutto è giusto che lavori»

«Non ti capisco, San. Ti lamenti del fatto che non ti calcoli, ma tu non fai niente per farglielo notare e fargli cambiare atteggiamento» affermò il maggiore deciso a provare ad aiutarlo a risolvere la situazione, faceva male anche a lui vederlo in quel modo ogni giorno.

«Non lo so... Non so neanche io cosa dovrei fare. Stamani ho provato a baciarlo e mi ha respinto perché sennò avrebbe fatto tardi a lavoro» a sentire quelle parole a Seonghwa si alzò immediatamente un sopracciglio, era evidente che ci fosse qualcosa che non andava perché di certo non sarebbe stato solo un bacio a farlo arrivare tardi.

«San devi prendere una decisione, non puoi continuare ad andare avanti con così. Devi vedere cosa vuoi e fare in modo di ottenerlo, pensa a te stesso per una volta.» lo incitò ad agire, cosa che avrebbe dovuto fare prima in realtà, ma San non era mai stata una persona coraggiosa.

«Vorrei solo sapere di essere ancora importante per lui, vorrei che non fossimo come due estranei che abitano nella stessa casa. Ho bisogno che mi dica qualcosa di bello per una volta e che mi abbracci o mi baci di sua spontanea volontà.» il maggiore non poté fare a meno di percepire la voce spezzata dell'altro e sarebbe voluto essere lì con lui a consolarlo, a dargli quell'abbraccio di cui tanto aveva bisogno nonostante non fosse lui colui che avrebbe dovuto farlo.

San sapeva che Yeosang lo amava, i loro sentimenti erano sempre stati sinceri e, nonostante il comportamento del maggiore, lo vedeva nei suoi piccoli gesti che gli facevano capire che la loro relazione valeva la pena di essere salvata. Ogni volta che lo copriva se si addormentava sopra le coperte nel tentativo di restare sveglio ad aspettarlo, o quando si addormentava sul divano guardando un film e poi era sempre lui a portarlo a letto per farlo riposare.

Le poche volte in cui Yeosang stava a casa si assicurava di fargli trovare sempre un piatto pronto quando tornava dal negozio, o anche il semplice fatto di tenergli la mano di tanto in tanto. Erano tutte cose che esprimevano l'affetto di cui San non aveva mai dubitato, ma non erano abbastanza, sarebbero potuto esserlo per qualche giorno, o settimana, ma dei mesi erano tanti e il moro aveva un disperato bisogno di sentirsi dire e vedersi dimostrare con fatti concreti l'amore che l'altro provava nei suoi confronti.

«Dovresti dirgli come ti senti, smetti di fare l'orgoglioso per una volta e sii sincero, se ti ama come dici capirà e si impegnerà a migliorare.» consigliò Seonghwa pensando a cosa avrebbe fatto lui al posto suo, quella era evidentemente la cosa migliore e si chiese per quale motivo l'altro non l'avesse già fatto, «Il problema è che non so neanche da dove cominciare».

«Fai una cosa, crea una situazione adatta, cerca di fare qualcosa di bello per lui così che sia invogliato a restare con te per un po', e poi ti apri con lui dicendo ciò che hai detto poco fa a me. Se vuoi che le cose migliorino questa è la prima cosa che devi provare a fare» disse il maggiore con tono sincero, e a quanto pare bastò per convincere San, il quale subito pensò a cosa poter fare.

«So quando potresti restituirmi il favore» affermò nel momento in cui una lampadina gli si accese in testa. Seonghwa aveva ragione, non poteva continuare a stare con le mani in mano, avrebbe dovuto agire ed avrebbe dovuto farlo prima che fosse troppo tardi.

Passarono due giorni e San aveva preparato tutto, o meglio, aveva pianificato ogni cosa nella sua testa. Quella sera avrebbe preparato una cena per Yeosang, ciò gli avrebbe dato l'occasione per poter stare insieme e parlare, l'unica difficoltà sarebbe stata trovare il coraggio di dirgli come si sentiva.

Non era mai stata una persona che si apre facilmente, e sapeva che quello sarebbe stato difficile, ma dopotutto era Yeosang e fino a che le cose non erano peggiorate gli aveva sempre detto tutto, perché quella volta sarebbe dovuto essere diverso.

Non era bravo in cucina, neanche un po' a dire la verità, per questo aveva scelto piatti semplici e non troppo impegnativi. Yeosang stava a casa quella sera e ciò gli avrebbe permesso di avere la certezza che non si fosse trattenuto in azienda.

Si era fatto sostituire il turno da Seonghwa e aveva passato il pomeriggio ad organizzarsi e preparare tutto, voleva stupire il maggiore, voleva dargli un motivo per restare lì con lui il tempo di parlare un po' invece di mangiare in silenzio e poi tornarsene in camera con la testa sopra a quei fogli.

Il moro si era impegnato molto, preparando tutti piatti che sapeva Yeosang avrebbe apprezzato. Era preoccupato, da un lato aveva paura di come avrebbe reagito l'altro, non parlavano veramente da troppo tempo ed era come se la loro relazione si fosse interrotta, e adesso ripartire non sembrava una cosa semplice.

Yeosang stava in una camera che usava come studio quando doveva lavorare da casa, come tutti i giorni la sua mente era concentrata esclusivamente sui conti e lui stesso iniziava a faticare a stare dietro a tutto.

Sapeva di aver preso un po' le distanze da San, ma non era una cosa che aveva fatto intenzionalmente, forse il nuovo mestiere lo aveva coinvolto troppo e aveva fatto sì che, inizialmente senza accorgersene, diventasse più schivo e freddo. Era il primo lavoro fisso che aveva e questo gli caricava le spalle di ansia e preoccupazione, non voleva commettere errori perché aveva paura di fare un passo indietro nella sua carriera.

Riconosceva di aver bisogno di una pausa, che però non sapeva quando mai avrebbe potuto prenderla. Ogni mattina gli davano nuovi compiti da svolgere e lui non poteva sottrarsi, la sua mania poi di ricontrollare tutti i calcoli più di due volte probabilmente stava facendo la sua parte. 

D'improvviso mentre si trovava seduto alla scrivania con la penna in mano, sentì del trambusto e un gran rumore provenire dalla cucina. Sembrava che qualcosa di grosso fosse caduto e immediatamente si alzò per andare a controllare.
Non sapeva cosa stesse combinando San, ma non poté fare a meno di preoccuparsi per lui, specialmente sentendo totale silenzio dopo quel rumoraccio di metallo e vetro che cadeva.

«San? San che stai facendo?» disse entrando nella cucina con grandi falcate, vide il moro in ginocchio sul pavimento con la testa bassa, attorno a lui era pieno di cocci, probabilmente gli era caduto un piatto con delle pentole.

«Cosa è successo, San?» domandò di nuovo, ma il nominato ancora non rispose. Senza dire altro, Yeosang raccolse le stoviglie finite sul pavimento e le poggiò sopra al ripiano per poterle poi lavare, notò una grande quantità di cibo sui fornelli e altro in terra.

In un piccolo pentolino era stata preparata della crema, poi in parte finita sul pavimento quando questi si era ribaltato. Osservò quella confusione rimanendone scioccato, non capiva cosa stesse cercando di fare San, non era mai stato bravo in cucina e d'improvviso tutto quello era strano da parte sua. Ripulì alla buona la stanza cercando di sbrigarsi, ma si distrasse non appena udì un leggero singhiozzo provenire dal corpo di San ancora in terra.

Il moro era rimasto fermo lì a piangersi addosso per il casino che aveva causato, sarebbe dovuta essere una serata perfetta e invece aveva rovinato tutto per colpa della sua innata maldestria. Ma ciò che di più lo fece stare male era il fatto che Yeosang non si fosse fermato neanche per un momento a vedere come stava, ma invece aveva subito iniziato a ripulire come se avesse i minuti contati.

Nel momento in cui una lacrima gli rigò il volto, il maggiore si avvicinò inginocchiandosi accanto a lui e poggiandogli una mano sulla spalla «San.. oddio!» esclamò notando il taglio che questi aveva sulla mano sinistra «Si può sapere che è successo?» provò a chiedere un'altra volta, ma tutto quello che ottenne fu solo un pianto disperato da parte dell'altro.

San si era a malapena accorto di essersi tagliato il palmo della mano quando il piatto gli si era spezzato urtando contro il mobile. Stava piangendo perché aveva un disperato bisogno di sentirsi qualcuno di importante in quell'esatto momento. «Ehi non fare così, non è niente di grave» provò a rassicurarlo pensando che la causa di ciò fosse il taglio.

San si portò la mano destra sul volto per coprirselo mentre Yeosang lo abbracciò delicatamente cercando di capire cosa gli stesse accadendo. «Parla San, non so come aiutarti sennò» gli disse strofinandogli la schiena, era da tanto che non stavano così vicini e doveva ammettere che momenti come quello gli erano mancati.

Yeosang amava troppo San e vederlo in quelle condizioni senza un apparente motivo lo stava letteralmente distruggendo. Il moro capì che quello fosse il momento giusto, ormai la cena non c'era più e quella era la sua occasione di dire tutto.

«Sto male Yeosang» iniziò continuando a tenere la testa bassa con gli occhi puntati sulle sue ginocchia «N-non sopporto più questa situazione e ho- ho bisogno di sapere che tu vuoi sempre stare con me-» si interruppe per riordinare le parole nella sua testa.

«Ma certo che voglio stare con te, perché non dovrei? Che ti prende?» domandò Yeosang approfittando del silenzio dell'altro, al che San finalmente alzò la testa, ma senza guardarlo negli occhi, bensì rivolse lo sguardo davanti a sé con il volto bagnato e gli occhi lucidi.

«Non.. non sembra però. Sono mesi che lavori e basta, non mi baci più, non mi tocchi più, sei costantemente assente e... non lo so.. forse sono sbagliato io, però non mi sento più amato come prima e comincio a dubitare dei tuoi sentimenti» buttò fuori mentre altre lacrime continuavano a scorrere sulle sue guance, dire tutto lo fece sentire più leggero, come se si fosse liberato di un peso.

Yeosang sentì una forte morsa al cuore per quelle parole, non voleva trascurarlo, non avrebbe mai voluto farlo, e solo allora aveva capito di essere andato troppo oltre. Lui stesso necessitava di tornare a quella normalità che il lavoro gli aveva tolto, e vedere San in quelle condizioni gli fece aprire gli occhi.

Decise di concentrarsi su di lui per una sera e di lasciar stare fogli e carte, al resto avrebbe pensato il giorno dopo, solo ed esclusivamente nell'orario di lavoro. Strinse l'abbraccio fin quando il minore ricambiò la stretta con la mano non ferita.

«Mi dispiace, non volevo farti sentire così, è tutta colpa mia, lo so» affermò prima di staccarsi e prenderlo per una mano, San si lasciò alzare e condurre fino in bagno dove il maggiore si occupò di medicargli la ferita.

San non disse nessun altra parola, si asciugò le lacrime mentre l'altro gli pulì la mano e ci mise una piccola garza con del cotone. Dopodiché venne accompagnato in camera ed entrambi si sedettero sul bordo del letto, il moro non aveva ancora il coraggio di guardare l'altro in faccia e tenne lo sguardo puntato sulle sue mani.

«Si può sapere cosa è successo prima?» domandò Yeosang per capire il motivo per cui aveva deciso di mettersi a cucinare. «Volevo fare una cosa bella per te, ma ho fatto casino» ammise il minore con tono provato e l'altro gli afferrò una mano tra le sue «Ma non devi fare qualcosa di bello per me se non sei capace, non ce n'è bisogno» affermò Yeosang continuando poi quando l'altro non rispose «Ascolta San, so di averti trascurato in quest'ultimo periodo-»

«Ultimi mesi» lo corresse San sconsolato, al ché l'altro si sentì ancora più in colpa «...In questi ultimi mesi, mi dispiace per questo e so anche di non avere scusati se non quella del lavoro. Non pensavo che stessi così male per questo, avresti dovuto dirmelo prima» disse per poi prendergli il volto con le mani e costringerlo a guardarlo «Io ti amo San, e non ti lascerei mai, okay? Ti prometto che sarò più presente da qui in avanti» affermò infine prima di lasciargli un bacio sulle labbra.

Il cuore di San sembrò ricominciare a battere a quella confessione e, voglioso di avere di più dopo tanto tempo, appena l'altro si staccò gli afferrò la camicia tirandolo verso di sé per dare inizio ad un vero bacio di cui aveva tremendamente bisogno.

Finirono abbracciati sul materasso con il cuore del moro che non poteva essere più felice. Finalmente dopo tanto tempo stavano avendo uno di quei momenti solo per loro e si sentì di nuovo veramente amato.

«Prometto che non lavorerò più così tanto e ti dedicherò più tempo da qui in avanti» affermò Yeosang stringendolo a sé, San sorrise senza ormai più alcuna traccia del pianto fatto poco prima e riprese a baciarlo facendolo sdraiare per poi mettersi a cavalcioni su di lui.

E nel silenzio di quella stanza tutto sembrò essere troppo surreale per entrambi, dopo tanto tempo erano riusciti a toccarsi e amarsi di nuovo consapevoli che i loro sentimenti non sarebbero mai cambiati.

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Altra oneshot softosa (?)
Come sempre, spero ti sia piaciuta!










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