🌊 𝐅𝐚𝐛𝐢𝐚𝐧𝐚 ↬ ᴋ.ʏs×ᴊ.ʏʜ 🌊

Richiesta da: A_Yunho_Stan_

Ship: Yeosang × Yunho  [Ateez]

Tipo: Soft

Tema: Amicizia-amore

Trama: Yunho e Yeosang sono migliori amici, ma mentre il secondo prova un sentimento più profondo nei confronti dell'altro, questi cattura costantemente l'attenzione di tutte le ragazze. Ciò fa stare male Yeosang che vorrebbe solo poter esternare i suoi sentimenti senza paura, e forse ci riuscirà quando le cose raggiungeranno un punto decisivo.

Word count: 3660

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I due amici stavano camminando lungo il marciapiede che ogni mattina li osservava arrivare con passi svogliati fino al grande cancello della loro scuola. Era una mattina come tante e quella zona era naturalmente gremita di ragazzini di tutte le età.

C'era chi conversava in gruppo spettegolando di chissà quale nuovo gossip, chi si appartava con il fidanzato o la fidanzata per spendere assieme gli ultimi minuti prima del suono della campanella; oppure chi, poggiato sul primo gradino o muretto che gli fosse capitato davanti, stava ripassando l'argomento da studiare per il giorno, probabilmente perché quello precedente aveva preferito uscire a divertirsi piuttosto che studiare.

Insomma ce n'era per tutti e non ci si annoiava mai in quella scuola, tra gli studenti che trasgredivano le regole e le numerose storie d'amore che nascevano fra quelle mura, specialmente se eri amico di Jeong Yunho.

Quel ragazzo era semplicemente come una star di Hollywood per gli studenti e, soprattutto, le studentesse. Solo perché aveva la madre che era un famoso avvocato e il fratello che aveva recitato nel drama più popolare tra i giovani della sua età, ogni giorno decine di ragazze gli chiedevano di uscire e gli facevano la corte, non c'era da biasimarle, dopotutto chi non ci proverebbe con un ragazzo così almeno una volta. E forse l'unico stupido ad essere rimasto era proprio il suo migliore amico.

Yunho era bello, alto, con un sorriso che ti faceva sciogliere il cuore istantaneamente e i capelli neri sbarazzini molto spesso tocchicciati dalle poche ragazze che ci arrivavano. Ma quel ragazzo non era solo bello, era anche la persona più premurosa, buona, dolce e sensibile che Yeosang avesse mai conosciuto.

Era impossibile non cadere ai suoi piedi, e tra tutti proprio l'amico aveva finito con l'innamorarsi di lui. Yeosang si portava dentro quel sentimento da molto tempo ormai, sentiva le farfalle nello stomaco ogni volta che Yunho gli sorrideva con gli occhi che, come suo solito, brillavano di felicità.

Ma il giovane era stato capace di far breccia nel cuore del più piccolo specialmente grazie all'affetto che ogni volta gli dedicava, lo stesso che tendeva a dedicare a tutti coloro che erano importanti per lui. Ciò nonostante, Yeosang non era mai riuscito a dirlo apertamente ed ogni sera si ritrovava a crogiolarsi nel rimpianto di non essere riuscito neanche quel giorno a dichiararsi.

Un po' per la paura di venire rifiutato e un po' per la paura di rovinare ciò che avevano, i suoi sentimenti erano sempre rimasti nascosti agli occhi di tutti, e nessuno era mai stato abbastanza astuto da notarli, o forse era semplicemente lui molto bravo a nasconderli.

Quella mattina, come tutte, quando i due varcarono il cancello della scuola passando tra i tanti studenti che avevano inevitabilmente rivolto lo sguardo al più alto, vennero subito investiti da un gruppo di ragazze, che Yeosang sapeva essere un paio d'anni più piccole, le quali senza esitare avevano circondato Yunho chiedendogli come stesse e come andasse la sua giornata, insomma, tutti quesiti inutili a detta del minore e che erano una palese scusa per convincersi di essere amiche sue, sebbene il ragazzo non avesse neanche idea di come si chiamassero.

Yeosang osservò il gruppetto allontanandosi dall'amico e provando improvvisamente un fastidio al basso ventre, non solo era ovviamente geloso della persona che gli piaceva, ma era ancora più fastidioso vedere come questi conversava amichevolmente con quelle ragazze dimenticandosi completamente del suo amico, tanto che neanche si era accorto che si fosse allontanato.

Ma d'altronde non poteva fargliene una colpa, Yunho sarebbe andato d'accordo perfino con le persone più odiose sulla faccia del pianeta e Yeosang sapeva che finché non gli avesse detto dei suoi sentimenti non poteva neanche pretendere che gli rivolgesse tutte le attenzioni.

Rimase fermo in un angolo sempre più infastidito da quella scena ma con al contempo la voglia di aspettare l'amico che di fatto poco dopo si tolse le ragazze di torno per poter andare in classe. I due si ritrovarono così a camminare uno di fianco all'altro, ma a differenza di prima il più basso non sembrava aver intenzione di proferire parola.

«Che ti prende?» gli chiese Yunho osservando il suo volto serio e capendo subito che qualcosa non andasse in lui, «Niente tutto apposto» mentì Yeosang, bugia che sicuramente non riuscì a convincere il maggiore, il quale però non fece in tempo a replicare che l'altro parlò di nuovo «Devo andare in classe, ci vediamo dopo».

Così i due amici si separarono per i corridoi, Yunho rimase inizialmente spiazzato dalla freddezza improvvisa dell'altro, mentre Yeosang voleva solo trovare il primo bagno libero per piangere e dare un pugno al muro nel tentativo di sfogare la rabbia contro sé stesso.

☁︎

La pausa pranzo era arrivata prima del solito per il minore, il quale non aveva la più minima voglia di stare in compagnia dell'amico quel giorno. Gli aveva dato decisamente fastidio ciò che era successo qualche ora prima, forse anche più del solito.

Ma lui e Yunho pranzavano insieme tutti i giorni da anni ormai, era diventata come una tradizione e qualsiasi impegno avessero riuscivano sempre a ritrovarsi a sedere al solito tavolo della mensa per riempirsi lo stomaco e conversare un po'.

Così anche quel giorno erano di nuovo insieme, ma la musica non era la stessa di sempre. Yeosang mangiava in rigoroso silenzio spezzato solamente dai chiacchiericci di tutti i ragazzi intorno a loro, mentre il corvino lo osservava indeciso se parlargli o meno.

Per Yunho quel comportamento non era normale, il minore era sempre stato un tipo scherzoso e chiacchierone, soprattutto con lui, ma tutto d'un tratto si era ammutolito come un pesce. E Yunho sapeva che fosse infastidito da qualcosa, conosceva troppo bene l'amico per non rendersene conto, restava solo da capire cosa era che gli provocava così tanto sgomento.

Yeosang continuava a mangiare il suo panino con lo sguardo basso e la speranza che l'altro non gli chiedesse di nuovo cosa avesse. Certo era che lo avrebbe fatto con le più buone intenzioni, ma lui non era semplicemente dell'umore di parlare in quel momento.

Purtroppo per lui, Yunho non attese molto prima di rivolgergli delle parole decisamente di impatto ma dette con tono di premura «Si può sapere cosa hai da stamani?», il più piccolo non rispose subito, intento nel trovare una risposta mentre il grigio dei tavolini era diventato improvvisamente così interessante da guardare.

«Non non ho niente, te l'ho detto» disse infine dopo diversi secondi in cui l'altro era rimasto con il fiato sospeso ad aspettare. «Non ti credo» come prevedibile, Yunho aveva capito che non fosse così, e l'altro era anche abbastanza intelligente da aspettarsi una tale risposta.

«Problemi tuoi» parlò schietto Yeosang riversando nelle sue parole tutta la rabbia che aveva, non voleva parlare in quel momento e l'amico più di tutti avrebbe dovuto capirlo, mentre invece sembrava che l'unica cosa che gli importava di sapere fosse il motivo del suo malumore.

«Perchè fai così?» domandò allora il più grande stupito da quella risposta, avevano litigato in passato, ma molto spesso per cose stupide e senza importanza, di certo l'amico non era mai stato così acido nei suoi confronti. «Non faccio niente, se ti dà fastidio come sono vai da qualcun altro» fu in quel momento che Yunho o capì che Yeosang era arrabbiato con lui, e anche incredibilmente tanto.

«Sai benissimo che non ti lascerei mai solo» gli disse mantenendo un tono dolce, lui odiava urlare e rivolgersi con sgarbo a qualcuno, specialmente se questi era il suo migliore amico, proprio per questo motivo si arrabbiava molto raramente. Non capiva cosa avesse fatto per farsi dire quelle parole, si era comportato normalmente e fino a quella mattina parlavano come se fosse tutto apposto, non era accaduto niente di diverso dal solito.

«Ah davvero? Perché a me sembra che tu lo faccia continuamente» Yeosang continuò ad inveirgli contro senza pesare prima le parole, non voleva essere cattivo con l'amico, probabilmente era più arrabbiato con sé stesso che con l'altro, ma forse aveva anche bisogno di sfogarsi contro qualcuno che non fosse sé stesso per una volta.

«Cosa dici?» Yunho non sapeva più cosa dire, quella scenata lo stava mettendo anche a disagio dato che il minore aveva alzato spropositatamente il tono della voce davanti a quasi tutta la scuola, quel comportamento lo stava facendo rimanere a bocca aperta e la cosa peggiore era che non aveva idea di cosa avesse fatto per meritarsi quelle parole.

Come poteva Yeosang dire che lo lasciava sempre solo quando si vedevano quasi tutti i giorni, gli dava la buonanotte ogni sera e se aveva bisogno lui sarebbe corso anche nel bel mezzo della notte pur di aiutarlo, l'affetto che provava nei suoi confronti era enorme ed era innegabile che quelle parole gli stessero facendo male.

Il minore si alzò in piedi di scatto per l'insistenza dell'amico piantando le mani sul tavolo, ciò provocò un rumore che attirò ancora di più l'attenzione di tutti i presenti «Dico che forse sarebbe l'ora che tu vada seriamente con una di quelle galline che ti fanno la corte così magari staremmo tutti meglio» disse con voce più bassa rispetto a prima, ovviamente per non farsi sentire dagli altri.

«Yeosang stai facendo una scenata» lo avvertì il corvino guardandosi intorno imbarazzato, «Guardassero quello che gli pare» rispose quasi fregandosene il minore. «Da quando in qua vuoi che esca con qualcuno?» Yunho parlò di nuovo mantenendo la voce bassa, dubbioso se quella fosse stata la domanda giusta da fare.

Evidentemente non fu così, vista la successiva ed eccessiva reazione di Yeosang, il quale urlò questa volta senza dare importanza agli altri studenti «Non so forse da quando sei diventato così insopportabilmente stronzo!», una serie di parlottii si innalzarono dagli altri tavoli mentre Yunho sarebbe solamente voluto sprofondare in quell'esatto punto.

Non credeva di aver fatto nulla di male, ma il minore era talmente arrabbiato che stava iniziando a dubitare anche di ciò, non seppe come controbattere poiché non voleva rispondergli male e aveva già avuto prova che il parlargli con calma non lo avrebbe aiutato a tranquillizzarsi. «Fanculo, io me ne vado» borbottò Yeosang prendendo le sue cose e lasciando la mensa prima che un insegnante arrivasse da loro per sapere cosa stesse succedendo.

Yeosang scappò via con una terribile voglia di piangere e il pentimento che subito lo aveva attanagliato per aver detto quelle cose all'amico. Non era mai stato così cattivo nei suoi confronti, non voleva dire veramente quelle cose ed aveva agito senza pensare prima. Sapeva che Yunho non c'entrava nulla con tutto quello, non era colpa sua se era popolare e se tutte gli andavano dietro.

Yeosang era arrabbiato con sé stesso più che con chiunque altro, non riusciva a confessargli i suoi sentimenti e si riteneva un codardo per questo. Ogni giorno soffriva per colpa della sua codardia tanto che era arrivato a riversare quella rabbia sull'amico, offendendolo con una cattiveria tale che a quel punto non sapeva neanche se fosse riuscito a farsi perdonare.

Il risultato di tutto quello era che così stava ancora più male, aveva ferito la persona che amava e non si sarebbe mai perdonato per quello, a peggiorare tutto c'era l'immagine fissa nella sua mente di Yunho con le ragazze che, dopo aver assistito alla loro litigata, erano sicuramente andate da lui a consolarlo pur di farselo amico, se non qualcosa di più.

Così, con le lacrime che gli rigavano le guance e il senso di colpa che lo stava uccidendo, corse via da quella scuola fregandosene delle conseguenze, pur di evitare l'amico che in quel momento non aveva il coraggio di rivedere.

☁︎

Passarono un paio d'ore, Yeosang non era tornato a casa per niente da quella mattina, non era dell'umore adatto per prendersi la sgridata da parte dei suoi genitori, era uscito da scuola senza dire nulla e non era tornato a casa facendoli inevitabilmente preoccupare.

Inizialmente aveva cercato di rimanere calmo e pensare razionalmente, ma era finito poi con il piangere disperatamente su una panchina del parco mentre il rumore di coloro che tagliavano i rami degli alberi troppo cresciuti copriva i suoi singhiozzi.

Non sapeva come rimediare a ciò che aveva fatto, si era comportato lui stesso come uno stronzo nei confronti dell'amico che sicuramente voleva solo aiutarlo. Yunho avrebbe avuto tutte le ragioni per odiarlo e non volerlo più vedere, ma la speranza che l'amico lo perdonasse per la sua incredibile stupidità era ancora lì, seppur molto ridotta.

Yunho non meritava nessuna delle parole che gli aveva detto e questo lo sapeva bene, non riusciva ancora a credere di essersela presa con lui in modo così pesante e davanti a tutti per giunta, più ci pensava e più si dava dello stupido. Adesso era lui a non meritare niente dall'altro e non lo avrebbe biasimato se fosse andato da lui a dirgli quanto lo disprezzava, ma in fondo Yeosang sapeva che non lo avrebbe mai fatto perché il maggiore era semplicemente troppo buono.

Proprio mentre stava seduto su quella panchina a piangere come un bambino, arrivò Yunho che subito dopo essere uscito da scuola lo aveva cercato in lungo e in largo. Al corvino non importava tanto ciò che aveva detto quanto il motivo per cui lo avesse fatto, vedeva che l'amico stava male e voleva solo sapere il perché in modo da poterlo aiutare.

Certo, le sue parole gli avevano fatto male, ma ci sarebbe passato sopra senza problemi se avesse saputo il motivo di tutta quella scenata.

Yeosang aveva sentito dei passi scricchiolare sulla ghiaia e poi qualcuno sedersi accanto a lui mentre teneva il volto tra le mani per nascondere le sue lacrime a chiunque passasse. Dopo essersi reso conto che qualcuno gli aveva poggiato una mano sulla spalla, aveva lanciato un'occhiata per vedere chi fosse e tornare poi a guardare in basso non appena si fu accorto della presenza del suo amico.

«Vuoi dirmi che succede?» chiese Yunho accarezzandogli delicatamente la schiena, non era arrabbiato e questo sorprese assai il minore. In risposta, però, ottenne solo altri singhiozzi da parte dell'altro e sospirò di conseguenza.

Decise di agire in modo diverso e cautamente tolse le mani dal volto del più piccolo, il quale inizialmente pose un po' di resistenza, gli passò un braccio sulla schiena e lo spinse ad alzarsi per poterlo vedere in volto. Gli occhi di Yeosang erano rossi e gonfi e si poteva vedere lontano un miglio che stesse male.

«Se non mi dici quello che hai non posso aiutarti» provò ancora il maggiore accarezzandogli le guance per asciugargli le lacrime, «No-» prima che Yeosang potesse rispondere, l'altro lo precedette «Non dire che non hai niente, vuoi continuare a negare anche l'evidenza?».

Il minore non rispose così continuò Yunho a parlare «Cosa ho fatto? Invece di arrabbiarti dimmi che problema c'è, non so cosa fare per rimediare altrimenti» lo incalzò nel tentativo di farlo aprire. «Sono io il problema, n-non mi abbracciare, non ti merito» mugolò tra le lacrime il minore per poi liberarsi dalla presa dell'amico ed allontanarsi leggermente.

«Ma cosa dici? Io ti abbraccio quanto mi pare» Yunho lo riavvicinò a sé per consolarlo, odiava vedere l'amico stare male ed avrebbe solo voluto che gli spiegasse cosa lo facesse arrabbiare così tanto. «Non dovresti, dovresti essere arrabbiato» e quello Yeosang lo pensava veramente, certe volte non riusciva proprio a capire come potesse essere così buono, non che lui fosse una persona cattiva, ma era facile che si arrabbiasse, come molti del resto, mentre invece il maggiore era sempre così incredibilmente dolce e gentile.

«Ma non lo sono, e lo sai benissimo» lo rassicurò Yunho, per poi continuare a parlare vedendo che l'altro non rispose, «Dimmi che succede, Yeosang, voglio solo aiutarti» in quel momento risultò talmente interessato e disposto ad aiutarlo veramente che quasi Yeosang non si decise a dirgli tutto.

«Perchè? Perché vuoi aiutarmi? Ti ho trattato malissimo e non lo meritavi, vai da chi ti fa stare meglio» disse quelle parole senza pensarci veramente, ed il pensiero del corvino che se ne andasse sul serio e lo lasciasse solo con le sue lacrime gli fecero provare un enorme senso di vuoto dentro di sé. Non poteva negarlo, gli abbracci di Yunho erano i migliori e solo nel giro di pochi minuti erano riusciti a farlo calmare.

«Non dire cavolate. Io tengo a te e non ti lascio finché non mi dici cos'è che ti fa soffrire così tanto» disse il corvino stringendolo di più a sé, Yeosang si sentì amato, magari non nel senso che avrebbe voluto, ma comunque si sentì a suo agio tra le braccia del maggiore e ciò gli faceva venire una gran voglia di essere sincero.
Non aveva mai pianto così tanto davanti a lui, era capitato qualche volta, ma allora non sembrava così disperato.

«V-vuoi ancora essere mio amico?» domandò calmandosi da quel pianto durato fin troppo e lasciando un cipiglio confuso sul volto dell'altro, «Ma certo, perché non dovrei?» rispose Yunho stranito, avevano litigato, sì, ma ciò non avrebbe mai rovinato ciò che avevano. «Ho detto quelle cose..» mormorò il minore guardando in basso.

«Non importa, so che non le pensavi» disse il corvino facendogli forse risollevare un po' il morale, «Scusami»
«Sei perdonato, adesso mi dici perché stai piangendo?» Yeosang capì in quel momento di essere arrivato ad un vicolo cieco, non aveva altra scelta se non dirgli la verità, non avrebbe più potuto continuare ad evitarla.

«È complicato» borbottò ancora molto spaventato nell'aprirsi, «Posso aiutarti?» chiese allora il maggiore per capire se poteva fare qualcosa riguardo quella cosa a detta sua complicata. «Forse» Yeosang sapeva che se avesse detto sì poi l'amico avrebbe voluto saperlo, ma allo stesso tempo sapeva anche di non poter dire no, perché non era la verità, e forse dire di sì gli avrebbe dato la spinta necessaria per dichiararsi.

«Allora dimmelo» disse Yunho questa volta con tono più fermo e deciso, voleva sapere una volta per tutte quale era questa cosa che ormai aveva capito essere importante. «Non ne ho mai avuto il coraggio, non puoi pretendere che lo dica così» in quel momento il maggiore si preoccupò inevitabilmente «Non ne hai mai avuto il coraggio? Così mi fai preoccupare, cos'è?».

«Promettimi che non ti allontanerai da me anche se non ti piace quello che sto per dirti» finalmente dopo tanto tempo Yeosang si decise a provare, rischiare e vedere come sarebbe andata, non poteva portare quel peso ancora a lungo e continuare a soffrire in quel modo ogni volta che Yunho stava vicino a qualcuno, ma allo stesso tempo aveva una gran paura, non sapeva neanche se all'altro potessero piacere i maschi e probabilmente non era così.

«Non lo farò puoi starne certo» lo rassicurò Yunho guardandolo appoggiato alla sua spalla, «E che non lascerai che questo rovini la nostra amicizia» continuò il minore facendo incuriosire e preoccupare ancora di più l'amico. «Adesso mi stai facendo seriamente preoccupare» disse prima che il minore si distanziasse leggermente per poterlo guardare negli occhi.

«Tu... Mi piaci, Yunho, tanto, troppo» ci mise un po' a dire quella frase che uscì fuori molto bassa e soffocata, ma abbastanza chiara perché l'altro la capisse. Ce l'aveva fatta, aveva detto la verità e per i primi secondi niente successe. Sul volto del corvino era dipinta un espressione indecifrabile che Yeosang non riusciva a capire se fosse buona o cattiva.

«Ti piaccio? In quel senso?» chiese stupito Yunho non aspettandosi quella dichiarazione, aveva sofferto così tanto per quello? Si aspettava chissà che cosa e invece l'amico era semplicemente cotto perso per lui, era probabilmente stupito più per quello che per il fatto in sé.

«Non sono mai riuscito a dirtelo, e ogni volta che tutte quelle ragazze ci provano spudoratamente con te non riesco mai a rimanere tranquillo. Mi dispiace se questo ti crea fastidio, magari non vuoi più starmi così vicino, magari ti faccio schifo perché andiamo, chi mai si innamorerebbe del proprio migliore amico etero, solo a me potrebbe capitare ma-»

Yeosang iniziò parlare a manetta cercando di rendere meno pesanti le parole appena dette, buttò fuori ciò che pensava solo per poi venire interrotto dalle labbra del maggiore che si posarono delicatamente sulle sue. Okay, quello veramente non se lo aspettava, avrebbe accettato urla, disgusto, insulti, ma mai avrebbe pensato di ritrovarsi a baciare il suo migliore amico nel parco con gli occhi ancora gonfi e il cuore che batteva all'impazzata.

Yunho lo fece inizialmente solo per zittirlo, ma le labbra del più piccolo erano talmente morbide e dolci che non ebbe più il coraggio di staccarsi, e di fatto fu l'altro a farlo. «Che significa questo?» chiese incredulo.

«Non me lo aspettavo, ma seriamente? Stavi male per questo? Avresti dovuto dirmelo molto prima. Non avrei mai pensato di dirlo, ma se vuoi, possiamo provarci» affermò Yunho con un grande sorriso che contagiò anche l'altro prima che le loro labbra furono di nuovo unite.

E Yeosang finalmente era contento, aveva superato la sua paura e adesso poteva dire di sentirsi più leggero e decisamente più felice tra le braccia di quello che amico ormai non era più.

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Tanto amore per questi due piccoletti, sono troppo carini insieme.

Mi dispiace di averti fatto aspettare così tanto ma non ho avuto molto tempo per scrivere ultimamente. In ogni caso, spero che la os ti sia piaciuta!















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