La Storia Di un Uomo che John Aveva comprato Per Sbaglio
Fine 1973
Le ultime grida di piacere si sprigionano dalla camera del biondo; John assisteva per più volte al giorno a quei suoni provenienti sia da Roger, che da
donne.
Dopo che Brian era stato arrestato per atti di vandalismo nei confronti dei macellai, la vita era molto dura in quella casa.
Non avendo un chitarrista, la band si era sciolta, e ora vivevano solo in tre, con uno stipendio misero in un piccolo e polveroso appartamento in affitto pieno di scarafaggi e topi.
"Dannato Brian e il suo essere vegano!" urlò il cantante esasperato mentre provava a scacciare un topo che ormai abitava nella dispensa.
John comprendeva Freddie, insomma, se Brian non fosse saltato addosso al macellaio e avesse tentato di ucciderlo schiaffeggiandolo con una fiorentina, a quest'ora non sarebbero ridotti in quel modo.
John era il più triste di tutti in quel momento, perchè per comprare l'appartamento che tutti disprezzavano e avere qualche soldo per il cibo, l'affitto, le bollette, eccetera, Roger aveva venduto la macchina, e visto che anche Deaky in privato era pervertito e si faceva di nascosto l'auto del batterista, lui piangeva non appena vedeva l'Alfa Romeo Spider anche solo in una foto.
Il solo pensiero di un'altro uomo carsessuale che metteva le sue manacce unte sui bellissimi parafanghi della sua amante gli faceva venire i capelli bianchi.
Mentre il nostro John affogava i dispiaceri in un toast al formaggio, e non solo i dispiaceri, notò Roger nudo appoggiato allo stipite della porta che lo fissava, e intanto...si toccava.
"Freddie! Lo sta facendo ancora!" gridò John dalla cucina, ma senza ricevere risposta.
Il biondo approfondì il tocco e cominciò a guardare il ragazzo in piedi davanti a lui come se fosse la sua preda.
(per intenderci come nell'immagine del capitolo)
John indietreggiò istintivamente, e continuando a gustare il toast, si mise a ripensare come aveva conosciuto Roger.
Era il 1960, e il piccolo John camminava per strada con le galosce in Agosto.
Aveva rotto le scatole a sua madre per avere le stesse galosce che aveva il suo amico Gaylor, così sua madre gli promise le galosce per il compleanno, ma non aveva pensato che cadeva in Agosto, e quindi i piedi di suo figlio potessero sciogliersi.
Anche se effettivamente erano delle belle scarpe: erano di gomma, avevano la suola di gomma, ed erano color gomma, e all'esterno della calzatura, sul bordo, c'era scritto "gomma" con marchio a fuoco.
Quelle galosce facevano uno strano effetto a Deaky, tanto che furono la prima cosa che John penetrò, e che poi lo portarono alla meccanofilia.
Quel giorno faceva molto caldo, ma John non fece caso al falò di Ferragosto che si scatenava a ogni passo nei suoi piedi e decise di metterle lo stesso.
Mentre camminava per la sua città, il piccolo Deaky si incantò a guardare un mercatino abusivo gestito da bambini, dove vendevano schiavi sessuali a due sterline.
La sua attenzione ricadde su un bambino che sembrava più grande di lui.
Aveva i capelli corti e biondi, gli occhioni da cerbiatto ed era basso.
Era un bel maschio, anche se sembrava femmina.
"Scusa, bimbo?" disse John al piccolo venditore abusivo.
"Vorrei lo schiavo con i capelli neri e i denti sporgenti" disse John indicando il suo acquisto.
"Oh, ma quello costa più di due sterline, quello ne costa cinque, perché come vedi è molto, molto dotato" il piccolo commerciante indicò le parti basse del ragazzino nudo.
John si tastò i pantaloni, ma aveva solo tre sterline.
Si ricordò che con quelle galosce in edizione limitata color gomma, poteva pagarsi lo schiavo.
Così si tolse le scarpe, e si rivolse al bambino.
"Lo pago con queste".
Il bambino lo guardò, dalla testa ai piedi, prima di strappargli le galosce di mano.
"Ragazzi! Preparate lo schiavo" dei coetanei del piccolo gestore portarono dietro a un tendone i ragazzi eposti.
Dopo qualche minuto i bambini portarono fuori uno schiavo, ma non era quello che voleva John, gli avevano rifilato il biondino.
John si mise a piangere, lo avevano fregato un'altra volta.
Il bassista tornò alla realtà per un'attimo.
Roger era venuto davanti a lui, e gli aveva sporcato i pantaloni.
A John cadde il toast.
"Ah cazzo!" urlò Deaky infuriato, e il batterista smise di masturbarsi.
"È sempre colpa tua!" sbraitò John.
"Quando avevo nove anni, tu mi hai rovinato la vita, perché ho deciso di tenerti e mi sono fatto fottere le galosce, quando avevo quindici anni mi hai rubato il motorino e lo hai sfasciato contro la macchina di mia madre, poi sei scappato e hai dato la colpa a me, quando avevo diciassette anni mi hai portato a letto fingendoti una troia! E ora mi hai fatto cadere il toast!".
Deaky mise il broncio, e scoppiò in un pianto isterico, mettendosi a sedere per terra, con la schiena contro al muro.
Roger non sapeva cosa fare, forse doveva chiedere scusa?
"John?" disse il ragazzo nudo.
Il più piccolo alzò lo sguardo e lo portò verso il viso del biondo, che aveva una gran faccia da culo.
Il maggiore stava provando a dire qualcosa, ma riusciva a pronunciare solo "scu".
"Dillo!" disse il bassista arrabbiato.
Roger gli si avvicinò al volto e sussurrò codeste parole:
"Il mio ego non me lo permette".
"Hai una gran faccia da culo" disse John guardandolo negli occhi, come mi guardava la maestra alle elementari quando sbagliavo le tabelline.
A Roger non sembrava vero; stava sputando sangue e veleno per chiedere scusa al ragazzo a cui aveva rovinato la vita, e lo chiamava faccia da culo?!
"Ma vai a cagare nelle ortiche"
"Ci vado, ma prima scusati" Gion sembrava molto determinato.
"Ssssss-sc" il ragazzo stava emettendo segnali di escandescenze, e anche molto evidenti, era rosso in volto
Il biondo non riusciva a dire quella maledetta parola, così, dopo un attacco di isteria, crollò esausto sulle gambe del più piccolo.
Lentamente si avvicinò al viso del bassista, e gli leccò le labbra
"Scusa" sussurrò, per poi leccare ancora le labbra al ragazzo.
"Facciamo un gioco" disse Roger accarezzando il viso a Deaky.
John, come stregato dal tocco del biondo, annuì e leccò le labbra al batterista.
"Allora inizia a correre" gemette il batterista alzandosi in piedi.
"Cosa?" chiese confuso Deaky.
"Se ti prendo, ti stupro".
Il bassista si alzò velocemente, e iniziò a correre per casa, facendo cadere cose e pestando scarafaggi, con il biondo alle calcagna.
John stava urlando, non aveva voglia di essere stuprato il giorno del suo compleanno.
Roger era molto veloce a correre, e molto più scattante di Deaky, quindi con un balzo veloce, gli saltò addosso, e Deaky, dalla paura svenne.
*~*~*~*
John si ritrovò nel letto del biondo.
Era tutto buio, non si vedeva nulla.
Subito si ricordò cos'era accaduto prima, e che Roger lo voleva violentare.
Provò a muoversi, ma aveva i polsi legati alla testiera del letto.
Subito la luce si accese, e rivelò la figura del biondo accanto a lui, con in mano...
Una torta?
La porta si spalancò, e fece il suo ingresso Freddie con una fetta di mortadella in testa, e la maglia con scritto "W la mortazza".
Roger si avvicinò velocemente al volto del castano e gli lasciò un dolce bacio sulle labbra.
"Tanti auguri a te!" urlarono il biondo e il moro in coro.
John era molto felice, così felice che non si accorse di essere senza mutande e di avere dei succhiotti e dei morsi sparsi per tutto il corpo.
Fine (finalmente)
Sono consapevole della schifezza di questa storia, ma visto che oggi è il compleanno di Gion, ho pubblicato sta schifezza.
Ila-Deacon, questa storia è per te.
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