𝓛𝓾𝔁𝓾𝓻𝓲𝓸𝓾𝓼 𝓪𝓭𝓿𝓮𝓷𝓽𝓾𝓻𝓮

-Ad un bordello, perchè?- un abisso oscuro profettizava la conseguenza dell'atto che eravamo in procinto di compiere. Nel fondo c'erano parole amare come lussuria, inferno, piacere, cupidigia e perversione. La paura orchestrava i suoi fili sui sentimenti disorientati, i quali erano sul punto di soggiogarmi.

Perchè?
Perchè?
Perchè?
Quell'unica parola mi assillò con angoscia e un certo senso di frustazione: Akira mi aveva insegnato a stringere il suo coso per farlo felice e ora dovevo inoltrarmi in un inferno senza freni inibitori. Era ingiusto da parte sua. Avevo sottostato al suo piccolo capriccio; non avevo voglia di assecondarne di altri! Le cascate pregne di salsedine stavano per scorrere via dalle mie iridi, indomabili. Perchè? Perchè? Perchè? Il mio timore ghiacciava le gambe, gli arti tattili, le corde vocali e i polmoni. Perchè? Perchè? Perchè? Volevo trasformarmi in un fiume e allontanarmi per sempre dal figlio del pescatore. Perchè? Perchè? Perchè?

-Perchè così ci divertiremo. Che succede, hai paura?- Akira intuì la fragilità emotiva che stava fecondando il mio neonato rifiuto. Il suo ghigno malizioso ne fu quasi divertito.
Scossi il capo. Lo mossi così appassionatamente che i capelli schiaffeggiarono il mio viso. Oh no, non mi sarei azzardato a mostrarmi insicuro e infantile. Con un sorriso, velai la mia insicurezza.
-No, lo giuro!- confermai.

-Molto bene, mio piccolo Kohaku.- il giovane si alzò lentamente, lasciando la sua sagoma impressa nel prato offuscato dal buio della sera. Il figuro venne diviso in frammenti fisici dai raggi della luna. Gli astri contribuirono a trasformarlo in un umano onnipotente a cui mi dovevo sottomettere.
Quei secondi aumentarono la mia paura.

-Ora seguimi. Prima di entrare, ti travestirò da ragazza. Così fingerai di essere omosessuale.- replicò. Non dissi nulla. Lo reputavo inutile e avrei sprecato solo la mia autorità.

Mi avvolse con il suo braccio e trascinò la mia fragile figura al villaggio. Anche lì la notte, in punta di piedi, aveva nereggiato le casupole di legno, umide come il terreno facente parte dei sentierini del paesello. Le misere anime si erano recluse in quelle dimore senza denaro e senza un futuro certo. Ah, chissà che cosa facevano? Vivevano? Cedevano alla sinistra melodia della morte? Amavano? Odiavano?

Suddette domande si ersero, travolgendo il mio cervello terrorizzato e irritato dall'avventura in cui ero stato forzatamente coinvolto. I mortali non si interessavano alle nostre azioni.
Rinchiusi nelle loro stanze, fagocitavano emozioni come cibo pregiato, felici e indolori.
Se fossi nato umano tutto sarebbe stato più facile. Non avrei avuto pretese, non avrei visto sofferenze, non sarei stato costretto a risolvere problemi altrui.
Ogni cosa avrebbe avuto semplicità e serenità.

Durante il tragitto, il braccio di Akira aumentò la pressione con la quale mi stringeva. Non seppi se quella stretta significasse affetto o autoritarismo. Adesso, Kamaji, temo che fosse la seconda opzione. E, più avanti, ne ebbi la dolorosa conferma.
-Siamo quasi arrivati, piccolo Kohaku.- disse lui, infatilizzando il mio animo. In lontananza, da tutte quelle baracche sudicie e sature di sterco, si distingueva una struttura a forma di pagoda, resa appariscente dalle pareti inargentate dalla pittura. Le finestre di cristallo ritraevano ombre di uomini e donne ridenti.
Il tetto arcuato, blu elettrico, era bagnato dalla luna.

Avevi voglia di uccidermi. Tutto sarebbe andato storto. Lo sentivo.
Quando giungemmo, il giovane mi osservò, emulando un sorriso perfido.
-Ascolta, piccolo Kohaku. Ora dovrai evocare una brezza. Con essa, mi farai entrare nel bordello. Dovrai aspettarmi e, nel frattempo, farai in modo che nessuno ostacoli il nostro piano. - mi spiegò sottovoce.

Non avendo voglia di contraddirlo, decisi di utilizzare i miei poteri. Chiusi  gli occhi e lasciai che una gentile energia scorresse attraverso le mie vene. Inclinando il braccio verso il mio compagno, sprigionai un venticello delicato, il quale fece entrare Akira dalla finestrella.

Dopo aver compiuto ciò, appoggiai la schiena alla parete, temendo la fine.

Nota autrice:

Ciau, belle!
Come potete vedere, Akira non si sta comportando bene con Kohaku(in futuro Haku, purtroppo). Speriamo che il nostro protagonista si renda conto che il suo "amico e amante" lo sta usando per assecondare i suoi desideri e risolvere i suoi problemi.

Comunque, ditemi che cosa ne pensate del capitolo, perfavore

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