ℒ𝒶𝓈𝓉 𝒢𝑜𝑜𝒹𝒷𝓎𝑒
Dolore.
Fu il sentimento che pervase interamente il suo animo.
Nessuna lacrima, nessun urlo di disperazione.
Il suo volto rimase impassibile mentre dentro il suo animo andava in pezzi.
Ancora una volta sentì il mondo crollargli addosso...Perché in fondo era ciò che avrebbe voluto pur di non dover assistere ancora una volta alla morte dei suoi compagni.
Un urlo agghiacciante lo aveva condotto lì e lui si era diretto immediatamente sul posto, incurante di ciò che avrebbe trovato al suo arrivo.
Non avrebbe mai immaginato di poter perdere in una volta sola la sua intera squadra, i suoi compagni più cari.
Per primo scorse Ghunter, stritolato dal cordame della sua stessa attrezzatura;
Poco più avanti il busto tranciato di Erd e ancora un Oruo esanime al suolo.
Il cuore cominciò a battergli così forte che quasi sembrò volergli uscire dal petto mentre un pensiero atroce gli balenò nella mente come un fulmine.
Dov'è lei? Ti prego fa che stia bene.-
Scrutò ogni angolo del bosco, ogni albero, fermandosi poi su uno di essi.
Fu lì che la vide.
In ginocchio ai piedi del tronco sporco di sangue, con il viso all'insù e lo sguardo verso il cielo.
Ma anche ora Levi non mutò espressione, si limitò ad osservarla con sguardo spento ma non vuoto.
Il cuore gli si strinse ancora di più nel petto: Solo lui sapeva cosa stava provando in quel momento.
Scese dall'albero ed inginocchiatosi strinse a sé la ragazza sussurrandole in un orecchio:
"Mi dispiace"
Iniziò a tremare vistosamente, come se stesse per abbandonarsi ad un forte e disperato pianto ma non lo fece;
Perché d'un tratto si sentì accarezzare dolcemente la nuca da una piccola e fragile mano.
Non può essere
-"Capitano Levi...Non è colpa sua"-udì in un sussurro.
Sgranò gli occhi, stava per sciogliere l'abbraccio ma lei lo strinse maggiormente a sé.
«Petra...Io non ho potuto salvarvi, non ho saputo proteggere i miei compagni, scusa»
«No capitano, sa che non è così...Per quante morti ancora... Si darà la colpa?»
Il suo ansimare non faceva che aumentare sempre più solo per riuscire a parlare, la schiena le doleva in maniera aberrante e aveva l'impressione che non una sola parte di lei fosse rimasta illesa.
Gli occhi le bruciavano e le orecchie fischiavano.
Densi rivoli scarlatti fluirono dalla sua fronte, scivolando e macchiando irrimediabilmente il mantello del capitano.
«Noi abbiamo sempre saputo...Che questo sarebbe potuto accadere»
Proseguì a fatica.
«Abbiamo deciso di offrire i nostri cuori ricorda?»
Nella mente della ragazza cominciarono a riaffiorare mille ricordi legati ad innumerevoli emozioni, che le avevano fatto battere il cuore in più di un modo.
Dal giorno in cui, chissà come, era stata scelta dal capitano per far parte di una squadra d'élite.
Non poteva crederci, si era sentita orgogliosa di sé e non desiderava altro se non quello di donare il proprio cuore per la salvezza dell'umanità, senza sapere che esso era già destinato a qualcun altro.
Aveva immaginato tante volte di costruire insieme al capitano Levi un futuro in cui un giorno il mondo sarebbe stato libero dalla minaccia dei giganti;
Dove non avrebbero mai più dovuto temere ogni istante di morire in modo atroce e prima del tempo.
Conosceva bene i rischi in cui sarebbe potuta accorrere nel momento stesso in cui decise di entrare nel Corpo di Ricerca.
I suoi genitori avrebbero voluto che si arruolasse nel corpo di Gendarmeria che l'avrebbe portata ad avere un ruolo nei territori interni ed a svolgere mansioni molto meno rischiose.
Petra però, non era certo tipo da starsene in disparte o nascondersi. Non avrebbe permesso che pochi altri si immolassero per una causa che in fondo apparteneva un po' a tutti gli abitanti delle mura.
In un primo momento era stata colta da terrore puro quando si era trovata faccia a faccia con quei mostri.
Paura che andò sempre più ad affievolirsi combattendo al fianco del capitano e degli altri suoi compagni.
L'intesa tra di loro era nata quasi subito, tanto da arrivare a capirsi senza scambiare nemmeno una singola parola.
Con il tempo divennero una squadra sempre più affiatata, la loro coordinazione era eccelsa.
Levi non l'avrebbe ammesso ma Petra sapeva che li considerava più che semplici compagni di squadra, la fiducia che si era sviluppata tra loro era reciproca e totale.
Tutto ciò però era stato stroncato da un tragico epilogo che aveva strappato via le loro vite e assieme ad esse i loro sogni.
Già i sogni.
Uno che da sempre desiderava si avverasse era certamente quello di dedicare la vita al suo "amato capitano".
Così aveva scritto nella lettera a suo padre poco prima della tragedia.
Ma quel sentimento così nobile e prezioso non poteva esprimerlo suo padre o tantomeno rimanere in un foglio di carta.
Doveva essere lei a rivelarglielo.
Dolcemente gli portò una mano al viso e disse:
«Sono innamorata di te Levi»
Nessun "capitano", quel sostantivo mancante rese quella frase ancora più significativa e sincera, accorciando inesorabilmente quella oramai, quasi nulla, distanza.
Sciolse parzialmente l'abbraccio poggiando la sua fronte su quella di lui e replicando nuovamente a fior di labbra:
«Ti amo»
Levi si sentì scuotere dentro e pervadere da un calore profondo.
In quel momento era più vivo che mai.
Stranamente non rimase sorpreso da quella confessione improvvisa, come se avesse sempre saputo in cuor suo dell'affetto che la giovane nutriva per lui.
Era entrata nella sua anima in punta di piedi, un passo alla volta, giorno per giorno, arrivando ad essere una delle poche persone di cui si fidava sul serio.
Lentamente si era venuto a creare un legame così forte che era certo nessuno mai sarebbe stato in grado di spezzare.
Lui le raccontava ogni cosa senza nessuno sforzo e privo della sua solita maschera dura ed inflessibile che mostrava agli altri, come se fosse la cosa più naturale al mondo;
Riusciva ad aprirsi mostrandole il suo lato più fragile, raccontando di quello che lo affligeva o turbava e lei era sempre in grado di confortarlo con le giuste parole che gli rasserenavano l'animo.
La sua empatia era rara come il suo coraggio, che non esitava a mostrare in situazioni critiche e pericolose.
Sin dall'inizio aveva scorto in lei un gran potenziale a differenza di tutti gli altri, che la ritenevano troppo gracile e minuta per poter stare in prima linea, figurarsi far parte di una squadra speciale.
Ricordava bene come si era distinta il giorno della prova, architettata per poter capire chi tra lei ed altre reclute fosse il più idoneo.
Non si era messa in mostra e neanche si era azzardata a muovere un muscolo senza un suo preciso ordine, e questa era stata la prima cosa che aveva apprezzato di lei.
Quando poi aveva mostrato il suo coraggio nel salvare un suo incauto compagno, le aveva conferito un altro punto a suo favore.
In particolare però, era stata la sua sensibilità nel momento in cui si verificò l'irrimediabile a colpirlo maggiormente.
Non aveva usato chissà quale complessità di parole ma era stata in grado anche con il piccolo gesto di porre lo stemma del defunto compagno nelle mani dell'altro, di trasmettergli solidarietà, sensibilità, delicatezza e gentilezza.
Quel gesto lo aveva lasciato perplesso e sorpreso al tempo stesso; Una pratica insolita ma efficacemente confortante.
Tutte le doti dimostrate, in pochi altri l'ufficiale le aveva trovate e per questo, meritava tutta la sua stima ed il suo rispetto.
Con il tempo aveva sviluppato un'affetto sincero per lei e una salda amicizia, che aveva scoperto essere qualcosa di più proprio in quell'istante.
Non indugiò oltre e premette le sue labbra contro quelle della ragazza in un bacio profondo, che esprimeva il forte sentimento che li univa.
«Ti amo anche io Petra...E non posso e non voglio perderti...Non adesso, non così..»
Si morse il labbro inferiore fino a farlo sanguinare per la rabbia ed il dolore.
Scosse il capo e strinse la mano attorno alla sua spalla.
«Hei, ssh..È tutto okay» -Mormorò, rivolgendogli una carezza sulla guancia, lenta e delicata.
«Nemmeno io lo vorrei ma...Sono felice di aver combattuto al tuo fianco, anche se...Avrei voluto...Farlo ancora»-
«Allora non arrenderti così cazzo! Resisti Petra, rialzati come hai sempre fatto e combatti!»
Non sapeva a quanto sarebbe servito ma sentiva di doverla scuotere ed incoraggiarla a non mollare.
Non riusciva a realizzare che fosse stata ridotta in quel modo e tutto perché era arrivato troppo tardi...
«Non credo..Di poterlo fare stavolta, mi dispia-»
Un conato interruppe la sua frase, portandola a sputare sangue.
-«Petra!»- Fremette Levi.
La mano di lei, era ricca del liquido scarlatto che le discese lungo il polso.
Dentro sentiva che le forze la stavano abbandonando e non riusciva più a muoversi come voleva.
Poco importava, cio che più le premeva era compiuto e nel suo cuore nacque una gioia immensa che annullava il dolore sia interno che esterno.
-«Sappi una cosa però»- Fece dopo qualche secondo.
«Anche se non sarò al tuo fianco, c'è un posto...Uno...In cui cui non morirò mai...E questo è proprio quì sai»-disse, indicandogli la parte sinistra del petto dove pulsava quel forte, piccolo motore, chiamato: Cuore.
«Quindi»-Riprese con voce rauca.
«Promettimi che continuerai a lottare.
Per me, per i nostri amici e per te stesso»
«Lo farò, te lo prometto.
Combatterò per te e per tutti i nostri compagni caduti e non mi fermerò fin quando l'umanità non sarà libera»
Avrebbe dato tutto sé stesso pur di adempiere quella promessa che già in precedenza gli era capitato di fare ad altri, e che di certo avrebbe continuato a mantenere.
Avrebbe combattuto fino allo stremo delle forze offrendo il suo cuore e le sue capacità per affrontare quel nemico che pareva così onnipotente.
«Prenderò a calci in culo ogni singolo gigante, sino a quando non ne rimarrà nemmeno uno!»
«Mfh...ne sono certa»- Ribatté in un piccolo sbuffo divertito.
Cercò di emettere una risata ma questa si trasformò in un gemito, con la conseguente carezza di lui che le suggerì di non sforzarsi oltre.
Anche solo sorridere le causava sofferenza per ogni singolo muscolo che non rispondeva più ai suoi comandi.
Lui tentò di sorriderle a sua volta ma il risultato fu invece una smorfia più che un vero sorriso eppure, nel suo sguardo ora c'era un'aria rassicurante e dolce, come a volerle comunicare che nonostante le circostanze, andava tutto bene finché la stringeva fra le sue braccia.
Lei gli prese la mano, ringraziandolo per il tempo trascorso insieme e per le battaglie affrontate al suo fianco, poi, lo sguardo le sia appannò ed una fitta di dolore la fece gemere ancora mentre una goccia di acqua salata le rigava il viso.
«È strano sai, io...Non riesco...Più a vedere il tuo viso...E credo...Che non lo rivedrò mai più, che peccato»
I suoni tranquilli e pacati della foresta divennero ancora più lontani e silenziosi.
Lentamente chiuse gli occhi e poi, il nulla.
Il capitano rimase immobile per qualche secondo, contemplando quel viso dall'aspetto così sereno eppure pieno di lividi e sangue, che mostrava la sua dignitosa ed onorevole disfatta che sembrava quasi essere stata felice di affrontare con onore e coraggio.
Sapeva di averla perduta anche se non per sempre.
Avvicinò il viso alla fronte di lei per poi deporvi un bacio come ultimo saluto da parte sua.
Quella persona, era stata davvero importante nella sua vita e mai più avrebbe trovato qualcuno in grado di capirlo come aveva saputo fare lei.
"Petra ti terrò sempre con me, nel mio cuore e conserverò il tuo ricordo nella mia mente.
Questa sarà la mia forza d'ora in avanti".
"Continuerò a lottare promesso"
Nota:
Avevo intenzione di utilizzare un altro video ma in mancanza l'ho sostituito con questo che è altrettanto bello e significativo con la melodia di una delle OST dell'anime.
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