6

Megan's pov

«Ho rotto con Kimberly.» disse secco, andando a sedersi sul divano.

«Come? Perché?» chiesi stupita, seguendolo e sedendomi al suo fianco.

Poggiò i gomiti sulle ginocchia, prendendosi la testa tra le mani.

«È una lunga storia.» mormorò.

«Connor» lo richiamai con tono autoritario, «ho tutto il tempo del mondo.»

Passarono una manciata di minuti ma Connor proprio non ne voleva sapere di parlare. Mi accucciai davanti a lui, in modo da essere allo stesso livello del suo viso. Poggiai entrambe la mani sulle sue ginocchia, guadagnandomi finalmente la sua attenzione.

I suoi occhi color ghiaccio si incatenarono ai miei mentre la sua mano sinistra raggiunse la mia guancia destra, accarezzando delicatamente quest'ultima con il pollice.
Si spostò in avanti, così da essere più vicino a me, facendo scivolare entrambe le braccia attorno al mio collo e mi avvolse in un forte abbraccio.

Lo strinsi forte a me, accarezzandogli la schiena.

«Ci sono e ci sarò sempre per te, lo sai.» gli sussurrai contro la spalla, prima di lasciarci su un bacio.

«Ti voglio bene, Meg, più di qualunque altra cosa al mondo.» sussurrò, lasciandomi un bacio tra i capelli.

«Anch'io ti voglio bene.» gli sorrisi, staccandomi dall'abbraccio. «Allora? Vuoi dirmi perché avete rotto?»

Sospirò sonoramente prima di iniziare a parlare. «Abbiamo litigato. Indovina un po' chi è quello che ha beccato la persona fidanzata ora?» fece ruotare l'indice in cerchio per poi fermarsi sulla sua faccia, «Dindindin.»

Sgranai gli occhi, formando un 'o' con la bocca. «Non ci credo!»

«Oh credici!» scosse la testa. «Aveva architettato tutto questo per lavorare con la nostra atelier, come modella ufficiale intendo. Quando l'ho scoperto e gliel'ho detto, ha negato dicendo che stavo trovando una scusa per rompere con lei perché la stavo tradendo. E indovina con chi? Con te.»

«No vabbè!» scoppiai a ridere, scuotendo la testa. «Benvenuto nel club!»

La mia risata coinvolse anche lui che iniziò a ridere come non mai.

«Oh Gesù cosa mi sono scampato!» disse con un sorriso sulle labbra, passandosi una mano tra i capelli.

«E io che pensavo di doverla sopportare tutte le volte che uscivamo insieme.» mi sedetti nuovamente accanto a lui.

«Non so cosa passa per la mente delle persone.» scosse la testa. «Un'altra cosa che non ho capito è perché si è inventata il mio tradimento con te.» si voltò a guardarmi.

«A quanto pare non sembriamo fidanzati solo agli occhi dei nostri amici.» alzai le spalle.

«In che senso?» disse aggrottando la fronte.

«Sebastian era geloso della nostra complicità» mimai le virgolette quando pronunciai la parola complicità, «quindi credeva che ci fosse dell'altro tra noi e abbiamo litigato.»

«Beh se lui la smette di essere un pezzo di cemento e di pensare solo ai soldi, forse ci arriverà ad avere una complicità come la nostra.» disse, con una punta di acidità.

Lo osservai per un po' per poi annuire, leccandomi le labbra e distogliendo lo sguardo dal suo.

«Resti qui stasera?»

Tentennò un attimo prima di rispondermi.

«No, vado a casa mia, grazie comunque.» si alzò dal divano e si avvicinò alla porta di casa, dove lo raggiunsi. «Almeno così il pezzo di cemento può stare tranquillo.»

«Ma Connor asp...» cercai di fermarlo ma fu tutto inutile, siccome mi interruppe, avvicinandosi a me.

Si sporse a stamparmi un lungo e delicato bacio sulla guancia destra, mentre il suo profumo mi inondava completamente le narici.
«Tranquilla Meg.»

Si allontanò, avviandosi verso l'ascensore mentre io lo guardavo andar via. Improvvisamente si bloccò sui suoi stessi passi, si voltò verso di me fissando gli occhi nei miei.
Le sue labbra erano serrate in una linea retta.

«Se vuol essere geloso, può farlo per questo.» mormorò mentre mi raggiungeva a grandi falcate.
Mi prese il viso tra le mani premendo le sue labbra rosee sulle mie.

Un sospiro lasciò le mie labbra andando a colpire le sue subito dopo.
Mi spinse all'interno dell'appartamento, chiudendosi la porta alle spalle mentre le nostre labbra si muovevano lentamente, insieme.
Sentivo il cuore battermi all'impazzata, quasi come se volesse uscirmi dal petto. Le farfalle allo stomaco fecero la loro comparsa, facendomi il solletico.

Ci staccammo con uno schiocco. Le nostre fronti erano una contro l'altra. Aprii gli occhi e alzai lo sguardo verso il suo, sorprendendolo a guardarmi.

«Aspettavi una mossa da parte mia per farti avanti?» sussurrò con un ghigno sulle labbra.

«Aspettavi che ci fosse qualcun altro nella mia vita per farti avanti?» gli chiesi di rimando, spintonandolo lentamente.

«In realtà sì.» annuì alzando le spalle, avvolgendomi poi la vita con un braccio per tenermi contro il suo petto.

«Bastardo.» lo guardai di sottecchi. «Mi hai messa proprio in una brutta posizione.» sospirai, scuotendo la testa.

«Lo so» mi accarezzò la guancia destra con i polpastrelli, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, «e mi dispiace.» aggiunse.

Ho sempre sentito delle strane sensazioni quando ero con Connor, ma non capivo dove mi avrebbero portato. Non l'avevo capito fino al momento in cui le sue labbra hanno toccato le mie.
Credevo che quelle sensazioni erano dovute alla nostra grande amicizia o alla nostra complicità, non le avevo mai provate con nessun ragazzo, mai.
Forse era per questo motivo che non riuscivo a provare qualcosa per Sebastian, che non sentivo le farfalle allo stomaco o il cuore battere all'impazzata quando mi baciava.

«Spero che ora non te ne stia pentendo.» la voce di Connor mi risvegliò dai miei pensieri.

Mi ritrovai a battere più volte le palpebre per tornare alla realtà. Gli rivolsi poi un sorriso dolce, avvolgendogli le braccia attorno al collo.

«Nessun rimpianto.» sussurrai, scuotendo la testa.

Sorrise ampiamente, stampandomi un bacio sulle labbra. «Grazie a Dio.» sussurrò su quest'ultime.

«Domani parlerò con lui.» gli assicurai. «Come gli spiegherò tutto questo non lo so, ma lo farò.» ridacchiai.

«mhh...potresti iniziare col dirgli che hai delle labbra irresistibili e che morivamo dalla voglia di baciarci da...anni? Probabilmente sì.» sussurrò sorridendo, riportando nuovamente la bocca sulla mia.

«Così ti farà un bell'occhio nero.» sussurrai a sua volta, mordendogli il labbro inferiore.

«Non mi interessa.» disse prima di aggiungere la lingua al bacio, lasciando che entrasse in contatto con la mia.

Il cuore ricominciò a battermi forte contro il torace, facendomi quasi mancare l'aria.
Nonostante ciò era una bella sensazione.

Il suono del cellulare di Connor che squillava ci costrinse a staccarci, provocando un lamento da parte sua.
Tirò fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni e rispose senza neanche leggere il nome sullo schermo.

-Pronto?- rispose, non staccando mai gli occhi dai miei. -Sì mamma, sono da Megan. Poi ti spiego.- alzò gli occhi al cielo, facendomi ridere. -Sì. Ciao!- staccò la chiamata, riposando il cellulare nella tasca.

«Qualcosa mi dice che io ero l'unica che non sapeva dei tuoi sentimenti.» incrociai le braccia al petto, guardandolo.

Non mi rispose ma si abbassò ad avvolgere un braccio attorno alle mie gambe e a prendermi in spalla, come un sacco di patate.
Sapevo già che non mi avrebbe mai messa giù, neanche se avessi protestato, quindi mi limitai a ridere.
Mi lasciò cadere sul letto con un tonfo e si sdraiò al mio fianco, piegando un braccio sotto la sua testa mentre con l'altro mi avvolgeva entrambe le spalle.

«Sì.» rispose finalmente, confermando i miei dubbi. «I nostri genitori se ne sono accorti molto prima di noi stessi.»

Poggiai la testa sul suo petto mentre la mia mano disegnava dei cerchi immaginari su di esso.

«Non posso crederci che tutto ciò che stavo cercando era proprio davanti ai miei occhi, per tutto questo tempo.» dissi, accennando un sorriso.

«Già, e non era né Sebastian, né Kimberly.» disse scandendo bene il nome di Sebastian.

Alzai il viso verso il suo, trattenendo una risata per il modo in cui aveva pronunciato il suo nome.

«Né lui, né Kimberly.» gli confermai.

Quella sera restammo a parlare per non so quanto tempo, ma fortunatamente il giorno dopo non dovevamo lavorare poiché il sabato e la domenica eravamo chiusi.

Mi stropicciai gli occhi con la mano prima di aprirli completamente e trovare Connor che mi fissava con un sorriso sulle labbra.

«Buongiorno.» mi disse sorridendo.

«Buongiorno.» gli rivolsi un sorriso, allungandomi poi a baciarlo a stampo. «Devo mandare un messaggio a Sebastian per dirgli di vederci, così posso chiarire questa situazione.»

«Prima ci parli, meglio è.» annuì.

Recuperai il cellulare dal comodino e non appena lo schermo si illuminò notai una sfilza di notifiche di messaggi da parte di Sebastian, mia madre e il gruppo dei nostri amici.

«Hanno scritto nel gruppo.» avvisai Connor, il quale recuperò subito il suo telefono.

Iniziammo a leggere insieme i messaggi che avevano mandato.

"Stasera tutti a casa mia per il karaoke, ci siete?" Scrisse Colton.

"Noi ci siamo." Scrisse Meredith, includendo anche Danny.

In quel momento un flashback della sera prima mi tornò in mente.

«Purtroppo devo andare, si è fatto tardi e domani devo svegliarmi presto per quel caso che ti dicevo prima.» Disse Sebastian, alzandosi dal divano.

Aprii subito la sua chat, leggendo il messaggio che mi aveva mandato quella mattina, mentre Connor continuava a leggere i messaggi del gruppo.

"Buongiorno piccola! Spero tu abbia dormito bene.
Oggi credo proprio di essere impegnato per tutta la giornata, per quel caso.
Nonostante ciò, ci sarò alla serata karaoke di stasera, solo che ti raggiungerò direttamente lì, poiché credo di finir tardi.
Ci sentiamo appena posso!"

«Cazzo.» dicemmo io e Connor in coro.

Mi voltai a guardarlo e lui fece lo stesso, successivamente ripetemmo lo stesso gesto ma con i cellulari.
Sebastian aveva annunciato nel gruppo che ci avrebbe raggiunto in un secondo momento, proprio come mi aveva già accennato nel messaggio.

«Sono nella merda.» sbuffai, lasciandomi cadere all'indietro sul letto.


Parcheggiai fuori casa di Colton, spensi la radio ma restai ancora un po' in macchina tenendo salde le mani sul volante.
Ero in ansia per quello che sarebbe successo quella sera.
Sebastian non avrebbe reagito molto bene, anzi, ma non gliene facevo una colpa. La colpa era mia.
Mi dispiaceva averlo preso in giro, in un certo senso, perché non sapevo cosa provavo per Connor fino alla sera prima, quindi non ero neanche stata falsa con Sebastian.

Inspirai profondamente, decidendo finalmente di uscire dalla macchina.
Suonai il campanello una volta arrivata davanti alla porta, la quale venne aperta dopo una manciata di minuti da Colton.

«Hey amicaaa!» quasi mi urlò nelle orecchie quando mi tirò verso di sé per abbracciarmi.

«Quasi quasi mi rompevi un timpano, idiota.» risi, ricambiando l'abbraccio.

Si staccò da quest ultimo, chiudendo la porta alle mie spalle. «Ti stavamo aspettando, sono già tutti qui.»

«Tutti?» dissi, cercando di nascondere il nervosismo nella mia voce.

«Sì, Sebastian è arrivato proprio due minuti fa. La prossima volta ti voglio più puntuale!» mi rimproverò Colton, puntandomi il dito contro per poi ridere.

«Uhm sì, colpa mia.» forzai una risata, seguendolo nel salotto.

Il salotto di Colton era davvero molto grande, infatti aveva avuto la brillante idea di creare un piccolo palcoscenico su cui avremmo potuto 'esibirci' quando organizzava le serate karaoke.

I ragazzi erano tutti seduti sul grande divano posto davanti al palcoscenico. Lo salutai tutti con un bacio sulla guancia, compreso Connor, ed infine mi avvicinai a Sebastian, il quale non esitò a stamparmi un bacio sulle labbra.
Sentivo lo sguardo di Connor bruciare sulla pelle del mio viso ed io in quel momento volevo solo volatilizzarmi.

«Puoi seguirmi devo parl...» Iniziai a dire ma Meredith mi interruppe, tirandomi sul palcoscenico con lei.

«Sei arrivata per ultima, quindi inizi per prima.» mi disse, scegliendo una canzone da cantare insieme.

Fece partire "Stack it up" di Liam Payne ed io mi voltai a guardarla con stupore. Amavo quella canzone.

«So che non è un duetto, ma chissene.» rise.

Iniziammo a cantarla, fingendo di essere delle superstar in concerto e inventammo una coreografia sul momento, mentre gli altri applaudivano e fischiavano.
Una volta finita la canzone ci battemmo il cinque ridendo e scendemmo dal palcoscenico.

«Connor, tocca a te.» disse Meredith spingendolo verso il palco.

«Okay okay, so che siete miei fans sfegatati ma con calma!» disse facendoci ridere tutti.

Scelse lui stesso la canzone e fece partire la base mentre le parole comparivano sullo schermo accanto a lui.
Avrei potuto riconoscere quella canzone anche solo sentendo la prima nota: "Does He Know" degli One Direction.
Ero una loro fan sin dai tempi del liceo e ormai anche Connor, che non li seguiva tanto, conosceva la maggior parte dei testi delle canzoni, a causa mia.

«He knows about you in every way
He's memorized every part of your face
Inside and out, baby, head to toe
Yeah, he knows everything there is to know.
Your secret tattoo, the way you change moods
The songs that you sing when you're all alone
Your favorite band, and the way that you dance
But baby, baby.» cantò lanciandomi uno sguardo, tornando poi a guardare lo schermo.

Dal tono della voce che usò fece capire che era ironico, perché il ragazzo di cui parlava non sapeva del mio tatuaggio segreto, del modo in cui cambiavo umore o della mia band preferita.
Sapevo dove voleva andare a parare con quella canzone e con quelle frecciatine.
Voleva 'aiutarmi', ma così facendo si sarebbe ritrovato veramente con un occhio nero.

«Does he know you can move it like that?
Whoa-oh-oh-oh
Does he know you're out and I want you so bad
Oh-oh-oh-oh
Tonight you're mine, baby
Does he know that you'll never go back?
Oh-oh-oh-oh
Does he know?» cantò il ritornello, guardandomi di tanto in tanto.

Sebastian sembrava non essersi ancora reso conto delle sue intenzioni, stessa cosa per gli altri ragazzi, i quali si limitarono a far finta di essere dei fan. Le ragazze invece non facevano altro che alternare lo sguardo da me a Connor, siccome avevano seguito il suo sguardo.

Alzò gli occhi al cielo quando si accorse che Sebastian non aveva ancora capito nulla. «He'll never know
The way you lie when you look at me
So keep trying but you know I see
All the little things who make you who you are
So tell me girl
Does he know you can move it like that?
Does he know that you'll never go back?» mi guardò dritta negli occhi, cantando quella strofa.

Sentii la mano di Sebastian allentare man mano la presa sulla mia, quindi mi voltai verso di lui. Il suo sorriso era scomparso, il suo sguardo era fisso su Connor.
Si alzò di scatto, raggiungendo a grandi falcate Connor sul palco, a cui tirò un pugno dritto in faccia.

Li raggiunsi, prima che Connor potesse ripagarlo con la stessa moneta, e mi posizionai tra i due cercando di tenerli il più distante possibile.

«Come cazzo ti sei permesso di avvicinarti alla mia ragazza?» sputò fuori Sebastian.

«Non è la tua ragazza!» sbottò fuori Connor.

«Vedi? È per questo che ti volevo lontana da lui.» mi disse Sebastian, puntando gli occhi nei miei.

«Già, perché tu non sei capace di darle nulla se non regali.»

Mi voltai verso Connor, fulminandolo con lo sguardo.

«Ti volevo parlare proprio di questo appena sono arrivata.» dissi a Sebastian, prendendogli poi la mano e portandolo sul patio, così da stare soli.

Si sedette su uno dei divanetti di vimini posti lì fuori,  passandosi una mano tra i capelli.
Mi morsi il labbro inferiore guardandolo, iniziando poi a camminare avanti e indietro per calmare un po' l'ansia che cresceva dentro di me.
Mi sedetti infine accanto a lui, ricevendo subito la sua attenzione.

«Ci tengo subito a precisare che non ho mai finto con te, neanche ieri sera. Dopo che sei andato via, Connor è venuto da me per sfogarsi sulla rottura con Kimberly.» gli spiegai, guardandolo negli occhi, «Tutto quello che ho fatto con te l'ho fatto con il cuore, perché volevo farlo. Però...» mi presi una pausa, abbassando lo sguardo sulle mie mani. «Però quando io e Connor ci siamo baciati ho capito perché non riuscivamo ad avere una forte connessione, se sai quello che intendo.» Tornai a guardarlo negli occhi.

Lui annuì, per dirmi che aveva capito cosa intendevo.

«E mi dispiace se in questo momento ti sto facendo del male, Sebastian. Mi dispiace averti fatto sprecare tempo con una persona che è sempre stata confusa su tutto ciò che fa.» risi amaramente, scuotendo la testa.

Le sue mani raggiunsero le mie e le strinse entrambe. «Ora che mi hai spiegato la dinamica delle cose, posso dirti che mi è tutto chiaro. Vorrei solo che me ne avessi parlato appena sei arrivata, ma sei stata trascinata via.»

«Mi dispiace per il modo in cui Connor te l'ha fatto capire.»

Alzò le spalle, rivolgendomi poi un sorriso e allargando le braccia per far si che lo abbracciassi.
Gli sorrisi quindi e lo abbracciai, avvolgendo le braccia attorno al suo busto.

«Non devi sentirti in colpa, comunque.» Mi disse, accarezzandomi la schiena. «Non puoi comandare i tuoi sentimenti.»

Si staccò dall'abbraccio e ci alzammo in piedi. Infilò le mani nelle tasche dei pantaloni, rivolgendomi un sorriso.

«Ci si vede, allora.»

Annuii sorridendogli.
Mi salutò con un cenno del capo, allontanandosi e raggiungendo la sua macchina.

Rientrai in casa trovando tutti i miei amici a fissarmi con un sorriso sulle labbra. Scossi la testa, trattenendo un sorriso mentre sospiravo.

«Smettetela di guardarmi come degli idioti.» Li rimproverai. «Mi dispiace di avervi rovinato la serata.»

«Oh no, non ci hai rovinato nulla, tranquilla.» Mi disse Louise, sorridendomi.

«Dov'è Connor?» chiesi loro, che mi risposero indicando tutti il bagno.
A quel gesto non potei fare altro che ridere. «Siete incredibili.»

Raggiunsi il bagno e ci entrai, chiudendomi la porta alle spalle. Connor era davanti lo specchio che cercava di disinfettarsi il taglio sul labbro ma appena vide il mio riflesso, si voltò verso di me.
Lo feci sedere sullo sgabello accanto al lavandino, presi una garza pulita e iniziai a disinfettargli il taglio.

«Ti avevo avvisato.» Gli dissi, guardandolo negli occhi.

«E io ti avevo detto che non m'importava.» Sorrise, per poi fare una smorfia di dolore.

«Sei un'idiota.»

«Lo so» avvolse le braccia attorno alla mia vita, tirandomi più vicina a lui, «ma per stare con te farei di tutto.»

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