•american idiøt•

Tornò a casa esausta.

"Che palle oggi" era tutto ciò che stava pensando in quel momento.

Odiava la sua scuola.

E ancora di più i suoi compagni.

Davanti alla classe aveva detto di suonare la chitarra elettrica.

Grosso errore.

L'avevano sfidata a suonare davanti a loro, e lei non aveva esitato ad accogliere volentieri la loro richiesta.

Afferrò la custodia della sua chitarra, coperta di stickers, scritte e disegni, e tirò fuori il suo strumento.

Era il suo piccolo gioiello.

Lei, con pazienza e accuratezza, lucidò la cassa verniciata di nero e coperta di glitter dello stesso colore, cambiò la corda che si era rotta il giorno prima e accordò le altre.

Quando fu certa che fosse perfetta, la rimise nella sua custodia e la appoggiò contro il muro.

"Domani gliela faremo vedere, tesoro mio..."

~•~

Il giorno dopo si svegliò determinata.

Afferrò lo zaino, la chitarra e i suoi vestiti, appoggiò i primi due davanti alla porta d'entrata, poi entrò in bagno a lavarsi e cambiarsi.

Fece colazione, salutò la madre, si infilò giubbotto e scarpe e uscì, correndo alla fermata dell'autobus, con lo zaino che le batteva sulla schiena e la chitarra stretta tra le braccia.

Quando salì sul mezzo, buona metà dei passeggeri si girò a guardarla, cosa che lei odiava.

Insomma, sapeva di essere bellissima, ma così esageravano.

"Okay, basta ego smisurato" pensò lei tra sè e sè.

Arrivata a scuola, scese dal bus, o meglio venne trascinata fuori da un'ondata di studenti simile ad un branco di bufali in fuga.

Entrò in classe e si sedette al suo banco, poggiando lo zaino a terra e la custodia sulla sedia vicino alla sua.

Prese il diario e controllò l'orario proprio mentre il resto dei suoi compagni facevano il loro ingresso nell'aula, con tanto di casino composto da chiacchiere, risate, zaini che venivano buttati a terra e l'orribile scricchiolio delle sedie trascinate sul pavimento.

Poi si accorsero di lei. E della chitarra che aveva di fianco.

In breve, la povera ragazza si trovò circondata dai suoi compagni, che la stavano sommergendo di domande.

Lei tentò di rispondere, ma in quel momento il loro prof di inglese entrò.

Adorava quell'uomo.

Quel giorno indossava una maglietta dei Blink-182.

"PROF!" Lo chiamò. La calca che l'aveva attorniata scomparve.

"Si, dimmi"

Lei prese un bel respiro e si alzò, prendendo la custodia, posandola sul banco e aprendola.

"I miei compagni mi hanno lanciato una sfida: suonare davanti a loro. Le dispiacerebbe se rubassi cinque minuti dalla sua lezione?"

Lui spostò lo sguardo da lei allo strumento e sorrise.

Chiamò un ragazzo e gli chiese di prendere l'amplificatore in aula di musica.

Gli occhi di lei brillarono. Aveva seriamente acconsentito ad una richiesta così particolare da parte di una studentessa?

Quando ebbe l'amplificatore tra le mani lo attaccò all'interruttore, collegando poi la sua chitarra.

Si prese un minuto per verificare l'accordatura, poi si infilò la cinghia a tracolla e si piazzò davanti alla cattedra.

Prese un respiro profondo, chiudendo gli occhi, e attaccò di botto col riff iniziale.

Don't wanna be an American Idiot

Don't want a nation under the new media

And can you hear the sound of hysteria?

The subliminal mind fuck America

Prese a passeggiare sul corridoio tra le file di banchi, salendo sopra ad una sedia e poi sul piano vuoto del banco corrispondente, cominciando a battered

Welcome to a new kind of tension,

All across the alien nation

Where everything isn't meant to be okay

Television dreams of tomorrow,

We're not the ones we're meant to follow

For that's enough to argue

Battè il ritmo dell'assolo di batteria col piede a terra e con le dita sulla superficie di un banco.

Riafferrò la chitarra ed eseguì il riff

Don't wanna be an American Idiot

One nation controlled by the media

Information age of hysteria

It's calling out to idiot America

Di colpo, salì sul banco di un suo compagno, si portò una mano alla fronte per un saluto militare e raccolse tutta la forza che aveva nelle gambe, spingendosi all'indietro e facendo un backflip a dir poco perfetto, stringendo a sè la chitarra.

Quando atterrò, eseguì il riff finale e staccò le mani dalla chitarra, inspirando ed espirando lentamente, nel tentativo di riprendere fiato e far cessare l'adrenalina che le scorreva nel sangue.

Tutti la fissavano a bocca aperta.

Dietro di lei, si sentì un lieve battito di mani.

Altre persone dai banchi in fondo si alzarono in piedi applaudendo talmente forte da spellarsi le mani.

In breve, l'intera classe stava urlando e fischiando, il fracasso che rimbombava nell'aula.

Lei sorrise. Si portò al centro della stanza e fece un'inchino, poi tornò al suo posto e sistemò le sue cose.

Il resto della giornata fu composto solo di sorrisi, risate e assoli di chitarra.



Angolo autricia

BELLA GENTE

FINALMENTE CE L'HO FATTA

NON RIUSCIVO PIÙ A SCRIVERE LOL

SORRY

~mad skull

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