Capitolo 4- Diamond City

Il viaggio verso Diamond City proseguì per diversi chilometri, era quasi calato il sole, ma secondo il Pip-Boy non mancava molto all'ingresso della città.

Nel mentre che camminavano, l'unica sopravvissuta condivideva un po' della sua acqua col compagno di viaggio, Preston. Dopo tutte quelle ore di camminata, ci voleva qualcosa di fresco.

Anche perché non fu un viaggio semplice, fra predoni, ghoul e supermutanti ebbero il loro bel da fare. Soprattutto contro quest'ultimi.

I supermutanti erano degli esseri umani mutati dal VEF: il Virus ad Evoluzione Forzata. Doveva essere usato per sconfiggere alcune malattie e ad altri esperimenti a scopo scientifico, ma come ci aveva insegnato la storia, l'umano commetteva spesso errori di superbia volendo elevarsi a Dio. Ed ora, per il Commonwealth e oltre, vagavano questi enormi mostri verdi dal comportamento ottuso e aggressivo. Attaccavano interi villaggi: uccidendo, saccheggiando o nel peggiore dei casi.... mangiando le proprie vittime. Usavano armi convenzionali e conoscevano il linguaggio umano, sebbene non dimostrassero grande intelligenza. Anche se non furono particolarmente difficili da sconfiggere.

Fra il generale e il suo braccio destro vi era un po' di distanza, diciamo che Preston non accettava al cento percento la decisione di Rei di entrare nella Confraternita d'Acciaio. Così la donna gettò alla sue spalle la lattina d'acqua ormai vuota e prese subito la parola.

<<Dobbiamo parlare.>>
<<Riguardo a cosa, generale?>>
<<Andiamo Preston, non fare il finto tonto. Sai bene a cosa mi riferisco.>>

Disse l'unica sopravvissuta, roteando gli occhi dalla parte opposta, come a evidenziare quanto fosse seccante girarci intorno.

<<Non credo ci sia nulla di cui discutere. Hai già preso la tua decisione.>>
<<Come sarebbe a dire "non c'è nulla di cui discutere"?  È da quando abbiamo lasciato Cambridge che mi tieni il broncio.>>
<<E a me pare di averti avvisato su cosa comporta stare con la Confraternita e di quali persone stiamo parlando.>>
<<Oh andiamo! Questo è veramente ridicolo...>>

Iniziarono quindi a discutere animatamente più di prima, era difficile comprendere dato che parlavano l'uno sopra l'altro. Al che, Dogmeat abbaiò distraendoli e facendo notare la presenza di una torretta sopra una specie di fortino. Poi videro i cartelli e una scritta "Diamond City" con una freccia che indicava a destra.

<<Ci siamo!>>

Disse la donna del Vault.

Seguirono le indicazioni fino a ritrovarsi davanti a un enorme cancello chiuso. Una ragazza dai capelli corvini e occhi verdi, vestita con un impermeabile rosso e un berretto; sembrava star discutendo con un interfono, o meglio, con la persona al di là della porta. Questa sbraitava ad alta voce, volendo entrare.

<<Che significa che non puoi aprire?! Smettila di scherzare, Danny! Sono qui allo scoperto, porca puttana!>>
<<Ho ordine di non farti entrare, Piper. Mi dispiace, faccio solo il mio lavoro.>>

Il Minutemen si avvicinò con il capo al suo generale, come a volerle sussurrare qualcosa a bassa voce.

<<Mi sembra piuttosto accesa come situazione... generale?>>

Ma Rei sembrava concentrata su altro da vedere, precisamente sul fondoschiena della ragazza davanti a lei. In un certo senso se la stava mangiando con gli occhi, e solo allora decise di avvicinarsi a lei, mentre quest'ultima sbraitava senza freni contro l'uomo dall'altra parte del cancello. Questo disse qualcosa riguardante un articolo scritto dalla ragazza di nome Piper, che il sindaco era furioso e la città era in agitazione. Questo non sembrava importare alla sopravvissuta del Vault, che poggiò una mano contro l'enorme portone, attirando l'attenzione della sconosciuta.

<<Allora... vieni spesso da queste parti?>>
<<Io ci vivo qui, ma... aspetta, tu vuoi entrare a Diamond City?>>
<<Naturalmente, zuccherino.>>

Disse Rei con tono ammiccante, e anche se Piper sembrava confusa dal comportamento della nuova arrivata, poteva usarla per creare una messinscena. E così fece! Facendo credere all'uomo nell'interfono ci fosse una mercante vicino a lei.

<<Uff, d'accordo! Non c'è bisogno di farne una questione personale, Piper! Dammi un minuto.>>

Il meccanismo del cancello iniziò a emettere un rumore assordante, ma per lo meno si stava aprendo. La nuova ragazza invitò la sopravvissuta del Vault ad entrare, prima che scoprissero il loro tranello, ma questa controbatte.

<<Prima le signore.>>
<<Ma generale, anche tu sei una signora.>>

Corresse il Minutemen con affianco il cane.

<<Silenzio, Preston. Ci sto provando con la giornalista.>>
<<Cosa?!>>

Si chiese Piper stupita. L'uomo dagli abiti coloniali sembrava abbastanza confuso, tanto che guardò Dogmeat facendo le spallucce.

Oltre il cancello sembrava esserci come l'ingresso di una biglietteria, perché di fatto Diamond City era piazzata dentro un enorme stadio. Un uomo vestito elegantemente, baffuto e piuttosto in carne rimase stupito nel vedere la giornalista in impermeabile rosso.

<<Piper! Chi ti ha fatta entrare? Avevo detto a Sullivan di tenere chiuso quel cancello. Subdola diffamatrice e agitatrice di folle! Il livello di disonestà del tuo giornale è... farò smontare le vostre macchine tipografiche per ricavarne i pezzi!>>

<<Ohh... è una dichiarazione, signor McDonough? "Sindaco tiranno censura la stampa"? Perché non chiediamo alla nuova arrivata, sostieni i giornali? Perché il sindaco minaccia di buttare nella spazzatura la libertà di parola.>>

La risposta di Rei era dettata sì dal suo pensiero verso la stampa, ma anche dal suo evidente interesse verso la giornalista.

<<Ho sempre creduto nella libertà di stampa.>>

Con tanto di occhiolino rivolto proprio verso Piper. Preston assistendo alla scena sospirò esasperato. Non era di certo la prima e nemmeno l'ultima volta che vedrà quanto potesse essere poco serio il suo generale, delle volte, sempre...

Quello che sembrava essere proprio il sindaco di Diamond City, McDonough, mise le mani avanti, rivolgendo un sorriso d'accoglienza verso i nuovi arrivati.

<<Oh, non volevo trascinarti in questa discussione! No, no, no... sembri adatta a vivere a Diamond City. Ti do il benvenuto nel verde gioiello del Commonwealth. Sicuro. Felice. Un luogo in cui arrivare, spendere i propri soldi e...>>
<<Andarsene?>>

Disse la donna interrompendo il sindaco sul più bello, facendo ridere di gusto la giornalista.

<<Stabilirsi!>>

Corresse il sindaco senza scomporsi dalla sua falsa parlantina amichevole, era evidente nascondesse qualcosa.

<<Non farti convincere del contrario da questa giornalista da quattro soldi, d'accordo?>>
<<Non che sia stato sto grande benvenuto.>>

Disse l'unica sopravvissuta del Vault con sarcasmo, ma Piper non sembrava averlo capito fino in fondo, dato che volle utilizzarlo come pretesto per attaccare ulteriormente il sindaco.

<<Ti ha beccato McDonough, non tutti si lasciano ingannare da quel tuo sorriso da squalo!>>

Il sindaco tossì nervosamente, per poi chiedere al generale dei Minutemen per quale motivo si trovasse lì.

<<Sto cercando una persona.>>
<<Ah davvero? E chi?>>
<<Un bambino, rapito.>>
<<Hai detto "rapito"?!>>

Chiese Piper sconvolta da quella dichiarazione. Per poi continuare...

<<Ebbene McDonough? La sicurezza di Diamond City indagherà? E che mi dici di tutte le altre segnalazioni di rapimenti che state ignorando?>>
<<Non ascoltarla. Sebbene mi addolori per la tua situazione, sono sicuro che troverai qui l'aiuto che stai cercando.>>

Non sembrava molto rassicurante quanto detto da Piper. Se proprio doveva scegliere a chi credere, di certo McDonough non valeva in quest'equazione. La donna volle comunque fare un tentativo, rivolgendosi proprio a lui.

<<Un sindaco deve conoscere proprio tutti, a chi potrei rivolgermi?>>

Ma non sembrava molto propenso a rispondere alla domanda di Rei, evidentemente la persuasione non funzionava con lui. Era sempre più evidente che nascondesse qualcosa.

<<Mi dispiace non avere tempo per altre domande. Sono un uomo impegnato. Goditi la tua permanenza nella nostra bella città!>>

E Piper era abbastanza indignata dall'indifferenza del sindaco sull'argomento dei rapimenti, e anche Preston, il quale stava osservando la scena divenne sospettoso quanto il generale. Il sindaco se ne andò, non prima di aver minacciato la giornalista di cacciarla via, se avesse scritto altri articoli diffamatori.

La ragazza diede appuntamento a Rei nel suo ufficio, così che potessero parlare e scrivere un articolo proprio su di lei. Non restava che entrare dentro lo stadio, ma l'espressione della donna del Vault divenne assai più cupa non appena vide la vastità del campo da gioco, che adesso era stato reso una baraccopoli.

<<Va tutto bene, generale?>>
<<Tutto bene? Mh, fammici pensare... no. Nulla va bene: il sindaco sembra ignorare i rapimenti e non intende aiutarmi, e il mio stadio preferito è stato trasformato in un insieme di baracche. Mi chiedo che cazzo sono venuta a fare qui.>>
<<Comprendo il tuo stato d'animo, ma forse dovremmo restare e dare un'occhiata in più, prima di tornare a Sanctuary.>>

La donna sospirò, in effetti il compagno non aveva torto, ma la frustrazione accumulata iniziava a essere pesante da sopportare. Decise di mettere parte questo pensiero, ne avrebbe approfittato per godersi i lussi di Diamond City. Anche per fare una sosta e mangiare qualcosa. Sembrava esserci un ristorante di ramen giapponese, gestito da un robot Protectron. Questo allora chiese ai due mentre mescolava i noodles nella pentola.

<<Nan-ni shimasho-ka?>>

Ma ovviamente non capivano il giapponese, e rimasero perplessi.

<<Che cosa ha detto?>>
<<Meglio se gli dici di sì, è l'unica cosa che capisce.>>

Disse un colono che stava pranzando al tavolo accanto al loro.

<<Ehm... sì, per due!>>

E l'automa, senza chiedere altro, anche perché non poteva, eseguì.

I due presero posto al tavolo davanti al robot, esattamente come in Giappone: i piatti venivano preparati davanti ai clienti.

Visto che erano lì, Preston volle approfittare per chiarire la situazione creata prima col generale.

<<Rei... ehm, generale. Io voglio scusarmi per il mio comportamento. Non ho alcun diritto a contestare le tue scelte e rimanere arrabbiati non ha alcun senso. La mia unica preoccupazione, è che tu possa scegliere di non aiutarci più, in favore della Confraternita.>>

La donna guardò il Minuteman per qualche istante, prima di dargli un buffetto sul naso e scoppiare in una lieve risatina.

<<Credevi sul serio fossi arrabbiata per quella faccenda? Okay, forse un po'. Ma non abbandonerò mai i Minutemen, di questo puoi fidarti ciecamente. Confraternita o meno. Loro potrebbero aiutarmi a trovare mio figlio.>>

Ed era una mezza verità, lo faceva per quest'obiettivo, ma principalmente per realizzare la sua carriera da soldato. Non stava dicendo tutta la verità al compagno, ma era per un bene superiore.

Finito di mangiare, poterono farsi un giro per i vari negozi esposti della città, ma quello che catturò maggiormente la loro attenzione fu l'emporio di armi. Un simpatico uomo messicano diede loro il benvenuto, invitandoli ad avvicinarsi.

<<Benvenuti a Diamond City, io mi chiamo Arturo Rodriguez e gestisco questo posto. Se parliamo di armi di fuoco o qualcosa di ravvicinato, è da me che dovete venire!>>

Di certo sapeva come catturare l'attenzione. Fortunatamente lungo la strada erano riusciti a procurarsi dei tappi, fra l'esplorazione di un edificio e l'altro, si trovavano parecchi tappi abbandonati nei cassetti. E anche i vari predoni uccisi avevano molti tappi nelle tasche, probabilmente rubati a chissà quali famiglie.

L'uomo della bottega osservò meglio la donna che guardava la sua merce e affermò.

<<Aspetta! Ma tu sei la donna del Vault!>>
<<Wow, la mia fama mi precede. Ci conosciamo per caso?>>
<<Personalmente no! Ma tu hai aiutato la fattoria di mia sorella contro quei predoni, quindi lascia che ti faccia uno sconto generoso sulla merce. E ti regalo anche queste fondine per te e il tuo amico, mi sono appena arrivate!>>

L'unica sopravvissuta volle approfittare di quest'offerta per armarsi meglio. Arturo possedeva una vasta gamma di armi, armature e soprattutto munizioni. Fece scorta di queste e poi volle comprare un fodero per il suo fucile laser, così da portarlo a tracolla. Prese qualcosa anche per il suo amico a quattro zampe, procurando lui una comoda borsetta fatta a posta per cani.

Anche Preston prese qualche munizioni della sua 44 e celle di fusione per il moschetto, ma Rei sentiva come se mancasse qualcosa. Poi ricordò di avere un manganello come unica arma da mischia, e fu allora che le venne in mente di una sua passione al liceo: la scherma.

<<Arturo, hai per caso qualche spada?>>
<<Una spada, dici? Mhh... credo di avere qualcosa per te!>>

Il mercante varcò una porta rossa alle sue spalle, forse il suo ripostiglio e tornò con un fodero. Al suo interno vi era una classica spada rivoluzionaria, ma dall'aspetto sembrava quasi perfettamente conservata. Forse veniva da qualche museo saccheggiato. Rei volle dare un'occhiata all'arma prima di acquistarla, ma non aveva alcun dubbio, era perfetta.

<<È tua per duecento tappi. E ti regalo anche il fodero.>>
<<La prendo.>>

Consegnò quindi il sacchetto contenente i tappi e indossò il fodero in modo da farlo agganciare alla sua cintura. Adesso come armi possedeva: una pistola dieci millimetri, un fucile da caccia, il fucile laser del Paladino Danse e una spada.

Avevano speso quasi tutti i loro tappi per comprare quella merce, ma ne sarebbe valsa la pena visto che poteva salvare loro la vita. Non restava altro, se non andare a trovare Piper nel suo ufficio.

Si diressero al Pubblish, negozio nel quale era possibile acquistare i giornali prodotti dalla ragazza e la sorella minore Nat. Bussarono un paio di volte, ma la porta era aperta, quindi immaginavano che in casa ci fosse qualcuno.

<<È permesso? Possiamo entrare?>>
<<Vieni pure! Sto arrivando!>>

Dal piano di sopra, scese l'affascinante giornalista dall'impermeabile rosso, che accolse i due col sorriso.

<<Prego, accomodatevi! Non abbiamo avuto ancora il tempo di fare le presentazioni. Spero che il sindaco non vi abbia spaventati più del dovuto.>>
<<Deve ancora nascere la persona in grado di farmi paura.>>

Fatte quindi le dovute presentazioni, sembrava arrivato il momento dell'intervista, ma Rei sembrava confusa da un soprannome dato dalla giornalista: "Blu".

<<Perché mi chiami così?>>
<<Beh, indossi una tuta blu come abitante del Vault, no? E poi quel Pip-Boy e quell'aria da pesce fuori dall'acqua tendono a tradirti.>>
<<Puoi chiamarmi come preferisci, cara.>>

Disse la donna con tono ammiccante, e Piper si sventolò una mano davanti al volto come se fosse accaldata. In un certo senso stava ricambiando quel palese flirt nei suoi confronti.

<<Comunque sia, facciamo un patto: tu mi concedi un'intervista, la storia della tua vita su carta, Diamond City ha bisogno di un punto di vista esterno al Commonwealth; ed io prometto di venire con te. Ti servirà sicuramente aiuto in questo mondo, dico bene?>>
<<Audace da parte tua, ma un nuovo membro della squadra è sempre ben accetto. D'accordo, Piper. Ci sto.>>
<<Bene, mettiamoci al lavoro.>>

Dopo essersi sedute, la giornalista prese carta e penna, in modo da segnarsi eventuali spunti per il suo articolo di giornale. Preston decise di uscire con Dogmeat, in caso volessero stare un po' sole le ragazze. Piper allora, prese la parola pronta a scrivere in qualsiasi momento.

<<Allora, sappiamo che vieni da un Vault, come descriveresti la vita al suo interno?>>
<<Piuttosto fredda, quanto i loro dipendenti. Eravamo ibernati io e la mia famiglia. Non abbiamo trascorso molto tempo nel Vault.>>
<<Aspetta... vi hanno rinchiusi nel frigo per tutto questo tempo? Quindi siete nati prima della guerra?>>
<<Esatto, ho più di duecento anni.>>

Piper sembrava incredula, ma prese ugualmente appunti con fare interessato, commentando poco dopo.

<<Oh mio dio... "la donna fuori dal tempo". Allora, hai visto il Commonwealth e Diamond City. Come sono rispetto alla tua vecchia vita?>>
<<Non si possono paragonare. Il mondo là fuori? Non è neanche lontanamente simile a quello che ho lasciato. Ho sperato con tutta me stessa che fosse solo un brutto sogno... ma così non è stato. Però in un certo senso, vedere la gente tentare di ricostruire il mondo, dà speranza.>>
<<È... sorprendentemente ispirato, Blu. Lo citerò sicuramente.>>

Sembrava piuttosto soddisfatta dalla risposte ricevute, infatti scrisse velocemente, quasi impaziente di passare alla prossima domanda.

<<Ora, la domanda principale. Hai fatto tutta questa strada per cercare qualcuno... chi?>>

E quella domanda, fece tornare alla mente brutti ricordi alla donna. Se in un primo momento avrebbe pianto e si sarebbe disperata come una qualunque madre preoccupata. Quel pensiero, iniziava a darle forza e coraggio, in modo da poter andare avanti.

<<Mio figlio Shaun, è stato rapito. Non ha nemmeno un anno.>>
<<Il genitore che cerca il figlio scomparso... *sigh* è sempre toccante. Dimmi, sospetti che l'Istituto sia coinvolto?>>

E nella mente di Rei si aprirono molti interrogativi. Sentì parlare dell'istituto e dei loro sintetici solamente da Danse, ma non aveva minimamente pensato che potessero essere loro la causa. La donna allora chiese perché proprio l'Istituto, e Piper rispose che la maggior parte delle sparizioni e rapimenti erano dovute proprio all'Istituto. Non ne era sicura, ma tutto iniziava ad avere un senso, forse era proprio da questo che avrebbe trovato le risposte. Anche se un dubbio continuava a ronzarle in testa: la persona che aveva ucciso suo marito e rapito il suo bambino.

<<Può darsi, ma è stato un uomo a prendere Shaun, non un gruppo misterioso.>>
<<Lo spero proprio. Perché se sono coinvolti loro, le cose non faranno che peggiorare.>>

E dopo aver scritto anche quell'ennesimo appunto, sembrava arrivato il momento del gran finale.

<<Dunque, per la parte finale della nostra intervista, voglio che tu ti rivolga direttamente a Diamond City. La piaga dei rapimenti viene spesso ignorata dal Commonwealth. La gente preferisce fingere che non esista. Che cosa diresti a qualcuno che ha perso una persona cara e che troppo spaventato... o insensibile... per andare a cercarla?>>

Rei

<<Direi di non perdere la speranza, non importa quanto ci si voglia arrendere. Non bisogna farlo. La speranza di rivederli vi darà la forza di lottare e di scoprire la verità.>>

Le mie sono parole che vengono dal cuore e dalla mia voglia di rivedere Shaun. So bene che non tutti possono essere come me, e probabilmente nessuno mi ascolterà. Ma se questo messaggio potesse raggiungere anche solo una di queste persone, io ne sarei felice. Perché potrei aver dato la forza di reagire a chi ha perso un proprio caro.

Piper mi sembra soddisfatta delle mie parole, infatti mi sorride, appuntandosi le ultime cose. Ha un che di adorabile nel suo modo di scrivere e quello in cui ti ascolta.

<<Un finale molto intenso, Blu. Grazie. È tutto! Ci vorrà un po' per sistemare qualche pezzo, ma sento che la tua storia farà parlare parecchio Diamond City.>>
<<Ne sono felice, la gente merita di sapere che non è sola. Che nessuno li ha abbandonati.>>
<<Vedo che siamo sulla stessa linea. Ad ogni modo, ho accettato di venire con te, no? Quando vuoi devi solo chiedere, non vedo l'ora di scoprire dove ci porterà questa storia.>>

Con Piper ho guadagnato un altro prezioso alleato, lei sicuramente con la sua parlantina sarà molto utile per raccogliere informazioni. Ed è anche un'ottima confidente, potremmo diventare ottime amiche... o chissà.

<<Che aspettiamo, allora? Vieni con me, ti farò vedere Sanctuary, il posto in cui vivo attualmente e vivevo prima della guerr-...>>

Vengo interrotta dall'abbaiare di Dogmeat, ed è lì che Preston apre la porta di scatto.

<<Generale, Piper, venite a vedere, presto!>>

Ci precipitiamo all'esterno, e la scena è quantomeno inquietante... Un uomo sta puntando la pistola verso quello che sembra essere suo fratello. Le guardie della città sono in allerta intorno a lui, in attesa di qualche mossa falsa.

<<Non muoverti, sintetico! Cosa ne hai fatto del vero Riley? Dov'è mio fratello?!>>
<<Te lo giuro, non sono un sintetico! Non sparare! Per Dio, siamo fratelli!>>

Le guardie cercano di convincerlo ad abbassare le armi, ma l'uomo armato non arretra ed è pronto a fare fuoco. Devo fare qualcosa o qui finirà in tragedia.

<<È un sintetico, ci ammazzerà tutti!>>

La guardia ha levato la sicura, cerco di correre verso di lui per provare a fermarlo, ma il colpo è già partito e ha trapassato il cranio dell'uomo con la pistola. Il fratello urla disperato, inginocchiandosi davanti al suo cadavere.

<<Kyle, no!>>

La scena è raccapricciante... ma per quanto sia effettivamente macabro, la cosa più inquietante è l'indifferenza delle guardie o dei cittadini. Liquidano questa faccenda come un banalissimo incidente, fregandosene del fatto che abbiano appena ucciso un uomo. Avrebbero potuto risolverla in qualunque modo, ma hanno preferito ucciderlo. Una guardia ordina ai civili di allontanarsi e quando si avvicina a noi per dirci la stessa cosa, sono quasi tentato di piantargli una pallottola in testa. Preston però, mi fa capire che forse non è il caso di sporcarsi le mani, ma nel suo sguardo leggo i miei medesimi pensieri.

Diamond City... così bella all'esterno, ma marcia, schifosa e menefreghista al suo interno.

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