Capitolo 3- Cambridge
Il risveglio per Rei non fu dei più belli. Non era riuscita minimamente a chiudere occhio, ed anzi, si sentiva più stanca di prima. Il Pip-Boy segnava le sei del mattino, alle prime luci dell'alba. Anche il suo robot domestico lo fece presente, sottolineando la bellezza di questo momento della giornata.
<<Madre natura non cessa mai di stupirmi, nonostante la devastazione della guerra, l'alba è sempre bellissima.>>
L'unica sopravvissuta del Vault, risveglia anche il suo cane, andando alla ricerca di Preston, che era davanti all'ingresso di Sanctuary nella sua ronda di sorveglianza. Questo si accorse della donna e la salutò col sorriso.
<<Buongiorno generale, dormito bene?>>
<<Domanda di riserva?>>
Disse la donna andando a strofinarsi l'occhio destro, in evidente stato di sonnolenza. Aveva visto così tante cose assurde in appena un giorno, che le era letteralmente impossibile pensare di dormire.
<<Okay, immagino male... Quando te la senti di partire, avvisami.>>
In effetti Rei doveva procurarsi delle scorte per il viaggio, qualche scatoletta di cibo era avanzata, ma sarebbe bastata per tre?
Codsworth si avvicinò alla padrona, porgendole una caraffa di acqua purificata.
<<Signora Parker, ecco a lei! Se è d'accordo, vorrei restare qui a Sanctuary. Credo che la mia presenza sia molto più utile qui.>>
<<Certo che sono d'accordo. Ci vediamo presto, e difendi questo posto.>>
<<Ma certo! Inoltre mi sento più sicuro col signor Garvey a farvi da spalla, vi auguro buona fortuna!>>
<<Grazie Codsworth, abbi cura di te.>>
Concluse il Minutemen congedandosi con il robot. Recuperato il poco cibo e l'acqua potabile, poterono finalmente incamminarsi.
Diamond City era letteralmente a sud della mappa, anche se trovare il punto esatto non era semplice. Fortunatamente, sulla strada trovarono una guida da sopravvivenza in un vecchio scantinato, che indicava l'esatta posizione della città. Fissato il punto sul Pip-Boy, era una strada tutta in discesa.
Camminarono per parecchi chilometri, e spesso si fermavano in alcune case abbandonate, alla ricerca di munizioni, risorse e spesso trovavano anche dei tappi. Spesso alcuni coloni o bande di predoni lasciavano indietro degli oggetti importanti, e siccome quei posti erano abbandonati, nessuno avrebbe contestato se li avessero presi.
<<Meglio di lasciarlo a qualche predone, dico bene?>>
<<Puoi dirlo forte. Tieni, acchiappa!>>
Disse lanciando all'uomo una pistola calibro 44. Armi parecchio potenti, ma le munizioni erano piuttosto rare.
<<Sicura di non volerla tu? Mi sembra un'arma più nelle tue corde.>>
<<Sì, ma io ho già tre armi, tu hai soltanto quel moschetto... E senz'offesa Preston, ma è difficile sparare velocemente con quel trabiccolo.>>
<<Non posso darti torto, ma mi ha salvato la vita in molte occasione. Ti ringrazio comunque del regalo.>>
Sorrise il Minutemen e il generale ricambiò. Di tanto in tanto, Dogmeat trovava anche degli oggetti lungo il cammino: come casse di esplosivi, munizioni o dei refrigeratori con dentro cibo ben conservato, oltre a bevande come la classica Nuka-Cola.
<<Wow, era un po' che non ne bevevo una. Duecento anni per precisione.>>
<<Aspetta, generale! Probabilmente avrà anche il sapore di duecento anni fa, ma potrebbero essere contaminate!>>
<<Ciò che non mi uccide, mi rende più forte. E poi sono tappi in più.>>
Stappò quindi la bevanda e iniziò a sorseggiarla strada facendo, si era conservata bene tutto sommato, anche se aveva perso un po' di sapore. Chissà da quanto era lì.
Superata la vecchia superstrada sospesa nel vuoto, raggiunsero la zona di Cambridge, una zona molto simile a Lexington per l'urbanizzazione.
<<Mi ricordo di questo posto. Prendevo spesso la metropolitana e avevano anche il mio negozio di vestiti preferito.>>
Preston però, non sembrava ascoltarla, era come preso da qualcos'altro. Uno stendardo catturò la sua attenzione.
<<Oh merda, guarda lì!>>
La donna diede un'occhiata a quella bandiera arancione indicata: raffigurava tre ingranaggi dietro una spada medievale, circondati da delle ali di fenice.
<<E allora? Mi sembra bandiera molto carina.>>
<<No generale! Quello è lo stemma della Confraternita d'Acciaio!>>
<<Confraternita d'Acciaio? E che diavolo sarebbe?>>
<<Lascia perdere, meglio evitarla come la pest- aspetta un attimo...>>
Si sentivano dei rumori di spari, ma non sembravano spari di un normale fucile. Inoltre si sentivano i versi di creature sofferenti, e fu lì che li videro.
Delle creature dall'aspetto orribilmente deforme, con la pelle quasi cadaverica e i vestiti strappati. Una di quelle strane cose cadde a terra, apparentemente senza vita.
<<Zombie? Ma che cazz...>>
<<Ghoul ferali! Meglio stargli lontano, se non vuoi essere contaminata dalle radiazioni.>>
I Ghoul ferali venivano spesso scambiati per degli zombie. Ma a differenza delle controparti fantastiche, questi erano esseri umani mutati dalle radiazioni, mandando la loro pelle in necrosi e rendendoli simili a dei cadaveri. Alcuni ghoul mantenevano la ragione, ed erano socievoli, condannati ad un'immortalità involontaria e spesso discriminati dal prossimo. I ferali invece, erano l'esatto contrario, avevano perso completamente la ragione e attaccavano indiscriminatamente chiunque.
Preston e Rei cercarono di avvicinarsi alla fonte degli spari. La vecchia stazione di polizia di Cambridge sembrava essere diventata un avamposto militare, con tanto di sacchi di sabbia e divisori in metallo a circondare il perimetro.
I ghoul ferali avevano superato le difese e stavano attaccando un uomo in armatura atomica, che sparava a tutti gli abomini col suo fucile laser.
<<Maledetti mostri, sparite!>>
Sembrava in difficoltà, visto dietro di lui vi erano un uomo ferito e una donna che lo stava soccorrendo, forse suoi compagni.
L'unica sopravvissuta e Preston si buttarono nella mischia, iniziando a fornire supporto all'uomo in armatura, sparando da due direzioni diverse e piano piano, sterminando tutti ghoul ferali. Non ci volle molto prima che i ghoul smisero di arrivare, dovevano essere tutti. Quell'uomo aveva sull'armatura lo stesso stemma che vi era sulle bandiere.
Questo si rivolse con tono autoritario ai due Minutemen.
<<Vi siamo grati per l'aiuto, civili, ma dite un po', cosa ci fate qui?>>
E Rei, come suo solito, scelse la via del sarcasmo, considerando il cosa avevano fatto.
<<Sono della disinfestazione. Ho sentito dire che avevate un problema coi ghoul.>>
<<Evitare le mie domande è un ottimo modo per farsi sbattere fuori dalla base. Provieni da un insediamento locale?>>
Non sembrava aver gradito lo scherzo, quindi lei mise da parte il suo lato ironico e riprese serietà.
<<Perché tutte queste domande? Dopotutto vi ho aiutati.>>
<<Hai ragione. Perdona la diffidenza, è che abbiamo avuto diversi problemi da quando ci siamo stanziati qui. Se vuoi restare, una mano in più ci farebbe comodo.>>
Preston aveva uno sguardo diverso, siccome aveva già annunciato di chi fosse quella base, forse non si trovava a suo agio.
<<Vi aiuterò, ma prima mi devi una spiegazione.>>
<<Suggerisco di andar via, generale.>>
L'uomo in armatura annuì alla richiesta della donna.
<<D'accordo. Sono il paladino Danse, della Confraternita d'Acciaio. Quelli laggiù sono lo scriba Haylen e il cavaliere Rhys.>>
<<Io sono Railey, ma puoi chiamarmi "Rei". Questo è il nostro fedele segugio e lui è Preston, il mio compagno.>>
Preferiva presentarli lei, visto che il Minuteman non sembrava intenzionato a farlo e Dogmeat non poteva farlo... Fatte le presentazioni, il paladino continuò.
<<Siamo in ricognizione, ma mi ritrovo con un uomo in meno e le nostre provviste scarseggiano. Ho cercato di inviare un S.O.S ai miei superiori, ma il segnale è troppo debole.>>
La scriba disse che l'antenna radio era in funzione, ma mancava un pezzo: il trasmettitore ad ampio raggio, ed era presente in posto chiamato "ArcJet system". Quindi l'obiettivo era chiaro, recuperare il pezzo e riportarlo nella stazione di polizia.
<<Che ne dici, ti va di dare una mano alla Confraternita d'Acciaio?>>
<<Ma certo! Contate pure su di me.>>
<<Generale... non dirai sul serio?>>
Intervenne il Minutemen con espressione contrariata. E il paladino, sentendolo, controbatte.
<<C'è qualche problema?>>
<<Ehm, no nessuno! Vi raggiungeremo a breve!>>
<<Splendido, quando ti senti pronta, fammelo sapere.>>
Bisognava affrontare l'argomento prima della missione. Altrimenti ci sarebbero stati solo battibecchi e questo non poteva permetterselo.
<<Si può sapere qual è il tuo problema, Garvey? Ti comporti in modo strano da quando siamo qui.>>
<<Generale, non c'è da fidarsi della Confraternita d'Acciaio. Si spacciano per i buoni, ma di fatto quello che vogliono è imporsi militarmente sul prossimo e razziare ogni genere di tecnologia.>>
La Confraternita d'Acciaio era un'organizzazione tecno-religiosa, che affondava le proprie radici nell'esercito americano, in particolare nella comunità scientifica militare esistente prima della Grande Guerra. I membri della Confraternita erano essenzialmente i discendenti di quegli ufficiali, soldati e scienziati; e fatta eccezione per i pochi membri esterni, la Confraternita era quanto di più vicino alla vecchia incontaminata umanità possa essere trovato al di fuori dei Vault.
Non erano visti di buon occhio dal popolo, spesso perché molti membri della Confraternita tendevano a ignorare il bene altrui e avevano metodi molto poco ortodossi. Preston, era soltanto uno dei tanti civili che non apprezzava i metodi della Confraternita e preferiva starne alla larga.
Rei però, aveva sempre sognato di entrare nell'esercito e forse la Confraternita poteva darle una mano nella ricerca del figlio.
Non le interessava particolarmente il giudizio di Preston in questo caso. Avrebbe aiutato sempre il prossimo, perciò, se si presenterà l'occasione, le sarebbe piaciuto unirsi al loro ordine. A detta sua "non era così male".
Il generale dei Minutemen controbatte le parole del suo braccio destro.
<<Preston, penso non esista alcun esercito capace di essere considerato "il buono". Ognuno ha le proprie idee, con i propri pregi e difetti. Forse stai correndo troppo.>>
<<Vorrei poterti dare ragione, generale. Ma se intendi aiutare il paladino Danse, non ho alcuna obiezione al riguardo. Del resto, a comandare sei tu. Mi auguro solo che non sarai costretta a scegliere fra loro o noi.>>
Questo non sarebbe mai accaduto, Rei era sicura di poter essere un soldato della Confraternita e il generale dei Minutemen. Finito il confronto con Preston, entrarono nella stazione di polizia. Prima di parlare col paladino, rivolsero la parola al cavaliere Rhys e la scriba Haylen. Il primo sembrava essere piuttosto burbero e diffidente nei confronti della donna, mentre la seconda pareva molto più gentile e accogliente. Le dissero che a missione compiuta avevano delle missioni da affidarle, se fosse rimasta con loro.
Visto che erano lì e Danse diede loro il consenso, poterono anche rifornirsi di munizioni, dato sembravano averne in abbondanza. Rei trovò addirittura un fucile da caccia, arma piuttosto letale per sparare da lunghe distanze.
Una volta finito di rifornirsi, la donna rivolse l'attenzione verso l'uomo in armatura.
<<Paladino Danse, siamo pronti.>>
<<Bene, seguitemi. E cercate di non rimanere indietro.>>
Disse con tono autoritario, per poi mettersi il casco della sua armatura atomica.
Usciti dalla stazione, Danse fece strada a loro passando per un vicolo, dando nel frattempo le indicazioni su dove effettivamente si trovava il posto.
Non sia mai che Railey sarebbe tornata un giorno in quel posto alla ricerca di qualcosa di prezioso, per ora dovevano concentrarsi unicamente sulla missione.
Da quanto raccontava il paladino, la scriba Haylen aveva rilevato delle tracce energetiche non identificate, durante i loro tentativi di richiedere soccorso. Quindi l'obiettivo era duplice: recuperare il trasmettitore, e capire cosa stava causando quell'anomalia.
Sulla strada incontrarono un gruppo di predoni, che sembravano aver assaltato una carovana. Preston e Rei avevano le armi imbracciate, ma Danse fece loro segno di non sparare. Quando i predoni fecero fuoco, il paladino contrattaccò con una raffica di colpi del suo fucile laser; e se questi disintegravano all'istante i bersagli, i proiettili dei nemici erano completamente inutili contro la sua difesa. Era merito sì dell'arma, ma anche dell'utilizzatore e della sua mira.
Rei, stupita dalla potenza di fuoco di quell'arma, disse a gran voce...
<<Quello sì che è un fucile laser!>>
<<Tutti nella Confraternita usano quest'arma, oltre le solite da fuoco usate da voi civili. Ora bando alle chiacchiere e proseguiamo.>>
E anche se effettivamente disse questo, mentre proseguivano verso l'ArcJet sistem, il paladino raccontò che nel Commonwealth la sua squadra non era la sola ad essere stata inviata. Purtroppo la seconda squadra risultava dispersa, mentre quella di Danse era lentamente a corto di uomini, ma questo non sembrava scoraggiato e con l'intenzione di arrendersi. Sotto quest'aspetto, era quasi simile a Preston.
Non ci volle molto prima di arrivare a quella che sembrava un deposito, o una fabbrica, da fuori era difficile identificarlo.
Prima di entrare, il paladino della Confraternita volle chiarire dei punti importanti.
<<Ascoltatemi, voglio un lavoro pulito, secondo le regole. Niente atti d'eroismo, mi sono spiegato? Dico soprattutto a te, Garvey. So che non ti fidi della Confraternita, ma in quest'operazione io ho il completo comando.>>
<<Non posso prometterlo, paladino Danse. Eseguirò unicamente gli ordini del generale.>>
Controbatte il Minutemen e prima che la situazione si scaldi, la donna tappa la bocca al compagno e continua al suo posto.
<<Ehm... fai finta abbia detto sì.>>
<<È sufficiente.>>
Entrarono quindi nel complesso. Ovviamente era quasi completamente distrutto al suo interno, le uniche cose funzionanti sembravano le luci fortunatamente, anche se alcune lampade erano danneggiate o difettose.
Una vista del genere irritava gli occhi del soldato, che in preda ad uno sfogo, disse quanto l'uomo fu egoista nel pensare unicamente al profitto e di come questo abbia portato all'inevitabile quasi estinzione dell'umanità. E nessuno osava controbattere, aveva pienamente ragione.
Attraversato un corridoio, trovarono una stanza con dei Protectron distrutti, la cosa interessante era come non ci fossero segni di lotta contro degli umani.
<<Cazzo, guardati intorno!>>
Disse il paladino con espressione stupita.
<<Né un solo bozzolo di proiettile, né una singola goccia di sangue versato. Questi robot sono stati attaccati dai sintetici dell'Istituto.>>
<<Istituto?>>
Chiese Rei incuriosita, cercando risposta nello sguardo di Preston, ma lui sembrava confuso quanto lei. Allora provò con il loro cane, ma anche Dogmeat era alquanto confuso.
Danse quindi cercò di spiegare chi fosse l'istituto.
L'Istituto era un'organizzazione scientifica, non vista bene dalla Confraternita, considerando l'enorme tecnologia di cui erano dotati. Oltretutto nel Commonwealth erano temuti letteralmente da tutti per i loro sintetici: robot dall'aspetto umanoide. Anche se nell'ultimo periodo circolavano dei sintetici uguali identici agli umani, che cercavano di sostituire alcuni individui. Mettendo spesso membri di famiglie l'uno contro l'altro o compiendo delle vere e proprie stragi in pubblico.
<<È una cosa terribile...>>
Disse la donna con espressione amareggiata, e il paladino concordò con lei.
<<Infatti, per questo noi della Confraternita stiamo lavorando per impedire a questi abomini tecnologici di esistere.>>
Avanzarono di stanza in stanza, arrivando poi ad una porta apparentemente bloccata da un terminale di sicurezza. Rei riuscì a trovare la password per sbloccarla, ma quello che si trovarono di fronte fu terrificante: delle spaventose figure umanoidi dall'aspetto meccanico si girarono verso di loro, imbracciando dei fucili laser simili a quelli del paladino Danse.
L'unica sopravvissuta, in preda al panico e al terrore, prese il fucile da caccia e fece fuoco col suo fucile da caccia, urlando, contro i robot. Anche se erano fatti di metallo, un'arma del genere bastava per distruggere i loro circuiti interni, facendoli cadere a terra. Ma anche dopo che questi furono distrutti, la donna non smise di urlare e sparare contro di loro.
Danse cercò di calmarla, ma non sembrava ascoltarlo, così le diede una pacca sulla testa e questa finalmente smise di gridare.
<<Che diavolo ti è preso?!>>
Chiese l'uomo in armatura e lei balbettava, non sembrava capace di formare una frase di senso compiuto.
<<Che... che... che cazzo erano quei mostri?!>>
<<Sintetici, quelli di cui parlavo poco fa. Capisco la tua paura iniziale, ma non farlo mai più! Sprechi solo proiettili e così facendo rischi di far male a qualcuno di noi.>>
Disse l'uomo rimproverando la sopravvissuta, che sembrava imbarazzata dalla sua reazione. Preston si avvicinò ai resti dei sintetici, esaminando una delle loro armi.
<<Però non puoi darle torto, paladino Danse. Una cosa del genere nemmeno io l'avevo mai vista. Ed è spaventosa.>>
<<Per questo motivo la Confraternita non può tollerare l'esistenza di questi abomini. Non facciamo prigionieri, sparate per uccidere.>>
Per fortuna le armi dei sintetici funzionavano a celle di fusione, quindi poterono recuperare qualche colpo e magari le armi stesse. Anche se non le avessero usate, potevano sempre venderle, chissà quanto potevano valere le armi dell'Istituto.
Dopo quel breve intermezzo, avanzarono verso le prossime stanze, uccidendo i vari sintetici e scendendo sempre di più; di piano in piano, fino a raggiungere la sala di lancio.
E il nome non lasciava spazio all'immaginazione, era letteralmente una zona di lancio per dei missili, ma il loro interesse era rivolto verso un ascensore che si trovava al fondo della zona, peccato fosse senza corrente.
<<Niente, controllate in quella sala se c'è un generatore. Magari esiste un modo per rimetterlo in funzione.>>
Sembrava esserci una cabina accanto all'ascensore, superato un breve corridoio si arrivava in un'altra sala. Oltre che il generatore, vi era anche una console dei comandi, evidentemente era da qui che si lanciavano i missili.
Rei intravide un terminale accanto al generatore, forse si poteva riattivare tramite quello.
<<Merda, è criptato...>>
Disse la donna, e il Minutemen diede un'occhiata allo schermo insieme a lei.
<<In questo momento ci vorrebbe Sturges, lui saprebbe come risolvere.>>
<<Non ci serve Sturges, osserva il tuo generale all'opera!>>
Decriptare i terminali non era il suo forte, ma se si trattava di indovinare la password, poteva anche provarci. Dopo qualche tentativo andato a vuoto, finalmente trovò quella giusta e poté finalmente riattivare l'alimentazione.
Facendo così però, scattò anche l'allarme di sicurezza e questo voleva anche dire segnalare la propria posizione... La stanza di lancio si riempì di sintetici, e questi attaccarono il Paladino Danse, era una fortuna che fosse in armatura atomica, altrimenti sarebbe già stato ridotto in cenere.
<<Merda, dobbiamo aiutarlo!>>
Afferma il Minutemen imbracciando il moschetto, ma l'unica sopravvissuta lo ferma prima che potesse attraversare il corridoio.
<<Aspetta! Ho un'idea migliore.>>
Diede quindi un'occhiata alla console di comando, cercando insistentemente una cosa in particolare. Preston mise fretta alla donna e purtroppo i sintetici erano sempre di più. Danse stava sopravvivendo solo grazie al movimento continuo e all'evitare le raffiche di laser.
Rei diede un colpo secco ad un grosso pulsante rosso che stava al centro della console, era quello per avviare al sequenza di lancio. Un auto-parlante annunciò un conto alla rovescia. 5...4... 3... 2... 1... e poi le fiamme inondarono la sala di lancio e tutti i sintetici e il paladino vennero investiti da quell'enorme incendio. Durò qualche frazione di secondo, prima che il pavimento della sala potesse diventare cenere, i sintetici erano a terra carbonizzati, mentre l'armatura di Danse sembrava quasi intatta, solo leggermente annerita.
La donna corse verso di lui, scottandosi però a causa dei carboni ardenti, fortunatamente le scarpe diminuivano il dolore.
<<Santo cielo, stai bene?!>>
L'uomo della Confraternita sospirava lentamente, ma era vivo. L'armatura atomica, oltre a fornire un'adeguata protezione e una resistenza alle radiazioni, dava anche una forte resistenza alle alte e basse temperature. Questo Rei lo sapeva, altrimenti non avrebbe mai ricorso a una tattica così estrema.
<<Sì... per fortuna questo modello resiste bene alle fiamme. Hai avuto un'idea folle, ma molto efficace. Brava. Ora non ci resta che prendere l'ascensore.>>
E così fecero, ma siccome il carico era abbastanza pesante, preferirono andare poco alla volta.
Arrivati quindi in cima, si trovarono nella stanza dove finalmente vi era il trasmettitore, ma con alcuni sintetici a sorvegliarlo.
Erano in quattro, ma tre di loro erano abbastanza deboli da venire distrutti facilmente, l'ultimo sembrava essere "il boss", dato che sembrava avere un armatura particolare, oltre che un fucile più forte.
Preston e Rei trovarono riparo, sparando al momento giusto; mentre Dogmeat distraeva il sintetico, permettendo a Danse di colpirlo più volte coi suoi laser. L'abominio tecnologico finì per sparare verso il povero animale, ma era una ferita superficiale, anche se adesso il cane zoppicava.
Rei, vedendo la scena, fu colta da un'improvvisa collera, che la portarono a uscire dal suo riparo e a caricare il suo moschetto laser al massimo della capacità.
<<Ferma! Cosa fai?!>>
Urlò il paladino della Confraternita preoccupato.
Il sintetico stava per uccidere il cane, ma poi la sua attenzione venne spostata sull'unica sopravvissuta, la quale schivava i proiettili con maestria e con un balzo verso il nemico, sparò il laser definitivo, che fece esplodere il cranio cibernetico. La battaglia era vinta.
<<E lascia stare il mio cane, stronzo robotico.>>
Disse calciando via i resti dell'essere meccanico. Mentre Preston e Danse diedero un'occhiata ai resti dei sintetici, la donna diede uno dei suoi stimpak al compagno canino. Del resto era un farmaco sviluppato per tutti, avrebbe funzionato anche sul suo animale.
<<Tranquillo Dogmeat, mammina è qui con te...>>
Disse con tono amorevole, carezzando la testa del cane, mentre questo sembrava ancora parecchio affaticato.
Dopo qualche minuto di ricerca, trovarono finalmente il trasmettitore che serviva al paladino Danse e alla sua squadra. Quest'ultimo si avvicinò alla donna, che stava ancora coccolando il suo cane, nella speranza che si riprendesse presto.
<<Il vostro amico sta bene?>>
Rei non rispose subito, si limitò ad alzarsi in piedi e a sollevare Dogmeat, prendendolo in braccio, non pesava poco, ma non le importava.
<<Sta bene, si riprenderà presto.>>
<<Mi fa piacere, usciamo di qui allora.>>
Rei
Non è stata un'impresa così semplice. Quei sintetici, quei... cosi. Erano forti, più forti di qualsiasi altro predone affrontato. Abbiamo rischiato grosso e quell'espressioni così vuote e inumane rimarranno per sempre nella mia mente.
Cazzo, mi sono addestrata per affrontare ogni avversità, ma questo sembra veramente troppo!
No, devo resistere... per Shaun, per la mia famiglia. Quando l'avrò ritrovato, affronterò questo mondo a test'alta.
Dogmeat sembra stare meglio, mentre Preston è esausto per la battaglia. Non posso dargli torto.
Siamo finalmente fuori dal complesso dall'ArcJet System. Mi rivolgo quindi dall'uomo della Confraternita.
<<Beh, poteva andare molto meglio, ma l'importante è aver portato a termine la missione.>>
Il suo commento mi lascia perplessa, è vero che abbiamo incontrato qualche difficoltà, ma non siamo andati tanto male.
<<Un po' più liscia? Secondo me ce la siamo cavata alla grande.>>
<<Ci siamo fatti cogliere impreparati in più di un'occasione e questo è inaccettabile. Però il tuo aiuto ci ha fornito il vantaggio che ci serviva. Non so se sarei riuscito a portare a termine la missione da solo. >>
<<Non puoi di certo negare che siamo una bella squadra, noi quattro.>>
<<Già. In effetti è bello lavorare con dei civili che seguono gli ordini. Detto questo, abbiamo due faccende importanti di cui discutere. Innanzitutto, se mi consegni il trasmettitore, ti ricompenserò per il tuo aiuto in quest'operazione.>>
Non vedo perché dovrei tenermelo, non so nemmeno come si usi. Dalla mia borsa tiro fuori il dispositivo e glielo consegno.
<<Bene. Quest'arma potrebbe fare al caso tuo, è la mia modifica personale del fucile laser standard della Confraternita.>>
E mi porge il fucile che tiene imbracciato. Wow, molto più comodo e meno ingombrante del moschetto laser di Preston. È bellissimo! Molto leggero pure, è proprio l'arma che fa per me.
<<Ti ringrazio, ne farò buon uso.>>
<<Prego, Railey. Riguardo alla seconda questione, ho una proposta da farti.>>
Ha la mia attenzione, anche se a giudicare dall'espressione di Preston, credo di sapere cosa vuole propormi.
<<L'abbiamo scampata per un soffio, prima. L'operazione si sarebbe potuta concludere con un disastro, ma tu hai saputo mantenere il sangue freddo e comportarti da vero soldato. Sono sicuro tu abbia le qualità necessarie. Per quanto mi riguarda, puoi scegliere fra due strade. Trascorrere il resto della tua vita vagando da un posto all'altro, dando una mano in cambio di una modesta ricompensa. O unirti alla Confraternita d'Acciaio e lasciare un segno su questo mondo. Che ne dici?>>
Un soldato... alla fine, io ho sempre voluto essere questo. Certo, il mio obiettivo primario resterà sempre ritrovare mio figlio, ma la Confraternita potrebbe aiutarmi nella mia ricerca.
<<Sarebbe un onore per me.>>
Ma come immaginavo, Preston non sembra aver apprezzato questa mia scelta. Tanto che non esita a commentare.
<<Spero tu possa vedere il buono nella Confraternita più di quanto possa fare io, generale.>>
E al posto mio, Danse dice quello che avrei voluto esprimere.
<<Presto cambierai idea, Garvey. Dunque, da questo momento avrai il grado di "recluta". Presentati alla stazione di polizia, quando ti sentirai pronta ad aiutarci di nuovo.>>
<<Sì, signore.>>
Mi sento già nel vivo della mia carriera da soldato, ma so che dovrò farne di strada se voglio scalare di grado. Adesso non è importante, la prossima destinazione: è Diamond City.
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