Capitolo 10- Kellogg

Erano penetrati nella base del nemico con successo. Fino ad ora nulla di strano, sembrava un edificio come tanti. Fort Hagen, era questo il nome della struttura. Un enorme complesso di edifici in rovina, un nascondiglio ben pensato, essendo molti posti in uno. Era difficile individuare una persona senza controllarli tutti. Per fortuna avevano Dogmeat come detector.

Anche se per il momento non sembrava esserci alcuna guardia, tenevano comunque le armi spianate come sicurezza in più.

In quello stesso momento però, il cane prese a ringhiare verso la tromba delle scale, come se in cima ad esse ci fosse qualcosa che lo disturbava. Rei cercava di calmarlo, ma quando si accorse di cosa girò l'angolo... rimase sconvolta: un sintetico armato di fucile laser la stava osservando, fino a quando non mirò verso di lei.

<<Devo procedere con la tua eliminazione.>>

Disse la macchina con la sua inquietante voce robotica, ma prima che potesse fare altro, Nick aveva già sparato contro di lui, colpendolo in testa e distruggendo il suo processore centrale. Essendo sintetico sapeva bene dove fosse il punto debole di loro, che non cambiava, era sempre e soltanto alla testa.

<<Scusa fratello, niente di personale.>>

Affermò il detective, girandosi poi verso la compagna che sembrava scossa.

<<Va tutto bene? Vuoi che ci fermiamo?>>
<<No. Avevo immaginato ci sarebbero stati dei sintetici, o meglio lo sospettavo. Kellogg e l'Istituto sono in combutta, il che è una ragione valida per volere morti entrambi.>>

Inutile dire che lo sparo, si sentì fino ai piani superiori, ed allertarono ovviamente i sintetici presenti. Uno era anche gestibile, ma loro erano in svantaggio numerico paragonato al resto, quindi dovevano stare attenti a non ritrovarsi circondati di nemici. Il problema era che gli automi erano ovunque.

<<Pensi di poterli distrarre?>>

Bisbigliò la donna al compagno sintetico e questo annuì.

<<Sì, buon'idea. Passami il suo fucile.>>

Rei diede il fucile laser del robot distrutto a Valentine, così che potesse avvicinarsi ai nemici che pattugliavano la zona.

Una delle guardie si girò verso il detective e si rivolse con una profonda e inquietante voce computerizzata.

<<Hai individuato la minaccia?>>
<<L'ho vista aggirarsi, ma sono senza munizioni.>>
<<In tal caso, prendi questo.>>

E consegnò a Nick un manganello. Non era un manganello normale, ma poteva attivare una scarica elettrica abbastanza forte da mandare in corto qualunque macchina.

<<Grazie.>>

E quando l'altro sintetico gli diede le spalle, Valentine lo colpì alle spalle attivando la scarica elettrica e folgorando i circuiti interni del nemico. In modo da renderlo inutilizzabile.

<<E adios, amigo.>>

Sicuramente più silenzioso di un colpo di pistola. Fece cenno a Rei di avanzare e ripeté la stessa azione con altre guardie del perimetro.

Purtroppo però i cadaveri dei sintetici distrutti vennero trovati dagli altri e venne dato l'allarme. Quindi ora dovevano essere ancora più cauti per non ritrovarsi sopraffatti.

Uno dei nemici, siccome avevano delle frasi preregistrate, disse chiaramente di dover proteggere Kellogg. Di fatto andando a confermare che il mercenario si nascondesse lì e risparmiando loro un sacco di tempo.
Dopo aver azzoppato il sintetico con un colpo di laser alla gamba, Rei sparò verso la testa di questo e lo disintegrò in cumulo di cenere.

<<Grazie di avercelo rivelato, scatoletta inutile... senz'offesa Nick.>>
<<Non che mi offenda più, ormai.>>

Dopo aver fatto piazza pulita dei vari nemici, arrivarono in una grossa stanza con vari terminali e quella che sembrava essere una cella chiusa da una porta di sicurezza. Nessuno di quelli però sembrava poter aprire la porta, c'erano soltanto registri di vendite risalenti a prima della guerra.

Un terminale criptato però, era quello che poteva sbloccare la porta. E per questo c'era Nick, che era un maestro a decriptare quei dispositivi.

<<Una sicurezza niente male, ma se faccio così... bingo!>>

Sembrava un talento naturale il suo nell'hackerare i terminali. Rei purtroppo ci capiva poco di questi, ma forse un giorno avrebbe imparato.

La cella, ora aperta, conteneva munizioni e armi di ogni genere, si sarebbero preoccupati di prendere solo qualche colpo in più. Non potevano trasportare troppo peso.

A fianco del piccolo deposito vi era un ascensore, la logica li portava a pensare che il modo migliore per nascondersi era sottoterra, quindi scesero nei sotterranei della struttura.

Una volta arrivati, vi erano due sintetici ad accoglierli con tanto di laser. Rei si appostò dietro ad una cassa, mentre Nick corse verso di loro col manganello e fucile in entrambe le mani. Evitò agilmente tutti i colpi e con un calcio sbilanciò il sintetico di destra, piantandoli il manganello nella testa e l'altro venne colpito, senza nemmeno che Valentine lo guardasse, alla testa da un laser.

La donna era veramente stupita, tanto che gli fece i complimenti.

<<Wow... te la cavi bene nel combattimento. Pensavo fossi un tipo da ufficio e scartoffie.>>
<<Mai giudicare un libro dalla copertina, Rei.>>

E mentre avanzavano, la donna teneva il fucile ben in vista. Anche se una domanda legittima le sorse dopo aver visto come Nick non si facesse scrupoli a distruggere quei sintetici.

<<E non ti senti... strano, a far fuori i tuoi simili?>>
<<Potrei farti la stessa domanda. Provi rimorso a uccidere un predone?>>

Per Rei era una domanda semplice a cui rispondere. Semplicemente porgeva questo quesito al detective perché non lo considerava completamente un suo simile.

<<Certo che no. Sono sempre loro i primi ad attaccarmi.>>
<<Appunto. Io mi sento in questo modo, e poi lo dico da sintetico uguale a questi rottami. Sono una minaccia per il Commonwealth. Esattamente come i predoni.>>

Un discorso che faceva abbastanza riflettere? Erano più pericolosi i predoni o l'Istituto? Una domanda che in molti si ponevano nel Commonwealth. Anche se erano delle rispettive razze di lei e lui, non era un problema per loro eliminarli. 

Mentre avanzavano verso un'altra porta che conduceva ai piani inferiori, una voce... una voce che Rei ricordava molto bene si fece sentire dagli autoparlanti. Quella voce così roca e tagliente come carta vetrata sul viso... Kellogg.

<<Ma guarda chi è uscita dal frigorifero... L'ultima volta che ci siamo visti eri più simile ad un ghiacciolo che altro.>>

L'unica sopravvissuta avvertì come la rabbia stava salendo e l'agitazione prendeva il sopravvento, tanto che si mise ad urlare. Pensando che potesse sentirla, oltre che vederla.

<<Figlio di puttana! Esci fuori e combatti da uomo!>>

Kellogg nella sua stanza poteva comunicare dagli autoparlanti e vi erano diverse telecamere ad osservare i tre. Dogmeat era agitato, tanto che ringhiava più del solito. E anche la sua padrona era su di giri. Questa sfondò la porta che li separava e scesero le scale. Quando il mercenario si fece sentire un'altra volta.

<<Mi spiace che casa tua sia distrutta da duecento anni, ma non cerco compagni di stanza. Vattene.>>

Valentine però si girò verso la scalinata, era sicuro di aver sentito il campanello dell'ascensore dal corridoio, qualcuno lo stava usando.

<<Rei. Mantieni la calma, sta arrivando qualcuno.>>

Lei annuì e aprì la porta in fondo alle scale per proseguire lungo un corridoio con le armi spianate. Nel mentre Kellogg sembrava non volerli lasciar stare.

<<Non pensavo di vederti bussare alla mia porta. Ti davo qualche possibilità di arrivare a Diamond City. Ma poi? Credevo che il Commonwealth ti avrebbe divorato.>>

Rei era convinta che siccome Kellogg poteva vederli, forse poteva sentirli. Quindi prese a parlare come se effettivamente lo avesse davanti agli occhi.

<<Hai creduto male. E ora posso chiaramente percepire la tua paura. Tranquillo, fra poco non dovrai più preoccuparti di nulla.>>

Passarono per un altro corridoio, dove vi erano altri tre sintetici. I due ai lati erano anche semplici da abbattere, ma quello in mezzo sembrava più resistente.

Rei riuscì a distruggerli un braccio con un colpo di laser, ma questo corse comunque contro di lei, riuscendo a colpirla allo stomaco con un destro. Ciò le fece sputare saliva, quasi sul punto di vomitare, visto che il colpo era dato da un braccio meccanico. Dogmeat provò a mordere il sintetico alla gamba, ma questo calciò via l'animale.

Indossava un casco, e purtroppo era resistente ai proiettili in testa, quindi Nick non poté fare moltissimo e venne colpito anche lui da un destro in volto.

<<Cazzo...>>

Imprecò il sintetico. Anche se non poteva provare dolore, l'aveva lo stesso sbilanciato.

Rei provò a colpirlo con un fendente, ma la lama della sua spada venne afferrata dalla mano robotica del sintetico nemico e poi diede una testata alla donna, facendola cadere di schiena.

<<Preparati ad essere terminata.>>

Disse la macchina freddamente, pronto a finirla con un ultimo pugno diretto al volto, visto che era a terra e sul cemento, la giusta forza avrebbe potuto romperle la testa.

Un laser rosso però, arrivato dal nulla, colpì il sintetico all'ultimo braccio rimasto e poi freddato con un ultimo colpo in testa che andò a scioglierlo.

Rei non vide da dove arrivò il laser e pensava fosse opera di Nick.

<<Grazie, mi hai salvata...>>
<<Non sono stato io.>>

Dei passi pesanti d'armatura si fecero sempre più vicini e la figura dell'uomo della Confraternita d'Acciaio, il Paladino Danse, fece capolino dalle ombre della stanza. Rei sembrava stupita, perché si trovava lì?

<<Paladino...?>>
<<Avrei un sacco di domande da farti. La prima, perché ti trovi qui? La seconda, perché cazzo giri insieme a questo sintetico? E terza, perché non l'hai eliminato?>>

Il detective si rialzò, mettendosi in mezzo alla donna e l'uomo in armatura.

<<Ehi, ehi! Calmiamoci tutti quanti, ok?>>

Ma Danse non sembrava intenzionato ad ascoltare quello che per lui era un robot con meno diritti. Tanto che gli puntò il fucile laser al volto.

<<Fai silenzio, sintetico.>>

E questa volta fu Rei a mettersi in mezzo per evitare che il Paladino facesse fuori il suo compagno.

<<Aspetta, Danse! Posso spiegare.>>
<<Non c'è nulla da dire. Il solo fatto che tu mi abbia mentito sulla faccenda di tuo figlio, è piuttosto deplorevole. Ma sentiamo! Qual è la tua giustificazione, soldato?>>

La donna era ancora un po' intontita dalla botta subita, ma volle comunque spiegare per filo e per segno cosa stava accadendo.

<<Ascolta. Lui è Nick Valentine, è il detective di Diamond City. Lo so... è assurdo che un sintetico sia anche un investigatore. Ma al momento lui è l'unico che mi sta veramente aiutando a ritrovare mio figlio. E qui abbiamo scoperto la base dell'uomo che l'ha rapito. Ed è abbastanza certo lavori per l'Istituto, per questo l'edificio è pieno di sintetici. Ti posso assicurare che l'ho visto lottare contro i suoi simili. Lui è dalla nostra parte!>>

L'uomo sembrava stupito dalle sue parole e dar manforte alla donna, intervenne anche il detective.

<<Non so quanto possa valere il mio parere in tutto questo, ma è vero. Vogliamo solo scoprire dove si trova suo figlio. E per farlo, dobbiamo far cantare quella canaglia nascosta a dieci metri sottoterra. Ma ora lo chiedo a te, cosa ci facevi qui?>>
<<La mia scriba aveva recuperato una tecnologia in questa zona, quando aveva notato la presenza di numerosi sintetici. Quindi ho pensato che fosse il caso di eliminarli tutti, questo posto sembra avere molti manufatti prebellici, e non li lascerò in mano all'Istituto. Poi però, vi ho visti entrare qui dentro... e ho voluto indagare. Quindi vorresti farmi credere che l'uomo che ha rapito tuo figlio è dentro questa base?>>

Rei annuì, portandosi poi una mano al petto. E se prima sembrava agitata, ora era decisamente più calma.

<<Sì. Te lo assicuro, Danse. Non tradirei mai la Confraternita, e non mentirei mai su una questione così delicata come il mio bambino... Se eri qui per eliminare i sintetici, potresti darci una mano. Ma lui non dev'essere toccato.>>

Disse riferendosi a Nick, il quale rimase in silenzio guardando coi suoi freddi occhi gialli il Paladino. Il quale sospirò poco dopo.

<<E va bene, voglio crederti, soldato. Quindi hai la conferma che quest'uomo lavori per l'Istituto?>>
<<Sì, dev'essere per forza così. I sintetici stessi dicevano chiaramente di proteggere Kellogg.>>

L'uomo rimase in silenzio per qualche istante, poi tolse dal suo fucile la cella di fusione arrivata al limite, andando a ricaricarlo.

<<Kellogg, il mercenario del Commonwealth. Se è vero, allora è da considerare un nemico della Confraternita d'Acciaio.>>
<<Vuoi dire che...>>
<<Sì, conta pure su di me. Per te, per tuo figlio e per la Confraternita. Ad Victoriam, soldato!>>

E Rei eseguì il saluto imparato dal cavaliere assegnato a Danse, dove porta il pugno al cuore rivolto dalla parte del polso contro il petto.

<<Ad Victoriam, Paladino.>>

Dopo aver risolto quel piccolo screzio, potevano finalmente rimettersi in cammino verso il mercenario. Non prima che la donna somministrasse uno Stimpak al suo compagno canino, rimasto ferito durante lo scontro col sintetico di prima.

Danse e Nick guardarono lungo il percorso e trovarono ovviamente altri nemici, che non ci misero molto ad eliminare. Rei nel frattempo recuperava qualche colpo dai vari corpi distrutti dei sintetici. Per fortuna usavano celle di fusione per i loro fucili laser.

Kellogg però, usò ancora gli autoparlanti per comunicare con lei, e nelle sue parole era sempre più percepibile la paura.

<<Ascolta, hai tanta rabbia dentro di te. Ti capisco. Ma cosa speri di ottenere qui? Non sarà piacevole per te.>>
<<Neanche per te.>>

Rispose l'unica sopravvissuta sottovoce, tenendo ben impugnata la sua spada e avanzando lungo il corridoio insieme ai suoi tre alleati.

Sempre più sintetici erano presenti, oltre a diverse torrette laser. Ma nulla che potessero sistemare con cautela. Il nemico di prima era la prova che sottovalutare questi esseri meccanici, poteva costare la vita. Sicuramente erano vicini, il corridoio coi tubi del gas erano la prova che stavano andando sempre più profondità.

E ancora una volta, Kellogg parlò dagli autoparlanti, facendosi sentire.

<<Hai fegato e determinazione, e questo è ammirevole. Ma hai a che fare con cose che non puoi neanche sperare di capire. Non è troppo tardi, voltati e vattene. Puoi ancora farlo. Contrariamente a molti altri.>>

E anche Nick sembrava star percependo della preoccupazione nella voce del mercenario.

<<Avevi ragione, Rei. Ha paura.>>
<<Non lo biasimo. Deve sperare in un miracolo, se vuole salvarsi da me.>>

Disse la donna con tono furente, avanzando sempre di più, verso la fine del corridoio.

La prossima stanza era decisamente più modernizzata in confronto al resto della struttura che era grezza. Sembrava una vera e propria camera d'albergo, con tanto di sala relax e bagno.

Kellogg allora, parlò per l'ultima volta agli autoparlanti.

<<Ok, d'accordo. Sono qui in fondo. Fermerò i miei sintetici. Parliamo.>>

Sembrava un'azione disperata, tuttavia non era da escludere una trappola. Quindi preferiva essere prudente con un uomo del genere. La donna si voltò verso i compagni armati e disse...

<<Avete sentito? Fermerà i sintetici. Appena entriamo, distruggeteli, e poi... parleremo io e lui.>>
<<E se fosse una trappola?>>

Chiese Nick sembrando insospettito dalla cosa.

<<Non ci cascheremo. E quando sarà solo, gli faremo vedere l'inferno. Siamo quattro contro uno. Non potrebbe vincere nemmeno fra un milione di anni. Lasciatemi solo il colpo di grazia.>>

Sembrava parecchio su di giri la donna, tanto che Danse poggiò la mano metallica sulla sua spalla delicatamente.

<<Cerca di mantenere la calma. Vinceremo.>>

La donna guardò il Paladino negli occhi e annuì. Davanti a loro vi era una porta di sicurezza, non aveva alcun blocco, quindi la oltrepassarono senza problemi. E dopo un altro breve corridoio, erano nella stanza di comando.

Una stanza piena di terminali e scrivanie, con un grande computer con diversi monitor che trasmetteva ogni angolo dell'edificio.

Era buia, ma poi tutte le luci si accesero l'una dopo l'altra e finalmente il mercenario si mostrò, con al suo fianco due sintetici pattugliatori. Ma come da piano, questi vennero distrutti immediatamente da Danse e Nick.

Kellogg si guardò intorno e rise di gusto, non sembrava più tanto spaventato.

<<Immagino che così ti senta più sicura. Ed eccola! Railey Parker, la donna più resistente del Commonwealth.>>

La cosa curiosa, era che non fosse invecchiato di un solo giorno, ed era vestito come allora. Eppure Rei ricordava perfettamente il viso del mercenario, perché era così giovane? Un uomo in dieci anni dovrebbe invecchiare un minimo.

La donna mise da parte questi pensieri e guardava con disgusto l'uomo che aveva rapito suo figlio. Non prima che questo riprendesse a parlare.

<<Dunque, eccoci qui... buffo, eh? Vedo che ti sei portata i rinforzi. Nick Valentine, la Confraternita d'Acciaio... e un cane. Immagino sia con lui che mi hai trovato. Astuto, devo riconoscerlo. Del resto, sapevo che ce l'avresti fatta.>>

Era strano, ma nonostante ci fosse un clima di odio nell'aria, Kellogg sembrava quasi rispettarla. Lo stesso non si poteva dire del contrario.

<<Basta con le stronzate. Parla! Dov'è mio figlio?!>>

Urlò contro il mercenario, puntandogli la sua spada rivoluzionaria. Questo non si scompose e rimase calmo.

<<Mh... io sono un burattino come te. Con un palco un po' più grande, tutto qui. Shaun è un bambino sveglio. Certo, non è più così tanto piccolo, ma sta bene. Solo che... non è qui. È con le persone che muovono i fili.>>

Quel modo di parlare così criptico la stava mandando sempre più su di giri. Tanto che continuò poco dopo, imprecando contro di lui.

<<Dimmi dov'è, dannazione!>>
<<D'accordo, credo te lo sia meritato. Shaun è in un bel posto. È al sicuro, coccolato e amato. In un luogo che può chiamare "casa". L'Istituto.>>

La rivelazione fu scioccante. Certo, lei e Nick avevano sospettato potesse esserci l'Istituto dietro tutto questo, ma non pensavano che potessero esserci veramente loro. Il sintetico col cappotto si rivolse al mercenario, socchiudendo le palpebre.

<<Se lo sai, vuol dire che lavori per loro. Ti conviene parlare, Kellogg. Puoi ancora essere utile.>>
<<Mi dispiace, ma questo non è un interrogatorio. Caro signor Valentine.>>

Dal suo tono era ovvio che non volesse aiutarli in alcun modo, e Rei stava sbraitando inutilmente. Nella speranza di ricavare anche solo un indizio.

<<Dov'è? L'istituto! Come ci arrivo?! Devi dirmelo!>>

E Kellogg rise sotto ai baffi, rispondendo poco dopo con lo stesso tono calmo di poco fa.

<<Non mi hai ascoltato? Non puoi trovare l'Istituto. È l'Istituto a trovare te. Se apri l'armadio... è solo un armadio, non puoi trovare il mostro all'interno. Finché non ti attacca. Ma direi che abbiamo parlato abbastanza, sappiamo entrambi come andrà a finire. Io contro di te, uno scontro all'ultimo sangue. Quindi, siamo pronti?>>

La donna smise di infuriarsi, e abbassò la lama. Purtroppo convincere Kellogg era impossibile, non l'avrebbe portata da Shaun, poteva farlo, ma non voleva. Sapeva benissimo come sarebbe andata a finire.
L'unica sopravvissuta scoppiò in una risata, una risata diversa dal solito, sembrava... maniacale. Come se la cosa la divertisse, ma allo stesso tempo era uno sfogo di tutta la frustrazione accumulata. Si interruppe dopo pochi istanti, guardando il mercenario e tenendo ben stretta la sua spada.

<<Mi dispiace, Kellogg. Il gioco era truccato sin dall'inizio... Addosso!>>

Urlò Rei, che si lanciò verso il mercenario.

Anche lui era armato di spada, una spada dalla lama nera seghettata. Subito le due armi bianche si scontrarono in un fragoroso rumore di metallo che veniva in contatto.

E continuarono ancora, l'unica sopravvissuta provava affondi, spezzate e tagli obliqui. Il tutto con precisione ed eleganza. Kellogg al contrario, sembrava meno preparato nella scherma, ma riusciva comunque a parare i colpi, indietreggiando ogni volta. Tutto sommato, le stava tenendo testa.

Nick e Danse non rimasero fermi, e presero a fare fuoco contro l'uomo armata di spada. Questo, notando movimento da parte di loro, parò un fendente di Rei e poi riuscì a darle un calcio per sbilanciarla, così da avere il tempo di evitare i proiettili. Agilmente riuscì ad afferrare il suo revolver e fare fuoco contro Nick, ma questo con una capriola di lato evitò la scarica di proiettili.

Kellogg allora cambiò bersaglio, attaccando Danse e mirando alla testa, unica parte vulnerabile. Il Paladino mise le braccia davanti al volto, e l'armatura fece il resto per evitare ogni danno.

Il mercenario però doveva ricaricare, e ne approfittò per nascondersi dietro una scrivania ribaltata. Una volta fatto, venne morso alla gamba da Dogmeat, ma tirando un calcio all'animale lo allontanò da lui. Anche se era andato molto affondo con il morso e ora camminava meno velocemente di prima.

La scarica di proiettili avveniva di nuovo, mentre Rei era riuscita ad arrivare alle sue spalle, Kellogg se ne accorse appena in tempo e parò nuovamente un suo fendente con la sua spada nera. Mise nella fondina la pistola rapidamente ed estrasse un coltello da combattimento, col quale provò ad acciecare la donna del Vault. Questa fece un passo indietro, evitandolo. E finalmente riuscì ad affondare un colpo lungo il petto del mercenario, squarciandoli parte del vestito e ferendolo. Lui però, per alleviare il dolore aveva gli Stimpak, ne usò uno immediatamente. Il che alleviava il dolore anche per la gamba.

Dovevano ricominciare da capo, praticamente. Nonostante le ferite sembrava instancabile.

Kellogg si guardò intorno, alla ricerca dell'avversario più ideale. Quando poi dalla cintura, girò una manopola su un dispositivo rettangolare e avvenne qualcosa di strano: divenne invisibile.

<<Uno Stealth-Boy! Merda, fate attenzione!>>

Disse Danse sembrando preoccupato della cosa.

Gli Stealth-Boy erano dei dispositivi militari ad alta tecnologia, permettevano di generare un campo modulatore che trasmette la luce riflessa e la devia, rendendo invisibile l'utilizzatore per un periodo limitato.

Kellogg era astuto, se non poteva batterli normalmente, poteva colpirli alle spalle senza farsi vedere.

I tre tenerono gli occhi aperti, cercando di ascoltare il suo dei passi, ma il mercenario stava camminando lentamente, facendosi sentire il meno possibile.

Rei, Danse e Nick non potevano vederlo, però il loro compagno canino sembrava in grado di avvertire il suo odore anche se invisibile. Poteva mascherare il suo aspetto, ma l'olfatto dei cani era infallibile. Tanto che Dogmeat seguiva con lo sguardo il mercenario, ringhiando.

L'unica sopravvissuta notò questo dettaglio troppo tardi, dato che il nemico le aveva puntato il revolver alla tempia.

<<Scacco matto, tesoro.>> Affermò il mercenario, togliendo la sicura.

In quel momento Dogmeat saltò al braccio di Kellogg e lo morse con tutta la forza che aveva. Lui provava dolore, tanto che dovette dimenarsi per liberarsi.

<<Mollami! Mollami!>>

Quando finalmente ci riuscì, il campo di forza era sparito, rendendolo nuovamente visibile. Puntò l'arma contro l'animale che aveva atterrato. Danse però, riuscì a sparare un colpo verso il suo braccio, sbilanciandolo. Normalmente avrebbe dovuto bruciarlo, ma la fibra del vestito di Kellogg permetteva una resistenza maggiore ai danni ad energia. Rei usò il fucile laser per ferirlo alla gamba, ustionandogliela, parte non protetta da quella fibra.

Il nemico grugnì, e fece fuoco prima contro la donna, che riuscì a schivare rotolando via e contro il Paladino, che venne colpito solo di striscio alla guancia.

Usò ancora lo Stealth-Boy, e purtroppo era riuscito ad allontanarsi. Stavano tenendo di nuovo gli occhi aperti. E fu quando Dogmeat abbaiò verso destra, che Nick capì di averlo alle spalle.

<<Ti ho visto.>>

Il sintetico riuscì a bloccare il braccio del mercenario e impugnando la pistola come se fosse un tirapugni, colpì al viso l'uomo con un destro che lo fece indietreggiare.

Il campo d'energia sparì e Kellogg dovette pulirsi il labbro dal sangue che fuoriusciva, aveva ricevuto un bel colpo, tanto che si complimentò.

<<Niente male.>>

Ma non ebbe nemmeno il tempo di girarsi che Danse era alle sue spalle, e lo colpì anche lui con sinistro in pieno stomaco. L'armatura atomica rendeva non solo ben protetti, ma anche più forti fisicamente, e quindi i propri colpi fisici divenivano letali, oltre che più pesanti.

Il Paladino poi afferrò il mercenario dal collo con una sola mano e lo sbatté contro la scrivania, facendo strusciare il suo viso lungo tutta la superficie ruvida. Mentre Kellogg urlava di dolore. Questo finì a terra con il viso completamente tagliato. Rei stava correndo contro di lui, ma il mercenario aveva ancora le forze per deviare i suoi colpi di spada, questa volta incrociando spada nera e coltello come scudo. Dopo che le lame si scontrarono, l'uomo riuscì a liberare entrambi da quella posa. Solo che così aveva lasciato ella scoperta ad un altro colpo.

Kellogg sogghignò e usò il coltello per procurare uno squarcio lungo l'occhio destro di lei. Il sangue schizzò in aria. Poi mise via il coltello e tirò fuori dalla fondina la sua pistola e sparò verso di lei.

<<Rei!>>

Nick e Danse urlarono il nome della donna preoccupati. Kellogg però, doveva essere intontito dalle botte subite, visto che non aveva mirato bene e l'armatura sul torace protesse lei dal proiettile.

Inoltre, Railey stava solo dando l'impressione di essere stata colpita. Questa sogghignò e col un urlo di battaglia, affondò un altro colpo su di lui. Questo voleva difendersi con la sua spada, ma finì soltanto per essere colpito. Rei gli aveva reciso il braccio destro, facendolo volare via.

E poi, girando bene il piede e tenendo l'arma impugnata con entrambe le mani, lo trapassò da parte a parte, spingendolo in corsa verso il muro e poi estraendola all'ultimo minuto. Kellogg sbatté contro la parete, mentre strusciandosi lungo il muro per la mancanza di forze, e questo veniva imbrattato di sangue.

L'emorragia l'avrebbe ucciso a breve. Tossì e guardò la donna negli occhi, mentre questa raccolse il revolver del nemico, puntandolo alla sua testa.
Era arrivato il momento di finirlo una volta per tutte.

<<La pistola che hai usato per rovinarmi la vita, ora la userò per togliere la tua. Hai qualcosa da dire prima di morire?>>

Il mercenario rise sotto ai baffi, anche se veniva interrotto dal dolore e dalla tosse. Sputava sangue come una fontana e ne perdeva altrettanto dal petto.

<<Sai... io e te, non siamo così diversi in fin dei conti. Abbiamo storie simili... ma destini ben distinti. Spero che tu possa fermare l'Istituto...>>

Dopo aver concluso di parlare, Rei lo freddò a morte, sparandogli in testa. Kellogg, l'uomo che aveva rovinato la sua vita, rapito suo figlio e lavorato coi suoi nemici era finalmente morto.

Si sentiva strana, sebbene era quello che voleva. Qualcosa non la soddisfaceva completamente, la sua sete di sangue non si era placata. Perlomeno sapeva di aver vendicato Nate, poteva riposare in pace.

<<Ben fatto, quel bastardo non farà più male a nessuno.>>

Affermò Danse osservando il cadavere del mercenario.

La donna era piena d'adrenalina, ma ora sembrava letteralmente esausta. Si lasciò cadere sulle ginocchia, mentre si reggeva l'occhio ferito e sanguinante. Non aveva idea di che entità fosse il danno, sa solo che la palpebra era divisa in due e cercava come poteva di tenere l'occhio chiuso. In modo che questo non fuoriuscisse.

<<Rei! Come ti senti?>>

Chiese Nick andando dalla compagna. Per fortuna nella stanza vi era un kit medico, e nonostante il detective non fosse un dottore, Rei gli diede istruzioni sul come applicare le bende e disinfettare la ferita. Avendo fatto addestramento in passato, aveva anche conoscenze mediche, quelle basilari di primo soccorso. Per il momento aveva l'occhio chiuso da una benda bianca, il massimo che si poteva fare in quella situazione.

Rei

Kellogg è morto finalmente. Non so... mi sento strana. Come se adesso fossi improvvisamente vuota e senza un obiettivo. Cos'intendeva dire col fatto che siamo simili? Un bel mistero, ma non credo di volerlo scoprire davvero.

Dopo qualche minuto d'attesa, mi sono rimessa in piedi e ho iniziato ad esaminare i resti di quel bastardo. Oltre alla sua pistola, che penso mi terrò; ho trovato la chiave che sblocca un terminale nella stanza e ho raccolto un pezzo del suo cervello. Lo so, è schifoso... ma esaminandolo attentamente, mi accorgo che questo pezzo ha qualcosa di strano. Sembrano esserci dei pezzi elettronici, come se fosse cibernetico, anzi, lo è.

Uso la spada per recidere l'altro braccio del mercenario e mi rendo conto che non era di carne... era collegato da dei fili.

<<Questa tecnologia... Eri a malapena umano...>>

Anche parte del suo cranio è una protesi metallica. Mi chiedo se fino ad ora ho affrontato un essere umano o un cyborg. Sembra fantascienza...

Mentre Nick esamina il terminale, io mi somministro uno Stimpak. Ho assolutamente bisogno di riprendere le forze, non abbiamo ancora finito qui.

Do una lieve carezza a Dogmeat e Danse mi guarda fissa negli occhi, mi sembra di scorgere un sorriso sul suo volto. È la prima volta che lo vedo sorridere, lo trovo... carino?

Valentine sembra aver finito di analizzare il terminale e mi riporta un olodisco.

<<E così Kellogg non stava bluffando. Tuo figlio è davvero lì dentro. Nemmeno io so dov'è l'Istituto, e sono stati loro a costruirmi.>>
<<Questo è un problema, dev'esserci un modo Nick.>>

Lui si porta una mano sotto al mento, per poi rispondermi con quell'espressione neutrale che solo un sintetico può avere.

<<Brancoliamo nel buio. Dobbiamo fare un passo indietro e coinvolgere qualcuno che sia meno coinvolto. L'unica persona che conosco disposta a... "interessarsi" dell'Istituto è Piper. Secondo me dovremmo parlarle.>>

Non ha tutti i torti. Quindi dobbiamo tornare a Sanctuary, visto che Piper l'ho lasciata lì, ma appena dico di metterci in cammino, Danse mi afferra il braccio delicatamente.

<<Danse?>>
<<No, soldato. Non ti lascerò andare senza prima averti fatto curare quell'occhio. Inoltre sei esausta, ti serve un po' di riposo. E questo è un ordine.>>

Sul fatto che io sia esausta ha ragione. Anche se vorrei proseguire nella ricerca, occhio o meno. Sospiro e decido di seguire Danse, non posso di certo disobbedire a un ordine.

<<Nick, Piper si trova a Sanctuary. Dirigiti lì e aspettami, non tornerò tanto tardi.>>
<<D'accordo allora. Ci vediamo lì, non cacciatevi nei guai voi tre.>>

Il Paladino non sembra aver gradito la premura di Nick.

<<Non ci serve la tua pietà, sintetico. Se non hai fatto la fine di Kellogg, è solo grazie a lei.>>

In parte è divertente vederli litigare, ma non vorrei mai che arrivassero al punto di uccidersi a vicenda. Anche se Nick è un sintetico, mi sta dando una grossa mano nel trovare Shaun, quindi gli devo molto.

Il terminale sblocca una porta di questa stanza, che ci riporta nello stesso corridoio dove prima abbiamo incontrato Danse. Quest'ultimo cerca di aiutarmi a camminare, in effetti lo Stimpak mi intontisce un po'. Sento i guaiti di Dogmeat, come se anche lui avvertisse la mia stessa stanchezza.

Un altro corridoio ci separa dall'uscita secondaria dell'edificio. Aperta la porta ci ritroviamo all'aria aperta. Finalmente si respira... certo, sento più atomi che ossigeno, ma meglio di quella topaia. Rivolgo il mio sguardo verso Danse, così da parlargli.

<<Voglio ringraziarti, Paladino. Pur non avendone ricevuto l'ordine, mi hai aiutata. Te ne sarò per sempre grat-... Danse? Mi stai ascoltando?>>

Con solo un occhio non l'ho notato subito, ma stava guardando in alto. Una folata di vento mi travolge e i miei occhi possono osservare un'immensità sorvolare il cielo: un gigantesco dirigibile e vari Vertibird che decollano dalla portaerei sottostante. Una voce da un autoparlante inizia a parlare.

<<Gente del Commonwealth! Non interferite con le nostre operazioni. Siamo la Confraternita d'Acciaio.>>

Sono letteralmente paralizzata dalla paura e dall'eccitazione. Che cosa significa? Perché c'è un così grande dispiegamento di forze? Sembra di vedere una scena di quei libri sulla mitologia nordica, dove il dio Odino manda le sue valchirie in battaglia. Sì... è la cavalcata delle valchirie.

Lentamente rivolgo lo sguardo verso il paladino.

<<Danse... quello che cos'è?>>

<<Quello, soldato, è il Pridwen. Ed ora ti farò conoscere il vero volto della Confraternita oltre al nostro grande leader: l'Anziano Maxson.>>

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top