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THE END

L'animatrice si allontana verso la direttrice, che curiosa, sbircia nella busta prima di passarla alla ragazza.

Guardandomi intorno, riesco a riconoscere tutti i visi dei miei avversari, c'è chi si è già arreso, chi ha le mani incrociate e prega qualcunque Dio esista e poi ci sono Alejandro e Felipe.
Loro sono parecchio distanti da noi, ma penso sia stato proposto da Alejandro di proposito.
D'altra parte, alla mia sinistra, accanto a noi ci sono Maria e Anita, completamente convinte di essere arrivate almeno seconde, assaporano già la vittoria.
Io guardo tutti loro avere queste emozioni  incotrollabili, per trovarle anche in me stesso.
L'unica emozione che mi circonda è l'ansia, non di aver fallito o successo, sono troppo neutrale perché questa cosa mi preoccupi.
Tra il pessimista e l'ottimista io potrei essere il realista.

Deglutisco e comincio a pichiettare il piede per terra.
Sento subito una mano tenere la mia con delicatezza, mi giro verso Antonio, e lui mi sorride.

"Andrà tutto bene."
Dice stringendo ancora di più la mano.
Io annuisco e lo ringrazio. Se non ci fosse lui a tirarmi su, in questo momento, non sarei proprio in grado di farlo da solo.

"Ehy guarda, la sta aprendo!"
Esclama Anita.
Riporto immediatamente lo sguardo verso l'animatrice, in tutto questo tempo non ho nemmeno imparato il suo nome.

Lei apre la busta, guarda i nomi e si avvicina al microfono.

Se fino ad adesso ero riuscito a restare calmo e neutrale, ora anch'io posso percepire la paura di non avercela fatta.
Abbiamo dato tutto quello che potevano, e finalmente scopriremo se è stato abbastanza.

Rivolgo un ultimo sguardo verso  Antonio, lui sembra essere calmo, ma lo vedo respirare in modo affannoso, così questa volta sono io che gli sorrido.

"I vincitori sono..."
La ragazza parla al microfono, provocando ancora più ansia e timore quando aspetta per finire la frase.

Noi ci stringiamo ancora più forte le mani.

"Antonio García e Cristian Gámez!"
Urla al microfono.
Io inizio a saltare e Antonio spalanca gli occhi.

"Ce l'abbiamo fatta, CE L'ABBIAMO FATTA!!"
Urla venendomi incontro.

"Si!"
Apro le braccia e lui ci si catapulta.
Non l'ho mai visto così entusiasta.

Mentre eravamo abbracciati, e mentre subito dopo le nostre labbra si toccavano, i coriandoli continuavano a cadere e a scivolarci addosso.

Avevamo vinto.

Ma non era solo una vittoria, io da qui uscirò con un viaggio pagato per l'America, ma ancora più importante, con Antonio al mio fianco.

Gli applausi accompagnano un ritmo piacevole sopra le loro voci che urlano i nostri nomi.

"Cristian e Antonio! Cristian e Antonio!"
Le urla ci circondano mentre ci avviciniamo al piccolo palco.

Saliamo su, ancora entusiasti e ci viene consegnato il premio.

Tra i nostri amici felici, e un po' di facce invidiose, riesco a scorgere quella di mio padre mentre mi sorride.

Per una volta, è stato capace di mettere da parte il suo orgoglio, nonostante io avessi baciato Antonio davanti a tutti, ed è stato in grado di apprezzare il gesto.

"Andiamo a festeggiare i campioni!"
Urla l'animatrice al microfono.
Tutti iniziarono a correre verso il fiume, luogo in cui si sarebbe tenuta una magnifica festa.

Una volta arrivati, quasi tutti entrano in acqua o iniziano a mangiare.

Antonio se ne sta in disparte mentre beve un mojito.

"Tu non dovresti bere lo sai vero?"
Gli chiedo togliendogli il bicchiere e portandolo alle labbra.

"Sono il festeggiato!"
Dice difendendosi.

"Cosa stavi pensando?"
Gli chiedo, per poi ridargli il bicchiere e fare una smorfia di disgusto.

L'ho notato un po' pensieroso prima di arrivare da lui.

"A tutto questo. Sono una persona molto pessimista sai? Non mi sarei mai aspettato di poter vincere e... E trovare te. È stato come avere due premi in uno, come una di quelle offerte del supermercato, solo molto più grande."
Confessa, guardando gli altri nel fiume.

"Lo so."
Dico semplicemente.

"Andiamo a fare il bagno?"
Gli propongo porgendogli la mano.

"E che festa sarebbe senza i festeggiati?"
Risponde prendendola per poi correre verso l'acqua.

"Vai piano, vai piano, ti ricordo che non so nuot-"
Non finisco la frase che sono già in acqua completamente fradicio.

UNA SETTIMANA DOPO

Stiamo per partire, siamo già in aereoporto.

Sarà un lungo viaggio, e per fortuna, lo sarà anche la nostra permanenza.

Io e Antonio abbiamo passato tutti questi giorni insieme, e con gli altri ci siamo sempre mantenuti in contatto su Whatsapp, con alcuni di loro ci siamo anche usciti.

L'unico che non ho sentito, è stato Alejandro.
E sinceramente forse è meglio così, avrebbe solo creato altri problemi alla mia relazione che, al momento, va a gonfie vele.

"Sei sicuro di aver preso tutto?"
Mi chiede ancora mia madre armeggiando con la valigia.

"Sì mamma, non ti preoccupare."
Dico togliendogli la valigia dalle mani.

Nel momento in cui mi allontano da lei, riesco a scorgere uno sguardo di tensione passare da mio padre ad Antonio.

Io lo guardo con rimprovero.
Non è il momento per rovinare il progresso fatto in una settimana.

"Mi raccomando, tratta bene il mio ragazzo, e curalo. Non sia mai gli succeda qualcosa"
Dice ad Antonio.
Lui annuisce e lo saluta stringendogli una mano.

"E per quanto riguarda te, non approfittare troppo della carta. Sono serio, guarda che me ne accorgo!"
Dice ridendo.
Io scuoto la testa con un mezzo sorriso e alzo gli occhi al cielo.
È proprio mio padre.

"Ciao mamma."
Dico abbracciandola.

"Mi mancherai Cristian."
Dice con gli occhi lucidi.

Gli ho sempre rimproverato il suo essere troppo sensibile.
Antonio si avvicina, e gli porge la mano nel modo più formale possibile.

"Arrivederci Signora Gamez."
Le dice sorridendo.

"Oh ma smettila!"
Lei lo tira per la mano e lo abbraccia.

"E non azzardati mai più a chiamarmi così, dammi pure del tu e chiamami per nome"
Lo dice in tono minaccioso, ma subito dopo sorride.

Io rimango stupito ma contento di questa loro relazione.

"Non sono in ritardo vero?"
A parlare è Felipe, che ha puntualmemte deciso di venire con noi in America, a spese sue ovviamente, ma per lui non è un problema.
I genitori sono piuttosto ricchi.

"No, non lo sei."
Gli risponde Antonio, dopo esser scoppiato a ridere.

Ci allontaniamo dagli adulti per andare a fare il check-in.

Questo è l'inizio di un altro capitolo della mia vita, una che sembra essere immensa di felicità e gioia, che non cambierei per nessun'altra.

Perché ci sei tu, Antonio, e ho paura che non ti avrei trovato se questa fosse un'altra vita.

Penso tra me e me.

Solo quando saliamo sull'aereo, mi accorgo della paura di Antonio di volare, quando mi stringe la mano e si rifiuta di stare sul sedile dove c'è la finestra.

Io sorrido e gli scompiglio i capelli.

"Ti amo, lo sai vero?"
Gli dico, guardandolo negli occhi.

Non me ne accorgo neanche quando le parole lasciano la mia bocca, lo fanno volontariemente, quasi come se fosse finalmente giunta l'ora per spiegare le ali.

Lui sorride e mi accarezza la guancia.

"Ti amo anch'io."
Dice prima che le nostre labbra s'incontrano ancora, incuranti di tutto il resto.







Spero che questa storia vi abbia appassionato e che vi sia piaciuta.
Volevo ringraziare _black__rose e dedicarle questo capitolo, è una mia cara amica che mi ha aiutato nella scrittura della storia, grazie mille😘

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