{15}
La giornata non s'era accontentata dei dilemmi mentali che già ho, anzi appena ne aveva l'occasione me ne dava di più.
Ora avevamo la prova con l'arco e devo ammettere di saperci fare, grazie alle esercitazioni fatte con Alejandro.
Ecco, di nuovo il nostro bacio riaffiorare nella mia mente, è cosi che io non riesco a smettere di pensarci.
Ora mi sono ricordato anche del mio ammiratore segreto e del fatto che stamattina abbia fatto colazione.
Cerco di capire, guardando gli altri chi probabilmente mi stia guardando, osservando i miei movimenti, quella persona potrebbe essere il sospettato n. Uno.
Facemmo la fila per prendere arco e frecce, Antonio non si era presentato, o per meglio dire non si era ancora presentato.
Arrivò poco dopo e si aggiunse alla fila, proprio quando la ragazza stava per dirmi che avrei dovuto affrontare la sfida da solo.
Avevano dato l'ordine dei gruppi che sarebbero andati a tirare, noi eravamo gli ultimi perciò ci toccava sostenere l'affare a cui loro dovevano sparare.
Erano due perciò credo che tireranno 2 alla volta di squadre opposte.
Alejandro era il primo, non sembrava molto in ansia, prima di mettersi in posizione mi sorrise.
Mi ricordava gli allenamenti, quando pensava di battermi e faceva quel sorriso furbo di chi avesse già vinto.
Io tenevo il suo cerchio, se lo prendeva in centro il punto era suo, e io sapevo già che avrebbe preso il centro in ogni caso.
Il ragazzo dell'altra squadra schioccò la freccia per primo, per pochi centimetri non beccò il centro.
Lui si chiama Felipe ed era uno dei più conosciuti qui, si dice che sia il pronipote del Re, infatti era molto rispettato.
Dopo di lui si preparò Alejandro, con la presa mongola, mi sembrò strano perché non gliel'avevo mai vista utilizzare, si concentrò sul mirino ma purtroppo il tiro prese l'orlo del cerchio.
Mi stupì, tanto che gli feci cenno per chiedergli cosa fosse successo.
Lui sbuffò e si allontanò dall'area di tiro.
Mi accorsi che Antonio mi stava fissando poco dopo.
"Che succede?"
Mi chiese avvicinandosi per parlare, lui sosteneva l'altro cerchio.
Era da molto che non mi rivolgeva la parola.
Guardai Maria, che era esattamente dietro di lui per chiedere il consenso, in fondo doveva insegnarmi un 'sacco di cose sugli uomini', a ripensarci mi veniva da ridere.
Lei annuì quindi mi decisi a rispondere ad Antonio.
"Io...n-noi ci erav-vamo allenati e no-n aveva usato la pres-presa mongola"
Iniziai a balbettare e a ripetere le parole, tanto che non mi dilungai per troppo tempo nel discorso.
Vidi spuntare un leggero sorriso sul suo viso.
"Ora sei timido?"
Mi accarezzò i capelli sistemandoli e successivamente la guancia.
Io gli presi la mano che aveva sulla guancia e la strinsi guardandolo negli occhi, lui si avvicinò di più a me, i nasi quasi si toccavano, posai l'altra mano sul suo petto.
Che sta succedendo? Sto per baciare Antonio?
I miei occhi erano sintonizzati con i suoi ormai mi ero perso e quella sensazione di relax ed eccitazione nello stesso momento mi stava facendo impazzire.
Volevo quel bacio ma proprio quando stava per accadere l'allenatore suonò il fischietto per dare inizio alla prossima gara.
Rimasi con la bocca spalancata quando tornò alla sua postazione.
Prima neanche mi parlava, ora mi accarezza, ed è stato così vicino che mi è sembrato di baciarlo e giuro che non l'avrei respinto.
Mi ripresi e tornai anch'io al mio cerchio, fortunatamente nessuno ci stava guardando, o meglio dire nessuno tranne Alejandro e Maria.
Alejandro posò il suo arco, e si allontanò nel bosco.
Intanto la gara proseguiva finchè lui non tornò perchè era il suo turno.
Questa volta non tirava nel mio cerchio ma in quello di Antonio, non aveva la presa mongola e teneva molto da vicino l'arco per poter tirare meglio.
"Mira mira tanto non ti serve comunque"
Gli sussurrò il rivale, cercando di non farsi sentire da nessun'altro se non da lui.
La freccia non era puntata sul cerchio ma sulla testa di Antonio che reggeva il cerchio, Antonio iniziò a preoccuparsi quando Alejandro iniziò a tirare indietro la fune senza accorgersi a cosa stesse mirando, era distratto.
Dall'altra parte c'era Maria che mi mimava di fare qualcosa.
Il ragazzo al mio cerchio tiró per primo e si avvicinò al centro.
Giusto in tempo che la freccia tocca il mio cerchio che mi cataupulto davanti ad Antonio e prendo la freccia precedentemente schioccata da Alejandro.
La gente cominciò ad urlargli e avvicinarsi.
Fortunatamente non era successo niente, stavano tutti bene.
Alejandro scuote la testa, come se si stesse riprendendo.
"Ma che ti è successo? Potevi ucciderlo!"
Urlò la ragazza responsabile del campus, lui venne allontanato immediatamente dai vari capi del campus, si vedeva che lo stavano per riempire di domande.
Poggiai la freccia a terra e cercai di farmi strada tra tutta la gente che si era messa intorno ad Antonio.
"Sto bene sto bene"
Continuava a dire Anto, spostando tutte le persone che si stavano preoccupando per lui.
"Stai bene?"
Gli strinsi la spalla e mi sedetti accanto a lui.
"Mi odia così tanto?"
Chiese dopo un po', era rimasto a guardare davanti a sé per un lasso di tempo.
"Lui non ti odia, forse... non gli stai simpatico"
Non ero convinto di quello che gli dicevo, ma volevo tirargli su il morale.
Lui si mise a ridere.
"Non scherzare Gàmez"
Ridacchiò ancora e posò una mano intorno alla mia spalla stringendomi a sé.
"Grazie, senza di te sarei morto ora"
Disse mentre entravamo fra le ombre del bosco, per goderci il resto della giornata tra la salvezza e la simpatia di quei momenti.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top