[Una data, due feste Prt.2]

[POV: Nana, 16 anni]

Ush, quello veramente non si stanca mai!
Aru continuava a sbattere la mia porta con violenza, era talmente rumoroso che ho dovuto mettere la musica al massimo volume. Era una giornata di festa quindi non vedo perché studiare; mi misi su Tiktok per cazzeggiare un po', alternavo la visione ai messaggi, in un gruppo parlavo con le mie amiche e nell'altro parlavo con un ragazzo molto carino, ci stava provando con me da una settimana e non potevo di certo farmi scappare una occasione del genere, e magari avrei potuto perdere la verginità una volta per tutte.

È vergognoso essere in ritardo per questa roba, non che sia importante perderla ma per una sfida personale voglio almeno perdere la verginità prima di Sakura; nella mia famiglia quasi tutti hanno perso la verginità sin da giovani ed io non ho intenzione di rimanere indietro, mi sono limitata con qualche preliminare ma solo perché le mie frequentazioni non sono durate abbastanza da stabilire un rapporto così forte per farlo, ho trovato solo casi umani che non sanno cosa vuol dire "igene personale".
Passarono i minuti e Aru cominciò la sua fase piagnucolio: "striscio lungo il muro e mi metto a piagnucolare davanti alla porta".

<<P-Per favore... Nana... Parlami...!!!>> Quel tono così irritante che pure il Papa lo picchierebbe.
Alzai gli occhi al cielo, buffando
<<Parlami parlami e poi non fai un cazzo per capir- AHI!>> un tocco veloce mi fece cadere il telefono per terra, sul mio braccio comparvero le vene di un colore bianco intenso, sentivo il sangue girarmi dentro come se ci fosse un tornado: caldo, freddo, caldo, freddo, queste sensazioni stavano cominciando ad essere un po' troppo insistenti.
Afferrai il mio braccio che tremava, delle crepe bianche riempirono tutto il mio braccio fino al gomito, fiammelle bianche uscivano come lingue di lava.

<<Argh... h-ho bisogno urgentemente di un rituale...>> Il braccio tremevava e le crepe rimanevano dov'erano, ma era una questione di pochi minuti prima che quelle fiamme divorassero anche la mia stessa pelle.
Mi alzai dal letto, correndo subito ad aprire la porta.

<<NANA OH FINALMENT->> Aru si alzò in fretta ma neanche il tempo che con la mano sana lo scansai bruscamente.

<<Non ora Aru>> tagliai corto, camminando per il corridoio a semi luna per avvicinarmi alla stanza dei miei genitori.
<<Papi! Papi dove sei! Papiiii!!!>>

<<HEY NON IGNORARMI->> mi prese il polso e non appena lo prese, notò le crepe sul mio braccio <<IGHHH! MA- NANA!->>

<<Ho detto non ora. PAAAAPIIIII>>

Intanto dentro la camera di letto, Haruka e Ryozo erano belli comodi sotto le coperte, avevano intenzione di riposare ma non credo avrebbero risposato più di tanto con i loro figli che urlavano pure durante le ore di risposo.

Ryozo mugugnò mentre si sistemava meglio, cercando di ignorare sua figlia che la chiamava.

<<Mh... Amore...>> Mormorò Haruka, teneva gli occhi chiusi cercando di riprendere il sonno.

<<Mh... Dimmi...>> Rispose contrariato Ryozo, mettendosi il cuscino sulla testa.

<<Tua figlia ti sta chiamando...>>

<<No, sta chiamando te... Vacci tu...>> Rispose Ryozo facendo un segno con la mano.

<<No no, ha detto Papi, tu sei papi, non mi prendi in giro...>> Rispose Haruka, girandosi dal lato opposto.

L'uomo dai capelli neri e bianchi piagnucolò mentre si metteva le pantofole, sedendosi sul letto.
<<Nana non urlare...! Entra!>>

Non appena sentì mio padre parlare, aprì subito la porta senza esitare
<<Mi serve un rituale, e subito>> sollevai il braccio con le crepe bianche che ancora quello scemo afferrava come se dipendesse dalla sua vita.

Mio papà alzò appena la testa con occhi socchiusi, preso probabilmente dal sonno e come uno stronzo, invece che preoccuparsi, mi disse <<Non ti capisco principessa>> mise un mignolo nell'orecchio come per pulirlo dalla cera, ma sapeva benissimo cosa intendesse dire con quel segno.

Incrociai le braccia e sbuffai <<Ho bisogno di un medicinale, maestro>> pronunciai in cinese, solo con queste parole in cinese era disposto ad aiutarmi. Sorrise e si alzò, avvicinandosi soddisfatto e fiero.

<<Ora sì che ho capito, vieni, ho quello che ti serve giù>> rispose a sua volta con un accento cinese impeccabile, nonostante fosse nato e cresciuto in Giappone nessuno gli toglie le sue origini cinesi.

<<Ugh no per favore non parlate mandarino!>> Replicò Aru, lamentandosi, odiava imparare cose nuove e per lui imparare una seconda lingua era già troppo, a stento sapeva parlare.

<<È cinese comune idiota->> risposi acida.

<<Eh state calmi per una volta>> mormorò papà sbadigliando. Scendemmo le scale e andammo nella cantina, e voi direte vabbè chissà cosa ci vuole fare in cantina, non è una cantina normale, siamo in casa di un inventore e cosa poteva inventare secondo voi?

Fece il riconoscimento oculare, selezionò le stanze private e come un cubo di Rubik la cantina si trasformò lasciando spazio ad una semplice porta antica che richiamava molto lo stile tradizionale dei templi cinesi.
Una neve candida si spostò nell'aria, le candele lungo il corridoio prima di raggiungere la porta si accesero e finalmente quel buco di culo si illuminò.

Ci avvicinammo alla porta e non appena varcammo la soglia ci ritroviamo davanti ad un giardino sotterraneo, illuminato da tecnologia troppo complicatata per spiegarlo, in sostanza era luce naturale anche se per farla arrivare là sotto probabilmente hanno pregato tutti gli antenati prima di trovare una soluzione al problema.
Papà si avvicinò alla porta e fece un cenno per farci entrare.

<<È necessario farlo tutte le volte?>> Chiesi mentre oltreppassavo la porta.

<<È un luogo sacro Nana, è importante rispettarlo come tale e rispettare anche le grazie che ci hanno dato...>> Mio padre quando si parlava di queste cose sembrava un vecchio monaco di quei luogo strani in India. Girai gli occhi al cielo vedendo come Aru -come sempre- si guardava intorno come uno scemo.

<<Mhhhh vecchi antenati... Saluteeee.... Mhhh... Vengo in pace...!>> Teneva la mano destra sul cuore mentre l'altra faceva il saluto marziano, con l'indice e il medio attaccato, l'anulare e il mignolo pure ma lasciando uno spazio tra il medio e l'anulare.

<<È un vecchio giardino non una stazione extraterrestre>> ribattei ad Aru.

<<E tu che ne sai!? Vedi che gli alieni hanno creato le piramidi>>

<<Sì, certo...>>

Ryozo fece un sospiro amareggiato, teneva le mani dietro la schiena e guardava i figli con un po' di preoccupazione oltre che desolazione, era molto importante per lui attenersi a questa tradizione.

<<Ragazzi per favore, lo so che non vi importa molto della religione -come lo è per me alcune volte- però questa è una cosa seria...>> Fece una pausa mentre chiudeva la porta e ci superava per raggiungere un piccolo laghetto che aveva delle pietre, fatte apposta per sedersi. Tutto sommato il giardino sotterraneo era mediamente grande, non decisamente grande quanto tutta la casa ma era l'ideale per meditare <<È importante almeno credere in questo per preservare il mondo dal Caos>>

<<E noi giustamente ne dobbiamo pagare le conseguenze>> lo seguimmo ma senza entrare nel laghetto, non mi sentivo in vena di bagnarmi i piedi.

<<Eddai Nana! È bellissimo avere dei superpoteri! Così possiamo fare vedere quanto siamo fighi e possiamo diventare fortissimi>> mentre parlava, cercò di attivare il suo potere, accendendo appena una piccola fiammella nera sul suo pollice, anche se era piccola quella fiammella era davvero importante per lui, la guardava con onore gonfiando il petto.

Ryozo prese un bel respiro mentre si sedeva su una pietra più grande, scuotendo appena la testa <<Non sono superpoteri Aru, sono delle grazie che ci hanno donato per aiutarci nel nostro compito, e ora Nana, avvicinati>>

<<Pft, poteri, doni, grazie! Chiamali come ti pare, sicuramente sono qualcosa di fighissimo>> mentre era distratto, ne approfittai per allontanarmi da Aru entrando contro voglia nel laghetto per raggiungere mio padre.
Mi sedetti in una pietra alla sua destra e porsi il braccio corrotto, lui afferrò il mio braccio e lo guardò con attenzione, passando le sue dita sulle crepe.

<<Mh, cicatrici corrotte... Presumo che non stai consumando le fiamme come ti ho insegnato...>> Fece pressione sulle cicatrici e sobalzai dal dolore.

<<Ahi! Papà n-no che fanno male! Bruciano!>> Mi venne istintivo di voler allontare il braccio, ma mi fece solo più male visto che dalle prese di papà Ryozo non si scappa.

<<Oh lo so che bruciano>> sulla mia pelle fece degli ideogrammi cinesi con una neve candida, mormorò parole così antiche che facevo un po' fatica ad identificarle -ma probabilmente era solo cinese tradizionale- e poco dopo quella neve candida si sollevò appena dalla mia pelle estendendo poi un piccolo vento gelido intorno al mio braccio corrotto <<Prima di te c'ero io, sei stata fortunata, le mie cicatrici corrotte procurano un dolore così intenso che valuto l'inferno un luogo accolgio... Questo dovrebbe alleviare un po' il bruciore ma non lo cura, devi consumare le fiamme e coprire le cicatrici con delle bende, meglio->>

<<Tenerle nascoste sì sì... Lo so papà, lo so>>

<<E allora se sai cosa fare perché non consumi le tue fiamme?>> Rispose con tono seccato. <<Ringrazia almeno che non hai preso le mie di fiamme, le tue sono una grazia con la lettera Maiuscola>>

<<Sì ma io non le voglio, non ci faccio nulla con delle fiamme bianche che mi creano oggetti semplici!>>

<< Beh potresti crearti fogli di carta infiniti>> rispose per fare una battuta, sorridendo, lui faceva le barzellette e rideva da solo <<risparmiamo>>

<<Ma risparmiare cosa che siamo ricchi!?>> Sbottai, non sopportavo questi suoi scherzi.

<<Questo non vuol dire che devo spendermi tutti i soldi, dovresti essere grata di non essere cresciuta in una stanza di un bordello.>> Ecco, l'ho fatto incazzare, aveva usato il suo tono da rimprovero e il suo sorriso era sparito <<Devi accettare la tua Grazia, sembra una cosa che ti scomoda e che ti rende anormale, ma vedrai che conviverci non sarà così male>>

Sbuffai irritata <<Ugualmente non mi serve a nulla una grazia se non posso usarla, è solo un male averla! neanche mi difendo con questa>>

<<Regola la tua lingua signorina. Siamo in un luogo sacro ed è meglio non farmi alterare ancora di più.>> Il venticello fresco intorno alla mia mano si fece più feroce <<Le grazie non servono soltanto a difenderti, servono soprattutto per imparare a vivere con qualcosa ancora più grand->>

<<Sì ma tanto sceglierai Kiyomi per questo, no!? Mal che vada gli antenati potrebbero smettere di proporre agli eletti di portarsi addosso un fardello inutile>> il nervosismo era così tanto che le crepe si aprirono definitivamente e scatenarono le fiamme bianche come un vulcano in eruzione. Intorno al laghetto le cose cambiarono costantemente forma: da seme a ramoscello, da ramoscello a fiore e poi a seme e viceversa, la natura sembrava nervosa quanto lei, le piante crescevano a dismisura, altre cose tornavano più piccole da come erano, era tutto fuori controllo.
Ero al quanto spaventata nel vedere questo cambiamento repentino, ero terrorizzata, non sapevo come fermare queste fiamme così feroci che però non bruciavano, erano come un dolce abbraccio caldo, erano anche come la brezza fresca in una giornata calda in estate.

<<Ora basta!>> gli occhi di mio padre Ryozo si trasformarono, il suo occhio sinistro arancione sembrò bruciare come la brace degli inferi, dalle sue mani una sostanza uscì per inondare la stanza, lingue di fuoco nero che andavano a risucchiare tutta l'aria creata dall'energia della creazione delle mie fiamme. Con le sue mani gestiva il moto di queste fiamme come un ballo antico, un evento così maestoso che univa la meditazione alle arti marziali, tutte le lingue di fiamme nere cominciarono a circondare la mia figura fino a trasformarsi in anelli neri intorno al mio braccio.

<<Ecco perché devi scaricare le fiamme... Le tue sono innocue e questo non è nulla, ma se le trattieni per molto tempo rischi di alterare la realtà...>> Guardava il mio braccio con estrema serietà, un campanello di allarme si poteva leggere nella sua espressione, era pallido e sudava ma cercò di mascherarlo dietro una maschera di pieta.

<<Che figata... POSSO FARLO PURE IO!?>>
Aru si mise in piedi e il suo corpo si ricoprì di fiamme nere per qualche istante, si concentrò parecchie volte prima che l'effetto diventasse permanente.

<<Tu sei fuori di testa, non stai bene>> picchiettai la mia testa con l'altra mano, ma in tutta risposta Aru mi rispose con una risata.

<<Che c'è!? Gelosa perché non hai le fiamme della distruzione!? Mh!?>> Si mise a fare le pose per flexare la sua versione della torcia umana politicamente corretto, ma il suo vanto duro ben poco perché si spense poco dopo.

<<Le nostre grazie non sono dei giocattoli Aru, bisogna fare attenzione...>> Sospirò amaramente <<Devo decisamente farvi fare gli allenamenti, soprattutto a voi due, almeno gli altri tre sono messi meglio... Ma non potete andare in giro senza allenamento, anche se saltasse il nostro segreto è pericolo per voi, per noi e per tutti gli estranei che rischiate di ferire con delle Grazie fuori controllo >>

<<Pft, finiscila papà, lo sai pure tu che nessuno supera il tuo potere, è così versatile>> con forza, tolsi il mio braccio dalle fiamme nere di mio padre, le cicatrici bianche sembravano essere contornate da diamanti, dal suo interno usciva un fumo bianco che sembrava brina, decisamente era un potere molto carino esteticamente rispetto a tutti gli altri. <<Abbiamo finito!?>>

Con aria stanca, Ryozo sospirò guardando il riflesso sul lago , chiuse lentamente gli occhi e annuì piano <<Sì... E per favore, fallo per il tuo bene, il tuo potere potrebbe ucciderti sul serio se non lo liberi un po'>> non appena alzò gli occhi però ero già alla porta per uscire.

<<Sì, ora lo faccio comandante...>> Replicai con sarcasmo, andando a chiudermi in camera. Proprio io dovevo avere questa scocciatura!? Non potevo essere come Zhao!? Quel piccoletto è fortunato nel non avere una cosa così inutile che ti fa' pure male fisicamente.

[POV: Zhao, 13 anni]

Tornai a guardarla, i miei occhi non riuscivano a stare fermi... I suoi occhi  di smeraldo, le sue labbra carnose, la carnagione scura, i suoi capelli sempre ordinati e profumati, i suoi vestiti carini che la facevano sembrare una star...

Cosa dovrei fare? Forse... Forse io... Sì io devo dirle che...

<<Saki... Queste cose si fanno con una persona che... Che ritieni il tuo compagno di vita>> le presi una mano, non capivo perché ci fosse così tanta tensione tra i due, probabilmente era la pubertà perché sennò non si spiega.

<<Sì... Lo so...>> Guardò verso il basso, sospirando amaramente.

<<E-E allora non....non bruciamo qualcosa importante, un ricordo base ecco...>> Cercavo di essere più forte della tentazione, non era per niente semplice, era pur sempre mia sorella, adottiva, ma era mia sorella, era assurdo dare il primo bacio alla propria sorella.

<<Mh... Sì... Sì hai ragione, non ha senso, scusami... Non so cosa mi sia successo ma... Per un attimo dopo aver visto questa serie mi è venuta voglia di baciare qualcuno>> Ridacchiò in modo grazioso nonostante il suo imbarazzo, mentre si grattava la testa. Risi anch'io ma con un'aria un po' pacata.

<<Già, penso siano gli ormoni adolescenziali>> dopo questa lei si avvicinò a me e poggiò la testa sulla mia spalla, abbracciandomi in seguito da semi sdraiata.

Ero abituato a dormire abbracciato con lei, ma ora era come stare accanto a qualcuno che ti terrorizza, non perché abbia paura di lei ma perché mi metteva a disagio il contatto in questo momento così particolare. Cercai di mantenere la calma per tutta la durata delle puntate, eravamo consapevoli che non avevamo l'età per vederla ma eravamo troppo presi per smettere, cercai di distrarmi mentre le facevo i grattini sulla schiena, la mano mia tremevava, la mia testa si riempiva di pensieri che non avevo mai valutato e la cosa non fece che peggiorare la mia situazione, ero imparanoiato, avevo il cuore a mille ed ero confuso, troppo confuso.

<<Zhao... Zhao...! Stai bene!? Il tuo cuore batte troppo velocemente>> si mise semi seduta, poggiando la mano sul mio petto, la guardai negli occhi e non sapevo se piangere o rimanere a guardarla.
Passai una mano dietro alla sua nuca per accarezzarle qualche ciocca di capelli.

<<N-Non... Non lo so... La mia testa... Mi fa male la testa e-e-e... Mi viene un po' da vomitare...>> Bisbigliai, la mia faccia era completamente a fuoco, e veramente mi faceva male la testa di quanto io resistevo a quelle maledette tentazioni.

<<Oh, vado a prenderti qualcosa allora, mettiti comodo>> con premura cercò di farmi stare più comodo, poi si alzò e si avvicinò alla porta <<Ora torno, non ti muovere, ascolta qualcosa di rilassante, per oggi stacchiamo dai, devi stare bene per la tua festa>> fece una risatina e poi uscì dalla stanza.

Cosa stavo facendo!? Sono completamente impazzito!? Avere certi pensieri su mia sorella adottiva!?
Mi passai le mani agli occhi, troppa confusione mi stava facendo impazzire, avevo istinti impulsivi che non sapevo di avere, il costante desiderio di possedere qualcosa, anzi, qualcuno in quel momento era tremenda ma non capivo perché. Era così per tutti? Ti metteva in dubbio anche sui tuoi stessi sentimenti? Ma no, questi non erano sentimenti ma desideri carnali. Ho bisogno urgentemente di parlarne con qualcuno, ma con chi??? Confesso i miei dubbi e pensieri a Saki, alcune volte anche a Jiao-Tang ma diciamolo chiaramente, quel ragazzo è bravo ma ha il grande difetto di non saper mentire, e se dovessi confessargli di voler baciare mia sorella e fare cose strane e proibite sicuramente lo dirà -per sbaglio- ai nostri genitori. Le altre due probabilmente lo avrebbero detto oppure non mi avrebbero mi ascoltato, peggio ancora se ne parlassi con i gemelli che in due non fanno un cervello se si tratta di consigli personali.

Mi alzai dal letto, ero sudato e pallido, guardai il mio riflesso e potevo vedere quanto le mie pupille fossero dilatate...
Cos'era questo mostro? Cosa sono diventato? La pubertà è così brutta? Puzzi, ti crescono i peli e cominciare avere pensieri strani?

Dovevo scappare, e dovevo farlo in fretta, questa pubertà non mi avrebbe preso, no, non mi prenderà e non ho intenzione di lasciarglielo fare. Sentivo il mio coso là sotto che formicolava, uno strano piacere che in quel momento non volevo minimamente avere. Corsi in bagno, o almeno ci provai, mi girava la testa e respiravo a fatica.

<<O-Oh-no... >> Mi misi una mano sul petto, mi mancava il respiro, tossivo nella speranza di sentire ancora il respiro. Le mie gambe crollarono, tossì più forte e cercai di strisciare per arrivare in camera per prendere l'inalatore, ma non ci fu' bisogno di ulteriori sforzi che papà Haruka uscì di corsa dalla camera con aria allarmata.

<<Piccolino, hey hey tranquillo, non è successo nulla, non succede niente>> mi prese in braccio e mi portò in camera, cercò tra i cassetti del comodino fino a quando non trovò l'inalatore. Mi mise l'inalatore in bocca, tenendomi la testa con una mano e lo mise in azione <<Calma piccolo... Respira piano, e uno... E due...>> Appoggiò con calma la mia testa sul cuscino, mi sorrideva con aria dolce mentre mi accarezzava i capelli dolcemente.

Scoppiai a piangere, la paura che mi aveva assalito in quel momento è stata tremenda, non sapevo cosa dire, mi sentivo sporco, impuro...

<<P-papà... S-Sono... Sono entrato... N-Nella pubertà...>> Il suo dolce sorriso di spense lentamente, trasfigurando la espressione in uno sguardo stupito e anche, come dire, impreparato. Per ogni figlio è sempre una esperienza diversa scoprire di non essere più dei bambini. <<N-non mi piace... P-penso... P-p-penso a cose che non dovrei pensare...>> Papà mi poggiò una mano sulla mia, accarezzandola con dolcezza, facendo un leggero sorriso.

<<A cosa pensi...?>> Nel suo tono mascherava un po' di preoccupazione, forse pensava che fossi un altro figlio pazzo con una voglia di morire pari a Zero.

Distolsi lo sguardo, il mio naso e le mie orecchie bruciavano dall'imbarazzo, probabilmente erano rosse come quelle di un peperone.
<<P-Penso... Penso e-e-ecco... Penso di voler baciare qualcuno che in realtà non dovrei baciare... >> Alzai lo sguardo quando notai che tirò un sospiro di sollievo, addirittura sorridendo.

<<Oh piccolo Zhao, non possiamo fermare la nostra crescita, non ti fare problemi nel essere attratto da qualcuno e pensare che sia sbagliato...>> Si mise un po' più vicino, ero più confuso di prima nel vedere questa reazione <<Con il tempo capirai cosa ti piace, non ti limitare e sperimenta per farti una identità. Tuo fratello Jiao-Tang prima di capire che le piacciono le ragazze è stato con qualche ragazzo, e alcuni li ha fatti... Davvero soffrire>> rise scuotendo lentamente la testa.

Mi sentivo più sereno nel vederlo così sollevato, chissà cosa avrà pensato.
<<E ora, beh, credo che ci tocchi il discorso quello serio...>> Lasciò la mia mano, mettendosi comodo. Sembrava al quanto a disagio nel volerlo fare questo discorso, e sicuramente farlo per la settima volta non deve essere il massimo. <<Solitamente lo fa' papà Ryo questo discorso ma... Beh... Visto che è impegnato con i tuoi fratelli, tocca a me questo giro...>> Mi guardò negli occhi occhi di un azzurro così chiari che non volevano saperne di sparire <<Sei pronto?>>

Tentennai un po' a quelle parole, ma alla fine annuì. Mi sarei subito questo discorso anche se ormai conoscevo una piccola parte di tutto il quadro...

Erano arrivate finalmente le 19:00, tra poco tutti quanti sarebbero arrivati per festeggiare questo compleanno così atteso -e anche odiato- ; Jiao-Tang si era messo un bel completo camicia e giacca, i suoi soliti capelli tirati all'indietro e con 3 liti di profumo addosso, lui insieme a Nana avevano iniziato un concerto improvvisato nel grande specchio, Aru stranamente si era sistemato bene ma era offeso con Nana perché ha detto "alcune cose false" alla sua fidanzata e l'ha lasciato. Kiyomi non so nemmeno dove sia finita sinceramente, faceva entra ed esci dalla sua stanza a quella di Sakura, penso che i miei genitori abbiano trovato un modo per incastrarla a stare a casa oppure hanno incastrato Sakura in qualche evento notturno insieme a lei, non lo so sinceramente, non la vedo da sta mattina, i miei genitori invece facevano come fanno sempre, uno premuroso che si assicura che tutto sia perfetto mentre l'altro gli và dietro per dargli pacche sul culo ripentendo che tutto era perfetto e che non c'era bisogno di preoccuparsi.
Ed io? Beh... Siccome ho parlato con papà Haruka, Saki è entrata per lasciarmi i medicinali ma poi è andata a sistemarsi con Nana e non l'ho più rivista, sentivo un po' di tensione tra noi due, non so se sia per quel momento che abbiamo avuto oppure semplicemente si deve riprendere dal rifiuto.

Pensando e pensando, mi stavo sistemando davanti allo specchio della mia stanza, non volevo incontrarla e di certo stavo molto meglio lì dentro in mezzo al mio disordine piuttosto che uscire e trovarmi brutte sorprese. Il discorso tanto atteso mi aveva un attimo confuso più di prima, non voglio assolutamente sapere altro sulla riproduzione fino a quando non sarò sposato semmai avrò voglia ed il coraggio per fidanzarmi.

Guardavo il mio riflesso sognando ad occhi aperti, sentivo nella mia testa una pallina da Ping Pong dove i pensieri andavano da una parte all'altra, da pensieri sensati, filosofici, a pensieri completamente a caso sulle cose quotidiane. Bussarono alla porta e mi spaventai, tornare alla realtà era sempre un trauma.

<<S-sì?...>> Guardai la porta dal riflesso, una testolina dalle mille treccine entrò lentamente.

<<Hey... Disturbo?>> Parlò con voce timida Saki, era davvero carina con il vestito che indossava, era corto il giusto e il viola le donava. Sentivo un nodo alla gola, lo stomaco chiudersi, il sudore sulla fronte scendere lentamente.

<<N-No no... Entra...>> La ragazza entrò chiudendo piano la porta, si mise dietro di me, non era così vicina come lo era solitamente e mi guardava dallo specchio con un sorriso imbarazzato. <<Com'è andato il discorso della crescita con papà Haruka?>>

<<D-devo dire che... Ha fatto del suo meglio>> dalla sua bocca uscì una risatina graziosa.

<<Eh sì, Papà Ryozo è più bravo nel spiegare cosa succede ai nostri corpi arrivati ad una certa età...>> Calò per qualche istante il silenzio, lei si avvicinò di un passo torturandosi le mani e tenendo lo sguardo basso <<Zhao io... Volevo chiederti scusa per quella stupida richiesta, per un attimo ho avuto il desiderio di... Di baciare qualcuno... E soprattutto tu perché beh ecco per me sei... Sei davvero speciale, un fratellino molto dolce e amorevole, stiamo sempre insieme e-e per un attimo... Eh eh... Ho pensato follemente di volerti baciare forse per... Perché non lo so...>> I suoi passi la condussero al mio letto, si sedette con delicatezza, cosa che il suo sguardo non trasmetteva in quel momento.
Seguii il suo movimento dal suo riflesso, rimanendo in attesa di una risposta.
<<Forse perché... Pensavo che non avrei mai trovato una persona più interessante come te... Non interesso a nessuno, non sono come le altre ragazze, non sono nemmeno così tanto... Tanto legata alla nostra famiglia i-io non sono altro che una ragazza buttata qui per caso...>> Lucenti gocce riempirono il suo volto, cercò di nascondere la vergogna del pianto con le sue mani.

Mi girai per guardala, quando lei piangeva piangevo anch'io, vedere qualcuno che piange è la fine. Mi avvicinai lentamente non sapendo cosa fare precisamente, dovevo abbracciarla? Dovevo accarezzarle la testa, lasciarla piangere?

<<S-Sono una stupida ragazza nera, figlia di una puttana in mezzo ad una famiglia di pazzi... Brutta, con apparecchio e occhiali orrendi...>>

<<Non dire bugie!>> Esclamai alterato <<Sei una ragazza bellissima, e che importanza ha se sei adottata, per me sei...>> Prese le sue mani con delicatezza per toglierle delicamnente, e non potei fare a meno che sorridere nel vedere i suoi occhi così luminosi, era brutto vederla piangere ma quei occhi di smeraldo mi facevano impazzire <<Per me sei sempre parte fondamentale della famiglia, io non saprei cosa fare senza di te... Sorella...>>

Lei distolse lo sguardo, ma con una mano la portai a guardarmi ancora una volta.
<<Sono forse... L'ultimo che dovrebbe parlare di autostima però... A me basta dirti che... Per me sei davvero importante più di ogni altra cosa, veramente! Se tu non ci fossi qui beh probabilmente sarei... Sarei da solo, perché tu sei sempre con me, mi porti a fare follie che non voglio fare perché sono un fifone>> un leggero sorriso apparve sul suo volto <<S-Se non ci fossi tu non saprei con chi condividere i miei pensieri, le mie insicurezze, e sicuramente senza la tua mancata voglia di studiare probabilmente sarei un Nerd che studia tutto il tempo>> ci scappò una piccola risata, guardò le mie mani prima di guardami negli occhi <<Senza di te... Non saprei con chi condividere la mia quotidianità...>> Non aggiunsi altro, non volevo strafare e non sapevo cosa dire, già solo nel vederla sorridere mi sentivo più felice, sono troppo sensibile.

<<Sei il migliore fratellino...>> Si aggrappò al mio collo per abbracciarmi, ebbi un po' di dubbi prima di ricambiare l'abbraccio. Il mio battito accelerò, se già il contatto fisico era un problema prima della pubertà ora era ancora peggio, mi ci dovrò abituare.
Mi diede un bacio sulla guancia prima di dirmi <<Ti voglio bene Zhao>>

<<Anch'io Saki... Ora però vediamo di non farci prendere dalle cose folli della pubertà>> ridacchiai e le diedi un bacio sulla testa non potendo arrivare al suo viso.

<<Sì sì, anzi continuare il trono di spade potrebbe essere un buon allenamento>>

<<Non credo proprio... Io pero volevo vedere come finisce a prescindere da tutto...>>

<<Io pure! E ci attendono altre 7 stagioni!>> Scoppiò in una risatina divertita che mi strappò un sorriso, non si poteva scappare dalla sua risata contagiosa.

Dal piano di sotto partirono le casse che solo Dio sà quanto sono costate -in questa casa amiamo ascoltare musica, soprattutto heavy metal alle 8 del mattino- con canzoni classiche per animare una festa.

<<Beh, credo che la festa è iniziata>> dissi mentre guardavo il pavimento, era così alto il volume che pure i muri e il pavimento tremavano.

<<Già, andiamo dai!>> E come al suo solito, mi prese dal polso e mi trascinò dove voleva lei.


Uno dopo l'altro arrivarono alla festa, prima mia zia Kyoko ed il suo nuovo compagno con Chiyuki (nostra cugina da parte di papà-Haruka), poi Jiao-Tang con la sua attuale... fidanzatina? Amica? Chi lo sà, ed in fine arrivarono gli Zii Chuuya e Fuyi con appresso il cugino Yuji ed il suo ragazzo Lau.
Era una serata parecchio animata, Kiriko e Saki, i gemelli come sempre litigavano mentre ascoltavano i gossip dei cugini grandi, Haruka scambiava due parole con sua sorella mentre Ryozo parlava animatamente con Fuyi che -puntualmente- aveva una coppa di vino in mano, Jiao-Tang e la sua amica invece si altervano qua e là, erano vicini ai cugini grandi per fare due chiacchiere e qualche risata ma quando si alzavano per mangiare qualche stuzzichino si mettevano a ballare e a scherzare con i più piccoli.

Io provavo a ballare ma la mia mente non riusciva a stare serena, vedevo i miei genitori alternarsi con Jiao-Tang o Kyomi per andare a Sakura, sapere che noi stavamo festeggiando e lei era sopra a piangere mi faceva stare triste e male, non era giusto e non mi sembrava affatto divertente festeggiare il mio compleanno dopo tale scoperta così cruda.
Tutti mi chiamavo, tutti mi chiedevano perché ero così serio e non mi stessi mettendo a ridere con le altre due piccole della famiglia, i miei genitori si fermavano sempre a chiedere se mi sentissi male o meno, ma con nessuno di loro riuscivo a dire cosa sentivo.

Il mio sguardo si rivolse verso le scale del piano di sopra, no, non potevo rimanere qui sotto a festeggiare sapendo che Sakura era sola.

Mi allontanai senza dire nulla pensando di non venir notato.

<<Zhao! Dove vai!??>> Chiese Saki avvicinandosi ai piedi della scala.

<<Torno subito, ho dimenticato una cosa nella mia stanza>> risposi balbettando senza fermarmi, salivo le scale velocemente prendendo un bel respiro una volta arrivato in cima, la musica alta era davvero assordante e fastidiosa.

Poggiai le mani sulle ginocchia ispirando ed espirando con affanno, non ero uno abituato al movimento, tantomeno quello veloce. Alzando appena lo sguardo mi trovai ancora una volta con quella porta da incubo anche se, ormai, non mi spaventava più come prima. Certo, ero terrorizzato, ma non potevo tirarmi indietro adesso. Mi avvicinai alla porta tremando come una foglia, rimasi immobile per qualche minuto guardando intensamente quella temibile maniglia, e se la porta fosse chiusa? Avrebbe dovuto bussare? Chiamare da fuori?
Sudavo, sudavo come un pollo dentro una pentola con acqua calda, non so cosa sto facendo ed il mio corpo si rifiuta di farlo, no, non lo voglio fare...

Però... Non posso...

Avvicinai una mano alla maniglia stringendola con decisione, aprì lentamente la porta e... Niente, non era cambiato nulla rispetto a quello che vidi sta mattina; la solita stanza buia con i soliti terrai ed i soliti libri che adesso erano messi in un angolo, forse papà Ryozo li ha raccolti e lasciati da parte, adesso però il fagottino sul letto aveva smesso di piangere, c'era un silenzio tombale in tutta la stanza.

<<Vattene...>> Mormorò la figura minuta che mi dava le spalle, i capelli disordinati e la coperta che la copriva fino alle spalle. <<Non voglio nessuno... Esci fuori dalla mia stanza...>> La figura strinse di più la coperta, le sue parole erano affrante senza alcuna forza di voler minacciare.

<<I-Io... Io...>> Deglutì, entrando nella stanza piano piano << No-n-non ti voglio lasciare sola...>>mormorai avvicinandomi al letto allungando una mano verso la coperta, appoggiandola leggermente.
Il fagotto si allontanò dalla mia mano al sentirla su di essa.

<<Zhao... Per favore, sparisci...>> Mormorò con tono piagnucolante. Ancora una volta silenzio, nessuno dei due aveva qualcosa da dire, nessuno dei due aveva intenzione di muoversi, e nessuno dei due sembrava volersi arrendersi.

All'improvviso, un brivido mi percorse tutto il corpo, muovevo le mani nervosamente saltellando appena sul posto e poi mi buttai con le braccia aperte sulla mia sorella, stringendola forte.

<<Ti... Ti voglio bene Sorellona, e-e-e mi dispiace che tu stia soffrendo... Vieni con me, per oggi posso essere il tuo San Valentino>> piagnucolai stringendola con tutta la forza che avevo, volevo mostrarle che le volevo bene, che ci tenevo veramente tanto.

Sakura rimase immobile, era come pietrificata e sorpresa da questo gesto così improvviso, era la prima volta che ci abbracciavamo, non ricordo un giorno in cui siamo stati così vicini, toccare Sakura era qualcosa che metteva i brividi e paura, Aru mi ha detto che una volta ci ha provato e si è ritrovato una tarantola sulla faccia.

<<Vieni, sei invitata al mio compleanno e-e-ed io ci tengo che tu sia presente...>> Le lacrime scendevano ma lei sembrava rimanere immobile, nessuna parola, solo tremore e rumori ambientali che in realtà era la musica proveniente dal piano di sotto.

Una mano fredda e delicata accarezzò piano il braccio che la stringeva, e anche se non la potevo vedere percepivo che si era formato un piccolo sorriso sul suo volto, sussurrando un piccolo "grazie".


<<Dov'è Zhao!?>> Chiese Ryozo guardandosi intorno dopo aver cercato suo figlio piccolo in tutto il pian terreno senza averlo veramente trovato.

<<Amore tranquillo, sarà al piano di sopra>> diceva Haruka con una coppa piccola di Spumante con una mano e l'altra sulla spalla del marito per farlo tranquillizzare.

Era tutto pronto, i regali erano sistemati pronti per esser scartati, la torta e le luci erano messe a posto per fare le foto, tutti erano riuniti e pronti per augura un buon compleanno al piccolo -beh, quasi tutti, in un angolo Jiao-Tang aveva la testa impegnata con la sua amica- ma questo giovincello non si trovava.

Kiriko si avvicinò all'orecchio di Saki per parlarle all'orecchio.
<<Secondo te è affogato nel cesso?>>

<<Secondo me sta cagando il pranzo di oggi>> rispose Saki a braccia conserte, non era affatto preoccupata della sua sparizione, era abituata a vederlo scomparire per ore per scoprire poi che è dietro a qualche videogioco o libro interessante.

Dei passi si sentirono da sopra, il piccolo Zhao sorrideva appena.

<<S-scusateci...>> Dietro di lui veniva una figura minuta sistemata con un vestito nero molto elegante, un trucco accennato e leggermente sbavato, teneva la testa inclinata e leggermente rivolta verso il basso per nascondere il suo viso ancora segnato dal dolore e dalle lacrime.

Papà Ryozo e Papà Haruka guardarono verso i due con gli occhi spalancati, increduli e anche spaventati nel vedere la loro figlia malata in piedi e, soprattutto, mano nella mano con il figlio più piccolo.
Tenni più stretta la mano di Sakura che sembrava incerta tenendosi con resistenza allo scorrimano, ma io la guardai e sorrisi leggermente.

<<T-Tranquilla, oggi passerò il mio compleanno con te, non ti lascio sola sorellona>>

Non servivano parole, gli sguardi bastavano per trasmettere le sensazioni della giovane; incerta che ciecamente si teneva stretta al più piccolo. L'evento era così memorabile e strabiliante che anche Jiao-Tang si staccò dall'amica per guardare i fratelli, alzandosi per avvicinarsi e sorridere fiero del proprio fratellino, per una volta avevo reso orgoglioso il mio grande idolo.

Passammo in mezzo a tutti che ci guardavano, chi incredulo e spaventato e chi felice nel vedere Sakura, in quella stanza 3 persone piansero, indovinate chi erano?

<<Beh, che stiamo aspettando!? Facciamo la canzoncina e scartiamo i regali, io e Chuuya abbiamo da fare questa sera>> disse zia Fuyi dando una leggera spinta a papà Ryozo per farlo muovere.

Gli occhi lucidi del bicolore vennero asciugati alla svelta con le mani
<<Mh sì sì, Kiyomi metti la musica! Haruka prendi l'accendino, forza forza forza!>>

Ricorderò sempre con un sorriso questo compleanno! Sono sopravvissuto a scuola, ho ricevuto dei bei regali e soprattutto ho fatto qualcosa di buono per la mia sorellona!
Dopo la festa tutti quanti sistemammo tutte le cose così da liberarci; Gli zii ed il cugino Yuji con il suo ragazzo sono andati presto per festeggiare San Valentino, Kiyomi riuscì ad uscire per prendersi qualcosa da bere con le sue amiche e menomale che è uscita in fretta sennò Papà Ryozo l'avrebbe costretta a rimanere a casa, Kiriko rimase a casa da noi e Jiao-Tang, beh, venne cacciato di casa a calci in culo; voleva rimanere a casa per farci compagnia ma Papà Ryozo, vedendo come io mi stessi prendendo cura di Sakura e lei sembrava "accettare" la cosa non volle assolutamente che il grande intervenisse per rovinare la cosa, ogni tanto bisogna cambiare fratello preferito, no?

I miei genitori? Beh, non volevano uscire, volevano tenere d'occhio noi ma li rassicurammo di lasciarci.

<<Ne siete sicuri? Siete troppo piccoli per stare da soli...>> Diceva papà Ryozo, eravamo già pronti con i pigiami sul divano davanti alla grande TV. <<E se succedesse qualcosa?>>

<<Papà, vai e basta... Ci sto io con i mocciosi...>> rispose Sakura con il suo tono poco delicato rannicchiata vicino a me, le piaceva molto guardare le cose in compagnia e, a quanto pare, era una amante delle coccole. Mia sorella è un gatto che cerca le coccole quando vuole lei.

Saki si girò verso papà Ryozo sorridendo entusiasta <<Tranquillo papà! Terremo d'occhio anche i gemelli, non succederà nulla!>>

<<E se dovesse succedere qualcosa abbiamo i telefoni>> commentò Kiriko alzando il suo telefono per rendere evidente la cosa.

Papà Ryozo aveva aperto la bocca per aggiungere qualcosa in più, lasciare i figli più piccoli con quella problematica non era una delle migliori idee di questo mondo, con gli anni era diventato troppo protettivo nei confronti dei figli togliendo loro la possibilità di crescere indipendentemente, ecco perché al suo fianco ha un marito che sa' come fare.

Papà Haruka poggiò una mano sulla spalla del marito e sorrise piano <<Dai amore, anche loro devono crescere, staranno bene... >> Disse con una certa calma e amorevolezza, era fiero anche lui dei suoi figli ed era ben consapevole di quanto avesse viziato i piccoli.

Sì, no, forse, alla fine con i metodi... Ecco... Di seduzione, lo convinse a lasciarci soli.
Passammo la nottata a guardare film di Harry Potter e alla fine ci addormentammo beati sul divano, per una volta Sakura aveva fatto pace con il suo cuore dedicandosi ai suoi fratellini che, per anni, aveva allontanato...

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top