| 𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 16 |
<<Come diceva John Wayne: "Un giorno senza sangue è come un giorno senza sole">>
Ozieri, Italia
"Porca vacca, che caldo!" imprecò Viper, dopo essersi scolato tre-quarti della bottiglietta d'acqua naturale che teneva in mano. "E stare rinchiusi in questa macchina del cavolo, non aiuta affatto!" si lamentò poco dopo, poggiando la mano destra sulla manovella del finestrino di quel catorcio che, per l'occasione, avevano gentilmente chiesto in prestito ad un meccanico della zona.
"Smettila di lamentarti, Viper!" esclamò frustrato Andrea, trucidando quasi con lo sguardo l'uomo che gli sedeva accanto. "Hai un'idea migliore per fare un appostamento?" gli chiese subito dopo, tornando ad osservare il magazzino che si trovava dall'altra parte della strada.
"Sono due giorni che ce ne stiamo qui, chiusi in quest'auto, aspettando che Pinna si faccia vivo! E sai? Quello stronzo non si è mai fatto vedere in queste fottute quarantotto ore!" gli fece notare l'uomo dagli indomabili ricci, tornando ad osservare la base del clan sardo appartenente a Pinna. "Sei sicuro che l'informazione che hai ricevuto sia autentica?"
Per tutta risposta, il capo dei Sons of Silence sollevò gli occhi al cielo, scuotendo il capo in segno di negazione.
"Mi avrai fatto questa domanda si e no un ventina di volte e la risposta rimane sempre la stessa" parlò Rossi, scattando delle foto ad alcuni degli uomini del clan. "L'informazione è vera. Sebastian ha controllato"
"E' solo che..." cominciò il suo discorso Viper, poggiando la sua figura contro lo schienale del sedile. "Come hanno fatto i Dodici ad arrivare in Italia?" pose quel quesito, non permettendo a Rossi di dargli una risposta. "Come abbiamo fatto a non accorgerci che erano a casa nostra?" un piccolo groppo gli si formò in gola.
Chiuse, per un paio di secondi, gli occhi. E, non appena lo fece, la sua mente fu affollata da innumerevoli interrogativi legati a quel maledetto giorno. Il 3 Luglio.
Giorno nel quale il male era stato in grado di strappare via alla famiglia Moretti due anime buone. Un ragazzo, Shannon, che con la vita e gli affari della criminalità organizzata centrava ben poco. Ed un bambino, Tyler, di appena un anno, la cui sua unica colpa era, purtroppo, quella di avere il sangue dei Moretti a scorrergli nelle vene.
E, fino a quel giorno, ogni singolo membro dei Sons of Silence era convinto... Era certo che, la morte dei due, fosse stata un semplice errore commesso da un affiliato dei Dodici. Dopotutto il vero obbiettivo era quello di eliminare Samantha. Una ragazza capace di dare una svolta alle regole del clan, dando maggior spazio e rilevanza alle donne all'interno dell'organizzazione criminale. Una ragazza... L'unica ragazza che sarebbe riuscita, tranquillamente, a diventare uno dei nuovi capi dei Sons of Silence.
Ma, ahimè, la cruda verità era un'altra. Era più malsana di quanto ci si potesse mai aspettare. E, da lì a qualche ora, anche Andrea e Viper ne sarebbero venuti a conoscenza. Avrebbero appreso cosa, effettivamente, era accaduto un'anno prima. E perché, gli affiliati dei Dodici, avevano deciso di agire così.
Rossi prese a scuotere con non troppa gentilezza il braccio di Viper, cercando in quel modo di svegliarlo dal suo sonno irrequieto.
"Che c'è?" domandò l'ex membro dei Sons of Silence, dopo aver messo a fuoco l'ambiente circostante.
Andrea si limitò unicamente ad indicare, con un semplice cenno del capo, la snella figura che si trovava dall'altro lato della strada. Schiena poggiata contro la parete in mattoni, sigaretta alla bocca.
"Pinna è arrivato" affermò poi, accendendo il catorcio a quattro ruote sul quale si trovavano. "Possiamo dare inizio ai giochi"
In silenzio, i due uomini si allontanarono dal magazzino, andando a parcheggiare la macchina a qualche centinaio di metri di distanza dal covo del clan. Una volta spenta la vettura sulla quale viaggiavano, entrambi scesero, andando poi ad aprire, con non poche imprecazioni, il bagagliaio. Dal quale Viper ne estrasse un borsone mimetico ricolmo di varie armi da fuoco e da taglio, mentre Andrea recuperò una logora cartina raffigurante la planimetria del magazzino appartenente a Pinna.
"Ci sono due entrate" iniziò il suo discorso Rossi, andando ad appoggiare la cartina aperta sopra il cofano della vettura. "Quella principale, dalle quale abbiamo visto entrare tutti i membri del clan" spiegò, indicando sulla cartina il primo ingresso. "Ed il secondo, che si trova sul lato opposto, dal quale entrano ed escono i vari furgoni da rifornire con le varie casse in legno contenenti i panetti di droga" aggiunse, indicando la seconda entrata. "Come abbiamo potuto constatare in questi due giorni, solo il lato del deposito che dà sulla strada è fornito di finestre"
"Stanotte, ho fatto un giro di controllo sul condominio che si affaccia proprio sul covo di quel coglione di Pinna" cominciò così il suo discorso Viper, attirando su di sé l'attenzione del capo del clan vicentino. "C'è una vecchia e malconcia scala antincendio sul lato est della palazzina, che conduce proprio al tetto. Ed indovina un po'?" domandò ironicamente. "Mi da una buona visuale dell'interno di quel cazzo di deposito" affermò, soddisfatto di quanto aveva scoperto. "Quanti uomini ci sono lì dentro?" domandò.
"Otto compreso Pinna" rispose Andrea, guardando di sfuggita l'uomo che gli si trovava accanto. "Non penso sia una buona idea utilizzare il tetto a nostro vantaggio" espresse così i propri pensieri, scuotendo un paio di volte il capo.
Per tutta risposta, l'ex membro dei Sons of Silence si limitò unicamente a sollevare il sopracciglio destro, confuso.
Notando l'espressione confusionale apparsa sul volto dell'uomo dagli occhi chiari, Rossi decise di parlare, proferendo un "Si, utilizzare il tetto, data la buona visuale sarebbe una fantastica idea ma riflettici, Viper. Quanti pensi di riuscire ad ammazzarne da lì?" domandò, non volendo però ricevere una risposta da parte dell'altro. "Tre, forse quattro? Non appena gli altri si renderanno conto che sono sotto attacco, saremmo fottuti!"
"Quindi cosa prevede il piano b?"
Senza profilar la men che minima parola, Andrea si mosse, raggiungendo nuovamente il bagagliaio ancora aperto. Vi frugò al suo interno, estraendovi uno zainetto di color blu notte. Con stretto in mano l'oggetto, tornò da Viper, il quale lo aveva osservato con attenzione. Il capo dei Sons of Silence poggiò la cartella sopra il cofano, facendo successivamente scorrere la zip per aprirla. Dal suo interno ne estrasse un binocolo digitale con visore notturno ad infrarossi.
"Questo ti servirà" disse, passando il binocolo all'altro. "A breve farà buio" riprese il suo discorso, chiudendo successivamente la cartina raffigurante la planimetria del magazzino. "Non appena sarà calato il sole, staccherò la corrente a tutto il deposito e tu, grazie a quel gioiellino" continuò, indicando l'oggetto che Viper teneva in mano. "Sarai in grado di muoverti in tutta tranquillità all'interno dell'edificio, e potrai ammazzare tutti i presenti, ad eccezione di Pinna"
Gli occhi azzurri di Viper si illuminarono di una strana e perversa luce non appena udì che poteva far fuori tutti i membri del clan presenti all'interno del magazzino. E, neanche farlo apposta, gli angoli delle sue labbra, lentamente, si curvarono all'insù. Dando così vita ad un diabolico sorrisetto capace di farti accapponare la pelle.
I due uomini attesero che il sole calasse, e che l'oscura luce della sera avvolgesse quel tranquillo quartiere. Entrambi si erano messi all'orecchio sinistro un'auricolare, così da mantenere il contatto radio tra loro.
Nella cinta dei pantaloni, Andrea si era messo la sua amata Colt Anaconda 44 Magnum. Anche se era un'arma dalla capienza di sei proiettili, per Rossi era la migliore arma di sempre. Dopotutto, era l'ultimo regalo che Nives, sua sorella, gli aveva fatto qualche mese prima che il cancro le prosciugasse la vita.
E, se il capo dei Sons of Silence aveva optato per un'arma da fuoco, da usare esclusivamente su quel verme di Pinna, Viper, nonostante avesse sempre prediletto l'utilizzo delle armi da fuoco, decisamente più rapide ed efficaci da utilizzare in situazioni rischiose, alla fine optò per delle armi da taglio. Tra cui un lungo coltello, che aveva riposto nella sua fodera, legata alla coscia destra. Ad ornare le nocche di entrambe le mani vi erano dei tirapugni e, per finire, decise di portare con sé un'antica arma denominata mazzafrusto. Con quella si sarebbe senz'altro divertito a sfregiare la faccia dei suoi nemici, se non fosse stato capace di conficcare gli spuntoni di quell'arma nella testa di qualcuno.
"Credo di esser pronto" annunciò l'ex membro dei Sons of Silence dopo aver osservato, per la quinta volta, le armi che avrebbe portato con sé.
"Prendi anche questa, per sicurezza" affermò Rossi, passando all'altro uomo una Glock 17 calibro 9. "E portati anche una di queste. Giusto per mandarli ancora più in confusione" aggiunse, passandogli poi una piccola bomboletta contenente un gas fumogeno.
Con tutto l'occorrente necessario e, nel silenzio più totale, Viper si avviò verso il principale ingresso del magazzino, attendendo che, Andrea, togliesse la corrente. Non appena ricevette l'ok per poter agire, e dopo essersi sistemato sugli occhi il binocolo con visore notturno, l'ex membro dei Sons of Silence entrò in azione.
Dall'interno dello stabilimento si poteva udire il gran frastuono che, i presenti, stavano facendo nella speranza di capire cosa stesse accadendo.
"Come stra cazzo è possibile che sia saltata la corrente?" urlò una voce che risultava appartenere al capo dell'organizzazione sarda. "Risolvete il problema, subito!" sbraitò, ordinando a due dei suoi uomini di uscire per raggiungere il contatore che si trovava all'esterno dell'edificio.
Peccato solo che, dato che il portone dal quale entravano i furgoni era appena stato bloccato da Rossi, l'unico modo per uscire da lì era di passare dalla porta principale. E, proprio da lì, in quel momento stava facendo il suo ingresso un vero e proprio demonio.
A contatto con la fredda maniglia della porta, la spina dorsale di Viper fu attraversata da una piccola scarica di brividi, ma poco gli importò. Nell'aprirla, quella vecchia porta produsse un sinistro cigolio che attirò l'attenzione del clan di Pinna.
"E' meglio che ve ne andiate!" urlò uno degli uomini presenti. "Non sapete con chi avete a che fare!" proseguì, cercando di intimorire l'intruso.
"Oh, credo proprio che tu sarai il primo a raggiungere il creatore" ghignò sadico Viper.
Con passo estremamente veloce, l'uomo dagli occhi azzurri raggiunse rapidamente la sua prima vittima, ovvero colui che, un attimo prima, si era permesso di intimorirlo. Con un gesto fulmineo, estrasse dalla custodia il coltello, la cui lama finì per conficcarsi nello stomaco dell'uomo. Centimetro dopo centimetro, la luccicante lama scivolava all'interno di quel caldo corpo, infliggendo dolore. Viper, non appena percepì che, l'intera lama era penetrata nella sua vittima, decise di ruotare il coltello, così da aumentare dolore e lacerazione.
Vide il corpo della sua vittima cadere a terra. Lo osservò con estrema attenzione, ammirando come, nel giro di un paio di minuti, la vita abbandonava quell'ammasso di carne.
"Ne restarono sei! Chi vuole essere il prossimo a dirci addio?" domandò mentre osservava, grazie al binocolo con visore notturno, gli altri scagnozzi di Pinna. "Nessun volontario?" chiese, guardando ad uno ad uno i presenti. "Molto bene, scelgo io" affermò, avviandosi verso a due uomini che si trovavano sul lato ovest del deposito.
Camminò con estrema calma e, mentre avanzava verso le sue prossime vittime, cominciò a far ruotare la mazzafrusto che stringeva nella mano destra. Ad ogni rotazione che l'arma compiva, l'apparente silenzio momentaneo veniva spezzato, e la tensione aumentava drasticamente.
Non appena li raggiunse, Viper fu veloce ad atterrare uno dei due grazie ad un sonoro pugno sferrato con cattiveria. Urla di dolore si udirono per quelle quattro mura non appena la sua mano sinistra, sulla quale giaceva un bellissimo tirapugni con spuntoni, era entrato in contatto con la gote di quel criminale da quattro soldi, danneggiandogli lo zigomo e lacerandogli parte della guancia.
Osservò il suo avversario, per così dire, cadere a terra. E, solo quando lo vide tenersi la faccia per il dolore, mosse l'arto che teneva la mazzafrusto, sferrando con ferocia quell'arma contro la testa dell'uomo steso sul pavimento. Uccidendolo dopo due colpi assestati in piena fronte.
Poi gli bastò semplicemente muovere verso sinistra l'arma, per colpire, anche se non appieno, l'altro che, nel mentre, era rimasto immobile. Completamente paralizzato ed incapace di compiere la minima azione. L'uomo vacillò all'indietro permettendo, in quel modo, a Viper di pugnalarlo sul fianco per ben due volte. Pochi attimi dopo cadde sulle ginocchia, consentendo all'uomo dagli indomabili ricci, di sferrare un decisivo colpo con la mazzafrusto nel centro della sua testa, finendolo.
Schizzi di sangue oramai avevano imbrattato mani e viso di Viper, facendolo risultare ancora più psicopatico di quanto già non fosse.
Poi accadde.
Il forte e sordo suono di uno sparo, echeggiò all'interno del magazzino. Ci furono svariati ed interminabili attimi di confusione tra i presenti.
Un'allucinante dolore attraverso il corpo dell'ex membro dei Sons of Silence, obbligandolo a portare la mano sinistra sul punto dolorante. La poggiò sulla spalla destra e, pochi attimi dopo, l'allontanò. Realizzando, in quel modo, non solo che era stato ferito ma, anche, che iniziava a perdere parecchio sangue.
La mazzafrusto gli scivolò di mano, cadendo poco lontana dalla sua figura.
Vacillò appena in avanti poi, stringendo i denti, cercò di sottrarsi a quella linea di fuoco, andando a nascondersi dietro a degli scatoloni.
Si lasciò cadere a terra, poggiando poi la testa contro uno degli scatoloni.
"Andrea, abbiamo un problema" mormorò, dopo aver portato il dito indice all'orecchio, così da potersi mettere in contatto con Rossi. Il quale, prontamente, gli aveva risposto. "Quegli stronzi mi hanno sparato"
"Sto entrando. Dove sei?"
"Al sicuro... Almeno credo"
"Viper, sai dirmi quanti ne hai fatti fuori?" domandò Andrea, caricando la propria pistola.
"Tre"
La vista di Viper prese, man mano, ad appannarsi, ed i suoni si fecero sempre più ovattati. Cercò con tutte le sue forze di mantenere gli occhi aperti. Di restare quanto più possibile lucido e vigile ma, purtroppo, il dolore alla spalla si faceva sempre più intenso ad ogni minuto che passava. Le palpebre gli si fecero sempre più pesanti.
L'ultima cosa che riuscì ad udire, anche se in modo distorto, fu una sequenza di spari, per poi essere avvolto dal buio più totale.
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SPAZIO AUTRICE:
Tenetevi pronte perché nel prossimo capitolo Andrea scoprirà la verità su quanto accaduto a Shannon e Tyler.
Poi torneremo a San Juan e finalmente ci sarà il pezzo presente nell'intro! Ovviamente verrà arricchito e... Non vedo l'ora di scriverlo, davvero!
Lo scorso capitolo si è chiuso con l'apparizione di un nuovo personaggio (che io amo)... Sarà un'amico oppure un nemico per Samantha?
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