ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 7

"𝘾𝙡𝙖𝙧𝙚"

Erano ormai due giorni che la pioggia aveva preso il sopravvento su New York. Odiava quella città e il suo clima freddo. Non che la sua cara Chicago fosse calda come la California, ma la Grande Mela non le andava proprio a genio.
Le strade erano poco affollate in quella zona e le poche persone che si vedevano in giro correvano, protette dai loro ombrelli colorati, rasenti ai muri delle case e dei palazzi.
Margot stava camminando verso il ristorante stretta nel suo cappotto rosso, mentre i lunghi capelli ondulati le ricadevano dolcemente sulle spalle. Teneva la testa china sotto l'ombrellino e procedeva in modo spedito.
Era stata una giornata piena e aveva voglia soltanto di tornare a casa e farsi una bella doccia calda per rilassarsi un po', ma Tom aveva avuto la geniale trovata di uscire a cena a mangiare. Trovava sempre un pretesto per viziarla e la cosa non le dispiaceva affatto, anche se quel giorno era stato davvero pieno.
Raggiunse in poco tempo il posto che il ragazzo le aveva indicato e appena entrò lo vide farle cenno da lontano.
Lasciò il cappotto in un luogo apposito e lo raggiunse al tavolo con un dolce sorriso.
-Tu sei tutto matto. Ti avevo detto di non esagerare!-
Disse lei mentre si sistemava sulla sedia alludendo allo sfarzo della mobilia. Era un locale moderno e parecchio famoso in città, non di certo uno di quei pub che la ragazza frequentava a Chicago. Ma lui se lo poteva permettere, essendo figlio di un noto imprenditore non aveva di certo problemi economici.
-Solo il meglio per te.-
Esclamò Tom porgendole il menù.
-Ho già ordinato da bere un buon vino, dovrebbe arrivare tra poco.-
Lei annuì silenziosamente mentre dava uno sguardo veloce alla carta strabuzzando gli occhi alla vista dei prezzi. Non era abituata a quel genere di cose e anche se non le dispiaceva avrebbe preferito una pizza davanti a un film.
Improvvisamente ricordò le serate che passava con Robert nel suo ufficio, quando lavoravano sul progetto della class action, a mangiare schifezze e ridere sui pettegolezzi dei professori. Con lui le veniva sempre tutto così naturale, non era mai a disagio su nulla, soprattutto sul mangiare.
Tom notò immediatamente come il suo volto sempre sorridente si era rabbuiato all'improvviso e le sfiorò una mano per riportarla alla realtà. Margot gli sorrise, ma non fece in tempo a spiegarsi che il cameriere li raggiunse per le ordinazioni.
Optarono entrambi per una semplice frittura di pesce e un'insalata per contorno.
Appena l'uomo se ne andò per portare le comande in cucina i due si fissarono per un istante e fu Tom a prendere la parola.
-Ascolta ho notato che in questo periodo sei molto pensierosa. Che succede?-
Margot si morse il labbro nervosamente. Non poteva di certo dirgli quello che era successo tra lei e Robert qualche giorno prima.
Stava già per trovare una scusa banale quando il ragazzo, per sua fortuna, la precedette.
-Capisco che questo lavoro sia molto impegnativo e che magari esserti scontrata con quello stronzo del professor Downey ti abbia messa a dura prova, ma hai vinto tesoro!-
La giovane fece metaforicamente un sospiro di sollievo e decise di prendere la palla al balzo. Non aveva mai raccontato a nessuno della sua storia con Robert, solo alla sua migliore amica, e non aveva assolutamente intenzione di farlo con il suo ragazzo. Downey le aveva stravolto la vita, ma non poteva di certo dire a Tom che avevano avuto una relazione e soprattutto che un uomo così più grande di lei fosse stato il suo primo vero amore e soprattutto la sua prima volta.
-Sono parecchio stressata, il signor Caplan non mi molla neppure un secondo.-
Disse spostando lo sguardo per un istante mentre tamburellava nervosamente le dita sulla coscia. Se Robert fosse stato lì si sarebbe accorto immediatamente che stava mentendo, ma Tom non la conosceva ancora abbastanza bene per capire il suo atteggiamento.
Annuì comprensivo e sorrise mentre le versava da bere.

Stava andando tutto tranquillamente. Fra un boccone e un sorso di vino avevano parlato di tutto, tranne che del lavoro poiché lo avevano categoricamente vietato a tavola.
Tom era andato da poco in bagno quando una folata di vento entrò nel locale e Margot si girò d'istinto verso la porta per vedere chi fosse entrato.
Il suo sguardo incrociò due grandi occhi scuri e il cuore iniziò a batterle velocemente. Si girò subito, sperando che lui non l'avesse riconosciuta, ma quella volta le sue preghiere furono vane.
In pochi secondi se lo ritrovò davanti, ingessato nel suo completo elegante e affiancato da una bionda che lo superava in altezza con i tacchi. Si fissarono per un istante senza dire nulla, la tensione fra i due era palpabile.
Per interrompere quel momento a dir poco imbarazzante Robert le mostrò uno dei sorrisi più falsi che avesse mai fatto.
-Sono contento di vederti. Clare lei è Margot, una mia ex studentessa di Chicago.-
Disse lui indicandola con l'indice della mano destra mentre l'altra stringeva leggermente il fianco della sconosciuta.
-La ragazza del caso Raely? Come dimenticarla! Robert mi ha parlato molto bene di te, è un piacere.-
Disse la donna sinceramente e allungò una mano verso la ragazza che la strinse sorpresa. Chi diavolo era quella e perché era lì a cena con lui? Quel don Giovanni non si era fatto scrupoli. Il giorno prima le diceva di amarla e quello dopo usciva con un'altra a cena.
Iniziò a chiedersi dove fosse finito Tom e a implorarlo mentalmente di muoversi a toglierla da quella situazione, ma del ragazzo non scorse neanche l'ombra.
-Spero tu stia bene, buona serata.-
Tagliò corto lui e la salutò con un cenno lanciandole uno sguardo indecifrabile.
Mentre lo guardava allontanarsi sentì improvvisamente una sensazione che mai avrebbe pensato di provare: gelosia. Era gelosa di quella Clare, del modo in cui lui la guardava e le sorrideva, della attenzioni che le prestava.
-Eccomi piccola, scusa se sono stato tanto ma c'erano un sacco di persone.-
Sobbalzò quando il ragazzo la raggiunse al tavolo e spostò immediatamente lo sguardo verso di lui, anche se dalla sua seduta riusciva benissimo a vedere il tavolo di Robert.
Durante il dolce Margot non parlò molto, lasciò che Tom le raccontasse alcune cose che ascoltò con scarso interesse. La sua concentrazione era rivolta a Downey che continuava a conversare con quella donna e a sorriderle in quel modo ammaliante che lei conosceva bene: stava sfoggiando il suo sorriso appositamente studiato per farla cadere tra le sue braccia.
Esasperata dalla situazione, soprattutto dal suo modo immaturo di reagire davanti a quella situazione, disse a Tom di dover andare a prendere un po' d'aria. Dopo averlo convinto a restare seduto si avviò verso la veranda coperta e, indossato il cappotto, si sedette fuori mentre l'aria fredda e la pioggia impazzavano attorno a lei.
Estrasse una sigaretta dal pacchetto che aveva in borsa e l'accese avvicinandosela alle labbra. Non era una fumatrice accanita, ma quando era stressata era l'unico modo per non perdere la ragione.
Quando sentì dei passi dietro di lei si girò sorridente, aspettandosi Robert, ma vide solo il volto preoccupato di Tom. Per un istante le era sembrato di rivivere la sera della festa quando aveva lasciato Smith per un secondo e a soccorrerla era arrivato proprio il professore. Quanto le mancava guardare le stelle con lui.
-Andiamo a casa Maggie, hai bisogno di riposare.-

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