ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 5
"𝙙𝙤𝙥𝙤 𝙨𝙗𝙧𝙤𝙣𝙯𝙖"
La testa gli girava talmente tanto che quando mise un piede fuori dal letto gli sembrò di cadere da un palazzo.
Con non poche difficoltà si mise seduto sul materasso massaggiandosi le tempie con estrema lentezza mentre i ricordi abbastanza confusi del giorno precedente iniziavano a riaffiorare.
Cercò di rimettere in ordine i pensieri, ma la cosa si dimostrò piuttosto ardua da intraprendere del previsto.
Era a casa, aveva fatto una doccia, aveva chiamato Johnny, era andato da Margot.
Alzò la testa di scatto e un dolore lancinante alle testa lo fece quasi urlare.
-Cazzo! Margot!-
Si ributtò sul letto poggiando una mano sul viso per coprirlo dalla luce mattutina.
Iniziò a ricordare perfettamente quello che le aveva detto e quello che avevano quasi fatto, e iniziò a pensare di essere andato da lei avendo già bevuto due bicchieri di troppo.
La luce divenne insopportabile e si tirò il piumone fino alla fronte pur di restare al buio. Non avrebbe di certo fatto la fatica di alzarsi e sistemare le tende.
Iniziò a tastare il comodino in cerca del telefono, ma non lo trovò finché non lo sentì suonare dall'altro capo della stanza e capì di essere stato preceduto.
Fece un sonoro sbuffo e a carponi si avvicinò verso l'armadio dove aveva letteralmente lanciato i vestiti prima di andare a letto.
Con un occhio solo aperto e la testa che gli pareva su una giostra, tastò ogni indumento fino a trovare il cellulare nella giacca e senza guardare il mittente rispose con voce roca e assonnata.
-Dove diavolo sei Downey?-
La voce del suo capo non tardò ad arrivare alta e minacciosa costringendo Robert a stringere gli occhi dal dolore alle orecchie. Ogni singolo rumore veniva accentuato dai timpani ancora troppo sensibili.
-Sto di merda Carl.-
Disse senza mezzi termini mentre cercava di raggiungere di nuovo il letto ad occhi chiusi senza colpire gli oggetti sparsi sul pavimento.
-C'è la giornalista del Times oggi e ha chiesto espressamente di parlare con te.-
Robert si lasciò cadere nuovamente sul letto mentre cercava di metabolizzare quello che l'uomo gli stava dicendo. Non ricordava affatto di avere un'intervista, ma la cosa non gli interessava molto al momento.
-Senti le dico che stai male e le lascio il tuo numero. Non fartela scappare se capisci cosa intendo.-
Carl Jones conosceva bene il suo pupillo. Appena aveva capito di che pasta era fatto Robert non se lo era più fatto scappare e in pochi anni da pivello lo aveva fatto diventare un socio anziano. Erano quasi alla pari sulle decisioni dello studio.
Aveva imparato a capirlo prima degli altri, come un buon amico si era sempre occupato dei suoi problemi e lo aveva sostenuto.
Anche se non si direbbe, quando quattro anni prima era tornato distrutto da Chicago per aver lasciato Margot, la prima cosa che Downey aveva fatto era stata chiamare il suo capo e uscire con lui a bere una birra.
Carl non conosceva tutti i particolari, Robert si era ben riguardato da dirgli di aver avuto una relazione con una sua alunna, ma aveva capito perfettamente in che stato quella rottura lo aveva lasciato e soprattutto si era reso conto che non era da lui stare così male per una donna e che quindi quella relazione aveva significato davvero molto.
-Mettiti in malattia per un po' e schiarisciti le idee. Lei ti chiamerà nel pomeriggio.-
Non gli ci era voluto molto per capire in che stato si trovasse l'avvocato, ma aveva preferito non infierire.
Spense la chiamata pochi secondi dopo, forse aspettando un accenno di consenso da parte di Robert che non arrivò.
Passò tutta la mattina a letto e decise di alzarsi solo quando la sua pancia iniziò a implorarlo di mettere qualcosa sotto i denti.
Con le occhiaie e i capelli tutti spettinati scese le scale aiutandosi a rimanere in piedi con la parete e raggiunse la cucina.
Non mangiò molto, solo lo stretto indispensabile per placare la fame, ma compensò con parecchio caffè.
Era rientrato in camera per prendere dei vestiti puliti quando, aprendo un cassetto, si ritrovò a fissare una foto che ritraeva lui e Margot. Ricordò immediatamente quel sabato quando lo aveva costretto a svegliarsi presto per andare assieme a vedere l'alba in un posto segreto, come lo chiamava lei. Lo aveva portato al vecchio osservatorio abbandonato fuori città e ci erano rimasti per tutto il giorno senza farsi scoprire quando una guardia giurata era passata a fare un controllo.
L'immagine li ritraeva seduti su un muretto mentre stavano mangiando un panino e ridevano per una battuta stupida di Robert, nulla di speciale in realtà, ma era uno scatto così genuino che rispecchiava veramente come stavano bene assieme. Afferrò la foto e la mise nel cassetto del comodino, senza interrogarsi troppo sul motivo per cui fosse finita tra i calzini, e recuperò tutto ciò che gli occorreva.
Chicago aveva cambiato tante cose, aveva cambiato loro.
Dopo essersi ripreso, almeno in parte, decise di farsi una bella doccia fredda e valutare la situazione: non poteva andare al lavoro in quelle condizioni e non ne aveva la minima voglia.
Sotto il getto d'acqua, mentre si massaggiava il ciuffo, si mise a riflettere sulla proposta che Carl gli aveva fatto e iniziò valutare che mettersi in malattia non era poi una cattiva idea. Non era il tipo che cercava ogni scusa per stare a casa, al contrario voleva sempre lavorare e aveva tante ferie arretrate.
Si era lavato abbastanza in fretta, tanto per togliersi di dosso il sudore e riflettere, e poco dopo aveva ricevuto la telefonata dalla famosa giornalista. Avevano parlato poco, lei gli aveva spiegato quello che voleva fare e lui da gentiluomo che era l'aveva invitata a cena in un ristorante in centro per parlare in modo tranquillo. Non si era di certo scordato il modo eloquente con cui Carl gli si era rivolto incitandolo a non farsela scappare.
Non avendo nulla di speciale in programma per quella sera alla fine si era sdraiato sul divano a guardare un film e aveva ordinato una pizza a domicilio. Non era in condizioni di prepararsi da mangiare, l'unica cosa che voleva fare era rilassarsi e soprattutto distrarsi dalle stupidaggini che aveva fatto la sera prima.
Forse era meglio così. Lei si era rifatta una vita, era ora che anche lui guardasse avanti.
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