ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 2

"𝙥𝙖𝙨𝙨𝙖𝙩𝙤 𝙚 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚𝙣𝙩𝙚"

Non aveva neppure chiamato Tom per fargli sapere del pranzo tanto era impegnata con il suo capo. Lo chiamavano tutti per nome, non ne conosceva il motivo, ma non le importava poi così tanto.
Era una piacevole compagnia, spiritoso e sopratutto cercava di non pressarla troppo. Non era il tipo che vedeva i tirocinanti come piccoli schiavetti e Margot apprezzava molto il suo modo di essere.
Stava mangiando un panino, comprato al volo da un venditore ambulante sulla tredicesima strada, mentre con Tim si stava avviando verso il tribunale.
Come di consueto, in casi delicati come questo in particolare, le due parti potevano incontrarsi per raggiungere un accordo, anche se il signor Caplan aveva detto al suo socio anziano di non farsi assolutamente abbindolare da Downey. Sicuramente aveva qualche asso nella manica.
Era una causa importante, con la class action lo studio non avrebbe guadagnato molto perché il profitto era incentrato sui clienti, ma per fare una buona figura era un ottimo caso.

Dopo aver bussato entrarono nella stanza dove Robert e il suo cliente, un tipo che pareva tutto tranne che una brava persona, stavano sistemando alcune trattative.
Margot gli lanciò un'occhiata che venne subito ricambiata dall'uomo sorpreso nel vederla nuovamente contro di lui.
-Ti fanno fare anche da tata, Chase?-
Svelato il cognome del caro Tim.
La ragazza prese posto accanto all'uomo che non si scompose alla battuta dell'altro. Ancora non riusciva a capire come dopo tutto quello che le aveva raccontato riguardo alla causa di Realy e i suoi principi morali avesse scelto comunque di difendere un tipo del genere.
-Allora avanzate un'offerta o facciamo noi?-
Disse Downey alternando lo sguardo tra i due associati senza ricevere risposta.
-Bene facciamo noi. Un milione e la chiudiamo qui questa stronzata.-
Margot era già pronta a saltargli addosso. Era tornato il professore stronzo che aveva conosciuto a Chicago. Quello che pensava solo a se stesso, faceva battutine stupide e scherniva gli altri. Non era più quell'uomo dolce e sognante che aveva conosciuto durante le notti stellare.
Tim, capendo le sue intenzioni, le posò una mano sul braccio per farla calmare e quel semplice gesto fece infuriare ancora di più Downey. Non stavano più insieme, lei non era sua, non lo era mai stata, eppure era ancora più geloso di prima.
-Dieci milioni.-
Robert scoppiò a ridere. Sarebbe potuto salire a due, ma mai si sarebbe spinto tanto.
Spostò lo sguardo verso Margot che non aveva ancora aperto bocca, lo fissava con sguardo omicida aspettando il momento giusto per colpirlo.
-Allora abbiamo finito qui. Andiamo Coulson.-
Si alzarono e senza salutare si avviarono verso la porta.
Robert si alzò in piedi di scatto. Non gli piaceva quando le persone non gli davano retta.
-Vi distruggerò, Chase. Lo sai che non hai possibilità contro di me.-
I due uscirono senza dargli ascolto. Avevano imparato entrambi, in modo differente, a lasciarlo stare e evitare di istigarlo.
Appena furono nel corridoio che conduceva all'uscita il socio anziano sorrise comprensivo alla ragazza che ribolliva dalla rabbia. Non poteva conoscere di certo il vero motivo dell'astio nei confronti dell'avversario, ma era una buona persona e riusciva a comprendere bene quando qualcuno aveva bisogno di essere lasciato da solo. Le disse che poteva prendersi un'ora di pausa, dopotutto le aveva sottratto quella del pranzo e non avevano risolto assolutamente nulla con quell'arrogante.
La salutò mentre si allontava e la giovane non fece in tempo a fare un passo che una mano le strinse leggermente il braccio. Quel profumo da uomo inconfondibile e quella stretta decisa, non le ci volle molto per capire chi fosse.
Si voltò guardandolo negli occhi, con uno sguardo tranquillo di chi si aspettava già quella mossa. Era diventato prevedibile.
Lui non disse nulla e la trascinò con sé dentro ad un ufficio vuoto. La blocco al muro sorridendole in modo strafottente e dopo essersi morso un labbro cercò subito di baciarla, ma l'unica cosa che sentì fu il forte schiaffo che Margot gli diede.
Si toccò la guancia stringendo la mascella per poi lanciarle uno sguardo sorpreso.
-Cosa credevi di fare? Mi abbandoni senza darmi la possibilità di scegliere e pretendi di baciarmi ora? Dopo quattro anni!-
Lui non aprì bocca. Rimase fermo a fissarla, senza riuscire a formulare una frase di senso compiuto. Era ancora più bella di quanto la ricordasse, più ostinata e testarda. Era cambiata e lui aveva mal interpretato le sue azioni.
-Sei rimasto senza parole come due settimane fa in tribunale? Se non sbaglio ti ho fatto il culo.-
Robert sorrise. Lo aveva davvero preso alla sprovvista quel giorno e non conoscendo le sue mosse non aveva saputo come anticiparla. Lei, al contrario, lo aveva visto più volte in tribunale, aveva imparato ogni sua mossa, ogni suo atteggiamento, e lo aveva sconfitto senza grosse difficoltà.
-Maggie ci sono così tante cose che devo dirti. Lo so che non puoi perdonarmi per quello che ti ho fatto, ma possiamo riprovarci insieme.-
La ragazza gli diede una leggera spinta sul petto per farlo spostare e lui non oppose resistenza. Si sistemò poi i capelli senza smettere di guardarlo negli occhi e scosse la testa.
Era incredibile la capacità di Robert di saper essere l'uomo più stronzo della terra e cinque minuti dopo quello più buono in assoluto.
Margot gli si avvicinò e gli posò la mano sul viso lasciandogli una lieve carezza sulla guancia sbarbata.
-Non potrebbe mai funzionare tra di noi, Rob. Lo sai.-
Lui la guardava, avrebbe voluto dirle tante cose davvero e i suoi occhi dicevano già abbastanza, ma la giovane sembrava non accorgersene.
-Dammi un'altra possibilità, piccola. Prometto che non ti deluderò.-
Le prese le mani e le sorrise dolcemente, i suoi occhi erano scuri e lucidi come la notte.
Non lo aveva mai visto così pentito, forse solo quel giorno che se ne era andato lasciandola solo nel parcheggio dei professori.
-Te l'ho detto: non può funzionare. E poi sono già impegnata, ho una relazione e sto bene.-
Se ne andò dopo averlo salutato con una mano, lasciandolo solo in quell'ufficio, con mille domande per la testa e una faccia sconcertata.
Gli occhi di Robert divennero improvvisamente lucidi e una lacrima gli solcò il viso. La pulì subito con la manica della camicia e spostò lo sguardo verso l'alto.
Si era rifatta una vita, era riuscita a guardare avanti e lasciarsi il passato alle spalle. Quanto avrebbe voluto esserne capace anche lui.

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