ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 12
"𝙢𝙞 𝙨𝙚𝙞 𝙢𝙖𝙣𝙘𝙖𝙩𝙖"
[ATTENZIONE: il capitolo contiene contenuti maturi 🔞]
Gli occhi dell'uomo si illuminarono a quelle parole.
Era da così tanto tempo che sperava di sentirla pronunciarle che aveva avuto bisogno di un attimo per metabolizzare il tutto.
Un ultimo scambio di sguardi fu decisivo, Robert si fiondò sulle labbra di Margot mordendole leggermente il labbro inferiore per non farla allontanare.
Mentre erano impegnati in quel bacio travolgente lui prese l'iniziativa e spostò le mani sotto il fondo schiena della ragazza per sollevarla.
Impaziente la posò sul materasso e iniziò subito a slacciarsi la cintura vedendola divertita dalla situazione. Margot adorava vederlo così impacciato nei gesti, era una persona molto precisa, ma in quei casi sembrava un adolescente alle prime armi.
Mentre lui era ancora alle prese con i pantaloni gli prese il volto per farsi guardare e decise di sbottonarsi la camicetta senza interrompere il contatto visivo con lui. Robert la fissava, gli occhi scuri dall'eccitazione, e cercava di non spostare la sua attenzione sui gesti calmi di lei.
Come immaginava la sua pazienza non durò molto e immediatamente aprí con forza l'indumento facendo saltare alcuni bottoni.
-Te la compro più bella.-
Disse notando la faccia perplessa della giovane e senza darle il tempo per ribattere iniziò a torturarle il collo con dei baci lunghi e dei leggeri morsi mentre le sue mani vagavano su quel corpo che tanto gli era mancato.
Non gli ci volle molto prima di spogliarla completamente e in poco tempo anche i suoi vestiti raggiunsero il pavimento.
Si fermò all'improvviso sopra di lei e fece scorrere lo sguardo su tutto il corpo nudo della ragazza come per imprimere per sempre quel momento nella sua mente. Alzò poi gli occhi verso Margot e sorrise evidenziando quelle dolci rughe d'espressione che gli contornavano il viso.
-Davvero mi ami?-
Le chiese. La sua voce era improvvisamente cambiata, non più arrocchita e profonda come poco prima.
La sua costante ricerca di conferme, in quella vita di interrogativi, non aveva mai pace.
La giovane gli allacciò le braccia attorno al collo e ricambiò il sorriso dandogli un bacio fugace per rassicurarlo, lo conosceva troppo bene oramai.
-Certo, ti amo tantissimo.-
Ricominciarono a baciarsi con passione.
L'uomo le prese i fianchi e si sistemò tra le sue gambe pronto per unirsi a lei e farla finalmente sua. Spostò le labbra sul suo collo, strappandole un gemito di piacere quando mordendole leggermente la pelle entrò in lei con un colpo di reni.
La vista gli si appannò per una manciata di secondi, mentre quella sensazione familiare di piacere si faceva strada in lui.
Una volta sicuro che si fosse abituata iniziò a muoversi lentamente in modo ritmico tra le sue coscie facendola ansimare e costringendola a stringere le gambe attorno al suo bacino, un po' perché voleva sentirlo di più un po' per sorreggersi.
Continuava a baciarle il collo e i seni mentre le sue grandi mani vagavano su ogni lembo di pelle per esplorarlo con minuziosità. Conosceva a memoria ogni sua curva, ogni sua cicatrice, ogni minimo dettaglio.
Iniziò a spingere più forte travolto da quel sentimento incessante di passione e lei gettò il collo all'indietro spalacando la bocca per gemere senza controllo.
I loro corpi sudati scivolavano l'uno sull'altro incastrandosi perfettamente come se fossero sempre stati creati per completarsi. Lei seguiva i movimenti dell'uomo cercando di sostenere il suo ritmo e le mani di lui la guidavano in ogni istante.
Le gambe le tremavano leggermente per la posizione, ma erano l'ultima cosa a cui pensare in quel momento.
Si strinse di più a Robert, con tutti e quattro gli arti, come se qualcuno stesse cercando di portarglielo via. Gli graffiò la schiena quando cercò di aggrapparsi anche con le unghie.
Lui alzò lo sguardo per un secondo guardandola mentre alcuni capelli le coprivano il viso paonazzo e la baciò ancora sentendo ormai di essere prossimo all'orgasmo.
Si staccò per stuzzicarla e poi sorrise.
-Guardami piccola.-
Esclamò in una frazione di secondo tra un profondo respiro e l'altro. Lei fece come le aveva detto e non smisero di guardarsi neppure un secondo in quegli ultimi istanti. Il tempo scandito solo dai loro respiri, il silenzio rotto dai gemiti.
Vennero all'unisono e lui per non gravarle addosso con il suo peso si spostò su un fianco stringendola fra le sue braccia.
Rimasero in silenzio a lungo, fissando il cielo fuori dalla finestra mentre lei gli accarezzava il petto e lui le sfiorava i capelli.
Entrambi stavano metabolizzando il tutto.
-Mi sei mancata.-
Sussurrò con quel suo vocione facendola quasi sobbalzare da quello stato di tranquillità a cui si era abbandonata.
Lo guardò sbattendo più volte le palpebre assonnate e sorrise, senza rispondere. Non c'era bisogno di dire altro dopotutto.
Si accocolò poi sul petto dell'avvocato appoggiando la testa nella testa nell'incavo del collo.
-Ti prometto una cosa: non ti lascerò mai più, non potrei perdonarmelo.-
La mattina seguente, quando Margot aprì gli occhi, si accorse immediatamente che Robert non c'era più. Passò una mano sull'altro lato del letto e lo sentì ancora un po' caldo.
Sospirò, quasi delusa dal suo essersene andato prima del risveglio di entrambi, ma la porta si aprì pochi istanti dopo e lui le sorrise.
-Suonava il telefono e non volevo svegliarti, mi spiace piccola.-
Lei non aveva avuto bisogno di dirgli nulla che Downey aveva capito subito dal suo sguardo. Ormai tra di loro era sempre così, le parole divenivano superflue facilmente.
-Non fa nulla, ma vieni qui ora.-
Le si avvicinò a carponi sul letto e si mise sopra di lei per poi baciarla. Aveva addosso soltanto i boxer e la visione di lui di prima mattina con tutti i capelli arruffati le era sempre particolarmente piaciuta.
-Era l'ufficio, fra due giorni abbiamo l'udienza.-
Margot alzò gli occhi al cielo, odiava sentir parlare di lavoro appena sveglia. Decise di tappargli la bocca e lo baciò nuovamente.
Ci sono cose nella nostra vita che pianifichiamo con tanta minuziosità, ma alla fine non posso prevedere nulla. Robert aveva aspettato anni prima di poterla nuovamente stringere tra le sue braccia. L'idea era quella di sorprenderla con un grande gesto romantico, cosa che assolutamente non lo caratterizzava, e invece ora si trovavano in quel letto a farsi i dispetti dopo che lei aveva lasciato il suo ragazzo. Ma abbandonare tutto e tutti per correre da lei nel momento del bisogno, non era forse stata la cosa più romantica?
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