Capitolo 2 - "Keep the faith, baby, yeahBecause it's just a matter of time"
"Keep the faith, baby, yeah
Because it's just a matter of time"
November,1994
2.
Chiuse con forza la porta di casa dietro di sé.
"Mamma, papà, sono a casa"
"Tesoro, siamo in sala, tutto bene all'università?"
Si tolse il pesante zaino dalle spalle, buttandolo a terra. Si versò un bicchiere d'acqua e si unì ai genitori in sala.
"Si, aumentano sempre di più le cose da studiare e sono stanca"
Si buttò sul divano con la testa all'indietro.
"Ma tu in gamba come sei ci riuscirai" "Lo so, però sono stanca. Ho bisogno di una pausa"
"Vuoi venire con noi stasera a cena?" "Oddio, le vostre cene pallose di lavoro?"
"David, non ti ricorda quando l'abbiamo portata a 9 anni? Si lamentò uguale"
"Sì, ma poi ci chiese di venire le volte successive" si misero a ridere guardandola con un sorriso furbo.
"Quello che so è che ora mi butterò in doccia, addio"
Si alzò con un balzo e salutandoli con la mano si diresse nella sua camera dove preparò i vestiti puliti da indossare.
Si chiuse la porta del bagno alle spalle e aprì il getto d'acqua, aspettando si scaldasse.
Una volta in doccia, rilassò tutti i muscoli del corpo e come era solito fare rimase diversi minuti immobile ad ascoltare l'acqua scendere e picchiettare a contatto con la sua pelle. Si insaponò poi con forza e uscì.
Sin da quando era piccola la melodia e l'armonia del suono dell'acqua l'affascinava. Chiudeva gli occhi e immaginava mille colori e disegni. Non aveva mai perso di vista la piccola Artista che era in lei. Ora Nina frequentava l'università di Belle Arti con il folle desiderio di fare della sua Arte una professione, un giorno. Le mancavano due anni, compreso quello che stava per concludere.
Si vestì velocemente, indossando un pantalone di tuta e una felpa calda. Cercò di dare un ordine ai suoi indomabili ricci castani senza alcun successo. Spazientita, tornò in sala e si buttò sul divano prendendo un libro tra le mani.
"Studi tesoro?" Jill la guardava sorridendo. "In realtà.. Non è un libro dell'università"
"Cosa leggi?" David le rubò il libro "Ma dai papà, fosse stato un libro erotico?"
"Nina!" la voce di sua madre la ammonì. "Il buio oltre la siepe, ottima lettura bimba"
"Grazie, posso riavere il mio libro ora?" non aspettò un secondo di più e glielo rubò dalle mani riprendendoselo.
"Ti andrebbe quindi di venire con noi stasera? Sai.. ci sono pezzi grossi e se vuoi mostrarti un pochino è la tua occasione"
"Non lo so mamma, ti faccio sapere"
Appoggiò i piedi al tavolino e si abbandonò alla sua lettura.
"I piedi Nina" "Si, ho controllato e sono ancora al loro posto, grazie"
Quando alzò gli occhi dal libro si accorse che i genitori non erano più in sala con lei. Diede un veloce sguardo all'orologio e notò che il pomeriggio era volato. Sbuffò spazientita e si alzò, posando la lettura sul tavolino.
Aprì il frigorifero e bevve un sorso di succo d'arancia, controllando il telefono.
I suoi amici le avevano chiesto di unirsi a loro quella sera per andare a sentire una band live in un pub poco distante dall'università. Doveva ancora decidere se andare alla cena di lavoro con la sua famiglia.
L'idea la incuriosiva e sapeva che se voleva farsi conoscere sarebbe stata un'ottima occasione. Avrebbe potuto conoscere grandi e noti personaggi, chieder loro come erano riusciti a farsi strada nel mondo dello spettacolo e trarre ispirazione.
Avrebbe potuto portar con sé i suoi disegni e chieder loro pareri.
Avrebbe dovuto prepararsi se la sua intenzione era quella di partecipare. Così si incamminò verso la sua camera aprendo l'armadio e iniziando a valutare ogni abito e completo. Sua madre spuntò alle sue spalle "Tesoro, vieni con noi?"
"Pensavo.. cosa ci si mette in un occasione del genere?" Jill sorrise "Potresti metterti un mio vestito"
"Mi sentirei più a mio agio con un paio di pantaloni, in realtà" "Capricciosa come sempre, Tesoro non puoi metterti un paio di jeans. Seguimi" di mala voglia seguì la madre sino alla sua cabina armadio.
Una volta all'interno rimase come sempre sorpresa da quanti abiti avesse sua madre, alcuni di loro non glieli aveva mai visti addosso. Seguì le dita veloci della madre che spostavano i vari vestiti, li avvicinava al corpo della figlia, mettendo a confronto colori ed abbinamenti, storceva la bocca e ripeteva tutto quanto da capo.
"Nero o bianco Nina?" "Nero" "Allora sarà lui il prescelto, provalo"
Teneva sollevato in aria un vestito nero e lungo sino alle caviglie, con un alto spacco laterale. Aveva le maniche lunghe, uno scollo profondo a V sulla schiena mentre sul petto rimaneva alto e coperto. Morbido e sinuoso. Lo mosse appena e notò che aveva piccole paillettes che al movimento creavano uno scintillio di colori e luce.
"Mamma, non sarà troppo elegante?" "Sei pur sempre figlia di una stilista nota, non ti permetto di venire con i jeans"
Scuotendo la testa, Nina prese il vestito e iniziò a spogliarsi per indossarlo.
"Tu sei molto più magra di me, non credo si chiuda la lampo" "Fidati di me, si chiuderà"
Infilò le braccia e sin da subito sentì il tessuto aderire alle sue curve.
Una volta indossato corse allo specchio per potersi guardare e scoppiò a ridere.
"Non hai tenuto in considerazione che ho tutte le forme che tu non hai?"
La madre rise e le tirò un pizzicotto.
"Per questo ne ho scelto uno accollato, non voglio che le tue forme risultino provocanti."
"Si, ma sembrano esplodere"
Si mise di profilo e ridacchiò.
Era piuttosto alta, con un fisico snello e atletico, l'addome era piatto e la sua costituzione era minuta come Jill ma a differenza della madre era piuttosto formosa. Aveva un seno e un fondoschiena prorompente e pronunciato, come la sorella del padre.
"Se potessi averle io certe forme non le nasconderei affatto" la madre gli tirò uno schiaffetto affettuoso.
"Sinceramente, non faccio ridere?" la guardò in viso e aspettò un consiglio sincero ed oggettivo.
"Sinceramente, penso tu sia una bellissima donna e non lo dico solo perché sei mia figlia. Potresti indossare qualsiasi cosa e risultare comunque perfetta. Hai un fisico invidiabile e questo vestito ti risalta ancora di più. Sono così orgogliosa. E non ti permetto di scartarlo. " le passò un paio di decolté nere.
"Sui trampoli non so camminare" "Imparerai, non puoi mica mettere scarpe da ginnastica."
A malincuore si tolse le ciabatte e si infilò le scarpe, perdendo l'equilibrio e ridacchiando.
Jill si mise le mani in viso, scuotendolo e dandole della pasticciona.
"Quando saranno tutti ubriachi le toglierò, vado a truccarmi"
"Sembri un dinosauro Tesoro, prima il tacco e poi la punta"
Una volta di fronte allo specchio del bagno, aprì il beautycase e si guardò in viso.
Non era solita truccarsi molto e così fece anche in vista della serata. Si mise un rossetto color carne e un po' di mascara per accentuare i suoi grandi occhi verdi. Passò la piastra appiattendo i suoi indomabili ricci. Aveva lunghi capelli castani che le arrivavano a metà schiena, coprendo lo scollo profondo del vestito. Uscì dal bagno soddisfatta e prese la sua cartelletta con tutti i suoi schizzi e disegni. Prese pennelli e matite e infilò tutto in uno zaino.
Si ricordò di rispondere al messaggio dei suoi amici informandoli che se si sarebbe liberata in tempo li avrebbe raggiunti al pub, poi attese in sala i genitori.
Era piuttosto nervosa, si mordeva le labbra e si passava le mani sul vestito.
"Tesoro sei pronta?" la voce di Jill squillò nella stanza "Sto aspettando voi"
Una volta in macchina il padre la guardò dallo specchietto incrociando gli occhi della figlia e le sorrise.
"Sei incantevole, mi raccomando fai la brava"
"Ti ricordi quando ti ci abbiamo portato a 9 anni?"
"No, non mi ricordo granché. Perché? Ho combinato qualcosa che devo sapere?" Si sporse in avanti verso i genitori.
"No Tesoro, avevi fatto un ritratto a Robert de Niro e tutti erano rimasti senza parole. Gli avevi chiesto se il neo dovessi disegnarglielo"
"Ti lamentavi che il cibo puzzava e hai fatto ridere tutti. Avevano portato il pesce"
"Perché me lo dite adesso?" Nina buttò la testa all'indietro sul sedile.
La macchina si fermò sui ciottoli e scesero tutti.
David porse le chiavi della macchina al parcheggiatore e prese entrambe le donne sotto braccio, fiero ed orgoglioso.
Nina lanciò un urletto che fece girare i genitori.
"Questo edificio me lo ricordo. Barocco rinascimentale."
David e Jill risero e spinsero la figlia ad entrare.
Puntò i piedi non appena varcò il corridoio con le pitture. "Le ninfee.." sussurrò.
"Tesoro, le guarderai dopo, dobbiamo andare"
Si passò le mani sul vestito e guardandosi intorno fecero ingresso nella sala.
La sala era esattamente la stessa, al centro vi era un lungo tavolo rettangolare di ebano scuro e padrone un grosso lampadario di cristallo trasparente.
Molti degli ospiti si girarono sorridendo.
Il cuore della piccola Nina aumentò il ritmo, facendola indietreggiare Puntò i grandi occhi verdi su tutti quei personaggi, rimanendo incantata da come potessero essere tanti e tutti nella stessa stanza. Si sentiva terribilmente eccitata di poter stringere loro la mano. Il primo a venire incontro fu proprio Robert de Niro che salutò il padre e la madre con un bacio, rivolgendosi poi a lei.
"Ciao Nina, non so se ti ricordi di me.." "Porca vacca, lei è Robert de Niro! Sono sinceramente lieta di conoscerla! E mi spiace se da piccola ho giudicato il suo neo, a ripensarci lo trovo estremamente affascinante e .. sto straparlando. Lieta di conoscerla!"
L'uomo si mise a ridere e le strinse calorosamente la mano.
"Il piacere è tutto mio, chiamami pure Robert. "
"Non ci credo" rideva e scuoteva la testa continuando a stringergli la mano.
"La nostra piccola Nina è cresciuta molto ma.. la sua boccaccia è sempre difficile da gestire" David rise alla sua affermazione.
"Non c'è cosa più bella di rimanere se stessi" Robert sorrise.
Nina lasciò la sua mano e fece un goffo inchino che fece ridere nuovamente l'uomo che si allontanò stringendogli l'occhiolino.
"Mamma, Robert de Niro mi ha fatto l'occhiolino. Ci sposeremo e avremo 3 figli, lo so già"
David tossì, rosso in viso.
Avanzò loro incontro una donna che Nina riconobbe subito : Meryl Streep.
"Jill, cara, ci chiedevamo tutti dove fossi" la strinse in un abbraccio, per poi dar la mano a David.
"Meryl, lei è Nina, mia figlia." "Che meravigliosa donna! Ciao Nina" "Signora Streep, che onore, detto da lei posso morire felice"
La donna mosse le mani in aria minimizzando il complimento e levò le tende allontanandosi dalla famiglia.
"Che ne dici Nina di limitarti a un Che piacere?" Jill le diede una scherzosa gomitata al costato.
"E' impossibile, mi sto già limitando nel non chiedere autografi e foto a tutti. Magari lo farò più tardi"
Ridendo avanzarono verso il tavolo.
Nina si fermò all'altezza di Tim Burton, Steven Spielberg e Martin Scorsese.
"Vorrei chinarmi per mostrarvi quanto apprezzo il vostro genio e le vostre regie ma cadrei sicuramente con questi trampoli."
I tre uomini si voltarono alzandosi dalle loro sedie porgendo alla ragazza la loro mano.
"Nina, come dimenticarsi di te" "Ma guarda come sei cresciuta" "Hai proprio gli stessi occhi"
"Sono davvero onorata di sedere con voi"
"Noi di godere del piacere della tua curiosa compagnia" asserì Spielberg, ridacchiando.
"L'ultima volta mi hai fatto alzare dal mio posto per sederti con il tuo amico Michael" la ragazza divenne paonazza.
"Oh vogliate scusarmi, non succederà. Ma... " si guardò intorno "Michael chi?"
I tre uomini risero.
"Michael chi, povera bambina" "Michael Jackson, ovviamente"
"Oh santo cielo, ho per amico Michael Jackson e non ne sapevo niente" si grattò il capo con le gote arrossate.
I tre uomini risero di cuore e Spielberg le accennò una carezza.
"Disegni ancora Nina?" "Mai smesso Signore, sto frequentando l'università delle Belle Arti e spero un giorno di poter trasformare la mia arte e passione da privata a pubblica." "Sarei più che felice di poter vedere questo accadere."
"Nina, tesoro, vieni qui" la madre la chiamò e lei salutò i tre uomini con un'ultima stretta di mano e raggiunse la donna.
"Volevo presentarti una mia cara amica oltre che collega"
Una donna si levò in piedi.
"Donatella Versace" Nina mormorò.
"Jill, questo vestito è.." "Il tuo, lo so bene." "Ti sta un incanto Nina"
La ragazza arrossì.
"Gr..grazie. " "Voltati, fatti vedere"
Nina eseguì gli ordini, si girò di spalle spostando i lunghi capelli davanti. Mentre piroettava tenendo le mani aperte per mantenere l'equilibrio, scorse un uomo alto guardarla con la coda degli occhi. Era Michael Jackson.
Si bloccò ad osservarlo. Portava i lunghi ricci legati in un codino basso, il cappello era calato sul viso. Indossava una giacca nera borchiata, una camicia rossa portata dentro ai pantaloni neri e stretti che accentuavano le lunghe gambe snelle. Puntò i suoi grandi occhi verdi sul viso dell'uomo ma.. "Nina, tesoro"
Si girò di scatto, perdendo quasi l'equilibrio e sorreggendosi alla sedia vicina.
"Come modella potresti essere perfetta ma sei così goffa" Donatella alzò un sopracciglio.
"Per fortuna il mio sogno è ben altro che quello di essere una taglia 38"
"Nina" la ammonì Jill.
"Con permesso" Nina superò la donna e venne fermata da una voce mielosa.
"Oh piccola Nina" Elizabeth Taylor avanzò a grandi passi e la strinse in un abbraccio.
"Sei diventata grande e bellissima!" "Signora Taylor.." "Chiamami Elizabeth, come stai?"
Le fece cenno di seguirla al tavolo e le si sedette affianco.
"Bene,grazie.. E' un onore per me starle accanto" "Oh tesoro, non darmi del lei. So di essere una vecchia ma così mi sento peggio. Quanti anni hai ora?" "21"
La donna le prese una mano. "Come sei giovane. Stai studiando?"
"Sì, frequento l'università di Belle Arti, mi mancano due anni" ""Cosa vorresti fare dopo?" "Sto cercando di capire in cosa specializzarmi, tutta l'arte mi affascina e mi colpisce in maniera particolare. Amo la pittura, il disegno a matita... Persone, paesaggi, musica. Mi piace tutto, avrò le idee chiare un giorno. O almeno lo spero"
Elizabeth la osservò, affascinata e curiosa.
Si misero a parlare di ritratti, Elizabeth le raccontò sue esperienze personali in ambito, di quando venne dipinta e fece da soggetto principale per un quadro personale. Nina era incuriosita e non distolse lo sguardo dagli occhi chiari della donna che si perse nei ricordi.
Dall'altro lato della stanza Michael la osservava, con la coda dell'occhio.
Aveva riconosciuto quei suoi grandi occhi verdi, riportandolo a quella sera di anni fa quando quella bambina era stata la sua unica compagnia. Notò come fosse diventata grande, la sua figura fanciullesca si era trasformata in quella di una giovane donna. Era piuttosto alta con lunghi capelli lisci color nocciola, si chiese in quel momento dove fossero spariti tutti i riccioli della bambina. Indossava un abito lungo nero che evidenziava la sua longilinea figura femminile e le sue curve. Asserì con piacere che la donna fosse diventata proprio bella e da uomo non poté fare a meno di osservare quel corpo sensuale. Il viso era ora maturo e adulto. La contraddistingueva un incarnato chiaro, sotto l'occhio destro e appena sopra le labbra carnose aveva piccoli nei ad addolcirle il viso, gli stessi che le coloravano il viso da bambina. Chiacchierava con Elizabeth e si domandò se fosse ancora così vitale e buffa.
"Hai una luce negli occhi quando parli di ciò che ami"
Nina sorrise e si strinse nelle spalle.
"Cara, vuoi che ti presento qualcuno? Qualcuno con cui tieni fare la conoscenza?"
Nina spostò lo sguardo sulla stanza e incrociò di nuovo quell'uomo. Si morse le labbra.
Fu uno sguardo fugace il suo, non poté studiarlo in viso perché l'uomo la stava osservando.
"Oh, Michael! " Elizabeth sussurrò alla piccola. "Quando eri piccola non ti sei staccata un attimo da lui"
"L'ho già sentito ma.. non me lo ricordo. " "Come potresti, eri cosi piccina. Ve la ridevate di gusto, me lo ricordo bene."
"Chissà quanto fastidio gli ho dato con la mia linguaccia" "Penso non si fosse divertito mai così tanto, era lui a cercare la tua compagnia, non pareva per nulla disturbato da te"
Nina si portò un dito alle labbra, decisa a guardarlo di nuovo in viso. Era serio e discuteva con un noto discografico.
La ragazza si riempì un bicchiere d'acqua e se lo portò alla bocca.
Aveva due profondi occhi scuri ed un naso piccino e all'insù, fiabesco. Le labbra erano grandi e carnose, nessun accenno di barba e due zigomi piuttosto pronunciati. Era un bell'uomo, dai lineamenti dolci e maturi. Michael si voltò e le mancò il fiato. Non erano solo due profondi occhi scuri, erano molto di più. Erano grandi pozzi di cioccolata fusa, difficile mantenere lo sguardo contro quella burrasca. Erano scuri, magnetici ed incatenanti. Notando di essere stata beccata, le andò di traverso l'acqua e si bagnò. L'uomo portò una mano alla bocca e nascose una risata. Nina guardò Elizabeth con gli occhi sbarrati, per poi guardare l'acqua sul tavolo e sul suo vestito. Si asciugò la bocca ed Elizabeth rise.
"Mia cara, ha fatto lo stesso effetto anche a me quando lo vidi la prima volta"
Nina puntò i suoi grandi occhi verdi sulla donna che con cura prese un tovagliolo e le tamponò il vestito.
"Ti sei gettata l'acqua addosso anche tu?"
La donna rise mentre la asciugava.
"No però ricordo di essere rimasta senza parole. Non riuscì nemmeno a presentarmi. Aveva la mano verso di me e io rimasi pietrificata da quello sguardo. Non gliela strinsi, non feci niente. Mi sorrise e cambiò discorso. E' così buono ed umile nonostante la sua grande fama. Gli auguro ogni bene a quel ragazzo"
Si vedeva che la donna nutriva un forte affetto nei confronti di Michael e i suoi occhi parevano lucidi di emozione.
"Adesso la luce negli occhi ce l'hai tu" le prese il tovagliolo dalle mani e la signora arrossì.
"Fossi stata più giovane lo avrei sicuramente corteggiato, lo ammetto"
Le due si scambiarono uno sguardo d'intesa e risero.
Si alzò, promettendo di riunirsi ad Elizabeth presto.
David la prese per il polso e le cinse la vita con un braccio.
"Papà" "Nina, ti presento Bill Bottrell e Teddy Riley, produttori discografici della Epic Records"
"Lieti di conoscerla Nina, il tuo papà parla spesso di te"
"E' un piacere anche per me"
"Ci ha detto che frequenti le Belle Arti?" "Esatto"
"E saresti interessata al mondo musicale, Nina?"
Si sentì osservata e con la coda dell'occhio lo vide li vicino.
"Sfacciatamente diretta?" I due uomini si guardarono e annuirono.
"Canto solo sotto la doccia e non apprezza nemmeno il gatto perché scappa"
I due uomini risero di cuore e anche Michael, a distanza, ridacchiò coprendosi il viso.
"Non nego di essere appassionata di musica, la sto studiando, distinguo note, associo suoni ma forse non è proprio il mio campo"
"Ti ringraziamo Nina per la tua sfacciata schiettezza" "Il piacere è solo mio"
Si voltò, dando le spalle agli uomini e sospirando.
Il cameriere passò con i primi piatti, l'odore era pungente e la ragazza storse il naso.
"Oddio" si portò la mano al naso.
Michael gli era accanto e rideva. Nina lo guardò in viso.
"Pare che il menù sia rimasto invariato negli anni" la sua voce lo colpì come uno schiaffo in pieno viso, era delicata ed armoniosa.
"Santo cielo" "Puoi sempre chiedere qualcosa di diverso" "Ho fatto così in passato?"
"Oh sì, hai tirato la manica al cameriere e hai chiesto qualcosa che non puzzasse" "Non potrei mai fare certe figure, ora sono grande e mangerò il pesce, per quanto possa puzzare" La ragazza tolse la mano dal naso e si lisciò le mani sul vestito.
L'uomo seguì i suoi movimenti per poi riguardarla in viso.
Rideva di cuore. Nina sorrise e gli porse la mano.
Lo avrebbe fatto ridere più spesso se avesse potuto risentire quel suono celestiale.
"So che ci siamo già conosciuti ma non ricordo nulla e penso mi maledirei se non mi presentassi e stringessi la mano a Michael Jackson, nonché amico di infanzia, o così mi hanno riferito"
Il ragazzo si morse il labbro, ridendo. Strinse la mano alla donna "Ciao Nina, ero sicuro di rincontrarti un giorno o l'altro"
"Vorrei poterti dire lo stesso ma.. mi dovrai aiutare a ricordare la nostra profonda amicizia. " Si soffermò sulla parola profonda.
Puntò l'indice verso due sedie libere "Signor Jackson, mi concede l'onore della sua compagnia?"
"Sono io onorato della tua, Nina." Appena la ragazza avanzò Michael le sfiorò il braccio, le sue dita la toccarono appena e un piccolo brivido le tracciò la spina dorsale, costringendola a voltarsi di nuovo verso di lui.
"Non faremo alzare nessuno dal loro posto,vero? Ho avuto sensi di colpa per un po' dopo quella sera"
Si domandò se fosse serio e la sua risata confermò la comicità della domanda.
"Davvero ilare, Michael. "
Lo sorpassò seguita dalla sua risata.
Presero posto di fronte a Elizabeth che gli fece l'occhiolino.
Tirò su appena la gonna per potersi sedere.
Il cameriere passò e posò i primi piatti davanti a loro. Sentì lo sguardo di Michael addosso.
"Lo mangerò senza fare smorfie, inutile che ti prepari già a ridere"
"Vedremo.." l'uomo prese la forchetta e mangiò il primo boccone. "Mmm.." si stava divertendo a prenderla in giro.
Nina afferrò la forchetta infilzando il primo boccone "E' delizioso davvero o mi prendi in giro?" si voltò a guardarlo.
Michael si sorprese della vicinanza del suo viso, rimanendo piacevolmente sorpreso della sua spontaneità, il fiato gli parve mancare quando posò lo sguardo sui suoi occhi smeraldo.
"Non me lo vuoi dire,eh? Va bene, lo scoprirò da sola"
Mise il boccone in bocca, storcendo appena il naso.
"Ti piace?" l'uomo la guardava, trattenendo il riso.
"Non è malvagio, grazie per l'interesse"
Con uno sguardo di intesa iniziarono a mangiare ma l'uomo spezzò il silenzio.
"Vorrei vedere qualche tuo disegno, Nina. Mi piacerebbe tantissimo"
"Ricordamelo dopo che ti faccio vedere qualche schizzo."
L'uomo annuì e tornò a mangiare.
"Quindi quanto ti sono stata tra i piedi da piccola?" "Non lo definirei così.. Sono stato contento di passare la serata con te."
"Be', immagino gli ospiti un po' meno. Probabilmente morivano dalla voglia di parlare con te, conoscerti, parlare di musica e della tua arte e io ti ho rubato"
"Forse proprio per questo ero contento di trasformare un'altra cena di lavoro in una cena piacevole e di svago"
La ragazza si fece seria per poi sorridergli.
"Quindi se io ti chiedessi del tuo lavoro, saresti meno contento?"
"Amo parlare di ciò che faccio, d'altronde ciò che faccio lo amo con tutto me stesso. So che se me lo chiedessi tu sarebbe per innocente e buona curiosità e sarei più che felice di parlartene"
"Magari più tardi.. quando ti farò vedere i miei disegni" "Ci conto"
Finirono il primo piatto e si voltarono entrambi l'uno faccia a faccia con l'altro.
"Allora Michael, porterai a galla i miei ricordi?"
"Be.. avevi trasformato tutti i tovaglioli in rose e io ero proprio dietro di te e mi hai chiesto se mi sedessi con te"
"Sono sfacciata tanto quanto allora"
L'uomo rise.
"Avevamo asserito che queste sere sono megapallose e sei stata una bambina cattiva" la guardò di sottecchi.
"Andasti a dire a tua madre che Michael Jackson aveva detto che la cena era megapallosa"
Nina scoppiò a ridere.
"Dopo siamo andati a sbirciare i dipinti in corridoio, mi parlasti delle Ninfee di Monet e mi confessasti che non volevi venire ed eri stata obbligata così stringemmo un patto. Decidemmo che se uno dei due avesse pronunciato una parola speciale saremmo corsi in soccorso l'uno all'altro. "
"Mmm.. qual era la parola?"
Michael si morse il labbro. "Pipì"
Nina scoppiò a ridere portandosi le mani alle ginocchia.
"Poi è arrivato il pesce e ti sei lamentata a gran voce, hai fatto in modo che tutti sapessero che puzzava, ti hanno dato un piatto di pasta col sugo che è finito sulla mia maglietta"
Nina si portò una mano alla bocca. "Ti ho rovesciato la pasta addosso?"
"Tecnicamente, solo il piatto vuoto sporco di sugo."
"I rischi del sedersi accanto a una bambina sono questi"
L'uomo rise e bevve un sorso d'acqua.
"Così mi sono alzato per andarmi a pulire ma mi hai seguito.." "Ero proprio la tua ombra"
"Ti ho minacciato di abbracciarti e sporcarti" "E immagino di essermi messa a correre."
"Sì ma alla fine ti ho preso" "Giochi sporco,con una bambina è normale vincere"
"Corro molto veloce, vincerei a prescindere" la guardò di sottecchi, inclinando il viso, il suo timbro ora basso.
Nina incrociò le braccia al petto. "Oh ma sentilo, Michael Jackson che si vanta della sua agilità."
Michael alzò un sopracciglio sorridendo.
"In un contesto diverso ti avrei gentilmente dimostrato che ti sbagli" confermò la ragazza.
"Magari, un giorno.." si mise a ridere e trascinò anche lei nella sua risata.
"Dimmi che non ho pianto dopo" "Oh no, non hai pianto nemmeno una volta."
"E che è successo?" "Eri arrabbiata che ti avessi sporcata e siccome eri sporca di sugo sulla bocca mi hai baciato e vittoriosa detto che eravamo pari"
Nina sentì un brivido alla schiena.
"Wow, ad averlo saputo prima mi sarei vantata con tutti di aver baciato Michael Jackson"
"Vantata,eh?" "Be, mille persone immagino avrebbero voluto essere al mio posto, ma tranquillo Jackson. Il tuo segreto è al sicuro con me"
"Mi fai così ridere che mi fa male la pancia" il cantante si teneva le mani sull'addome.
Aspettò che finisse il suo racconto.
"Dopo siamo tornati qui, abbiamo finito di mangiare, preso in giro le persone presenti e siamo usciti in balcone a guardare le stelle dove ti sei addormentata sul mio petto. Per essere così piccola russavi tantissimo"
Nina strabuzzò gli occhi.
"Stai scherzando... dio" divenne tutta rossa e bevve un sorso d'acqua,guardando altrove.
"Nina, ti sto prendendo in giro. Non russavi, hai solo lasciato una grande macchia di saliva sulla mia maglietta che non è più andata via"
Lo guardò seria in viso.
L'uomo scoppiò forte a ridere "Dovresti vedere la tua faccia"
"Michael Jackson, non ci posso credere che tu mi possa prendere per il culo così, è davvero poco professionale"
La sua risata aumentò.
Il cameriere portò un secondo piatto.
"Nina, tesoro" due mani si appoggiarono alle spalle della ragazza, era la voce della madre.
"Mamma" "Vedo che hai conosciuto Michael" "Sì" lo guardò di sottecchi e lo vide sorridere.
"Per tutti i giorni consecutivi alla cena non hai fatto altro che chiedere di lui"
La ragazza quasi si strozzò.
"Davvero Jill? " Nina lo uccise con lo sguardo.
"Sì, pareva essersi innamorata. Voleva tornare alle cene solo per rivederti"
"Si,va bene mamma, ora puoi tornare al tuo posto? Grazie"
"Ti senti imbarazzata, tesoro?" "Mamma!"
Se ne andò, facendole l'occhiolino.
"Potevi dirmelo che ti eri innamorata di me"
"Oh, non montarti la testa Michael. Non succederà mai"
I due si misero a ridere e continuarono a mangiare.
Finita la cena, Nina notò che il piatto di Michael fosse ancora pieno.
"Non mangi?" "Non ho molto appetito" "Ma dai, erano deliziose le patate"
"Le vuoi tu?" l'uomo indicò il piatto.
"E se poi mi accusassero di rubare il cibo a Michael Jackson?"
"Non si può rubare se ti viene offerto"
"Allora volentieri, grazie" gli prese il piatto dalle mani e mangiò.
"Non avrei mai detto fossi una mangiona dal tuo fisico" l'uomo incrociò le braccia al petto.
"Faccio tanto sport per mantenermi in linea e per poter mangiare senza pensieri, ma grazie per il complimento"
"Chi ha detto che fosse un complimento?"
Nina rimase spiazzata e rise, scuotendo il capo.
"Mi spiace non rispecchiare i canoni del signor Jackson, davvero. Non so come potrò vivere adesso" e così dicendo prese una grossa forchettata di cibo.
L'uomo rise. "Oh Nina, l'importante è piacere a se stessi. Ricordatelo"
"Quindi sottolinei che non sono proprio di tuo gradimento" "Nina.. " si mise a ridere e così anche lei.
Tutti iniziarono ad alzarsi e così fecero anche i due.
"Sei ancora interessato a vedere i miei disegni?" "Certo" seguì la ragazza mentre prese dal suo zaino la cartella di disegni.
Si sorrisero e glieli mostrò.
Michael divenne improvvisamente seriò e studiò ogni opera per diversi minuti.
Nina si mordeva il labbro, era piuttosto nervosa di un suo giudizio. Michael lo notò e gli sorrise, continuando a sfogliare pagina dopo pagina, rimanendo catturato.
La profondità dei volti lo sorprese come la realtà di ciò che raffigurava. Un bambino vicino ad una panchina, un tramonto che faceva capolino da una finestra, una donna che piangeva con le mani in volto. Tanti occhi di diversi colori, giovani e anziani.
Erano davvero meravigliosi e si sentiva partecipe di quegli stessi spettacoli raffigurati. Sfiorò le pennellate, sentendo sotto la pelle la forza della passata e immaginò quella ragazza, sporca di colore, con gli occhi persi nella sua bolla artistica.
Sorrise e chiuse la cartella porgendogliela.
"Penso tu abbia un meraviglioso Dono e sarebbe un grande peccato non condividerlo al mondo."
"Lo pensi davvero?" "Certo Nina, mi sento onorato di aver potuto avere la possibilità di sbirciare i tuoi disegni. Avrei quasi la voglia di chiederti di darmeli per potermeli studiare una volta a casa"
La ragazza arrossì ed accennò un inchino.
"Mi piacerebbe tanto renderli pubblici, farmi conoscere.."
"Sono sicuro che ci riuscirai ma.. attenta Nina, il mondo dello spettacolo è cattivo e devi essere forte. Rimanere così come sei, perché sei speciale. Non farti influenzare mai"
"Tu sei rimasto com'eri?" "Non mi sono mai conosciuto senza un palco." Si strinse nelle spalle. Immaginò di aver toccato un tasto dolente, lo notò dai suoi occhi che si scurirono e ingrandirono.
"Saresti stato diverso?" "Ne sono sicuro. L'importante è conciliare la tua coscienza e la tua personalità con ciò che desiderano vedere gli altri e non abbandonare mai te stesso. Essere ciò che desideri per te stesso e per gli altri, non annullando mai quello che sei"
"E tu pensi di esserti annullato?" vedendo un Michael pensieroso continuò "Io vedo tanto buono in te, non essere così critico."
"Grazie Nina ma.." "No, nessun ma, Michael. Non ti conoscerò a fondo, non so cosa ami fare nel tuo tempo libero ma se ti guardo negli occhi mi sembri la persona più sincera e buona in questa stanza. Sei il Re del Pop e nemmeno per un secondo ti sei mai vantato del tuo status sociale o parlato di te stesso elogiandoti. Cosa che, diamine, potresti fare eccome! Forse al tuo posto io lo farei. Udite udite, sono il fottuto Michael Jackson! E invece nei tuoi occhi leggo tanta umiltà e.. paura, criticità. Se quello che mi hai mostrato è sincero, non dovresti criticarti ma ammirarti."
Michael la guardò serio in viso.
Ci furono secondi di interminabile silenzio dove i loro occhi si sfidarono e si incontrarono.
Si sorrisero.
"Sono proprio contento di averti rincontrato"
"A tua disposizione, Jackson. Potrei essere utile ad aumentare la tua autostima"
"Lo terrò presente" ridacchiò.
"Tesoro"
Elizabeth interruppe i due.
"Elizabeth!" Nina le sorrise.
"Quanta invidia che provo per te Nina, giovane e bella! Michael, non trovi?"
Michael divenne tutto rosso.
Nina sorrise alla vista delle sue gote tinteggiarsi.
"Sì, certo... una bellissima donna" il suo tono era basso, si morse le labbra e la guardò.
Si aspettava non avrebbe risposto ma invece puntò i suoi grandi occhi scuri nei suoi e la complimentò.
"Grazie signor Jackson, anche lei non è affatto male!"
Michael sorrise e le fece un occhiolino.
Nina si scusò e si allontanò.
Lo trovava incredibilmente bello ed ammetterlo le era difficile.
Appena si allontanò dall'uomo le parve di sentire il respiro venire meno, come se solo standogli accanto potesse sentire i suoi polmoni colmarsi d'ossigeno. Le girava appena la testa, colpa del suo profumo e del suo sorriso.
Si passò le mani sudate sul vestito, confusa di come il suo corpo stesse reagendo all'uomo.
Si sentiva mentalmente affascinata dal suo punto di vista, dalla sua carriera e dalle sue parole.
Lo aveva chiaramente capito che Michael fosse un uomo diverso e tutti in quella stanza lo avrebbero confermato.
Voltandosi, si studiò attorno. Ancora non credeva possibile essere nella stessa stanza di così tanta notorietà.
Eppure pareva che quell'uomo fosse il sole. Tutti pendevano dalle sue labbra, si avvicinavano timidi per scambiare due parole e grosse strette di mano, d'ammirazione. Non si era sbagliata. Era speciale e avrebbe proprio voluto avvicinarsi a quella sua mente geniale e buona. Lo vide guardarla e si sorrisero. C'era empatia e complicità tra i due.
Stringeva la mano a Bill Bottrell, con il quale stava progettando l'uscita del suo nuovo disco.
Si sentì osservato e la vide guardarlo e sorridere. Di rimando fece uguale.
Quella piccola donna lo aveva particolarmente colpito. Era di una bellezza spontanea, oltre che estremamente affascinante.
Non aveva paura di esprimere il proprio pensiero e il suo cuore era puro ed innocente. La sua fanciullezza era rimasta intatta in quella figura di donna e questo lo aveva sollevato e rincuorato.
"Nina"
"Robert"
"Come procede la serata?" "Molto bene, spero anche la tua"
"Si, ottima compagnia e ottimo vino" Nina si costrinse a sorridere e voltare lo sguardo da Michael.
Due uomini si avvicinarono a loro, riconobbe Tom Cruise tra questi e si tirò un pizzicotto come ulteriore conferma che quella fosse la realtà. Robert si allontanò da Nina con un sorriso.
La donna strinse la mano a entrambi gli uomini e notò come un forte odore di alcool li seguisse nei loro movimenti.
Sentiva i loro occhi addosso ed istintivamente intrecciò le braccia al petto per celarsi e mostrarsi superiore.
"Finalmente una faccia non nota" "E che faccino"
Sorrise forzatamente, pensò avessero bevuto troppo e il loro sguardo, il loro dondolare non le piaceva particolarmente.
"Eh già, esistiamo anche noi persone comuni e non famose" fece ridere i due uomini e indietreggiò.
Le presero il braccio, riportandola in avanti. Quasi non perse l'equilibrio sui tacchi.
"Oh no, dove scappi, stiamo appena facendo la tua conoscenza. Dicono tutti tu abbia una spiccata comicità.."
"Ma penso si siano dimenticati di menzionare qualche altro dono di madre natura"
Si strinse nelle spalle e cercò di cambiare discorso.
"Sono curiosa: i personaggi che interpretate spesso finiscono per influenzarvi o c'è un totale distacco dall'artista e dall'attore?"
Vide i due guardarsi tra loro e sorriderle.
"Be, dolcezza, un vero attore sa che se vuole calarsi totalmente nella parte è necessario sentire e provare le stesse emozioni del personaggio. Quindi inevitabilmente ti costringi a pensare, volere, sognare le stesse cose che sogna il personaggio. "
"Metti in pausa la tua vita nel momento in cui iniziano le riprese e ti ricordi di non essere quel personaggio solo al completamento del film"
Notò con successo e con un sospiro di sollievo che i due non si erano opposti al cambiamento del discorso.
"E c'è un personaggio più di tutti che pensate.." ma si sbagliava.
"Shhhh non siamo qui per parlare di lavoro, se vuoi posso lasciarti il mio numero nel caso avessi bisogno di sfamare qualche altra curiosità" "Andiamo a bere qualcosa insieme"
La ragazza strabuzzò gli occhi.
"Io veramente.."
Tom le cinse la vita con un braccio e la sospinse verso il tavolo, liberò la presa e le riempì un bicchiere di vino.
Fece per porgerglielo quando si ritrasse "Sei maggiorenne,vero?" "Sì" "Bene"
Nina afferrò il bicchiere, guardandone il contenuto. Le piaceva molto il vino rosso e aveva imparato ad apprezzarlo, ma odiava le imposizioni.
"Nina, non essere timida, bevine un sorso e parlaci di te"
"Se non vi dispiace se berrò sarà una mia decisione. " appoggiò il bicchiere al tavolo e continuò "Cosa tenete che vi racconti di me?" Tom Cruise rise, un po' sprezzante. "Per essere giovane sei piuttosto arrogante, bambina"
"Penso che arrogante non sia il termine corretto perché non penso di essermi mostrata in nessun modo scortese con voi. Se così fosse, scusatemi, semplicemente se berrò sarà una mia decisione e declino gentilmente il brindisi"
"Hai proprio una lingua lunga, pensi di sapere sempre cosa dire?" le fece una carezza in guancia e il gesto la infastidì.
"E lei pensa sempre di sapere come comportarsi?" gli occhi dell'uomo si fecero due fessure, iniziava ad irritarsi.
La mascella era serrata, il pomo d'Adamo era leggermente rialzato e la pelle del viso non era più così rilassata.
"Cosa vuoi intendere?" "Nulla"
"Per quanto tu possa avere un bel culo non puoi parlarmi in questo modo" la sua voce era bassa, si costrinse a non ridere.
"Nina.." Michael le sfiorò il braccio con un espressione seria e preoccupata.
L'uomo si era avvicinato a loro da diverso tempo, con circospezione. Non voleva subentrare nella conversazione a meno che non fosse necessario. Le mancanze di rispetto verso la ragazza lo avevano spinto ad intervenire, certo che di fronte a lui gli uomini avrebbe assunto un atteggiamento diverso.
"Michael, scusami un secondo.. " la donna si girò verso Tom, avvicinandosi al suo viso "Be, ti conviene osservarlo bene perché questo bel culo se ne sta andando".
Nina superò Michael e si avviò verso il corridoio e sapendo di essere osservata, ancheggiò sensualmente.
L'uomo era rimasto attonito dalla forza della ragazza. Non si era in nessun modo sentita alle strette, pensò.
La osservò allontanarsi, come i due uomini, e si concesse la libertà di sbirciare la sua femminilità.
Non poté non trovarsi d'accordo con le osservazioni di Tom Cruise e Mickey Rourke.
Sentì ì due imprecare e commentare, lui si limitò ad umettare le labbra carnose e seguire Nina verso il corridoio.
Appena fuori dalla vista degli ospiti, trasse un forte sospiro.
Sentì dei passi, subito dietro di lei.
"Michael.." lo aveva riconosciuto dal profumo.
"Nina.."
"Sono solo ubriachi. Lasciali perdere, non devi preoccuparti"
"Te la sei cavata benissimo, direi"
I due si guardarono e scoppiarono a ridere.
"Hanno fatto commenti appena sono andata via?"
"Oh si" vide l'uomo imbarazzarsi e le sue guance colorarsi. Non erano i pensieri dei due a intimidirlo, bensì i suoi.
"Non ti chiederò di ripetermeli, sei già tutto rosso e imbarazzato. Sei sempre così impacciato verso l'altro sesso?"
Michael tossì e alzò un sopracciglio.
"Okay, mi scusi Re del Pop, che domanda idiota. "
La ragazza alzò le mani in segno di resa e si avvicinò ai quadri, osservandoli e dandogli la schiena nuda.
L'uomo osservò lo scollo che lasciava intravedere la sua pelle chiara e giovane. Seguì con lo sguardo le vertebre sino alla cucitura del vestito. "Sono solo un gentiluomo, non riporto le malizie di altri uomini, al massimo dico le mie."
Nina ringraziò Dio di essere di spalle in quel momento, perché fu lei a rimanere spiazzata dal suo tono autoritario e sensuale. Si sforzò di non far caso a quella morsa all'altezza del basso ventre e gli indicò un quadro, egli era tanto vicino da sentire il profumo del suo shampoo. "Erano questi i quadri di cui ti parlai da piccola?" la sua voce era leggermente meno potente rispetto a quanto prima. Michael notò il cambiamento nella ragazza e trattenne una risata, contento di averla destabilizzata. Pareva avesse sempre lei il potere fra i due e questo lo obbligava ad assicurarsi che non era così.
"Si" "E tu cosa ne sai di pittura?"
L'uomo sorrise "Diana Ross. E' stata ed è tuttora una persona importante nella mia vita. Ho vissuto con lei per diverso tempo durante il primo periodo della mia carriera discografica. Eravamo dei bambini e i nostri genitori dovevano ancora trasferirsi per poterci seguire e stare insieme. Diana ama l'arte e mi ha incoraggiato a conoscerla e ad apprezzarla. Uscivamo quasi tutti i giorni per comprare matite e colori. Quando non ci dedicavamo alla pittura andavamo a visitare i musei. Grazie a lei ho conosciuto le opere di grandi artisti come Michelangelo e Degas, ed è stato l'inizio del mio interesse per l'arte. La verità è che mi ha insegnato molte cose. Per me tutto era nuovo ed eccitante. Era molto diverso da quello che ero abituato a fare, che era vivere e respirare musica, provando giorno dopo giorno"
"Michelangelo, eh?" "Sono un patito di Michelangelo e amo il modo in cui il suo spirito è rappresentato in tutte le sue opere. Lui era consapevole che dal giorno in cui sarebbe morto la sua arte avrebbe vissuto in eterno."
"Un perfezionista come te, sbaglio?" "I più grandi artisti non devono mai pensare che il successo appena raggiunto sarà il loro massimo. Non ci devono pensare. Devono duplicare, triplicare i risultati ottenuti, lavorando sodo e al massimo delle proprie forze. Sono uno stacanovista, effettivamente, ma lo faccio per amore."
Era piuttosto affascinata dalle sorprese di quell'uomo. Non solo eccelleva nel suo campo ma era informato ed in grado di sostenere qualsiasi conversazione, discussione. Discografia, filmografia, pittura, architettura, letteratura, anche nello sport, di cui confessò non essere un patito se non per il Karate per il quale stava tentando di prendere cintura nera.
Passarono diverso tempo in quel corridoio, la ragazza spalle al muro da un lato e l'uomo spalle al muro dall'altro.
Parlarono di qualsiasi cosa passasse loro in mente riguardo la carriera dell'uomo e le sue passioni.
Non mancarono prese in giro e sguardi d'intesa. Apprezzavano molto la reciproca compagnia e si dimenticarono completamente del resto della sala e degli ospiti presenti.
Un colpo di tosse li fece voltare alla loro destra e sembrarono essere stati abbagliati.
"Nina, Michael.. vi stavo cercando. Volevo salutarvi prima di andar via. Cosa fate qui?" Elizabeth li guardò e sorrise.
"Già vai via? Che ore sono?" la ragazza non aveva con sé orologio e telefono.
"E' l'una, tesoro. " Nina si corrucciò, la serata si volgeva al termine.
Salutarono la donna per rimanere poi nuovamente soli.
"Sei stanca Nina?" "No,diciamo che ho un grosso serbatoio di energia a cui attingere"
"Non ne avevo dubbi" nascose una risata e venne pizzicato dalla ragazza.
"Consigliami una lettura e una tua canzone da ascoltare"
L'uomo ci pensò su per un momento.
"Uscirà un mio disco a breve"
"Hai già una copertina in mente per l'album?" la ragazza incatenò i suoi grandi occhi smeraldo nei suoi, magnetici, profondi e scuri. "Ti stai proponendo?" "Diciamo che mi sento ispirata"
I due si studiarono, per poi ridere.
Parlarono degli album di Michael, dell'immenso lavoro e stress al di là del risultato finale. L'uomo confessò di lavorare e produrre meglio sotto pressione, in quanto si spingeva sempre a superare sé stesso e i suoi limiti. Raccontò di come spesso capitava di modificare gli incisi all'ultimo minuto, qualche giorno prima dell'uscita del disco e rise mentre ricordava come la casa discografica temeva sempre di qualche sua pazzia arrabbiandosi molto.
Si descriveva come un sognatore che ce l'avrebbe fatta. Quando si trattava del suo lavoro si sentiva sorprendentemente forte e irraggiungibile, si celava dietro le proprie ambizioni e se ne faceva scudo divenendo invincibile.
La ragazza provava un'immensa ammirazione, si perdeva nella passione delle sue parole e si vergognò tremendamente quando lui le chiese quale fosse il suo successo che più le era piaciuto.
"Io.. io .. " "Oh.. non hai mai sentito una mia canzone?"
La ragazza si morse le labbra. "Qualcuna di sfuggita, probabilmente sì."
Michael rise forte. "Non devi imbarazzartene, so che quando le ascolterai ti piaceranno tutte e che da oggi ho guadagnato una nuova fan" "Allora sei così tremendamente gentile solo per aggiungere un +1 alla tua lista di ammiratori" "Sono molto più che tremendamente gentile"
Nina gli diede una gomitata sul costato. E lui le pizzicò il fianco, dove la ragazza era particolarmente sensibile e infatti saltò sul proprio posto.
"Nina, Nina.. Avresti dovuto non mostrarmi questa tua debolezza" lo disse con tono accattivante, sembrò potesse trasformarsi in un predatore pronto a intrappolare il proprio bersaglio.
"Tieni le tue distanze Jackson, non ci pensare nemmeno"
"E se.." si avvicinò mordendosi il labbro ridendo, Nina osservò le sue labbra e si sentì confusa.
"Nina,tesoro.. oh"
Guardò oltre la spalla di Michael e trovò sua madre con il cappotto sulle spalle.
"Stavamo andando ma.."
"Nono, vi raggiungo" la madre le fece un cenno del capo e sparì dalla loro vista.
Michael la guardò in viso, serio.
Sperava di aver avuto presto un pretesto per potersi risentire leggero come quella sera.
"Nina.. ti auguro tanta fortuna per la tua carriera e alla persona che sei auguro una felicità invidiabile."
La ragazza era combattuta, voleva abbracciarlo ma non le sembrava la cosa giusta da fare.
"Sono davvero contenta di aver avuto modo di conoscerti, sai dove trovarmi nel caso volessi. Grazie davvero"
La ragazza gli sorrise e fece per andarsene quando le dita affusolate e fredde di lui le bloccarono il braccio, spingendola gentilmente a girarsi nuovamente verso di lui.
"Prima mi hai chiesto una lettura e una canzone: Il buio oltre la siepe e Dangerous, quando uscirà."
Le fece l'occhiolino e le spostò una ciocca di capelli. "Buona fortuna ragazza"
Rimase pietrificata, riuscì solamente a voltarsi e andarsene, al fianco dei genitori.
Salutò i pochi ospiti rimasti, calcò lo zaino sullo spalle e uscì dall'edificio.
Si voltò appena prima di aprire la portiera dell'auto, abbracciò con lo sguardo la dolce serata e Michael.
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