camera-man

Il Mastermind si trovava nella sua solita stanza segreta, ma questa volta aveva delle foto in mano ed era sol* solett*
La/Il ragazz* si rigirò le tre fotografie tra le dita, con un ghigno stampato in volto.

<Questi tre mi stanno ostacolando... non va decisamente bene.>

Disse tra se e se il ragazz*.
Prese dalla sua scrivania un pennarello indelebile rosso ed appoggiò le foto al contrario sulla scrivania, con l'immagine rivolta verso il basso.
Le mischiò tra di loro per un istante e poi stappò l'indelebile.

<Ambarabà ciccì coccò, tre civette sul comò...>

Il Mastermind fece passare l'indice della mano in cui non teneva il pennarello sulle varie foto.

<Verde, rosso, giallo, blù...>

<Morirai proprio tu!>

Il suo dito si fermò su una foto, l'ultima a sinistra e la girò.
Un ghigno soddisfatto si estese sul volto del** ragazz*.
Prese il pennarello e fece una grande "X" sul volto della prossima vittima, infine prese le foto e uscì dalla stanza.

***

I ragazzi erando tutti quanti in infermeria, seduti intorno al letto di Hebe.
La ragazza sembrava stare benissimo, come se non fosse mai caduta in coma, anzi, non si ricordava proprio dell'aggressione che aveva subito da Takumi.
Gli altri Ultimate le avevano spiegato tutto quello che era successo negli ultimi giorni, e la Meme Maker era rimasta piacevolmente sorpresa, scoprendo di essere stata incoronata reginetta del ballo.

Dalila aveva portato dei pennarelli per fare un disegno alla ragazza, ed era tutta intenta a disegnare.
Tutti gli altri stavano chiaccherando animatamente, tranne Edmond e Czarina, che stavano parlando di film horror.
La russa non sembrava molto propensa a stare in infermeria, dato che non le piacevano gli ospedali, mi so stava sforzando di stare lì, ed il francese cercava di farle pensare ad altro.

Lily si era avvicinata ad Oliver e lo aveva portato in un punto della stanza lontano da tutti.

<Ma quindi... La CryHero è canon?>

Chiese la ragazza albina, facendo uno speranzoso sorriso a trentadue denti.

<La che cosa?>

Oliver sembrava leggermente confuso.

<Riformulo: tu e Dal state insieme?>

Il ragazzo arrossì violentemente e si mise una mano dietro la nuca, impacciatamente.

<No! Non stiamo insieme!>

Oliver cercò di guardare altrove, verso il muro più lontano.

<Ma vi siete baciati, al ballo!>

Esclamò Lily contrariata, incrociando le braccia al petto e tamburellando con le dita sulle proprie braccia.

<Cosa? Come lo sai- io non- sì però, no- cioè.. no?>

Lily alzò gli occhi al cielo.

<E valle a chiederle di mettersi insieme!>

<E se non volesse mettersi con me?>

Lily stava frenando l'impulso di sbattere ripetutamente la testa sul muro.

<Ma se ti ha baciato!>

<Sì, però->

Lily prese per le spalle il suo interlucotore.

<v a i.>

<Ma->

<v A I.>

La ragazza spinse Oliver verso il letto di Hebe e poi saltellò anche lei fino a là, risedendosi al suo posto vicino a Daniel.

Oliver si mise seduto vicino a Dalila.

<Ehy...>

La ragazza continuò il suo disegno.

<Ehy!>

Oliver fece un respiro profondo, prima di iniziare a parlare.

<Mi chiedevo se->

Venne interrotto da un suono strano.
Era come se qualcosa di piccolo si fosse spezzato.

<Cavolo!>

Dalila si guardò le mani con un'espressione avvilita in volto.
Una marea di inchiostro nero alleggiava nelle sue mani, mentre colava sul foglio su cui stava disegnando.

<Mi si è rotto il pennarello in mano! Possiamo parlarne dopo?>

Chiese lei dolcemente, prima di alzarsi e raggiungere Edmond.

<Ed, posso venire a lavarmi le mani in camera tua?>

Chiese la ragazza, sorridendo imbarazzata.

<Certo! Ma come mai devi venire da me?>

Dalila iniziò ad incamminare verso l'uscita dell'infermeria, dopo aver salutato gli altri ragazzi.

<In camera mia è finito il sapone... >

L'arciere la raggiunse, con passo elegantemente veloce.

<Ah mi dispiace... Puoi usare il nostro, ma fai attenzione a non farlo cadere!>

***

Era passato un po' da quando Dalila era andata nella stanza di Edmond era Takumi, e tutti gli ultimate erano tornati nelle loro rispettive stanze.

<Ed! Ma mi stai ascoltando?>

Chiese una voce irritata all'altro capo del telefono.

<Come?... Oh, sìsì. Certo che ti sto ascoltando, Czarina.>

Borbottò il francese, paonazzo.

<Allora vieni?>

<Vengo dove?>

Chiese il ragazzo con aria smarrita, mentre teneva la cornetta del telefono appoggiata all'orecchio.
Ogni camera, infatti, disponeva di un telefono fisso, e, per chiamare gli altri bastava digitare il loro numero di stanza.

<In camera mia!>

Esclamò l'amica, spazientita.
Il francese fu costretto ad allontanare il cellulare dall'orecchio con una smorfia addolorata.

<Parola mia, Ed, non so cosa ti stiq succedendo.>

<Niente, niente. Sono solo un po' distratto...>

Mormorò l'arciere, scoccando un'occhiata sbieca al suo compagno di stanza.

<Mhh... Sì, certo certo.>

Mormorò Czarina, per niente convinta delle parole del suo migliore amico.

<Ti aspetto qui. È urgente. E mi raccomando, non portare Takumi, è una cosa privata.>

Edmond annuì impercettibilmente, mentre ascoltava la russa parlare.

<Arrivo subito.>

Rispose il castano, per poi attaccare il telefono.
Il ragazzo sospirò e si alzò dal letto, dirigendosi verso la porta della stanza.

<Dove vai?>

Chiese improvvisamente Takumi, spuntando da dietro la copertina di un consistente volume di un manga.

<A vedere una persona...>

Rispose il francese con aria vaga, senza smettere di camminare verso la porta.

<Oh...>

Ci fu un imbarazzante momento di silenzio.

<Ci vediamo dopo, allora. Mi raccomando, usa i profilattici.>

Concluse il giocatore d'azzardo con una strizzatina d'occhio.

Se Edmond avesse avuto un qualcosa in mano, l'avrebbe sicuramente tirata addosso al suo coinquilino.

<Smettila, dai.>

Edmond ricominciò a leggere il suo manga, distogliendo lo sguardo dalla bassa figura dell'arciere.

<Ah, state cercando di mettere su famiglia?>

Takumi trattenne una risatina, mentre l'altro ragazzo inspirava profondamente, cercando di trattenere l'ira. Non avrebbe ceduto ai giochetti psicologici che l'altro ragazzo faceva continuamente con tutti, sperando in qualche reazione arrabbiata.
Edmond aprì di slancio la porta.

<Non credo che una persona come me potrebbe mai voler mettere incinta una donna.>

Disse il francese, prima di uscire dalla stanza e chiudersi la porta alle spalle.
Takumi, di canti suo, non aveva capito cosa il suo coinquilino volesse insinuare con quella frase.

***

<È un disastro!>

Stava bofonchiando Czarina, come una pentola a pressione, quando il suo amico entrò nella stanza.
Czarina gli aveva aperto in un millisecondo.
La ragazza si girò subito verso di lui, lo prese per un polso e lo tirò in mezzo la camera, per poi chiudere la porta alle sue spalle.

<Ehy, che è successo?>

Chiese Edmond, visibilmente confuso.

Czarina alzò la testa verso di lui con aria lugubre.

<Siamo fottuti! Siamo fottuti! F o t t u t i.>

<Oh.>

Commentò il ragazzo, sorpreso.

<Qual è il problema? Cosa è accaduto? E perché sembri in preda ad una crisi isterica?>

Czarina si buttò sul letto di Grace, con aria sconsolata ed affranta, per poi fare segno al ragazzo di sedersi di fianco a lei.
Edmond fece come indicato e la sua amica lo prese a braccetto.

<Prima, mentre tornavo in camera dall'infermeria, ho trovato delle foto per terra...>

La ragazza prese tre fotografie dalla tasca della sua felpa.

<Devono essere cadute a qualcuno, non so chi... però ho paura di quello che potrebbero significare.>

Disse lei, mostrando finalmente le foto ad Edmond, che la stava ascoltando, molto preoccupato.
Le tre fotografie ritraevano ognuna un Ultimate differente.
Oliver, Czarina e Grace erano stampati sulle foto, con espressioni normalissime.
Le foto delle due ragazze erano normali, non deturpate o rovinate, ma quella del ragazzo aveva una grande "X" rossa disegnata sopra, per coprirgli la faccia.

Edmond spalancò gli occhi, sorpreso, e poi guardò la sua amica.

<E non è tutto...>

Continuò lei, per poi prendere la foto del biondo e girarla.
Sul retro, scritto sempre in rosso, c'era una frase:

"Sta sera, 21, area caffè."

Il ragazzo prese la foto tra le mani e la guardò meglio, esaminando ogni scritta o lettera, la "X", e la carta su cui era stampata la foto.
La scritta sul retro era fatta con tante lettere rosse, ricavate però da fogli di giornale e riviste.

<L'ho detto a te perché sei la persona di cui mi fido di più, qua dentro. E so che non sei lo psicopatico che ha organizzato tutto questo e che ricatta le persone.>

Czarina abbassò lo sguardo sulle foto, con aria indecisa e amareggiata.
Il suo amico le prese la mano, e lei fece una smorfia.

<Ma cosa possiamo fare? Stando a questa foto qualcuno cercherà di uccidere Oliver... Possiamo impedirlo?>

Continuò la castana, per poi guardare il suo amico, sperando in una risposta.
Edmond si sistemò gli occhiali con la mano libera ed annuì.

<Sì, possiamo. L'orario è un po' un problema, perché è quando c'è la cena, e quindi Oliver sarà per forza lì, ma basterà che stiamo attenti ad ogni cosa, e cerchiamo di dirlo ad Oliver, okay?>

Czarina disse un "okay" abbastanza titubante e Edmond le strinse di più la mano.

<Sai che andrà tutto bene, vero?>

Czarina chiuse gli occhi per una manciata di secondi.

<Lo spero, Signor Fabre.>

La sua espressione non era più leggermente distorta come prima, ma era tornata quella della ragazza che si comportava da scorbutica, che conoscrvano tutti.

<Anzi, Sì lo so.>

<Ecco, perché ti prometto, che dovrà andare tutto bene>

Edmond sorrise, provando a sembrare convinto e cercando di scacciare la senzazione che proprio nulla, quella sera, sarebbe andato bene.

***

Edmond era sdraiato sul suo letto a guardare il soffitto, con le mani appoggiate dietro la nuca.

Stava pensando a quella sera, a come avrebbe dovuto stare attentissimo e soprattutto a come si sarebbe dovuto comportare se qualcosa fosse andato storto.
A distrarlo dai suoi pensieri fu lo scatto metallico che indicava l'apertura di una porta.
Il castano di girò verso l'entrata della sua camera, vedendo Takumi entrare dalla porta e poi richiudersela alle spalle.

<Ciao.>

Disse l'arciere, decidendo di alzarsi e mettersi a sedere sul materasso scricchiolante del letto.

<Ciao a te. Come è andato l'appuntamento?>

Takumi si sedette anche lui sul suo letto e appoggiò un braccio al comodino.

<Non era un appuntamento, smettila.>

Edmond accavallò le gambe.

<Sono andato a parlare con Czarina, nulla di speciale.>

Takumi sollevò le sopracciglia, simulando una Lenny Face.

<No. Takumi, no.>

Takumi iniziò a fare su e giù con le sopracciglia, guardando il suo compagno di stanza con un sorrisetto di scherno.

<Io e Czarina siamo migliori amici, smettila.>

Edmond si sistemò gli occhiali.

<Hai delle prove per dimostrare che non ti piaccia?>

Chiese l'altro, con il suo tono da strafottente - che - sfotte - gli - altri.
Edmond fece un respiro profondo.

<Non mi piacciono... le persone di genere femminile.>

Disse con un'alzata di spalle, distogliendo lo sguardo e guardando altrove.
Takumi sbattè le palpebre un paio di volte, non si aspettava di certo un coming out.

<Ah, buon per te.>

Edmond rise in modo sarcastico.

<Magari fosse un bene, mi ha rovinato la vita.>

Takumi si sdraiò sul suo letto.

<In che senso? Cioè, è quello che sei, no?>

Edmond annuì, per poi sdraiarsi a sua volta.

<Il paese in cui abitavo era... non... non aveva una mentalità molto aperta e questo non mi ha facilitato la vita.>

Tagliò corto il francese, si vedeva che non gli piaceva parlarne.
Takumi avrebbe voluto chiedergli cosa gli fosse successo, ma decise di evitare, perché sapeva benissimo che Edmond non avrebbe risposto o reagito a nessuna domanda che gli avrebbe fatto.
Rispose con un mugugnato "Ah, capisco." e non disse più nulla.
L'altro ragazzo si rimise a fissare il soffitto, chiedendosi cosa avrebbe fatto il suo coinquilino se avesse scoperto lui delle foto.

***

Tutti gli Ultimate erano al primo piano nei pressi dell'area caffè, pronti per cenare, come ogni sera.
Stavano chiaccherando tra loro, tutti tranquilli, aspettando che il buffet venisse esposto sul bancone dove di solito si trovava Monoyogi.
Tutti si stavano svagando innocentemente, tutti tranne Czarina ed Edmond, che si erano seduti di fianco ad Oliver e Dalila, e che non si erano più mossi. Li seguivano ovunque.

Quando il buffet venne poggiato sul bancone, tutti i ragazzi andarono a riempire il loro piatti di cibo, e fu lì, che si scatenò l'inferno.
Edmond notò una piccola pallina lampeggiante che rotolava per terra, e, pochi secondi prima la sua esplosione, saltò addosso ad Oliver e lo scaraventò a terra.

I due ragazzi caddero a terra in un tonfo, mentre la piccola sfera esplodeva, rilasciando fumo e nebbiolina in ogni dove.
Tutti i ragazzi iniziarono a tossire violentemente, facendo fatica a vedere cosa succedeva intorno a loro e a camminare a tentoni.
Alcuni si erano rannicchiati a terra.
Czarina e Dalila stavano cercando Edmond e Oliver, quando improvvisamente dall'alto iniziarono a cadere pezzi di soffitto, uno di quest'ultimi colpì la Dalila, che fu costretta ad accasciarsi a terra.
Czarina, di fianco a lei, si abbassò per controllare se stesse bene.
Un pezzo di soffitto colpì Oliver sulla fronte mentre era ancora sdraiato, e la sua testa iniziò a sanguinare.

<Oliver! Oliver, svegliati, dai, muoviti!>

Il francese iniziò a scuotere il ragazzo a terra, che però non si muoveva.
Oliver era fermo sul pavimento, senza muoversi o aprire gli occhi, mentre il sangue continuava a sgorgare capiosamente dalla sua ferita.
Edmond, con le lacrime agli occhi e la vista appannata, si strappò un pezzo di manica della camicia, e lo legò intorno alla ferita, sperando di fermare il sanguinamento, anche se ormai il biondo non si muoveva.
Successe tutto in fretta.
L'arciere si alzò in piedi, per cercare aiuto o una via di uscita.
Vide Czarina e Dalila poco distanti da lui, rannicchiate sotto ad un tavolo.
Avanzò verso di loro, tenendosi una mano premuta sulla bocca per non respirare i gas emanati dalla sfera lampeggiante.
Con i piedi cercava di spostare con i piedi i pezzi di soffitto che erano a terra, ma venne urtato da qualcosa, o qualcuno, e cadde a terra, direttamente con lo stomaco su un pezzo appuntito di impalcatura.

Czarina vide il suo amico cadere e gattonò fino a lui, in ansia.

<Ed!>

La ragazza si avvicinò al corpo del suo amico e lo girò a pancia in sú.
L'impalcatura si era conficcata nel torace del ragazzo, provocando una ferita da cui uscivano fiotti di sangue scarlatto.
La ragazza andò nel panico e si mise le mani nei capelli, arruffandoli, mentre delle lacrime iniziavano ad accumularsi nei suoi occhi.

<Edmond, resisti, resisti.>

La ragazza provò, senza riuscirci, ad estrarre il metallo dalla carne di Edmond.
Vedendo che non ci riusciva, iniziò a premere le sue mani intorno alla ferita, cercando di fermare l'emorragia.
Mentre le mani della ragazza si tingevano di rosso, Takumi si avvicinò camminando a tentoni, alla ragazza.
Capì cosa stava succedendo solo quando vide il corpo inerme del suo compagno di stanza, steso sul pavimento e Czarina premere continuamente sulla ferita ininterrottamente.
Il ragazzo bloccò i polsi alla ragazza, e li allontanò dal corpo di Edmond.

<Cosa stai facendo?! Devo aiutarlo! Lo posso salvare!>

Urlò Czarina, in preda al panico, mentre provava a ribellarsi alla stretta di Takumi.

<Czarina, basta.>

<Ma lo posso salvare! Lo devo salvare! Mi aveva detto che sarebbe andato tutto bene!>

La ragazza provò ad allungarsi verso il suo migliore amico, mentre Takumi glielo impediva.

<Czarina, non c'è più.>

Edmond Fabre era morto.

***

Buongiorno.

Ve lo avevo detto che sarebbe stato deprimente.

Scusate se questo capitolo è stato molto incentrato sul personaggio di Ed, ma tranquilli, da ora in po niente più capitoli sulla nostra reginetta :')

Da questo capitolo in poi, le cose si faranno interessanti.

Sopravvissuti:
Oliver
Dalila
Jin
Jasper
Hebe
Caitlin
Daniel
Lily
Takumi
Grace
Hiro
Czarina
Yoake
Hinkon
Angela

Caduti:
-Rose
-Rei
-Dragan
-Aika
-Edmond

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