Capitolo 8: Uccellino in gabbia
La sera seguente, Eden decise di fare una capatina al Dreamjolt Holstery come di consueto. A seguito di estenuanti prove di danza, le avanzò finalmente del tempo per far visita alla barista del luogo, nonché sua sorellastra, prima del suo prossimo appuntamento con Sunday.
"Eccomi, Siobhan~" La salutò con tono cantilenante, sedendo al bancone. Dall'altro lato, la suddetta stava spolverando bicchieri come al suo solito, ma si fermò alla vista della ballerina, chiaramente sollevata.
"Ma guarda un po' chi si rivede! La nostra ballerina preferita." Siobhan le sfoggiò un ghigno, scrutandone i delicati lineamenti, per poi fare un fischio. "Però, ti vedo piuttosto di buon umore stasera."
La ballerina batté le palpebre, ma lo scetticismo diede presto spazio ad un mite sorriso in ricambio. "È così ovvio?"
"Altroché. Sento che qualcosa di bello ti sia capitato in questi giorni di assenza... Allora, sputa il rospo. Ti sei finalmente trovata un tipo con cui uscire, eh?"
Eden sgranò gli occhi alla sfacciataggine dietro alle sue parole, fallendo miseramente nel tentativo di contenere il miscuglio di emozioni enfatizzate dalle ali ai lati del suo viso, le quali cominciarono a svolazzare con evidente nervosismo.
"E—Eh? Cosa? Ah, no, non è come pensi!" Esclamò, mettendo le mani avanti, ed una tinta color scarlatto sbocciò sulle sue pallide guance. "È solo che... sì, insomma... qualcosa di positivo è effettivamente accaduto, ma nulla di simile, te lo posso assicurare."
Si spostò una ciocca di capelli albini dietro l'orecchio sotto lo sguardo ficcanaso della barista, profondamente imbarazzata dall'assurdità di una tale ipotesi.
Siobhan sopprimette una maliziosa risatina, chinandosi verso l'orlo del bacone. "D'accordo, per stavolta voglio crederti, sorella. Già che ci sei, perché non ne parliamo di fronte a un drink? Cosa ti andrebbe stasera?"
Eden rimuginò sulla scelta del drink per alcuni istanti, "Non ho preferenze particolari. Sorprendimi... ah, magari qualcosa di non troppo alcolico, grazie."
La barista annuì e si mise all'opera con la preparazione della bevanda, mescolando ingredienti con una frivolità disarmante. Versò la mistura dagli strati multicolore all'interno di un bicchiere, al cui bordo era fissata una spilla raffigurante la celebre signorina Robin, e la passò alla ballerina. "Ecco a te, miss Penacony. Offre la casa."
Con un cenno grato, Eden accettò il drink, perdendosi con lo sguardo nel liquido mulinante. "Ho incontrato il Bronze Melodia della Famiglia Oak presso la loro dimora, qualche giorno fa."
"Ah? Quindi non scherzavi quando dicevi che gli avresti parlato di persona in quel confessionale." Osservò l'altra con un inarcamento del sopracciglio. "Suvvia, non tenermi sulle spine! Allora, com'è andata?"
Un sospiro abbandonò le labbra della ballerina ai margini del bicchiere, prima di mandar giù un piccolo sorso. Vividi ricordi degli eventi passati con l'haloviano riaffiorarono nella sua mente, le parole fermatesi sulla punta della lingua come la lieve ma pur sempre pungente sensazione dell'alcol che ne conseguì.
Si fermò prontamente dal fornirle una dettagliata risposta, stabilendo che fosse opportuno tenere questi incontri segreti. Erano pur sempre importanti figure a Penacony, ragione per la quale preferì evitare il rischio di pettegolezzi, astenendosi dal divulgare la verità in caso di spiacevoli fraintendimenti. La sua sorellastra non fu un eccezione, almeno per il momento.
"Ah, io.... posso dire con certezza che è filato tutto liscio come l'olio. Padre Sunday è davvero un ottimo ascoltatore, e ha sempre la parola pronta quando il bisogno lo richiede." L'espressione di Eden si ammorbidì con quelle parole, un dettaglio che non sfuggì agli occhi della sua interlocutrice.
"Eh, all'apparenza ogni singolo membro della Famiglia è un santo. Infondo, non si ha modo di sapere cosa si cela davvero dietro le quinte." Una voce maschile irruppe nella conversazione, attirando la loro attenzione.
Lo sguardo inquisitivo dell'albina incontrò una familiare figura seduta all'orlo del bancone con ciò che pareva trattarsi di una lattina contenente dell'alcol tra gli arti tozzi e cicatrizzati. Un uomo sulla trentina, con al collo una cravatta languidamente disposta e qualche lieve accenno di barba, nonché altro barista del Dreamjolt Holstery.
"Signor Gallagher! Devi perdonarmi, non ti avevo minimamente notato al mio arrivo." Eden intervenne con tono apologetico, chinando la testa come per enfatizzare il proprio dispiacere.
Gallagher sollevò la mano vacante con l'intento di rassicurarla. "Nah, non devi scusarti con me, signorina Eden. Mi sembra di averti già detto che puoi chiamarmi semplicemente Gallagher."
La ballerina annuì, vedendolo rovistare nel suo pacchetto di sigarette, prima di accenderne una. Inalò fumo, dopodichè esalò dal lato opposto alle due giovani donne, stravaccato nei confini dell'area dedicata ai fumatori—ergo, nessuno aveva da obiettare.
"Quello che voglio dire è... cerca di non aprirti troppo con quell'uccellino. Sarà anche un tuo simile, con quelle sacre aureole, le ali angeliche e tutto, ma ti garantisco che un anche vecchio cane come me sa ancora riconoscere puzza di guai." Gallagher asserì con nonchalance, malgrado la serietà dietro le sue parole. "Naturalmente sei un'adulta, quindi spetta a te decidere di chi circondarti. Il mio altro non è che un avvertimento."
Eden restò stupefatta dinanzi a tale affermazione, ed il suo sbigottimento si manifestò nel movimento incerto delle sue ali. La mente le gridava di prendere in considerazione le parole di Gallagher e di mantenere una certa distanza dal giovane Bronze Melodia, ma il cuore non voleva saperne di ascoltarla.
Si conoscevano sin dalla tenera età, e mai avrebbe pensato che egli sarebbe stato in grado di fare tutto ciò per secondi fini. Sarebbe stato lontano dal Sunday che Eden conosceva, e di questo ne fu più che certa.
"...Sapete benissimo che non ho alcuna intenzione di abbandonare la Famiglia," Mormorò, il suo viso delicato parzialmente celato dalle ciocche albine. "Seppur non ne facete più parte per scelta personale, la mia stima per voi è immutata. Ma... prenderò in considerazione le tue parole, signor—voglio dire, Gallagher. Apprezzo davvero la preoccupazione."
Eden sfoggiò un dolce sorriso, vedendo il barista grattarsi la nuca. In svariate occasioni, la ballerina poteva essere particolarmente smielata senza rendersene conto, ma fu ciò che la rese adorabile agli occhi di cittadini e visitatori.
"Mh. Come rispetti la nostra scelta di abbandonare la Famiglia, noi rispettiamo la tua di restare, naturalmente. Non che possiamo costringerti a tradirli, in ogni caso." Gallagher alzò le spalle, sorseggiando altro alcol—sigaretta accesa nell'altra.
Se c'era un tratto per cui quest'uomo era conosciuto, era senz'altro la sua dipendenza da alcol e tabacco. Perfino uno straniero lo avrebbe ipotizzato dal pungente odore che si portava dietro. "Beh, guarda un po' l'orario... Il dovere chiama altrove. Siobhan, pensi di riuscire a coprirmi anche per stanotte?"
Siobhan annuì, non mostrando un briciolo di sorpresa in volto come se l'assenza del vecchio cane al bar fosse ordinaria, raccogliendo il bicchiere svuotato del suo contenuto dal bancone. "Certo, sarà fatto. Qui sono la più esperta a gestire questi mostriciattoli, comunque."
Eden seguì lo sguardo della barista verso un gruppetto di mostri robotici seduti ai tavoli—ossia, i clienti del Dreamjolt Holstery. Raramente delle persone in carne ed ossa visitavano questo luogo, intimidite dalla loro presenza.
Rammentò di avere meno di un'ora sistema prima dell'orario prefissato al Gran Teatro del suo incontro con Sunday, motivo per il quale si apprestò ad alzarsi frettolosamente.
Siobhan fischiò. "Whoa, bella, dove vai così di fretta? Non vuoi fermarti un altro po' per parlare? Sei stata piuttosto vaga con quella storia del Bronze Melodia, sai."
"Devi scusarmi, sorella, ma sarà per un altro momento. Ho un impegno urgente da sbrigare." La ballerina spiegò rapidamente prima di avviarsi all'uscita senza ulteriori indugi, lasciandosi alle spalle una barista alquanto perplessa.
Il cuore le batteva all'impazzata, sentendo un'orda di eccitazione all'idea di perdersi in un'altra sessione di danza con lui pervaderla con ogni passo dei tacchi. Finora nessun partner di ballo l'aveva intrattenuta allo stesso modo, e ciò la fece sentire al settimo cielo.
Inconsciamente, un sorriso sognante arricciò le sue labbra rosate.
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