Capitolo Undicesimo
La band stava aspettando il ragazzo di cui Freddie aveva tanto parlato, ed erano tutti molto contenti, perché in quel lasso di tempo avevano cambiato più o meno sei bassisti, e speravano che il ragazzino di cui il cantante parlava benissimo avesse i requisiti giusti.
Brian e Freddie erano molto felici all'idea, mentre Roger no.
A lui non piaceva come il nome del ragazzo suonasse fra le labbra del cantante e di come Fred ne parlasse bene, non perché era geloso ovviamente; non era un sentimento che gli apparteneva più di tanto.
Secondo lui riguardava solo le persone poco sicure di sé; di cosa doveva ingelosirsi se era il migliore e tutti ne erano al corrente, e soprattutto Freddie ne era al corrente.
Lui sapeva bene di avere un'ego molto grande, pure di essere molto bello, ma qualcosa gli diceva che Freddie aveva un debole per "John", e questa cosa non gli piaceva.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta dell'aula, Freddie con un balzo si alzò dalla sedia e si mise a sorridere.
"Vedrete che sarà quello giusto, è l'unico che potrebbe sopportare i nostri litigi infantili".
Brian fece un cenno con la testa, in segno di approvazione, sembrava molto contento di fare la conoscenza del nuovo ragazzino, cosa che fece innervosire ancora di più il biondo.
"Secondo me invece è il settimo bassista che ci manderà a fanculo chiamandoci 'Checche isteriche'" sbuffò il batterista girandosi dalla parte del muro.
Freddie lo fulminò con gli occhi, aveva tanta voglia di picchiarlo quando faceva il bimbo piccolo, ma lo sguardo di rimprovero che Brian aveva nei suoi confronti, lo fece trattenere, così, con la sua voce squillante gridò "avanti!".
La maniglia della porta girò lentamente, e si intravide la sagoma di un ragazzino con lunghi capelli castani.
"Posso entrare?" disse con voce tremolante.
"Certo" dissero Brian e il cantante in coro, facendo risuonare una dolce armonia, i due si guardarono, e arrossirono leggermente.
Le due voci assieme erano molto belle.
Roger non aveva voglia di vederlo, perché sapeva che tutti quelli che Freddie aveva trovato prima erano degli sbruffoni rubacuori muscolosi, che gli rubavano tutte le donne.
Così era ancora girato verso il muro, stava fecondo i capricci, e il chitarrista, che sapeva bene cosa stava pensando l'amico, gli diede una pacca sulla spalla, e il biondo si girò.
Il ragazzino magro che stava entrando a passo indeciso, con la testa china sul pavimento e addosso un cappotto decisamente non della sua misura, non aveva nulla a ché vedere con i palestrati che gli presentava il moro.
"Ti sei superato, Fred" sussurrò Roger alle orecchie del cantante.
Non sapeva il perché della frase detta al cantante, non lo conosceva ancora, ma qualcosa gli diceva che quel ragazzo era... diverso, ne era sicuro.
Brian si alzò velocemente dalla sedia, era un ragazzo molto sicuro di sé, così porse la mano al bessista e disse "Brian Harold May, piacere" per poi sorridere.
John gli strinse la mano energicamente
"Piacere, io sono John Richard Deacon" e sorrise anche lui.
Aveva un sorriso beffardo, si vedeva bene, ma a Brian non sembrava dare fastidio.
Roger aveva voglia di ravvivare la situazione, così spinse via il riccio con la grazia di una fata ubriaca, e afferrò la mano al ragazzo.
"Io sono Roger" disse con molta naturalezza.
"Piacere" sussurrò John.
I due sorrisero, ma questa volta il sorriso beffardo era di Freddie.
Non gli piaceva il modo in cui i due si guardavano, perché sapeva che Roger, se voleva, poteva portarsi a letto anche la regina Elisabetta, non c'era da scherzare con il mago del sesso.
Quindi il cantante intervenne, e prese John per un braccio.
"Allora John, facci vedere cosa sai fare".
Deaky annuì e si voltò, dando le spalle ai futuri compagni di band.
*~*~*~*~
John passò la prova, sembrava un ragazzo molto buono, e degno di quella band strampalata chiamata Queen; ma il castano era già andato a casa quando Freddie si accorse che aveva dimenticato la sciarpa.
Così decise di portargliela.
Quando fu davanti a quel condominio, gli batteva forte i cuore, come se a momenti dovesse uscire dal petto.
Aprì la porta, e incominciò a salire le scale con passo veloce, cercando l'interno numero 23.
Finalmente arrivò in un corridoio, dove c'erano molte porte, fra cui quella di Deaky.
Qulcosa però lo lasciò perplesso.
Si sentivano chiaramente dei lamenti non articolati provenire dall'appartamento.
Era sull'orlo del pianto, ma forse si era sbagliato numero dell'interno, così decise di tornare al piano di sotto per cercare sui citofoni il nome di John, ma non appena si girò, vide una vecchietta che lo fissava.
"Scusi, sa dirmi dove abita John Deacon per favore?" chiese il moro forzando un sorriso.
L'anziana signora indicò l'appartamento alle spalle di Freddie, proprio il numero 23.
"Ok, Grazie" il giovane si sforzò di non sembrare frustrato, ma non appena la vecchietta se ne andò, appoggiò l'orecchio alla porta.
"Più Forte!" gridò una voce da dentro, non era la voce di John, sicuro non era la sua.
"Se vado più forte distruggo il letto" questa era la voce di John.
Freddie voleva piangere, così si mise a correre.
Le lacrime incominciarono a scendere dai suoi occhi scuri, e ricadevano sul viso del ragazzo.
📀~💿~📀~💿~📀~💿
Everybody sing this song Du-Dah Du-Dah.
Bene popolo siam ormai giunti alla fin del cammin di nostra vita.
Il prossimo è il capitolo finale, e vedremo come andrà a finire.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e scusatemi per eventuali errori grammaticali, ma non ho voglia di rileggerlo.
A casa ho problemi di rete, e ora sono fuori, perciò sono riuscita a pubblicare.
Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto e alla prossima.
🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top