𝐒𝐭𝐚𝐲
|| Consiglio di ascoltare TRAUMA dei Onewe durante la lettura della seconda parte. ||
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❝ E sono in bilico fra impazzire e morire❞
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"Ultimamente mi sono ritrovato spesso a pensare alla nostra storia, a come tutto è iniziato, e mi sono chiesto se questo fosse il modo giusto per farlo finire.
Ti ricordi quando ci siamo conosciuti? Come mi hai stretto la mano perché avevo troppo freddo? Io si, me lo ricordo come fosse ieri.
È stato uno dei giorni più belli della mia vita, perché da quel momento la mia vita è cambiata. Finalmente avevo trovato qualcosa a cui aggrapparmi per evitare di sprofondare in tutta l'insicurezza che avevo in corpo.
Mi dicevi tutti i giorni di amarmi, ed io non ci riuscivo. Mi dicevi che non era importante è che avrei dovuto farlo quando fossi stato pronto. Beh penso di essere pronto adesso.
Abbiamo passato tanti bei momenti insieme, abbiamo riso fino a lacrimare, abbiamo pianto per un film, ci siamo addormentati avvinghiati l'uno all'altro.
Come quando avevamo deciso di andare a vedere l'alba, siamo rimasti svegli a vagare per la città deserta senza una meta.
C'eravamo solo noi per quelle strade silenziose e divorate dal buio della notte, poi quando il sole iniziò a sorgere ti portai su una collina da cui si poteva vedere il mare.
Non dimenticherò mai la vista di quella distesa d'acqua che si illuminava sempre più.
E lì, appoggiati al cofano di quell'auto vecchia che partiva a stento, tu ti sei addormentato tra le mie braccia troppo stanco per riuscire a tenere gli occhi aperti un solo minuto in più.
Certe volte mi chiedo se sarà mai possibile ritornare felici come allora.
Felici come le notti in cui ci piaceva andare a bere con i nostri amici, senza sapere dove ci saremmo svegliati la mattina dopo perché troppo ubriachi per ragionare.
Mi piacevano quei tempi, quando riuscivamo ad essere felici, quando riuscivo ad essere felice.
Tu sei sempre stato la mia forza, mi facevi andare avanti nonostante tutto. Benché fossi più che altro io a guidare la nostra relazione, spesso mi sentivo come se fosse il contrario.
Perché quando mi trovasti rannicchiato in un angolo della strada deserta una sera d'inverno, mi guardasti e ti avvicinasti invece di scappare come facevano tutti.
Mi prendesti la mano chiedendomi cosa fosse successo, ed io non ebbi altra possibilità se non aggrapparmi all'unico sconosciuto che si era degnato di avvicinarsi a me.
Ti raccontai di come era stato cacciato di casa dai miei genitori dopo aver fatto coming out, tu ridesti dicendo che erano dei cretini perchè io ero troppo bello per poter stare per strada.
Da quel momento ho sempre ringraziato il cielo per aver fatto si che nessuno si fermasse prima di te.
Da quel momento sei diventato la mia unica certezza, eri la mia colonna stabile a cui sapevo di potermi appoggiare se ne avessi avuto bisogno, e io ne avevo bisogno costantemente.
Ma allora perché oggi sento che quella colonna si sta sgretolando pezzo dopo pezzo? Perché non mi sorregge più come prima?
Pensavo di aver trovato finalmente uno stato di equilibrio, pensavo che sarebbe rimasto così per sempre, ma evidentemente mi sbagliavo.
Perché hai deciso di andartene? Perché ti sei allontanato? Hai iniziato ad essere schivo, distaccato, ho paura di non contare più niente per te.
Adoravo vederti al mio fianco la mattina appena sveglio, mentre adesso accanto a me rimane soltanto il lenzuolo sgualcito.
Non mi abbracci più la sera prima di dormire, mi sento terribilmente solo, cosa ci è successo? Cos'è che ha cambiato tutto e che ci ha portati a dove siamo adesso? È stata colpa mia?
Ma suppongo di non volerlo più sapere ormai. La realtà è che io sono solo un codardo, che non ha il coraggio di chiederti tutto questo di persona.
Vorrei solo che non stessi fuori fino a tardi tutte le sere per poi tornare a casa e andare a dormire senza spiccicare parola.
Vorrei che mi dicessi ancora 'ti amo' prima di dormire e che mi baciassi tutte le mattine appena sveglio.
Vorrei che tutto tornasse come era prima, vorrei che l'amore tra di noi non fosse svanito.
Anche se il mio è sempre rimasto puro e sincero. Vorrei solo che il tuo cuore battesse ancora per me.
Ma penso che anche se avessi saputo come sarebbe andata a finire, avrei comunque afferrato la tua mano in quel vicolo buio.
Non rimpiango le scelte che ho fatto, perchè gli anni che ho passato con te sono stati i migliori della mia vita.
Vorrei non essere così codardo, vorrei avere il coraggio di parlarti, ma ho paura che mi spezzeresti ancora di più se lo facessi, e non posso reggere altro dolore.
In fondo non so neanche se ti importa ancora qualcosa di me, o se hai semplicemente fatto finta di niente tutte le notti che passavo a piangere nel nostro letto, mentre tu eri lì accanto a me.
E allora mi chiedo cosa ti costava abbracciarmi e dirmi che andava tutto bene, anche se non era la verità, era comunque ciò che mi sarei voluto sentir dire da te.
Nonostante tutto ciò, il mio cuore continua a battere per te, mi tiene legato alla nostra casa e alla vita che sto vivendo. Il mio cuore preferisce soffrire piuttosto che lasciarti andare.
Mia zia mi ha sempre detto che dovrei imparare ad essere più egoista, ma è più forte di me e non ci riesco, e questo ne è la prova.
Ma adesso basta, ho deciso di volermi liberare di ogni sofferenza, di ogni lacrima versata per te. Ora dimmi, Hongjoong, pensi di esserti meritato le mie lacrime?
Vorrei avere il coraggio di correre da te e inginocchiarmi chiedendoti di non lasciarmi, ma non posso costringerti a fare qualcosa che non vuoi.
Per questo ho deciso che sarò io a farlo, voglio solo farti provare un minimo del dolore che tu fai provare a me costantemente, sempre se la mia perdita possa causarti dolore.
Se solo non fossi così codardo, adesso non mi troverei sulla cima di un palazzo con le gambe che penzolano nel vuoto.
Se solo non fossi così codardo queste parole non le starei scrivendo macchiando il foglio con le mie lacrime, ma te le starei dicendo a voce.
Ma come ho detto non ci riuscirei perché scoppierei a singhiozzare prima ancora di cominciare, e non voglio che tu abbia quella come ultima visione di me.
Per questo stamattina mi sono sforzato di essere sorridente, sebbene tu fossi troppo impegnato a guardare lo schermo del cellulare per ascoltarmi mentre ti parlavo durante la colazione.
Ancora una volta ho pensato prima a te che a me, cosa che tu non fai più da tempo per me. Mi chiedo solo cosa sia successo per farti allontanare.
Hai trovato un altro? Se fosse così mi sarei aspettato che me lo dicessi per lo meno, avevi giurato che saresti stato sincero, come mai non lo sei più?
È buffo il fatto che io stia qui a continuare a farti domande alle quali non avrò mai risposta.
Tu eri il mio tutto, eri la mia fonte di luce, come mai ti sei spento? Oppure hai semplicemente deciso di brillare per qualcun'altro?
Vorrei poter avere più tempo per parlarti, ma questo dolore mi sta consumando, avevano ragione i miei genitori, faccio solo schifo.
A questo punto vorrei chiederti solo un'ultima cosa, Hongjoong, ti sei mai chiesto come sarebbe stato se invece di mollare avessimo lottato?
Perché io sì, continuamente. Magari a quest'ora non sarei qui a scriverti tutte queste cose, magari staremmo cenando insieme e tu non staresti facendo tardi a lavoro come tutte le volte.
Magari mi ameresti ancora.
Questo è tutto ciò che voglio, vorrei che tu mi amassi come facevi una volta. Ma non posso cambiare i tuoi sentimenti. Non posso scegliere per il tuo cuore.
Quindi va bene se ti sei stancato di me, voglio solo dirti che io ti amo esattamente come all'inizio.
Non ho mai avuto il coraggio neanche per dirti queste tre semplici parole.
Ti amo,
Hongjoong.
E niente cambierà mai ciò.
Spero che ci rivedremo in un'altra vita, magari una in cui il mondo non sarà così crudele con me.
A presto amore."
-Per sempre tuo, Wooyoung.
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Hongjoong lesse quelle parole con le lacrime che gli rigavano le guance, ogni frase era un colpo al cuore.
Non avrebbe mai voluto far soffrire in quel modo la persona più importante che aveva al mondo. Però lui, al contrario di Wooyoung, era stato egoista.
Riconosceva di aver trascurato il suo compagno, ma non pensava che potesse arrivare mai a fare una cosa del genere.
Tutto era iniziato con la morte dei suoi genitori, Hongjoong era molto legato a loro ed la loro perdita lo aveva a dir poco distrutto.
Aveva cominciato a stare male, sempre più male, ma non voleva coinvolgere Wooyoung in tutto quello. Gli era stato consigliato di fare delle sedute da un terapista, ne aveva veramente bisogno.
Era per quello che faceva tardi la sera, non voleva che l'altro si preoccupasse, perciò non gli aveva detto nulla.
Ma adesso si stava rendendo conto di quando sbagliata fosse stata quella scelta. Dopo mesi che stava in terapia finalmente aveva iniziato a stare meglio, avrebbe raccontato tutto a Wooyoung non appena si fosse ripreso e fosse tornato quello di prima.
Ma evidentemente non aveva fatto in tempo.
Con gli occhi che non smettevano di rilasciare quel liquido salato, corse a perdi fiato fino al posto in cui credeva si trovasse Wooyoung.
Aveva riflettuto su quale sarebbe potuto essere quel palazzo, stava per prendere a pugni la vetrinetta che tenevano in salotto quando lo colpì un'illuminazione.
Si fermò a respirare proprio come gli aveva insegnato la sua terapista, non poteva permettersi di perdere anche lui, dopo non gli sarebbe rimasto più nessuno.
Si ricordò dove si erano baciati la prima volta, sul tetto di un palazzo che ospitava uno dei più sfarzosi ristoranti della città.
Iniziò a correre, correre e correre.
Sentiva le lancette dell'orologio ticchettare nella sua testa. Attraversò la hall del palazzo senza preoccuparsi di tutte le persone che lo stavano guardando come se fosse un pazzo.
Prese le scale di servizio sperando che lo avrebbero portato fino in cima, il dolore alle gambe non lo avrebbe fermato, neanche lo sentiva per quanto fosse focalizzato su un solo punto fisso.
Nella sua testa non c'era nient'altro se non Wooyoung, le righe di quella lettera gli scorrevano davanti agli occhi impedendogli di vedere nitidamente la strada.
Il suo cuore sarebbe potuto uscire dalla cassa toracica per quando batteva forte, le sue gambe avrebbero potuto cedere da un momento all'altro e farlo cadere in ginocchio.
Ma non poteva lasciarsi andare a tutti i singhiozzi che teneva stretti nel petto, non poteva arrendersi, doveva lottare per lui, per Wooyoung. Non se lo sarebbe mai perdonato se avesse ceduto.
Schiacciò il maniglione della porta che dava accesso all'esterno, poi si fermò di scatto guardandosi intorno. Era buio ma riusciva a vedere i tubi dei riscaldamenti e dell'areazione tutto intorno a sé.
Le luci della città facevano si che si riuscisse a vedere nonostante fosse tarda sera. Rimase in silenzio sentendo solo il suono del suo respiro accelerato.
Tutto silenzio.
Sembrava non esserci nessuno e in quell'esatto momento sentì il suo cuore spezzarsi, poté giurare di aver udito perfino il crack.
Le sue ginocchia minacciarono di cedere mentre si portò una mano davanti alla bocca realizzando di aver probabilmente sbagliato palazzo.
Poi nel completo silenzio sentì qualcosa strusciare contro il cemento freddo più distante da lui.
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Wooyoung osservava la strada sotto i suoi piedi, sembrava così piccola vista da lassù. Si era ripromesso che non avrebbe avuto paura, ma quella visione era terrificante perfino per chi non soffre di vertigini.
Il vento gli stava scompigliando tutti i capelli e asciugando le lacrime sul viso, doveva solo spingersi con le mani e poi tutto sarebbe finito.
Si sarebbe finalmente liberato di quel peso che gli opprimeva il petto. Aveva riflettuto tanto ed era giunto alla conclusione che avrebbe fatto un favore a tutti in quel modo.
Sentiva che nessuno lo volesse più, troppi traumi aveva vissuto sin da quando era bambino e l'ennesimo era semplicemente troppo.
Prese un bel respiro e chiuse gli occhi spingendo con le unghie nel cemento del muro.
Si era sempre definito una persona sensibile, e chiunque lo conoscesse poteva dire che era vero. Per lui quella era come una condanna, sembrava costantemente debole agli occhi di tutti.
E questo gli faceva credere di esserlo veramente, non avrebbe saputo aiutare nessuno, nemmeno se stesso. E questa occasione ne era la prova.
Piegò i gomiti, era giunto il momento.
Hongjoong avrebbe avuto qualcun'altro che avrebbe saputo proteggerlo meglio di quanto avesse mai fatto lui.
Iniziò a fare forza sul muro sporgendosi sempre più fuori.
Un'ultima lacrima gli scese lungo il viso mentre nella sua mente stava rivivendo tutti i ricordi che aveva con il suo amore.
Stava per farlo.
Assaporò quegli ultimi attimi con una nota di amarezza.
Era pronto.
Questione di secondi.
Quando sentì due braccia cingergli la vita. Un calore scaldargli la pancia coperta solo da una misera felpa.
Avrebbe riconosciuto quelle braccia tra mille. Hongjoong lo aveva trovato e lo aveva appena salvato da se stesso.
Si sentì tirare indietro, e si ritrovò a sedere sul pavimento tra le gambe del maggiore. Non capiva come fosse possibile, come aveva fatto a trovarlo?
«C-cosa ti è saltato in t-testa?»
Si voltò lentamente solo per vedere Hongjoong con gli occhi rossi e gonfi. Questi scoppiò a piangere a dirotto sulla spalla del minore, mentre sentiva di poter smettere di respirare da un momento all'altro.
Wooyoung non rispose non sapendo cosa dire, non si aspettava che qualcuno lo avrebbe veramente salvato. C'era arrivato così vicino.
Riprese a versare lacrime a sua volta, Hongjoong lo aveva salvato di nuovo e non importava più niente, dopo tanto tempo si sentì di nuovo amato.
«Pensavi veramente di potermi lasciare così?» chiese il maggiore sempre tra le lacrime abbracciandolo più stretto di quanto avesse mai fatto.
«Torniamo a casa per favore, ti spiegherò tutto, te lo prometto. Ti amo Wooyoung, e non smetterò mai di farlo»
Sentendo quelle parole fu comense il cuore di Wooyoung avesse ripreso a battere, era ancora vivo e quasi non ci credeva.
Hongjoong lo fece mettere in piedi senza mai lasciarlo un solo minuto, non lo avrebbe più lasciato solo da lì in avanti.
Wooyoung fece un leggero sorriso, uno di quei sorrisi sinceri che non faceva da tempo. In quel momento decise che non si sarebbe arreso, si sarebbe impegnato a raccimolare quel poco coraggio che aveva.
Hongjoong avrebbe continuato ad essere la sua luce, la sua colonna stabile, la sua motivazione per continuare a vivere, esattamente come era sempre stato.
Finalmente si sentì di nuovo completo, i due si guardarono sorridendo sebbene avessero ancora le guance bagnate.
«Lottiamo?»
«Lottiamo.»
___________.end.____________
-Piccola storia scritta completamente a caso questa mattina. Ho deciso di pubblicarla perché solo scrivendola mi ha trasmesso un sacco di emozioni, scusate se non è granché e neanche tanto lunga, ma per me ha un bel significato. Ammetto di essere stata tentata a farla finire male, ma poi ho deciso per la sanità mentale di tutti di farla finire bene.
Inoltre, Woojoong most underrated ship ever, non smetterò mai di dirlo.-
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