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Jimin aprì gli occhi quando ormai era notte fonda, era riuscito a dormire per circa otto ore, stremato dallo svenimento della mattina e dai prelievi di sangue che erano stati costretti a fargli.

Era stato difficile, per l'ennesima volta avevano dovuto tenerlo fermo con la forza, e a causa dei suoi movimenti bruschi per cercare di non farsi toccare, l'ago nella sua vena si era mosso in modi anomali, facendo formare sottopelle un grande livido violaceo.

Il ragazzo sapeva che i dottori non fossero persone crudeli, sapeva che ciò che facevano, lo facevano per il suo bene, ma cosa poteva farci?

Non poteva essere toccato, non ci riusciva, il solo pensiero lo faceva rabbrividire.

L'unica persona che da anni riusciva anche ad abbracciarlo, era sua zia.

Un sospiro uscì dalle sue labbra quando guardò verso l'orologio al lato della stanza, illuminato dalla luce del corridoio, che segnava le due di notte.

Si girò verso il suo compagno di stanza, Yoongi, credendo di provare invidia per lui, che sicuramente stava dormendo, a differenza sua.

E invece lo trovò sveglio.

I suoi occhi erano aperti, e guardava il soffitto.

Allora si girò di lato con lentezza e si schiarì la voce. "Yoongi hyung?" lo chiamò.

Il maggiore, non appena sentì quella dolce voce, si girò verso di lui.

"Sì, Jimin-ssi?"

"Sei...sei sveglio" disse il minore piegando leggermente le sue gambe sotto le lenzuola leggere.

"A quanto pare sì" rispose lui.

"Non riesci a dormire?" domandò Jimin mordicchiandosi il labbro inferiore.

"Purtroppo no, Jimin, neanche tu?"

Il minore scosse la testa. "Ho dormito da oggi pomeriggio, quindi non ho molto sonno ora"

"Già..."

"Hyung?" richiamò ancora l'arancione.

"Mh?"

"Se non..se non hai sonno ti va di farmi compagnia?" chiese titubante. "Cioè s-solo se vuoi, n-non è-"

"Va bene, Jimin, che vuoi fare?" lo interruppe Yoongi.

Di solito non era di molte parole, forse perché la maggior parte del tempo era solo, ma quel ragazzino così piccolo e dolce gli riscaldava il cuore a tal punto da fargli desiderare di parlare nel cuore della notte.

"Uhm...ti va di conoscerci un po'? Credo che mi terranno qui per molto tempo.."  abbassò lo sguardo verso il pavimento azzurrino.

"Sì, terranno qui per un po' anche me, quindi dimmi Jimin, cosa vuoi sapere?" fece Yoongi alzandosi a sedere ed accendendo la piccola luce sul suo letto.

Jimin non rispose subito, i suoi occhi studiarono a lungo il viso del maggiore e si stupì di non essersi accorto prima di quanto quest'ultimo fosse bello e particolare.

"Oh, sì ehm...da quanto sei qui?" domandò guardandolo.

"Mi sono risvegliato su questo letto mezz'ora prima che arrivassi tu" rispose facendo spallucce.

"Ah...risvegliato, hai detto?" l'arancione decise di imitare Yoongi e sedersi, incrociando le gambe.

"Sì, immagino tu sia curioso di sapere perché sono finito all'ospedale, vero?"

Jimin abbassò la testa ed arrossì, e il maggiore non poté evitare di sorridere a quella tenera vista. "Immaginavo"

"S-scusa, io..." balbettò lui.

"Va bene, non scusarti, è normale essere curiosi" fece Yoongi. "Sono andato in overdose da psicofarmaci"

"Overdose...?"

"Non sono un drogato, non mi faccio di eroina o altro, ma soffro di insonnia da anni ormai, ed è capitato più di una volta che non riuscissi più a reggere l'assenza di sonno e sono incorso in metodi azzardati" iniziò a dire. "Nelle ultime due settimane avrò dormito sì e no per quattro ore in totale, ho iniziato ad avere continui mal di testa, problemi alla vista, fame chimica che neanche dopo una canna mangiavo così tanto" ridacchiò all'ultima frase. "Stavo per diventare matto, così dopo l'ennesimo incubo ho ingoiato cinque pillole di sonniferi e beh, sono collassato"

"Oh...mi dispiace che tu non riesca a dormire hyung...neanche con i sonniferi?" alzò gli occhi verso Yoongi.

Lui scosse la testa. "I sonniferi mi fanno dormire, ma la mia insonnia è dovuta ad un trauma, e non appena mi addormento gli incubi mi mangiano il cervello, e ciò ha portato negli anni la nascita della mia clinofobia" rispose.

"Clino...clinofobia? Scusa, non so cosa significhi..." mormorò Jimin mordendosi l'interno guancia.

Yoongi annuì leggermente. "Sarebbe...è la paura di addormentarsi" spiegò poi.

"Hai paura di addormentarti, hyung?"

"Sì Jiminie, ne ho il terrore perché so che quando mi addormenterò, sarò completamente distrutto dagli incubi, quindi la mia insonnia peggiora ulteriormente e beh...addio sanità mentale" disse Yoongi abbassando le spalle.

"Ugh...soffri di insonnia da molto, Yoongi?" chiese Jimin, giocando con le pellicine delle dita.

"Avevo la tua età quando mia nonna è morta, ero davvero legato a lei, è stata come una madre per me, come una sorella, potevo dirle tutto, la amavo davvero tantissimo, e quando...quando se n'è andata il mio cervello ne ha risentito...ho cominciato a sognarla di notte, prima erano cose belle, poi i sogni si sono trasformati in incubi, e gli incubi in terrore di dormire, e poi l'insonnia si è fatta spazio in me, e beh...eccomi qui" rispose Yoongi, ripercorrendo con amarezza il percorso della sua misera vita.

Jimin ascoltò le sue parole cariche di rabbia e tristezza, e la voglia di alzarsi ed andare ad abbracciare quel ragazzo lo divorò dall'interno, ma non lo fece.

Non poteva farlo.

"Tu invece? Perché sei qui?" domandò il verde menta, anche sapendo la risposta.

Jimin era chiaramente anoressico, le ossa spuntavano dalla sua pelle senza neanche un filo di grasso, i suoi polsi talmente fini che anche un bambino avrebbe potuto stringerli nella mano, il corpo troppo magro, magro a tal punto che il suo pigiama, nonostante fosse della taglia più piccola, gli stava largo.

Quel ragazzo non riusciva neanche a reggersi in piedi, tanto le sue gambe erano magre e senza muscoli, le clavicole sporgevano visibilmente da sotto il pigiama, la sua vita era sottile, il volto scavato, l'unica parte del corpo forse più formosa erano le sue labbra.

Due labbra piene e carnose, belle, bellissime.

In realtà Jimin era estremamente bello, Yoongi lo capiva dai suoi lineamenti, solo, era troppo magro per capirlo bene.

"Uhm...sono svenuto stamattina, tutto qui" fece spallucce.

"E per quale motivo sei svenuto?"

"Boh, un giramento di testa" abbassò lo sguardo.

"Jimin"

Lui sospirò. "Puoi dirlo, soffro di anoressia, Yoongi, ne sono cosciente"

"Se ne sei cosciente perché non fai nulla per salvarti da tutto questo?"

Jimin sospirò. "La mia è una malattia come tutte le altre, okay? Sono rari i momenti di lucidità, ho una voce in testa che mi dice costantemente che non devo mangiare, capisci? Non devo, non posso mangiare, devo dimagrire, non è mai abbastanza. Ci ho provato, ho provato più volte a mangiare qualcosa, ma il mio corpo ormai si è abituato, e la voce non smette di urlarmi contro, mi fa diventare matto, quando mi guardo allo specchio vorrei soltanto spaccarlo, ma non ho neanche le forze per alzare il braccio quindi continuo a guardarmi finché non riesco più a vedere a causa delle lacrime, vorrei tagliare via tutto ciò che c'è in eccesso, sono un mostro, capisci? Non merito di stare qui, dovrei solamente finire di vivere, ma sono troppo codardo per farlo e quindi mi ammazzo ogni giorno di più" scoppiò in un pianto silenzioso ed abbassò la testa.

"Oh, no no no" esclamò Yoongi, no, farlo piangere era l'ultima cosa che voleva.

Si girò e tolse lentamente il tubicino collegato all'ago che era nella sua pelle per poi correre da lui, facendo per abbracciarlo, ma l'altro si scansò.

"N-no, ti prego, non t-toccarmi" trattenne un singhiozzo e si strinse in sé stesso, portandosi le gambe al petto.

"Voglio solo..." cercò di dire. "Non voglio farti del male, Jimin"

"P-per favore Yoongi, non s-sono pronto" mormorò lui. "Non ancora"

Non ancora.

Jimin non era ancora pronto a farsi toccare da Yoongi, eppure in pochissimo tempo, aveva avuto voglia di farsi abbracciare, di farsi anche solo sfiorare da lui.

"Perché, Jimin?" disse con tenerezza Yoongi, lasciando che il piccolo si tranquillizzasse da solo.

"Sono afefobico, hyung, mi dispiace, non lo faccio apposta, scusami se ho ferito i tuoi sentimenti" disse a bassa voce, tirando su col naso ed alzando finalmente la testa.

"Puoi perdonarmi se non sono sicuro di ciò che vuol dire?"

Quell'affermazione fece apparire un piccolo sorriso sulle labbra piene di Jimin, che ricordò quando poco prima non aveva saputo il significato di "Clinofobia"

"Ho...è la paura di toccare o essere toccati uhm..il mio è più un terrore" disse. "Non è stata affatto carina come presentazione, quella di oggi pomeriggio, ti sarò sembrato un pazzo, scusa..."

"Non devi scusarti Jimin, ho solo provato tenerezza nei tuoi confronti, non ho pensato che fossi pazzo, tranquillo" rise leggermente Yoongi.

"Grazie...sei...sei forse il mio primo amico, voglio dire, solo se..solo se vuoi esserlo" arrossì ed abbassò la testa.

"Essere tuo amico? Sì, mi piacerebbe Jiminie" sorrise il menta.

Jimin giocò un po' con il lenzuolo bianco, non sapendo cosa dire. "Grazie Yoongi hyung"

"Grazie a te per voler essere mio amico"

Allora il minore alzò i suoi occhioni su di lui e sorrise leggermente, sentendo le sue guance riscaldarsi.

"Dovresti sorridere un po' più spesso, sei davvero bello quando lo fai" sbottò con sincerità lui, facendo sì che il minore assumesse un'espressione stupita.

Non conosceva ancora Yoongi, eppure gli aveva permesso di stargli così vicino.

Non lo conosceva, eppure sentiva che di lui poteva fidarsi.

Non lo conosceva, ma aveva creduto alle sue parole, e per un'istante si era sentito davvero bello come diceva.

Non lo conosceva, eppure sentiva il bisogno di affrontare la sua fobia e stringere la mano a quella di Yoongi.

Questa storia angstissima non durerà molto, forse fino a quindici capitoli, ma spero con tutto il cuore che vi piaccia perché mi sto impegnando un sacco a scriverla ^^
Clau xx

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