f o u r
"Reparto psichiatrico?! Ma siete fottutamente seri?!" urlò Yoongi dopo aver sbattuto la porta dell'ufficio del capo reparto alle sue spalle.
"Woah, okay Yoongi, calmati" sussultò il dottore, distogliendo di scatto lo sguardo dal computer e poggiando le mani sulla scrivania.
"Calmarmi?! Come posso calmarmi? Dopo tre giorni sono uscito dal reparto e vengo a sapere solo ora di quale reparto si tratta? Se non l'avessi letto non me lo avreste mai detto! Ma perché!"disse ad alta voce, rosso in viso e con gli occhi in disperata ricerca di una risposta.
"Yoongi..." il dottor Seokjin si passò una mano sul viso stanco e sospirò, per poi alzarsi in piedi. "Te l'avrei detto quando ti saresti stabilizzato"
"No, non voglio starci lì, non sono un fottuto malato mentale, è chiaro?!" fece in modo agitato il ragazzo, allontanandosi dal dottore che si era avvicinato a lui.
"Abbassa la voce" disse in tono duro l'uomo. "E non dirlo con così tanto disprezzo" lo guardò con sguardo serio. "Sei nel reparto psichiatrico per un motivo, Yoongi, l'insonnia è a tutti gli effetti un disturbo mentale, capisci? E come tale, dobbiamo risolverlo per farti stare bene"
Il ragazzo scosse la testa più volte. "No, non è vero, non sono un malato mentale" ripeté ancora.
"Non ho detto questo, Yoongi, guardami per favore" disse Seokjin facendogli alzare il viso. "Sappiamo entrambi che il tuo disturbo è dovuto ad un trauma che hai subito anni fa, da quel giorno i tuoi costanti incubi hanno portato alla nascita di una fobia nel tuo cervello, che non ti fa dormire"
"Lo so già, non deve ricordarmelo" strinse i pugni Yoongi, riducendo i suoi occhi ad un filo sottile.
"Sì, ma non è questo il punto, Yoongi..." l'uomo si morse il labbro. Odiava dovergli sbattere in faccia la realtà, ma quel ragazzo non aveva nessuno, e fortunatamente riusciva a ragionare in modo sensato, quindi poteva dirgli la diagnosi del suo stato mentale.
Si avvicinò a lui e prese la sua mano. "Sei un ragazzo molto intelligente, Yoongi, sai che ti ho sempre ammirato, vero?"
Lui annuì e abbassò la testa. "Cosa deve dirmi? Sono malato, non è così? Sono un pazzo psicopatico, vero...?" sussurrò.
Sì, Yoongi era intelligente.
Forse fin troppo, perché quello che aveva detto il dottor Seokjin era solo la premessa a qualcosa di peggiore, e lui l'aveva capito.
"Non sei un pazzo psicopatico, Yoongi, puoi stare tranquillo" disse il dottore alzando lo sguardo su di lui. "Ma i tuoi atteggiamenti, le tue caratteristiche e il tuo stile di vita riportano al disturbo evitante di personalità"
"Il...il che...?" balbettò Yoongi, sentendo le sue gambe perdere la forza.
"Ecco...è un disturbo che nasce nei soggetti che come te, vivono in un costante senso di inadeguatezza, si isolano dal mondo manifestando un principio di sociofobia nonostante vogliano relazioni di tipo sociale, romantico o d'amicizia, e rimangono stretti ad un nucleo familiare...in questo caso il nucleo familiare al quale eri attaccato era tua nonna, Yoongi" spiegò con calma il dottor Seokjin.
"M-mi sta dicendo che ne soffrivo...prima di diventare clinofobico?" chiese sbattendo più volte le palpebre, incredulo e stordito. "Per favore, si spieghi..."
"Il rifiuto da parte dei tuoi genitori e il fattore del bullismo alle scuole elementari hanno fatto nascere questo disturbo, il tuo nucleo familiare è stato completamente infranto e ti sei rifugiato nell'unico legame che avevi: tua nonna" sospirò e si poggiò alla scrivania. "Quando lei se ne è andata, la tua routine è stata stravolta completamente ed il tuo cervello ne ha risentito, cominciando a sognarla in contesti sempre più cupi, al punto tale da farti provare terrore all'idea di addormentarti, e quindi all'insonnia, è per questo che sei ricoverato in quel reparto, capisci ora?"
Yoongi scosse la testa. "No...no, no non è vero..." mormorò, sentendo il cuore cominciare a pompare il sangue più velocemente ed il fiato mancargli nei polmoni. "Non può e-essere, io..." non riuscì a terminare la frase, scoppiando in un pianto quasi disperato.
L'uomo lo guardò mordendosi il labbro, per poi prenderlo per le braccia e stringerlo a sé con delicatezza. "Hey no Yoongi...sono qui per aiutarti, ragazzo, capito? Voglio aiutarti, farti uscire da tutto questo, ti prego, non piangere..." mormorò accarezzandogli i capelli.
Ormai Seokjin si era affezionato a quel giovane; la prima volta che aveva avuto a che fare con lui era stata circa otto anni prima, quando cadendo dall'altalena si era rotto il polso ed era stato ricoverato lì.
La seconda volta era ritornato nell'ospedale, circa due anni dopo, con un sopracciglio spaccato a causa di una corsa forse troppo veloce sotto la pioggia.
La terza era stata tre anni dopo, per la prima overdose da psicofarmaci.
Seokjin ormai aveva imparato a conoscerlo, aveva parlato spesso con lui, riusciva a farlo aprire quel poco che bastava, forse grazie alla sua prima laurea, quella in psicologia. Aveva studiato molto, durante gli ultimi due anni di psicologia aveva cominciato a frequentare la facoltà di medicina, e nel giro di dodici anni era riuscito a laurearsi prima in psicologia e poi in medicina e chirurgia con tanto di master e dottorati.
In molti credevano che la sua scatola cranica non potesse essere sufficiente a contenere un cervello come il suo, e beh, non avevano tutti i torti.
Seokjin era un uomo assai intelligente ed empatico, per questo Yoongi gli stava particolarmente a cuore; conosceva il suo passato e i suoi problemi, e sapeva quanto quel ragazzo fosse sensibile, anche se a primo impatto poteva mostrare il contrario, voleva aiutarlo davvero.
"Yoongi...per favore credimi...la mia è una promessa, ti aiuterò" sussurrò allontanandosi per osservarlo.
Il più basso tirò su col naso e lo guardò titubante, cercando di asciugarsi distrattamente le lacrime dalle guance umide. "Non...non mi prometta cose impossibili, la prego"
"Non è impossibile, Yoongi, possiamo combattere tutto questo, tu puoi combattere tutto questo, va bene? So che sei forte, e voglio che tu sia felice e senza troppi pensieri per la testa, mh?" sorrise lievemente e gli passò dei fazzoletti.
Yoongi li afferrò e si soffiò il naso, per poi annuire. "E...Jimin...?"
"Quel ragazzo...sta molto male, Yoongi" abbassò le spalle Seokjin, sospirando. "Soffre molto, come avrai potuto capire, e stiamo cercando in tutti i modi di tirarlo su, di farlo mangiare...ma l'unico modo è dargli nutrimento tramite flebo, non ne vuole sapere..."
Il ragazzo annuì flebilmente, mordicchiandosi il labbro. "Ho notato...non vuole farsi toccare da nessuno...stamattina sua zia ha dovuto immobilizzarlo per far cambiare la flebo agli infermieri...è brutto, mi dispiace, sembra un ragazzo così carino..."
"Lo è, Yoongi, è molto dolce, ma ha un passato orribile alle spalle che l'ha fatto diventare anoressico e afefobico, non riesce ad approcciarsi alle persone, spesso non parla perché ne è terrorizzato, eppure con te...cioè, sei riuscito a farlo interagire, capisci?" lo guardò intensamente negli occhi.
"Interagire? Cavolo, quando comincia a parlare non smette più" rise lievemente Yoongi. "Ma a me fa solo piacere, mi piace la sua voce e mi piace fargli scappare qualche risata o sorriso che sia"
Seokjin sgranò gli occhi. "Risata, hai detto?"
"Uhm...sì, perché?" si grattò la nuca il minore.
"Yoongi...sei riuscito a farlo parlare, a farlo ridere" fece pensieroso il dottore. "Tu...potresti essere l'anello mancante per il suo benessere fisico e mentale"
"Cosa? No, non credo, io? Non ho fatto nulla di che, non ha senso, dottore" scosse la testa ed arricciò il naso.
"M-mh...è proprio questo: non hai fatto nulla, ma lui ha interagito e mostrato un'emozione differente dalla tristezza e dalla paura. Yoongi, tu puoi essere la salvezza di quel ragazzo, lo capisci, vero? Se solo provassi a rapportarti a lui come stai facendo...se solo riuscissi a cambiare anche le piccole cose, come un sorriso invece di una lacrima..."
"Non lo so, dottore, credo di tenere a quel ragazzino..cioè è stupido, lo conosco da nemmeno una settimana ma-"
"Ecco! Yoongi-ssi, allora provaci! Prova a farlo stare meglio e potrebbe fare lo stesso con te, mi spiego?" lo interruppe l'uomo.
"Non...non voglio che sia una cosa forzata" mormorò lui.
"Non deve esserlo, Yoongi, puoi farlo solo se tieni un po' a lui..."
Yoongi si morse il labbro e guardò a terra.
Quel ragazzino aveva fatto breccia nel suo cuore, non poteva negarlo, e non voleva che stesse male, affatto.
Solo allora un'idea balenò nella sua mente, un'idea strana, ma che poteva funzionare.
Alzò lo sguardo verso il dottore, con decisione.
"Ci proverò, dottor Seokjin, le prometto che ci metterò tutto me stesso"
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