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Cammino per strada, stringo la mano a quella di mia nonna, colei che mi ha cresciuto come una mamma.
La sto portando al parco, le piace la natura, le piace la semplicità, le piace sentire gli schiamazzi dei bambini; le fanno ricordare i tempi in cui lei era spensierata e vivace come loro.
Lei è sempre stata così buona con me...così dolce e premurosa.
Ed ora si è girata verso di me.
Mi guarda con tenerezza, i suoi occhi sono pieni d'amore, le sue labbra formano un sorriso e prende la mia mano tra le sue, ormai mangiate alla vecchiaia ma comunque calde e delicate sulla mia pelle.
Abbasso lo sguardo su di esse e bacio il dorso della sua mano.
I miei occhi risalgono sul suo volto ed il mio cuore perde un battito.
Le sue guance sono scavate, la pelle si sbriciola come fosse cenere, i suoi occhi diventano buchi neri.
Cosa sta succedendo? Il parco non è più verde, la notte è calata su di noi, si sta avvicinando, mi chiede aiuto ma non riesco a fare nulla.
Sono bloccato, non posso muovermi, i bambini si sono girati verso di me, i loro volti sono maschere piene di graffi e pelle staccata, si avvicinano, inizio a piangere.
Svegliati.
Non posso, non ci riesco.
Apri gli occhi.
Devo aiutarla...
Apri gli occhi, Yoongi.
Per favore smettetela...
È un sogno, apri gli occhi.
Apro gli occhi di scatto e mi tiro su.
Sono solo, sono solo da anni ormai.
Un altro incubo.
Guardo l'orologio che segna le tre di notte e un sospiro esce dalle mie labbra.
Sono stanco, sono così stanco di tutto questo.
Voglio dormire.
Sto impazzendo, ho bisogno di dormire.
Ma come se quando dormo il mio cervello mi tortura fino a farmi implorare di svegliarmi?
Non ce la faccio, sono settimane che non chiudo occhio, sono diventato irascibile, il mio volto è più pallido del solito, solcato da due grosse occhiaie, non riesco più a ragionare lucidamente.
Sono così stanco...
Mi alzo dal letto, le forze che mancano nel mio corpo, mi trascino verso il bagno e apro uno degli sportelli con fretta, le mie mani tremano, sento che sto per avere un attacco di panico, devo calmarmi.
La mia mano afferra con titubanza la scatolina contenente i miei sonniferi, dovrei prenderne uno poco prima di andare a dormire, ma puntualmente non fa nulla.
Apro la scatolina, guardo le pasticche bianche.
Non farlo Yoongi
Ma se ne prendo più di una riuscirò a dormire...
Yoongi, no
Voglio dormire, sono stanco, ne ho bisogno, faccio cadere nella mia mano due pasticche.
"Mh..." faccio aggiungendone un'altra.
Yoongi, fermati, ti farà male
Stai zitta, faccio quello che cazzo mi pare.
Nella mia mano ci sono cinque pastiglie. Sorrido. Finalmente riuscirò a dormire, a riposare il mio povero cervello che non ce la fa più.
Le porto alla bocca e riempio il bicchiere d'acqua quasi fino all'orlo.
Yoongi...
Puttana, stai zitta ho detto
Ingoio le pasticche, una ad una, e già mi sento meglio con me stesso.
Scivolo fuori dal bagno e mi reco in cucina giusto per mangiare qualcosa ed aspettare che il sonno mi domini completamente, apro il frigorifero e prendo un budino al cioccolato.
La vista è leggermente appannata, ma scuoto la testa e prendo un cucchiaino.
Voglio sedermi, Dio, non vedo più.
Il sonno, mi sta mangiando vivo, sento gli occhi chiudersi lentamente, sto per dormire, oddio, finalmente sto per dormire...
No...no, la mente si offusca, sento le poche forze che ho nel corpo abbandonarmi, le ginocchia cedono e crollo a terra.
La testa mi fa male.
Ho fatto una stronzata, ancora.
Ma sono così stanco...
Voglio solo...
Dormire...
~~~~~~~~~~~~
Mi alzo dal letto, non sento neanche le gambe, sono costretto a sollevarmi con la poca forza che mi rimane sulle braccia.
Cammino verso lo specchio e mi osservo.
Alzo la maglia del pigiama per vedere la mia pancia, e poi abbasso gli occhi sulle mie cosce.
Dio, che schifo.
Come può un essere come me ancora vivere?
Perché non porre fine alla mia inutile esistenza?
Non importa a nessuno, sarebbero tutti più felici se morissi, probabilmente.
Molto più felici.
A nessuno potrebbe importare di una...cosa come me, sono un mostro, tutti lo dicono.
Sono un mostro e lo so.
Ma non posso farci nulla, se non continuare a dimagrire.
Perché non riesco a farlo?
Non ho neanche più fame, ma allora perché diavolo le mie cosce sono così? Perché la mia pancia è piena di grasso? Perché le mie guance sono così terribilmente grosse da far venire il voltastomaco?
Vorrei prendere delle forbici e tagliarle via, se solo si potesse.
Ma questo non è possibile.
Quindi devo fare per conto mio.
Sono passati tre giorni dall'ultima volta che ho mangiato, non faccio altro che bere e andare in bagno, bere e andare in bagno.
Esco dalla mia stanza e mi reco nel corridoio, una persona mi viene incontro.
"Jimin, buongiorno tesoro, vuoi dei biscotti?" chiede con un dolce sorriso.
"Buongiorno zia, non ho molta fame ora, potrei portarli a scuola?" propongo.
"Non mangi da giorni Jimin, per favore, ne hai bisogno" mi guarda afflitta.
"Zia, è tutto okay, sto bene, davvero" sforzo un sorriso stanco.
"Non stai bene Jimin, a stento ti reggi in piedi, il tuo corpo potrebbe spezzarsi con una semplice carezza" sussurra lei.
Scuoto la testa. "Non è vero, sto bene, devo solo perdere qualche chilo, poi tornerò a mangiare normalmente, okay?"
"Non hai bisogno di perdere altri chili, Jimin per-"
"Ho detto che non ho fame, zia, non forzarmi, per favore" dico guardandola negli occhi.
Vedo i suoi chiaramente farsi lucidi e non riesco più a trattenermi.
Corro in bagno e chiudo la porta a chiave premendo la schiena contro di essa, scivolo giù fino a sedermi sul pavimento freddo.
No, non posso farla stare male.
Lei è l'unica persona che non mi ha mai fatto del male, l'unica che mi ha sempre amato.
Ma è così.
Sono un mostro.
E i mostri sono cattivi.
Merito di soffrire, è questo che succede a quelli come me.
Il male mi perseguita, la sofferenza mi mangia vivo, ma è così che deve essere.
Porto le ginocchia al petto, sono un disastro di lacrime e singhiozzi.
Appoggio il mio polso sulle ginocchia e con le dita dell'altra mano prendo lo stretto elastico che lo circonda.
Lo tiro, lo tiro per quanto posso, per poi rilasciarlo andare.
Sbatte contro la pelle del mio polso lasciando un lieve segno rosso.
No, non è abbastanza.
Ripeto il movimento altre due volte, ora il rosso si fa più vivido, tende al violaceo.
Ma no, non basta.
Devo soffrire.
Devo soffrire tanto quanto ho fatto soffrire la mia amata zia.
Ripeto il gesto, le dita mi tremano, l'elastico marchia la mia pelle in più punti, e continuo, continuo finché non vedo il sangue macchiare finalmente l'orribile pelle che ho.
Mi sento meglio, le lacrime cessano di bagnarmi il viso, prendo un respiro e cerco di alzarmi nel modo più naturale possibile.
No, non ce la faccio, cerco di aprire la porta, voglio chiedere scusa a mia zia, voglio lasciare un bacio sulla sua fronte, ma non riesco a muovermi.
Mi gira la testa, le mie gambe non reggono più, chiamo flebilmente il suo nome, prima di cadere a terra.
Sento le mie ginocchia dolere a causa del colpo contro il pavimento e mia zia correre e chiamare il mio nome.
Sto male.
Eppure...
Me lo merito, io..
Sono un mostro...
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