𝐗𝐗𝐕𝐈

Il giorno di quel maledetto evento di beneficenza arrivò fin troppo in fretta, la mattina decisi di uscire un paio d'ore giusto per fare una passeggiata e prepararmi psicologicamente alla serata che mi sarebbe aspettata qualche ora dopo. L'unica consolazione che avevo era che, per la prima volta da quando ne avevo memoria, non ero solo. Infatti i miei amici sarebbero stati lì con me e forse sarebbe stato tutto meno noioso rispetto ad altri eventi a cui avevo dovuto partecipare nel corso della mia vita.
Alla fine invitai anche Yunho, o meglio, Yeosang mi prese il telefono e gli inviò un messaggio al posto mio, inutile dire che mi ero infuriato molto all'inizio ma, poiché questi rispose subito entusiasta, dovetti accettare la cosa e calmarmi. Vedere Yunho mi avrebbe fatto piacere sicuramente, ma da quando lo avevo visto con quel mazzo di rose in mano e vestito più elegante del solito, con quel suo sorriso che mi migliorava la giornata, iniziai a pensare che mi stessi illudendo di piacergli. Proprio per questo non volevo credere inizialmente alle parole di Yeosang, perché adesso che finalmente mi ero deciso a considerare la cosa, a considerare il fatto che potesse nascere qualcosa di più tra noi, qualcosa che non avevo mai avuto con nessun altro, lui si era presentato con quella sua solita aria leggera ed esuberante come se vedermi fosse la cosa migliore che gli fosse capitata in quella giornata, eppure a vederlo sembrava che qualcosa di ancora più bello lo stesse attendendo.

Non sapevo ancora cosa gli avrei detto quella sera, non sapevo se avessi avuto il coraggio di dirgli ciò che pensavo, ovvero ciò che avevo dedotto dai suoi comportamenti; o se avessi semplicemente continuato a parlargli come sempre facendo finta di niente e sperando dentro di me che mi sbagliassi. Cercai di non arrovvellarmi troppo il cervello su questa cosa, decisi che quando lo avrei avuto davanti avrei pensato a cosa dirgli.

Arrivarono le nove di sera e in ogni angolo della casa ci si poteva specchiare per quanto era pulita, i domestici e i camerieri avevano lavorato più del solito per far essere tutto perfetto esattamente come volevano miei genitori. Mio padre mi aveva detto di accogliere gli ospiti che sarebbero arrivati mano a mano lungo il corso della serata, infatti non c'era un orario preciso, ognuno poteva venire quando più gli tornava comodo a partire dalle nove. Avevo detto ai miei amici di fare con calma per questo motivo, e quindi non sapevo di preciso quando sarebbero arrivati.

Essendo una serata piuttosto elegante mi dovetti vestire in smoking e così anche Hongjoong, oltre a subire le solite raccomandazioni che mio padre ci aveva più volte ripetuto nel corso della nostra vita, le solite direttive per comportarsi bene ad un evento del genere, ormai avevo messo in pratica certi comportamenti talmente tante volte che erano diventati un'abitudine. Mi fermai sulla soglia del grande portone e iniziai a salutare con fare gentile la gente che arrivava, Hongjoong avrebbe dovuto farlo con me, ma era troppo impegnato a guardare il cellulare appoggiato alla parete dell'atrio.
In un momento in cui non passava nessuno, mi soffermai a guardarlo, il vestito elegante gli stava piuttosto bene, sicuramente meglio che a me, si era fatto il capelli mossi e aveva anche ravvivato il blu che si stava scolorendo. Chiunque a guardarlo avrebbe detto che fosse un bel ragazzo, capivo il motivo per cui Seonghwa si era preso una bella cotta per lui, però il suo carattere era insopportabile e spesso pesante, oltre al fatto che era l'egoismo in persona.

Mi voltai di nuovo verso il cancello lungo la strada per vedere chi stesse arrivando e mi trovai faccia a faccia con due uomini dall'aspetto piuttosto insolito. Le due figure sembravano uscite da un film di spionaggio, erano vestiti con giacca e cravatta, tutto quanto rigorosamente nero e portavano un cappello dello stesso colore sulla testa, inoltre uno dei due indossava anche un paio di occhiali scuri. Mi chiesi cosa fossero venuti a fare ad un evento che doveva essere di beneficenza, vestiti in quel modo; ma non ci diedi tanto peso e, dopo aver fatto un inchino, li lasciai passare seguendoli con lo sguardo fino a dentro. Quando si tolsero il cappello potei facilmente notare che uno dei due era calvo e aveva un tatuaggio a forma di aquila stilizzata con le ali aperte dietro la nuca.
Feci un'alzata di spalle e tornai a svolgere il mio compito fin quando non vidi arrivare Yeosang e Seonghwa, li attesi fermo davanti all'ingresso per salutarli ed eventualmente raggiungerli in seguito all'interno, <<Ciao ragazzi>> salutai in modo meno formale di come avevo fatto fino a quel momento <<Ciao Mingi, ti sei vestito elegante vedo>> affermò Seonghwa fermandosi davanti a me, mentre Yeosang era perso ad osservare la casa, <<Beh anche voi non siete da meno>> in effetti anche loro avevano una camicia e dei pantaloni attillati che li rendevano più eleganti del solito <<Entrate e aspettatemi dentro, arriverò tra poco>> gli dissi facendogli strada e vedendoli sparire tra le altre persone.

Poco dopo sentii Hongjoong avvicinarsi a me <<Ci penso io qui tu vai pure con loro>> mi girai sicuro di aver capito male <<Come scusa?>>
<<Hai invitato Seonghwa alla fine, complimenti, adesso vai a parlare con lui prima che venga da me>> non mi piaceva il fatto che mi stesse dando ordini, e ancor di meno che voleva che parlassi con la sua ultima conquista perché lui era troppo codardo per farlo, ma nonostante ciò non mi opposi, perché in realtà mi ero stancato di stare lì fuori e avrei sicuramente preferito parlare con loro. Così entrai dentro senza dire niente e mi diressi verso i due che stavano nel salotto vicino all'atrio a chiaccherare in disparte.
<<Bene eccomi qua>> si voltarono verso di me sorridendo un poco, <<Mingi, se mi avessi detto che era così bella casa tua, avrei fatto di tutto per venirci prima>> affermò il castano ridendo subito dopo, <<Per questo non te l'ho detto>> risposi. <<Ancora manca Yunho vedo>> disse Seonghwa lanciando un'occhiata veloce attorno a sé, <<Si esatto, dopo che Yeosang lo ha inviato spacciandosi per me...>> enfatizzati le ultime parole dando uno sguardo di rimprovero al nominato <<...gli ho detto di venire quando più gli faceva comodo>> terminai la spiegazione, <<Ammettilo che in fondo non ti dispiace>> si difese il castano <<Forse hai ragione, ma da quando mi avete lasciato solo con lui non ho più tanta voglia di vederlo>>
<<Per quale motivo?>> ribatté subito il corvino leggermente preoccupato <<Aveva un mazzo di fiori, era vestito bene.... Stava sicuramente andando ad un appuntamento>>

I due rifletterono un attimo prima di ricordarsi di quel particolare <<Insomma non vorrei starmi illudendo per colpa vostra>>
<<E non gliel'hai chiesto?>> Mi rispose Yeosang con sguardo scettico, <<No, cosa avrei dovuto chiedergli? "Ehi scusa posso sapere dove stai andando vestito così figo e con delle rose in mano?">> Mi resi conto solo dopo di ciò che mi ero appena fatto sfuggire, sentii le mie guance diventare calde tutto d'un tratto e giuro che avrei voluto sotterrarmi. <<Attenzione questo si che è uno scoop, ti piace da matti anche a te non negarlo>> annuii alle parole del mio amico, non avrebbe avuto senso dire il contrario ormai <<Quando arriverà dovrai parlargli e dirgli come ti senti, è una brava persona e sono sicuro che non ti ferirà>>
<<Hwa ha ragione, parlargliene è la cosa migliore>> ribatté Yeosang per poi posare uno sguardo sul cameriere che ci passò accanto in quell'esatto momento <<Vado a vedere di trovare qualcosa da bere, ci vediamo tra un po'.... Ah e intanto esploro questa casa>> mi fece l'occhiolino e lo guardai con uno sguardo che diceva solo "Non fare casini", dopo di ché tornai a parlare con il corvino.

<<Io parlerò con Yunho, ma tu sai bene con chi dovresti parlare>> lo guardai incrociando le braccia <<Si, ma sai bene che non ne ho alcuna intenzione>> roteai gli occhi, sapevo che poteva essere difficile parlargli per lui, però nei suoi panni probabilmente sarebbe stata la prima cosa che avrei fatto, Hongjoong mi aveva sempre trattato male e solo da poco tempo avevo imparato a tenergli testa, non sapevo cosa mi stesse succedendo, ma sapevo che essere trattato così non mi stava più bene; se dovevo vivere lì per altri due anni, volevo almeno che fossero decenti. <<E tu sai che se ci parlassi potresti risolvere>>
<<Non è detto, potrebbe ridermi in faccia e odiarmi ancora di più>> risi alle sue parole <<Fidati, lui non ti odia, se ti odiasse adesso non saresti qui davanti a me...>> Lui non rispose così decisi di spiegarmi meglio <<Sapeva che saresti venuto, se non ti avesse veramente voluto qua, lo avrebbe impedito con tutte le sue forze>> feci una pausa prendendo sospiro <<Non so il motivo di quel che ha fatto, ma vivo con lui e lo vedo tutti i giorni, e devi credermi se ti dico che da quando ti ha incontrato è cambiato. Non so se sia per colpa tua o meno, però giuro su quello che vuoi che ora è meno stronzo e sembra quasi una persona normale. Perciò se tu hai questo potere su di lui, non dovresti sprecarlo>> terminai il mio discorso leggermente toccato dalle parole che io stesso avevo detto, era la prima volta che facevo un ragionamento del genere e a ripensarci aveva senso, non sapevo da dove mi uscissero quelle parole, ma fui contento di averle dette.

Di fatto mi sembrò di vedere gli occhi di Seonghwa leggermente lucidi mentre annuì pensieroso, che fossi riuscito a fargli cambiare idea? Non ebbi il tempo di avere la conferma che arrivò proprio l'oggetto dei nostri discorsi ad avvertirmi dell'arrivo del rosa <<Mingi, è arrivato il tuo amico... o fidanzato, quello che è>> mi voltai e arrossii nuovamente a sentir chiamare Yunho il mio fidanzato, come aveva fatto ad avere quell'impressione se non lo aveva mai visto prima?
Decisi di lasciar correre e mi diressi verso di lui, ma non prima di aver fatto un occhiolino a Seonghwa accompagnato da un "Ce la puoi fare" detto con il labiale.

Yunho sostava dove l'entrata indeciso sul da farsi, ma quando mi vide fece un gran sorriso e mi venne incontro <<Benvenuto>> lo salutai cercando di essere il più rilassato possibile mentre nel mio cervello una moltitudine di pensieri si ammassarono disordinatamente. Avrei dovuto chiedergli se fosse impegnato? Avrei dovuto fare finta di niente e comportarmi come se nulla fosse? Sarei dovuto scappare pur di non dovergli parlare?
Non sapevo neanche io cosa dire, e tantomeno come comportarmi, <<Vedo che è una cosa in grande>> commentò guardandosi intorno, io annuii e nel mentre presi la decisione più importante in quel momento. Qualcosa mi spinse a chiedergli se avesse qualcuno, non volevo essere preso in giro, volevo sapere le intenzioni che aveva con me. Ero pronto a sentirmi dire qualcosa di spiacevole, non volevo illudermi di essere l'unico per lui, perciò cacciai quella speranza nell'angolo più remoto del mio cuore.

Iniziai a camminare facendo segno a Yunho di seguirmi, ci facemmo largo tra la gente e dentro di me sperai che non passassero i miei genitori, perché non volevo essere interrotto in un momento così delicato. <<Ti vedo pensieroso Mingi>> iniziò a parlare prima lui, probabilmente per dire qualcosa dato il silenzio che si era creato. Pensai che forse era meglio aspettare un attimo e non subito iniziare con la parte più importante appena era arrivato, così lo accompagnai in cucina per prendere qualcosa da bere. Mi aspettai di trovare Yeosang lì ma non lo vidi "Strano" pensai, ma venni distratto subito dalla visione delle stesse due figure che poco tempo prima avevo visto entrare in casa mia. I due uomini in nero uscirono dalla stanza subito dopo averci visto.
Offrii del vino bianco al rosa che lo accettò volentieri mentre si deliziava il palato con alcuni stuzzichini presenti sul lungo tavolo.
Poco dopo iniziai a parlare <<Posso farti una domanda?>> Chiesi timidamente mentre mettevo in bocca l'ennesimo salatino <<Certo spara>>
<<Sei impegnato? Voglio dire.... Hai qualcuno, tipo una ragazza?>> Lui mi guardò e scoppiò a ridere, non capii il motivo e mi chiesi se fossi stato inopportuno <<Io!? Una ragazza!? No signore, sono gay fino al midollo>> annuii non sapendo cosa rispondere, mi limitai a dire un semplice <<Ah ok>>.

Mi sedetti ripensando alle rose, temetti che mi stesse mentendo, dopotutto l'evidenza era un'altra. I miei dubbi vennero però dissolti poco dopo <<Perché me l'hai chiesto? Per caso ti piaccio?>> Disse in modo piuttosto sfacciato ma allo stesso tempo adorabile. Mi sentii avvampare sicurissimo di essere diventato un peperone e non risposi. <<Che c'è, ti vergogni?>> Quelle parole risvegliarono qualcosa in me, mi alzai in piedi di scatto dalla sedia poggiai le mani sul tavolo deciso a dire la verità. Sentii tutto insieme il bisogno di raccontare tutto a qualcuno e non riuscii a trattenermi. <<Non è questo. È che ho fottutamente bisogno di sapere che intenzioni hai.>> Mi guardò stranito <<Fai sempre tutto il carino con me e io non ci avevo mai dato tanto peso, se non fosse che Yeosang un giorno è venuto da me e mi ha detto "Guarda che secondo me piaci a Yunho" e io ho pensato "Ma no, ti pare" poi però ha continuato a dirmelo tante volte e alla fine ho cominciato a crederci e peccato che proprio in quel momento tu sei spuntato un giorno tutto elegante con un bellissimo mazzo di rose rosse e bianche tra le mani, Cristo! Sembrava che dovessi andare a fare una cazzo di sfilata di moda!>> Continuò a guardarmi mezzo scioccato e mezzo incredulo <<E il problema è che da quel momento ho cominciato a chiedermi che intenzioni avessi con me dato che prima ci provi e poi vai ad un qualche appuntamento misterioso>> mi zittii colpito improvvisamente dalla paura di aver esagerato, <<Hai finito?>> Mi chiese il rosa ed io annuisco <<Bene, allora, vuoi sapere che intenzioni ho con te?>>
<<Esattamente>> appena rispondo lo vedo avvicinarsi a me, tende le braccia verso il mio volto, mi afferra le guance, non faccio in tempo neanche a realizzare tutto ciò che mi ritrovo le sue labbra poggiate sulle mie. Rimasi incredulo mentre continuò a muovere la bocca, non avevo mai provato una cosa del genere prima. Quando si staccò da me non ebbi neanche il tempo di riprendere fiato che il panico più totale invase tutto il mio corpo, rimasi immobile davanti a lui senza la forza per dire nulla <<Da dove comincio....>> Disse subito dopo <<Quella sera stavo andando a trovare mia nonna al cimitero, i fiori erano per lei, le piacevano le rose rosse e bianche e dato che era l'anniversario della sua morte avevo deciso di portargliele. Io e lei eravamo soliti andare su una collina ad osservare il sole che tramonta, sai... Quel momento del giorno chiamato Twilight... Da quando è morta lo guardo dal cimitero con lei. E indossavo la camicia perché mi piacciono le camicie semplicemente.>> In quel momento non avrei voluto altro se non sotterrarmi, <<Quindi no, non ho una ragazza e non stavo andando ad un appuntamento, o almeno, non come lo intendi tu. E si, Yeosang ha ragione, tu mi piaci e faccio sul serio con te.>>

Sorrise e io feci la cosa più stupida che potessi mai fare: scappai. <<Scusa>> Mormorai prima di lasciare la stanza.
Avevo bisogno di riflettere, non ero certo pronto ad una dichiarazione del genere, mi serviva un po' di tempo per me. Ignorai tutto e salii velocemente la grande scalinata che portava al piano superiore con tutte le stanze, entrai nel bagno e mi chiusi la porta alle spalle per poi poggiarmici contro con la schiena e scivolare lentamente verso il pavimento. Ero letteralmente preso dal panico, cos'era quella sensazione che d'improvviso provai alla pancia? Quel brivido che mi percorse tutta la spina dorsale durante il nostro contatto? E quella pienezza al petto mista ad imbarazzo e vergogna dopo che mi aveva detto la verità? Non lo sapevo, non avevo mai provato una cosa così, ma quello che sapevo era che era stato bellissimo, quelle sensazioni non avevano niente a che fare con quel senso di solitudine e monotonia che provavo tutti i giorni. No, erano qualcosa di speciale e meraviglioso che ero sicuro di voler riprovare.

Rimasi bagno a riflettere prima di rendermi conto di ciò che avevo effettivamente fatto. Avrei voluto strozzarmi con le mie stesse mani, ma come mi era saltato in mente di lasciarlo lì dopo che si era aperto con me? Aprii la porta e corsi lungo il corridoio, poi giù per le scale, guardavo in ogni angolo sperando di scorgere quella chioma rosa, ma niente. Non lo trovavo più. Passai una mezz'ora almeno a fare avanti e indietro per tutte le stanze con la speranza di trovarlo, uscii anche fuori in giardino ma anche lì nemmeno l'ombra. Ero sicuro che se ne fosse andato per colpa mia e non sapevo se me lo sarei mai perdonato. Mentre stavo tornando tristemente verso la mia stanza con l'unica voglia di riempire la vasca e fare un bagno immerso tra le mie lacrime e magari morire asfissiato coperto da sapone e acqua bollente, Hongjoong si avvicinò pericolosamente a me <<Hai visto Seonghwa?>> Chiese tutto agitato, prima non voleva parlargli e ora lo cercava? Rimasi incredulo ma risposi negativamente  prima di vederlo sparire tra il resto della gente presente. In effetti non avevo più visto Seonghwa e Yeosang, ma in quel momento l'unica cosa che avevo in testa era il casino che avevo appena combinato.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top