𝐗

{12 anni prima...}

Il silenzio regnava sovrano nella camera del bambino. Dormiva sereno mentre stringeva a se il suo amato orsacchiotto di peluche, non poteva immaginare ciò che stava per accadere.

Degli scossoni gli percorsero tutto il corpo facendolo uscire dal sogno in cui era imprigionato, sentì delle braccia cingergli la vita e una mano accarezzargli la fronte.

<<Svegliati piccolo, dobbiamo andare>> delle urla provenivano da fuori, urla disperate, ma la voce di sua madre accanto a lui lo confortò.

Tirandolo per la mano lo fece alzare dal suo morbido giaciglio, sentì un brivido al contatto con l'aria fredda una volta tolte le coperte.
La sua stanza era ancora in penombra ma dal corridoio arrivava un bagliore di luce calda.
Dovendo camminare si svegliò per bene, un po' intontito seguì la madre che quasi correndo lo trascinava con se.
Non fece neanche caso a ciò che aveva intorno una volta uscito dalla sua camera, continuava a guardare la figura davanti a sé che lo aveva bruscamente svegliato nel mezzo della notte.

Non capiva, ma cosa stava succedendo?
D'improvviso sentì caldo, tanto caldo appena scese le scale della casa.
Un odore intenso e amaro gli arrivò ai polmoni facendolo tossire.
<<Mamma, ma che succede?>> Mugolò con voce rauca.
Passò davanti alla camera della sorella, rivolse lo sguardo verso di essa, la porta era aperta e sembrava che lei stesse... Dormendo, ma nel pavimento "Che strano".

<<Non c'è tempo per spiegare, adesso devi correre fuori e non muoverti per nulla al mondo.>> La mano della madre si staccò dalla sua una volta raggiunto l'ingresso. Fece come gli aveva detto, si allontanò correndo verso la strada dove decine di persone si ammassavano incredule.
Si bloccò di fronte a quella vista, non era mai stato un bambino socievole, andare in contro a quella folla di persone gli metteva anche paura.

Per fortuna tra la folla riconobbe un viso conosciuto, suo padre, si stava facendo largo spintonando qualcuno lì e qualcuno la per correre verso il piccolo urlando il suo nome <<Wooyoung! Wooyoung! Stai bene?>> si inginocchiò di fronte a lui prendendogli le braccia e osservandolo prima di dargli un abbraccio, sembrava preoccupato, in quel momento il bambino si accorse di avere della polvere grigia sulla maglietta bianca con un alieno disegnato.
Rimase lì immobile senza dire una parola.

L'uomo gli dette una carezza sul volto, poi rivolse uno sguardo dietro di lui, si alzò e corse via, il piccolo si voltò per non distogliere lo sguardo dall'unica figura che gli era familiare in quell'ammasso di persone sconosciute, mai viste prima, o forse sì, come poteva ricordarlo, che parlavano disperate mentre con il cellulare in mano stavano filmando tutta la scena.
Riconobbe anche qualcuno di quelli che dicevano le cose in TV con il microfono in mano, stavano parlando come sempre davanti ad una scatola nera.
"Chissà perché lo fanno"

Guardandosi indietro si trovò davanti ad un terrificante spettacolo di luce, rimase incredulo a fissare quello spaventoso scenario, mentre con il braccio stringeva a se il suo peluche che con fatica era riuscito a non farsi scivolare di mano durante la fuga da quella piccola abitazione. Non capiva ciò che succedeva. Aveva già visto una cosa del genere, nel cartone dei pompieri che gli piaceva tanto, ma non si aspettava che fosse così nella realtà.
Non così caldo.
Non così soffocante.

La madre uscì correndo più di prima, seguita dal padre che portava in braccio il corpo della sorella. La vista di ciò lo lasciò segnato per sempre, l'immagine delle assi che piano piano cadevano da quella che era la sua casa, provocando enormi vuoti al posto delle finestre e un gran frastuono una volta toccato il suolo.

Il suo posto sicuro, il posto che aveva sempre conosciuto come "casa", stava cadendo a pezzi, e lui non poteva fare niente per impedirlo.
Di fronte a quello spettacolo rimase esterrefatto, immobile, mentre il riflesso delle fiamme che inghiottivano la sua vita, si faceva sempre più vivo nei suoi occhi e sarebbe rimasto lì per sempre.

Sirene in lontananza.
Sempre più vicine.
Ma ancora terribilmente lontane.

--------

<<Adesso tu mi spieghi che problemi ti affliggono, Wooyoung!>> Mia sorella entrò in camera furiosa, non riuscivo a credere che l'avesse fatto.

Quando vidi il ragazzo davanti a me non volevo crederci, ero abituato a incontrare i ragazzi con cui mia sorella si divertiva la notte. Ma vedere QUEL ragazzo... No, non poteva essere vero, non riuscii a dire niente.

Ebbi a malapena il tempo di scendere in cucina per fare colazione, ancora confuso e cercando di trovare un'altra spiegazione per cui quello era in casa mia, che me lo trovai davanti di nuovo, questa volta non resistetti, non potevo vederlo un secondo di più. Gli urlai contro, volevo solo che se ne andasse e non dovessi vederlo mai più.

E adesso Heyjin era incazzata nera con me, ma non m'importava, lei credeva di poter fare tutto ciò che voleva, ma non era così.
<<Quella che ha problemi qui sei tu! Se porti un'altra volta quello stronzo in questa casa giuro che...>> Mi interruppe prima che potessi finire il discorso <<Cosa!? Andrai a piangere dalla mamma!?>>

<<Quando fai così mi fai veramente incazzare!>> gli risposi non trovando le parole <<Sei un bambino Wooyoung, impara a crescere!>>

<<Io sarò pure un bambino ma sai che ti dico, Heyjin, tu sei una troia!>> Quelle parole mi uscirono dalla bocca prima che potessi bloccarle, e il suo volto cambiò drasticamente.
<<Cos- RIPETILO>>
La guardai fissa negli occhi e raccogliendo quella poca dignità che ancora avevo, le sputai in faccia ciò che, probabilmente a causa della rabbia del momento, pensavo.
<<HAI CAPITO BENE, SEI UNA TROIA! VAI CON QUALSIASI COSA RESPIRI E SIA ANCHE SOLO LONTANAMENTE ATTRAENTE. SONO STANCO DI SVEGLIARMI UNA VOLTA A SETTIMANA CON UNA PERSONA DIVERSA IN CASA MIA, SE TI PIACE TANTO FARLO, PERCHÈ NON VAI A BATTERE IN AUTOSTRADA, E TI FAI PORTARE IN HOTEL!>>

Uscì offesa dalla camera sbattendo la porta, non pensavo veramente quelle cose, non sapevo perché le avessi dette. Forse aveva ragione lei, forse dovevo solo crescere e accettare quello che era successo.
Però non potevo, era più forte di me.
Quell'uomo aveva rovinato la nostra famiglia, e il solo pensiero che la sua fosse intatta e felice mi faceva rabbrividire.

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<<Ti vedo un po' strano oggi>> quelle parole mi rimbombarono nella testa <<No è solo che... È successa una cosa>>
<<Ti va di raccontarla?>>

Stavo camminando lungo il marciapiede che costeggiava il parco, scalciando con i piedi qualche sassolino qua e là.
Jongho era accanto a me, particolarmente silenzioso quel giorno, forse per via del mio comportamento un po' distaccato.
Da quando avevo visto, per pura casualità, quel ragazzo, non avevo più smesso di pensare a lui e a quanto potessi essere arrabbiato con mia sorella per ciò che aveva fatto.

<<È.... È un po' complicato>> mi guardò cercando di scorgere qualche indizio nel mio sguardo <<Sai che puoi dirmi tutto>>
Sorrisi, era uno dei pochi amici che avevo.
<<Si tratta di mia sorella.... È andata a letto con uno...>>
<<E non lo fa sempre?>> Si fece uscire una risatina, che ritirò subito dopo aver visto la serietà del mio sguardo <<Il problema è lui>>

<<Oddio! L'ha minacciata!? Vuole qualcosa!? La ricatta!?>> Esplose in una serie di supposizioni infondate <<Niente di tutto ciò>> presi una pausa facendo un sospiro <<È quello stronzo di Choi San>>
Jongho mi guardò incredulo.
<<Intendi QUEI Choi?>>
Lo guardai annuendo con la testa.
<<Wow>>

<<Ma poi come lo conosci scusa?>> Giusto, come lo conoscevo? Non lo sapevo neanche io, <<Non lo so, lo conosco e basta, non so dove posso averlo già visto, forse su Instagram che ne so>> sospirai.

<<Comunque il fatto è un altro>>
Jongho non sembrava preoccupato, anzi, quasi non gli interessava <<Beh non mi sembra un gran problema...>>

<<Suo padre ha rovinato la mia famiglia, come fai a dire che non è un problema!?>> Nel frattempo eravamo arrivati ad un laghetto, stava in mezzo al parco, era un posto molto tranquillo.
Cespugli di chissà quale pianta spuntavano qua e là lungo la riva, nell'acqua ninfee sparse tra il caratteristico muschio verde della superficie; il gracidio delle rane faceva da scenario rilassante e naturale. Un posto perfetto per fermarsi a godersi la natura.

Jongho andò a sedersi sul prato vicino alla riva, lo seguii sistemandomi accanto a lui. Presi dei sassolini dal terreno e iniziai a tirarli in acqua facendoli rimbalzare.

<<Innanzitutto non è stato suo padre a fare quelle cose...>> Jongho riprese a parlare <<Ma era comunque complice>>
<<Il fatto che suo padre abbia collaborato a quella cosa, non significa che è anche colpa sua>>
Non potevo credere che lo stava difendendo, non lo aveva mai visto in vita sua ma lo stava difendendo <<Ma si può sapere perché lo difendi? Lo capisci o no che quelle famiglie mi hanno fatto soffrire!?>>

<<Sto solo dicendo che forse non dovresti avere questi pregiudizi verso una persona che neanche conosci veramente...>>
<<Sei incredibile Jongho...>> Stavo per alzarmi e andarmene, ma lui mi prese il braccio per impedirmelo <<Aspetta non ti arrabbiare>> lo guardai dritto negli occhi <<Dammi un motivo per restare>>

Tirò un lungo sospiro <<Ti voglio bene Wooyoung, non sto dicendo questo per ferirti, penso solo che stai traendo conclusioni affrettate tutto qui, poi se non vuoi avere nulla a che fare con lui lo capisco>>
Le sue parole mi fecero calmare, era incredibile come riusciva a cambiare il mio umore così in fretta.

Ritornai seduto e continuammo a lanciare sassi contro lo specchio d'acqua.

Dopo un po' sentii la vibrazione del mio cellulare, era un messaggio <<Chi è che rompe il cazzo ora?>> Jongho lanciò una risatina.
Accesi lo schermo e vidi che la notifica era di Instagram

"ChoiSan_ ha iniziato a seguirti"

<<NO. NO! NO!>> Il mio amico mi guardò preoccupato <<Che succede?>> Senza esitare rivolsi il cellulare verso di lui <<Poi dì che non avevo ragione, lo vedo in casa mia e poi mi viene a seguire! Non va bene>>
Mi guardò serio cercando di trovare qualcosa da dire, ma rimase in silenzio <<Cosa dovrei fare secondo te?>>

<<Niente, cosi capisce che non t'importa>> aveva ragione, non dovevo fare altro che ignorare la cosa e sperare che non mi rivolgesse più la parola.

<<Cerca di non pensarci adesso, cambiando discorso, sabato ci sei, vero!?>> Giusto, mi stavo quasi per dimenticare della festa che si sarebbe tenuta in discoteca qualche giorno dopo <<Ovvio, come potrei mancare, a proposito, pensavo che potresti venire a casa mia prima così ci prepariamo insieme>>
Mi guardò e rise <<Uuuuu su chi vuoi fare colpo!???>>
<<Ma nessuno sciocco!>> Gli diedi un pugno leggero sul braccio <<Si si, sappi che ti tengo d'occhio>>

{Flashforward}

???'s p.o.v.

Il pavimento era ghiaccio.

Ma ormai non lo sentivo più.

Il freddo.

I miei amici erano lì.

Distrutti come me.

Poi c'era lui.

Non sapevo chi fosse.

Ma per quel poco che avevo visto.

Durante quei giorni strazianti.

Era una persona forte.

Non si lasciava buttare giù.

Anche se ormai stavamo tutti perdendo le speranze.

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