𝐈𝐈
<<Si, cazzo!>> La voce di San rimbombò per tutta la stanza <<Aspettami vado a prendere altra birra>> ribattei.
Andai in cucina per prendere da bere, io e San amavamo guardare le partite di football insieme, era come una tradizione ormai, e dopo c'era sempre tempo per fare altro se non fosse che quel ritardato di mio cugino stava sempre in mezzo.
San era l'unico che potesse capirmi, per la gente ero solo uno stronzo ricco ma a me non importava, dopo tutto la mia vita faceva schifo da molto tempo e non me ne fregava niente.
Io e San stavamo insieme da quasi un anno, durante il quale avevo imparato ad amarlo, come non avevo mai amato nessun altro e lui amava me.
Andava tutto bene così, soprattutto perché stava simpaticissimo ai miei zii, che beh... Per me erano come genitori.
Loro avevano sempre comandato la mia vita in un certo senso, e a me stava bene così, dopotutto erano tutto ciò che mi rimaneva.
Sapevo che non volevano che vedessi gente di un ceto più basso, quindi cercavo di evitare tutti, non era neanche molto difficile dato che in ogni caso nessuno sarebbe mai diventato mio amico, o qualcosa di più.
San era come il migliore amico che non avevo mai avuto, per me rappresentava tutti coloro di cui ognuno ha bisogno.
<<Eccomi, che succede?>> Dissi rientrando nel salone
<<Hey ci hai messo tanto>> rispose
<<Lo so scusa>> naturalmente mi ero perso nei miei pensieri mentre camminavo
<<Perdonato>> mi diede un bacio a stampo e poi tornò ad urlare davanti allo schermo del televisore.
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Stavo camminando nei corridoi della mia casa quando sentii delle voci provenire dallo studio di mio zio, niente di strano in realtà.
Mio zio riceveva spesso ospiti a casa, la maggior parte erano persone che volevano lavorare per lui, nella sua grande fabbrica che fruttava così tanto denaro da farlo diventare la persona più ricca della città.
Mio padre non era affatto così, no lui non aveva mai amato la ricchezza, si era allontanato dal fratello appena questo iniziò ad ottenere della fama.
Però è da quando avevo 8 anni che vivo con i miei zii e mio cugino, e per me è normalità vivere in questo modo.
Qualcosa mi disse di restare lì fuori ad aspettare, <<Sarò lieto di averla fra i miei collaboratori>>
<<Grazie mille, veramente, lei è gentilissimo>> gli rispose la persona che era con lui nella stanza
"Tutta scena, mio zio non potrebbe piacere a nessuno" pensai "Ma quindi non è un semplice dipendente..."
La grande porta si aprì e uscì un uomo seguito da un ragazzo, quest'ultimo aveva i capelli marroni con qualche ciocca più chiara davanti, era più alto di me però non sembrava essere più grande.
L'uomo che era con lui avrà avuto l'età di mio zio e uno sguardo tipico di chi aveva vinto una partita poco prima di arrendersi.
Mio zio rimase sull'orlo della porta salutando con la mano e un finto sorriso.
Il ragazzo mi guardò in modo particolare, nessuno lo aveva mai fatto in quel modo, aveva gli occhi di un marrone intenso che mi colpirono subito.
Li seguii fino a fuori e, mentre l'uomo andò a prendere l'automobile, decisi di parlare al ragazzo <<Hey, che ci fai qui?>>
<<Mio padre ha appena ottenuto un lavoro dal tuo>> rispose, quando mi guardò capii che quello sguardo, caldo e intenso, gli veniva naturale.
<<Oh no, è mio zio non mio padre>> Risposi ridendo, il ragazzo non disse nulla, <<Kim Hongjoong>> allungai la mano verso di lui, <<Choi San>>.
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I corridoi della scuola erano sempre così affollati, gente che andava e veniva, spesso mi chiedevo come facesse una piccola città come quella ad avere così tanti studenti in solo una delle due scuole che ne facevano parte.
San era già andato in classe, i corridoi si stavano svuotando piano piano e le classi, al contrario, si riempivano; io stavo facendo tardi alla lezione di matematica e non potevo permettermelo, non di nuovo.
Il professor Ghim non mi avrebbe perdonato un altro ritardo e ritrovarmi in presidenza era l'ultima cosa di cui avevo bisogno in quel momento.
Mentre correvo per i corridoi mi scontrai con qualcuno <<Ei stai attento a dove vai!>> Gli urlai senza neanche guardarlo in faccia
<<Ma veramente sei tu quello che sta correndo>> rispose questo.
Nessuno mi aveva mai risposto in quel modo "O vuole mettersi nei guai, oppure forse non mi conosce, cosa molto strana".
Nonostante fossi in ritardo non potevo lasciar perdere <<Come scusa?>>
In quel momento lo guardai in faccia e vidi i suoi occhi che mi guardavano con sguardo interrogatorio.
Aveva i capelli neri e ed era abbastanza alto, non lo avevo mai visto prima in città.
<<Ho detto che mi sei venuto addosso te>> con che faccia tosta me lo aveva detto.
<<Non mi conosci, ma ti avverto, non ti conviene scherzare con me>>
<Infatti non sto scherzando>> disse prima di squadrarmi dalla testa ai piedi <<Minion>>.
<<Kim Hongjoong>> venni richiamato dall'insegnante che si affacciò fuori la classe, prima di andare in classe guardai il ragazzo negli occhi cercando di trasmettergli paura, ma sembrava non fargli effetto.
Forse era meglio se lasciavo perdere per una volta, non sapeva chi sono ed era probabilmente l'unica persona in tutta la città, forse avrei dovuto lasciare che continuasse a pensare che fossi una persona qualsiasi.
Durante la lezione continuai a pensare a lui, era una persona come un'altra, eppure aveva quel qualcosa... Quel qualcosa che mi intrigava e non capivo cosa fosse.
Non mi era mai capitato prima, pensare così ad una persona, che neanche sapevo chi fosse "Sarò solo arrabbiato".
Fu il suono della campanella a risvegliarmi da quello stato di trans in cui ero caduto, guardai la lavagna che era piena di scritte di cui io non sapevo il significato, tutto perché mi ero perso a pensare ad uno sconosciuto insolente che mi era venuto addosso nei corridoi.
Mi stavo dirigendo verso la limousine che, come ogni giorno, mi veniva a prendere per portarmi a casa o in qualunque altro posto volessi andare.
Quando, d'improvviso, mi ritrovai quel ragazzo davanti, <<Ancora tu>> gli dissi cercando di sembrare scocciato.
<<Potrei pensare che sei un maniaco e che mi stai seguendo>> rispose lui.
Non capii cosa intendesse <<Come??>>
<<Stavo scherzando>> rise.
Quella risata. Fu la cosa più bella che vidi quel giorno.
Per un attimo, ma solo per un attimo, mi sembrò quasi di trovarlo attraente, mi balenò in testa l'idea di baciarlo, l'idea di me con quel ragazzo di cui non sapevo neanche il nome. La cosa era talmente strana e imbarazzante che mi tolsi subito quel pensiero dalla testa, risposi <<Simpatico>> e me ne andai.
<<Comunque io sono Park Seonghwa>>
Mi girai verso di lui, <<E io sono Kim Hongjoong, ma questo lo sai già, comunque tutti mi conoscono come "quello ricco e stronzo", non posso certo augurarti di avere una buona permanenza in una città come questa>>
Come avevo potuto anche solo pensare una cosa del genere, pensare di tradire San con il primo che passava. Eppure quell'idea non era così malvagia nella mia mente, mi sentivo una persona orribile a immaginare di fare una cosa del genere alla prima persona che avessi mai amato, ma forse questo non significava che dovesse essere l'ultima.
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<<Allora? Qualche idea?>> Mi chiese San mentre stava sdraiato in un angolo del letto con le gambe e il braccio destro a penzoloni.
<<Beh in realtà una cosa ce l'avrei in mente...>> Sorrisi.
Mi avvicinai al letto e mi misi sopra di lui, lo baciai in modo appassionato ma lui non sembrava soddisfatto, mi mise una mano sul petto per allontanarmi <<No Hongjie, non ho voglia ora>>
<<Posso sempre fartela venire io la voglia>> lo baciai di nuovo ma lui continuava a scansarsi, <<Dai...>> Lo baciai di nuovo, poi di nuovo fino a quando lui mi scansò da sopra di sé e si alzò.
<<CRISTO HONGJOONG HO DETTO CHE NON MI VA!>>
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