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10 Novembre 2010
"Passò un po' di tempo prima che rividi Keonhee. Gli avevo detto che ci avrei pensato su e che lo avrei contattato più avanti se avessi avuto bisogno di qualcuno. La realtà era che sicuramente un aiuto ogni tanto non mi avrebbe fatto male, ma ero uno a cui piaceva fare tutto da solo e avere i suoi spazi e per colpa del mio carattere avevo paura di combinare qualche casino.
Due settimane dopo, però, mi trovai in difficoltà perché non avevo ispirazione su cosa ritrarre. In genere mi piaceva fotografare semplici oggetti e cercare di renderli qualcosa di più di ciò che effettivamente erano, mi piaceva giocare con le ombre e le angolazioni più disparate. Ma da qualche giorno non riuscivo a trovare niente che richiamasse l'obbiettivo della mia fotocamera.
La svolta fu quando vidi il ragazzo argentato passare davanti al mio studio per caso. I ricordi di quella giornata trascorsa insieme un po' di tempo prima mi tornarono alla mente e una lampadina si accese nella mia testa.
Quando fermai la sua camminata mettendomi davanti a lui, i suoi occhi si colmarono di speranza che la cosa che avrei detto in seguito fosse una proposta di lavoro. L'unico problema era che non era per il lavoro che si aspettava lui.
Mentre lo accompagnai dentro dicendo di dovergli parlare, osservai senza farmi notare il suo volto e il suo corpo. Era alto, magro, con un bel sorriso ed una pelle praticamente perfetta. I suoi capelli davano spazio all'utilizzo di molte luci diverse e più lo guardavo più idee mi venivano alla mente.
Gli parlai ancora una volta rapito dai suoi occhi color nocciola e da quel sorriso che teneva il mio sguardo sempre più agganciato a lui. Per un attimo ebbi paura che non accettasse, i secondi di silenzio che precedettero la sua risposta mi sembrarono un abisso profondo quanto la fossa delle Kermandec, ma mi lasciai scappare un sospiro non appena sentii quella parola.
«Accetto.»"
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