Il Battito Del Nostro Cuore
Riusciamo a vivere tranquillamente anche con le restrizioni che ci vengono imposte. Siamo umani, impariamo ad adattarci, anche quando queste restrizioni provengono dalla paura del cambiamento, dall’odio e l’ignoranza altrui. Ora è arrivato il momento anche per noi di assaggiare quel brivido di pura libertà che gli altri abbracciano tutti i giorni. È ora di sentirci accarezzare dal vento che ci segue invece di venirci contro, ora anche noi facciamo parte dei preferiti di Dio. Abbiamo solo dovuto aspettare che anche gli altri fossero pronti ad accettare qualcosa che nemmeno li riguarda. Riguarda me, riguarda Sascha, riguarda chi, come noi, si è sentito privato del proprio essere, costretto a fingere ciò che non era. La paura condizionava anche noi, non solo loro.
Ma oggi forse il mondo vedrà una nuova regola, oggi forse anche noi potremmo avere il diritto di camminare per strada a testa alta mentre ci teniamo per mano. Oggi il mondo acquista una vittoria.
“Hai visto?!HAI VISTOOOO!!!” Sascha gli saltò sulle spalle mentre lui sorrideva incredulo, non credeva sarebbe mai successo.
“Oggi sarà chiesto al parlamento di approvare una legge che permetta ai membri della comunità lgbtq+ di sposarsi civilmente. Se approvata, questa legge sarà l’inizio di un percorso che si aspettava da molto tempo. Sarà la svolta per iniziare a garantire diritti a tutti quelli che fino ad ora si sono sentiti emarginati, segna il progresso verso una mentalità più aperta.”
“Devo chiamare mamma, papà, mio fratello, Surry e chiunque io abbia mai incontrato nella mia vita” Esclamò il corvino, prendendo dal tavolo il cellulare.
Prima che si potesse allontanare dalla cucina, Stefano gli prese il polso, avvicinandolo a sè. Lo guardò in modo piuttosto serio, e poi gli accarezzò il viso: “Voglio solo che tu sappia, che avrei passato con te tutta la vita con o senza la legge dalla mia parte.”
Sascha sorrise, quelle parole gli avevano riscaldato il cuore, e non c’era miglior modo per dimostrarlo se non avvicinarsi al suo ragazzo, e dargli un timido bacio, come faceva all’inizio della loro relazione.
Dopo il bacio, Sascha gli aveva chiesto con lo sguardo se fosse davvero il caso di fare quelle telefonate, e Stefano, non volendo togliergli l’entusiasmo di comunicare a tutti il loro successo, gli fece cenno di andare pure. Lui rimase in cucina, si voltò nuovamente verso la tv, e poi guardò Sascha che parlava per telefono, saltando di gioia.
Chi avrebbe voluto essere privato del romanticismo di un matrimonio?
Stefano finì di bere il suo bicchier d’acqua e si diresse verso il suo studio. Aveva una proposta da preparare, e ci avrebbe dedicato l’intera giornata se necessario, affinché venisse perfetta. Anche se la perfezione non esisteva, Sascha meritava quanto di più vicino ad essa.
Il ragazzo rimase al computer fino a tarda sera, fortunatamente la sua creatività era intervenuta mentre più ne aveva bisogno. Quando ebbe finito, spense il computer e si alzò dalla sedia. Finalmente poteva stiracchiarsi e raggiungere l’amato.
“Andiamo sempre in Sicilia quindi settimana prossima?” Gli chiese il corvino, coccolato dalle braccia di Stefano che lo stringevano da dietro.
“Certo” rispose il castano quasi allarmato. Quel viaggio costituiva la parte importante della sua proposta. “Non c’era alcun motivo per cui cambiare destinazione” affermò.
Il corvino annuì: “Allora mando la conferma in hotel ok?”
“Si” - “La cena è pronta comunque.”
“Hai cucinato tu?” Chiese Stefano piuttosto incredulo, e restio a credere che avesse davvero messo mani nei fornelli.
“Dev’essere davvero buono allora” Disse ironico, prendendo un cucchiaio per assaggiare.
Rise leggermente, e allora Sascha mise il broncio, facendo il finto arrabbiato.
“Oh andiamo! Non cucini mai.”
“Ma oggi è un giorno speciale!” Esclamò Sascha. Poi prese il castano per mano e lo accompagnò verso la sedia per farlo sedere.
“Oggi mi prendo io cura di te.” Disse il corvino, dando un bacio sulla fronte al fidanzato.
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“Siamo arrivati nel cuore della Sicilia, ma non ti è bastato. Devi sempre puntare verso l’alto, ma sai che ti dico? Io penso che tu stia sottovalutando le attività tranquille: fare una passeggiata, un bel massaggio... Insomma, a volte ne vale la pena anche di puntare verso il basso. Altrimenti non credi che si potrebbe offendere? Infondo noi veniamo dal basso perché non tornarci!”
Il castano ridacchiò: “Vedi al basso piace disfarsi delle persone, non riprendersele. Ne ha così tante che la gioia che lo avvolge quando qualcuno inizia ad allontanarsi è immensa.”
Sascha sbuffò. “Io invece credo che sia contento di avere tante persone dalla sua parte” Si girò per vedere la strada che avevano percorso.
Stefano lo prese per il braccio e se lo portò dietro con prepotenza.
“Lascia le lamentele a quelli che non riescono ad immaginare di poter puntare in alto, che noi ormai siamo già arrivati.” Con uno sguardo accennò al terreno in discesa davanti a loro.
“Questa bellezza...” La sua mente fantasticava mentre si guardava intorno, felice. “Vale tutti i kilometri che abbiamo fatto fin’ora.”
“Anche la fame?” - “Anche la fame.” Confermò il castano.
Sascha lo vedeva così soddisfatto che cercò di vedere il mondo con i suoi occhi. Con questo scopo li chiuse, e quando li riaprì, la sua mente non era più concentrata sul dolore. Non era più il corpo a parlare, ma i sensi. La vista spettacolare di cui i suoi occhi avrebbero potuto vantarsi, il vento che gli accarezzava dolcemente il collo, come un leggero solletico. E l’aria, l’aria fresca che aveva sapore di libertà. Non la libertà che si prova a slegarsi dalle catene, ma dalla vita stessa.
“In questo luogo ci sono venuto solo una volta in passato e mi sono ripromesso che ci sarei tornato solo con qualcuno di speciale. Avrei tanto voluto che questo qualcuno, venendo cui, potesse sentirsi proprio come me. Come se i nostri cuori battessero all’unisolo. Tu lo senti? Da qui possiamo sentire la libertà sorriderci a livello fisico. La senti che ti parla? Che ti accarezza dolcemente?”
Sascha annuì: “La sento. Forte e chiara. Tante volte non ti capisco. Ma oggi lo faccio appieno. Questo posto racconta tante storie, tante emozioni. Ma niente mi fa emozionare come il tuo sorriso Stefano. Tu sei tutto ciò di cui ho bisogno per sentirmi vivo.”
Stefano sorrise. “Hai visto, proprio di quel sorriso stavo parlando!” Il corvino si avvicinò al fidanzato lentamente, tanto che mentre la tensione aumentava, i loro nasi erano già l’uno contro l’altro.
“Ora siamo qui, cullati dal silenzio: i beati di Dio. Ma se non lo fossimo, vorrei che tu sapessi che andrei nei posti più bui del mondo, con le catene più solide che esistano, pur di stare accanto a te.” Stefano aveva una curva sul viso che non era più scomparsa, aveva gli occhi ridotti a due fessure, era perso nell’altro. Aveva una mano che accarezzava il viso di Sascha, e l’altra la teneva in tasca.
Si leccò il labbro inferiore e sospirò. Sascha non aveva fatto altro che guardarlo con gli occhi da innamorato per tutto il tempo.
“Per questo motivo ho preso una decisione, e ora che anche il mondo era un baco dalla mia parte... Guarda qua...” Indicò con una mano tutto ciò che c’era intorno a loro e s’inginocchiò, prendendo finalmente dalla tasca e rendendola visibile al corvino. Quest'ultimo spalancò gli occhi e portò le mani davanti alla bocca. “Siamo sull’Etna a goderci una vista stupenda, e proprio perché non c’è nessun’altro con cui io vorrei essere qui, o in qualsiasi altro luogo, proprio per questo ti chiedo: Sascha Burci, vuoi sposarmi?”
Il corvino iniziò a scuotere la testa in segno di affermazione e gli si buttò addosso per baciarlo: “Si! Si e si!”
“Stiamo qui per sempre...” Sussurrò tra e l’altro.
Il castano annuì: “Una casa là, ci mettiamo anche una bella altalena e poi perché no... Ci portiamo un’intera fattoria.”
“E i bambini?” Chiese Sascha con un’espressione sognante. “Si anche i bambini.” Affermò ridendo.
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Era il silenzio a consolarli in quella giornata. In quei giorni non avevano fatto altro che esprimere il loro amore tra gli alberi del bosco vicino casa, ma lo trasmettevano anche dagli occhi. Non era necessario conoscerli per sapere cosa stava succedendo nei loro petti.
In uno dei loro litigi, Salvatore aveva detto al castano che non stava lasciando Sascha ma quello che Sascha gli faceva provare. Quel sentimento, quelle sensazioni erano ciò che le persone cercavano per tutta la vita, e che molto spesso non trovavano. Lui lo aveva trovato e perciò non poteva permettere all’orgoglio o alla testardaggine di mettersi in mezzo e spezzare il filo rosso che legava i loro cuori. E Salvatore aveva ragione.
Stefano ricordava quelle parole ogni volta che litigavano per qualcosa futile, o anche se non lo era.
“Speriamo...” sussurrò il castano per poi deglutire. Sascha lo strinse più forte a sé e gli bacio la fronte: “In ogni caso io sono cui.”
I due avevano il camino acceso ed erano abbracciati sul divano mentre guardavano le notizie. Ci sarebbe stato il verdetto delle votazioni in parlamento da lì a poco.
“Ora cambiamo argomento. Oggi alle 14 le camere si sono riunite per discutere di un argomento molto importante: il matrimonio tra persone omosessuali. Conosciamo già gli esiti e purtroppo la legge non è stata approvata. Pensiamo che sia stata presa questa decisione perché...”
Stefano spense la tv. Sascha sospirò e poco dopo udì un lamento. Si girò verso il castano e notò che qualche lacrima gli stava rigando il viso.
“No Stefano no... Va tutto bene” Gli baciò la fronte e lo strinse ancora di più.
“Ci sposeremo altrove” Sussurrò il castano.
“E dove?”
“In un altro paese. Ovunque tu voglia.”
“Io ci avevo sperato davvero...”
“Lo so, lo so.”
Sascha gli accarezzò il viso, e gli diede un bacio: “Ci sposeremo altrove e confermeremo la nostra unione. L’importante è che siamo io e te. Per sempre, e non abbiamo bisogno degli anelli pe urlarlo al mondo.” Affermò il corvino. “Finchè avrò te... Nulla potrà minimamente scalfirmi.”
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