Fotografare le Onde dalla Luna
~PRIMA PARTE~
Se vuoi rendere ricca una persona,
non devi aumentargli i beni,
ma diminuirne i desideri
-Seneca
Le giornate si allungano talmente tanto d'Estate che non ti rendi conto a che ora vai a dormire o a che ora ti svegli, sono i tuoi bisogni a ricordartelo.
Stefano non ricordava quella sensazione da tanto tempo, dell'essere fuori dalla sua gabbia di matti personale, che però lui amava. Persino lui, però, aveva bisogno di staccare e riprendere le energie, peccato che a metà agosto è difficile trovare un posto che non sia già pieno di gente. Sbuffò dopo aver editato l'ennesimo video, non importa se non sapeva dove andare, era sicuro di trovare un posto dove passare le sue uniche vacanze di quell'anno.
E quel posto non sarebbe stato la sua amata casa.
Biglietto acquistato.
La scritta gli comparse davanti agli occhi, era troppo stanco per leggere. Gli occhi lacrimavano di tanto in tanto, segno che era stato troppo tempo al computer e alle gambe pareva di non toccare terra da un secolo.
Tolse gli occhiali e li posò accanto al mouse sospirando, le nocche della mano sfiorarono delicatamente gli occhi; Stava cercando di rimanere sveglio. Si avvicinò maggiormente al computer per vedere meglio cosa c'era scritto. Strizzò gli occhi varie volte ma senza gli occhiali era letteralmente cieco.
"Oh fanculo"
Si alzò spingendo via la sedia per poi prendere la valigia da sopra l'armadio.
Conosceva a memoria quella scritta in mezzo allo schermo, non aveva realmente bisogno di leggerla.
O almeno così pensava, trattando di convincere se stesso.
Destinazione: Ibiza.
_ _
Il check-in era andato liscio, perciò non gli mancava altro se non salire sull'aereo.
Mostrò il biglietto al ragazzo che si occupava delle imbarcazioni che gli fece cenno di passare.
Il castano gli sorrise annuendo con il capo.
Lesse il numero del suo sedile, ma si trovò una spiacevole sorpresa quando arrivò davanti a esso.
Erano due posti, e a quanto pareva il suo era già stato occupato.
"Mi scusi, il posto vicino al finestrino è mio"
Prese dalla tasca il biglietto e gli mostrò la parte dove c'era scritto il numero del posto.
Il ragazzo sorrise, quando faceva quel gesto spuntavano due adorabili fossette.
Titty e Mike.
Quelli erano i nomi che Stefano aveva scelto per le fossette appena le aveva viste.
"Amico, io non sto mai e poi mai sul lato del corridoio"
Il ragazzo alzò un dito che negava l'affermazione del suo interlocutore.La sua espressione esprimeva una disapprovazione ferma su quell'argomento.
Il castano sbuffò, rimise il biglietto nella tasca posteriore e si sedette nel posto che tanto odiava.
"Sa, non è simpatico da parte sua"
Disse il castano, osservando il corridoio.
"Cosa? preoccuparmi di me stesso? Suppongo di no"
Ogni frase che diceva suonava nelle orecchie di Stefano come una presa in giro. Strinse i denti e si morse il labbro per trattenersi dal parlare ancora in modo sgarbato, mentre l'altro rideva e l'aereo decollava.
_ _
"Sei ancora arrabbiato?"
Chiese il ragazzo dal nome sconosciuto e dai capelli corvini.
Stefano non rispose, si sentiva osservato ma faceva finta di non sentirlo, come per tutto il tempo in aereo, dove il corvino si metteva ad urlare ogni volta che qualcosa di "magnifico" succedeva. Stefano non aveva smesso neanche un secondo di sistemare il suo zaino o di ignorare il suo rude vicino.
"Questo sarebbe un si?"
Il corvino non smetteva di fissarlo.
"Ok"
Alzò le spalle e si diresse verso l'uscita.
Stefano giurò di averlo sentito sbuffare mentre si allontanava e sorrise. Era riuscito ad infastidirlo almeno un po'. Appena il corvino se ne andò, Stefano fece passare un paio di persone per avere distanza dal suo compagno d'aereo, e poi si mischiò con la folla.
Una volta arrivato e superato tutto il processo per semplicemente poter prendere un taxi e raggiungere il suo hotel, l'unica cosa che voleva fare era fermarsi ad un orario notturno in spiaggia, prima che lo facesse chiunque altro.
Purtroppo erano solo 15 del pomeriggio, perciò quel sogno rimaneva ancora irrealizzabile.
"Siamo arrivati"
Il taxista lo guardò dallo specchietto.
Si vedeva dagli occhi che non aspettava altro se non il compenso, era simpatico, ma in fondo stava lavorando.
Stefano scese dall'auto e gli diede i soldi per averlo accompagnato.
Aveva prenotato una stanza matrimoniale, una di quelle belle, con il bagno grande, la jacuzzi e il televisore gigante.
Se doveva fare una sola vacanza in quell'anno doveva essere la migliore di tutte.
Prese la macchina fotografica e scattò delle foto dal balcone alla vista fuori dall'hotel. Aveva un blog dove pubblicava le foto che faceva, già editate e con una descrizione elaborata. La fotografia era una delle sue grandi passioni.
Quando arrivò finalmente l'orario che aspettava si precipitò fuori, tra le strade di Ibiza per raggiungere il mare. Anche a quell'ora il bar era aperto.
"Come mai da queste parti a quest'ora?"
Gli chiese il Barista mentre gli versava la Tequila che aveva chiesto.
"Fotografie notturne"
Alzò la macchina fotografica mostrandola sorridente.
Non era l'unico motivo; La calma e la tranquillità della spiaggia di notte accompagnata dal rumore delle onde, era imparagonabile per lui.
"Buona fortuna"
Il ragazzo dall'altra parte del bancone si riferiva alle sue foto.
Il castano prese il portafoglio per pagare la Tequila.
"No tranquillo, offre la casa"
Il barista gli sorrise e tornò a servire gli altri clienti.
Stefano rimise il portafoglio in tasca e si allontanò dal bar all'aperto, andando verso la costa. C'era una roccia che riteneva perfetta come luogo da cui poter scattare qualche foto al mare.
Si posizionò e scattò qualche foto, poi ricontrollandole si accorse di qualcosa nello sfondo che aggiungeva valore a quella foto. Raffigurava ovviamente, le onde, il mare, il cielo e la spiaggia ma vi era anche un un'uomo, che nella foto si vedeva lontano ed era in totale ombra; Reggeva una birra in mano e guardava la luna con una tale ammirazione.
Il castano rimise la macchina fotografica al collo e scese dalla roccia dirigendosi verso le sponde dov'era l'uomo.
"L'ombra di un uomo accompagnato dalla solitudine e la sua birra"
Si sedette accanto a lui e gli porse la macchina fotografica per fargli vedere la foto.
"Le supposizioni di un uomo che vive di attimi"
Disse il ragazzo, riferito alle fotografie.
Il castano gli rivolse un occhiataccia e lui gli sorrise prima di rivolgere nuovamente lo sguardo al mare.
In quel momento Stefano riconosse Titty e Mike, era il ragazzo dell'aereo.
"Non vivo di attimi, cerco di ricordare i momenti"
Controbatte Stefano.
"Scattando foto?"
Il castano annuì.
Il ragazzo misterioso gli porse una birra dopo avergli tolto il tappo.
"Sono Sascha"
Sascha allungò la mano per presentarsi.
"Piacere, Stefano"
Il castano gli strinse la mano, ed ebbe come la tentazione di non lasciarla, ma sapeva di non potergli stringere la mano per sempre.
"Grazie, sai, per il posto in aereo, se fossi stato io al tuo posto avrei dato luogo ad una lunga e sanguinosa guerra"
Disse Sascha ridendo, probabilmente la birra stava facendo effetto. Sicuramente non era la prima che aveva bevuto quella sera.
"Davvero?"
Chiese il castano agregandosi alla risata.
Sascha annuì sorridendo.
"Titty e Mike!"
Quasi non urlava, indicò le fossette del corvino e se ne pentì qualche secondo dopo.
"Hai dato dei nomi alle mie fossette?!"
Dalla sua espressione in viso Stefano capì di aver già fatto la figura del pazzo e che forse era meglio se si alzava e andava via. Infatti sospirò e si alzò in piedi ma non fece in tempo a girarsi che una mano si posò sulla sua con una presa salda e lo trascinò di nuovo a sedersi per terra.
"Sto scherzando, sono dei nomi grandiosi!"
Bastò quel singolo commento per far tornare il sorriso al castano.
E Sascha non aveva mai smesso di sorridere, perciò le fossette erano ancora lì.
Stefano sentì il brivido sulla schiena ma continuava comunque a guardarle, cercando di capire perché fossero così perfette e alla fine lo fece, alzò le dita indice di entrambi le mani e le mise nelle fossette del suo nuovo amico.
Sascha rise, e quella risata diede inizio a una delle conversazioni più lunghe che lui avesse mai fatto.
Parlarono tutta la sera di hobby, lavoro, famiglia, non avevano trattenuto niente. Alla fine della serata Sascha aveva accompagnato Stefano in hotel, era troppo ubriaco per tornarci da solo.
"Uno shot di Tequila!"
Lo diceva ogni dieci minuti al barista dopo aver bevuto sei o sette birre.
"Ma tu credi che io sia carino?"
Chiese il castano che veniva portato sotto braccio in camera sua.
"Certo che sei carino"
Disse Sascha ridendo e ruotando gli occhi al cielo.
Lui non era esattamente lucido ma sicuramente non era ridotto come il campione della serata.
"Rimani qui?"
Gli chiese Stefano prendendogli il cappuccio della felpa quando stava per andare via.
Il ragazzo gli annuì dolcemente e si accasciò sul letto vicino a lui.
Stefano si appoggiò al suo petto, come un bambino, come faceva quando era piccolo con la sua mamma.
In quel momento si sentiva così, come un bambino che voleva tutte le attenzioni e le coccole della mamma solo per lui.
Sascha lo circondò con il braccio.
"Buonanotte Stefano"
Gli sussurrò all'orecchio per poi stamparli un bacio sulla fronte, proprio come faceva la mamma prima di spegnere la lampadina sul comodino accanto al tuo lettino.
Solo che non c'era nessuna lampada da spegnere e non c'era la mamma ma Sascha.
Il corvino aveva chiuso gli occhi, pronto ad addormentarsi ma il silenzio ci fu per poco.
"Mi racconti una favola?"
Gli chiese a bassa voce il suo bambino.
Sascha sospirò.
"Certo Ste, tutto quello che vuoi"
_ _
"Mhh"
Mugugnò il castano deglutendo.
Sascha sperava con tutto il suo cuore che non stesse per svegliarsi, perché aveva ancora così tanto sonno che avrebbe dormito almeno un altro paio d'ore. Sbuffò sapendo che ormai non avrebbe più continuato il suo sogno.
"Buongiorno"
Alla fine Stefano alzò lo sguardo e gli sorrise.
Il corvino si addolcì e gli accarezzò la guancia.
"Buongiorno Stefano"
Sussurrò senza smettere di sorridere e passò la mano fra i capelli del castano.
Stefano ricordava tutto della notte precedente, la testa gli girava in quel momento perciò non poteva vedere il sorriso sornione stampato sulla faccia del corvino.
Si alzò correndo e si precipitò in bagno, aveva bevuto troppo la notte precedente e le conseguenze iniziavano a manifestarsi.
"Stai bene?"
Il corvino lo aveva sentito vomitare dalla camera da letto ed era andato in bagno ad assicurarsi che stesse bene.
"Ho detto cose stupide?"
Chiese Stefano dopo essersi rialzato.
"Mi hai chiesto se eri carino"
Disse il corvino ridendo, aveva quel ghigno che teneva al guinzaglio il ragazzo che aveva posto la domanda.
Stefano voleva sapere la risposta ma sapeva anche che era esattamente quello che il corvino voleva che lui facesse, era come stare al suo gioco. Prese lo spazzolino e si lavò i denti senza far caso al ragazzo che non si era mosso di un millimetro.
Non capiva come ogni volta riuscisse ad irritarlo così tanto.
Non diede peso al fatto che avevano dormito insieme, erano due ragazzi grandi e sapevano entrambi cosa stavano facendo. Stefano riusciva a vederlo dallo specchio, lo aspettava con le braccia incrociate e il sorriso che faceva quando lo aveva in pugno.
"Ok"
Il castano si arrese e alzò gli occhi al cielo.
"Tu cosa hai risposto?"
Chiese poi appoggiandosi al lavabo, il suo sguardo vagava in qualunque dettaglio del bagno, pur di non non guardare gli occhi di Sascha.
Lui si avvicinò e quando era davanti a Stefano gli disegnò il profilo del viso con l'indice fino alle labbra. Sporse ancora di più il viso verso quello del castano e lo avvicinò a se. Stefano sentiva che gli mancava il respiro ma non si muoveva, aspettava il momento con gli occhi immersi in quelli del corvino. Sascha gli prese le mani e gliele mie intorno al suo collo, per far sì che Stefano si sentisse a suo agio.
"Che sei molto carino"
Sussurrò prima di appoggiare delicatamente le labbra su quelle di Stefano. Tenevano gli occhi chiusi per godersi la passione di quel bacio, per sentire il sapore dello loro labbra che si sfioravano.
"Ti va la pizza?"
Chiese il castano appena si staccarono.
Sascha aveva ancora la fronte appoggiata alla sua, i loro nasi erano a cinque centimetri di distanza e Stefano teneva ancora le braccia intorno al suo collo per stringerlo a sé.
Il corvino rise alla domanda di Stefano.
"Certo"
Annuì e si staccò completamente per poi porgli la mano.
La città era piena di gente, era ora di pranzo e da lì a poco le persone si preparavano al concerto.
Stefano scattò una foto a Sascha mentre ancora mangiava la pizza.
"Perché lo fai?"
Il corvino indicò la macchina fotografica.
Stefano alzò le spalle e ne scattò un'altra.
"È l'unica cosa che mi faccia sentire vivo"
Disse posando l'oggetto sulla sedia accanto a se.
"A te cosa fa sentire vivo?"
Era curioso di sapere qualcosa di più profondo sulla persona che gli stava difronte.
"Ultimamente? Tu"
Disse senza pensarci il corvino.
Stefano aveva realizzato poco dopo la risposta, si conoscevano da un giorno ma entrambi si comportavano come se si conoscessero da tutta la vita.
"E se non ci fossi io?"
Non era una supposizione che voleva si realizzasse, stargli vicino lo faceva in un certo senso, felice.
Sascha posò la crosta dell'ultimo pezzo di pizza dentro il cartone e prestò attenzione al castano. Per una volta in tutta la giornata il suo sorriso non era presente. Si leccò il labbro inferiore, aveva lo sguardo perso che vagava tra le proprie mani e Stefano.
Aprì bocca per parlare ma la richiuse immediatamente dopo un ripensamento.
Stefano deglutì capendo di aver esagerato, gli prese la mano che aveva appoggiata sul tavolo e la strinse.
"Andiamo?"
Gli sorrise e gli fece cenno di alzarsi.
Sascha annuì e lo affiancò.
"Dove vuoi andare ora?"
Gli chiese il corvino guardando fuori dalla vetrata.
"Ovunque tu voglia andare"
Voleva rispondere in modo sdolcinato, come fanno le coppie simelate ma si mise a ridere quando capì di aver fallito.
Sascha scosse la testa e alzò gli occhi al cielo.
"Portami a casa"
Gli sussurrò il corvino mentre uscivano dalla pizzeria.
Mentre camminavano per strada, dopo essersi assicurato che nessuno li stesse guardando, Sascha si avvicinò al ragazzo e gli prese la mano, nel modo più naturale al mondo.
Troppo tardi per una one shot ambientata nel mese d'Agosto?
Pazienza, mi era venuta l'idea solo adesso.
Questa è la prima parte di "The last of our Hearts";
Spero vi sia piaciuta🤗
Akwodie
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