06
La vista non gli funzionava, aveva gli occhi troppo serrati per poter vedere qualcosa; grazie all'olfatto invece poteva sentire l'odore di oli profumati; attraverso l'udito sentiva il movimento dell'acqua che li avvolgeva; con il tatto percepiva delle cosce su cui era poggiato e una presa dietro la nuca che lo spingeva in avanti; il gusto che sentiva, era il gusto di un paio di labbra.
Dopo un secondo di shock in cui il cervello di Jimin aveva fatto un resoconto totale dei suoi sensi, ritornò in sè.
Il re lo stava baciando.
Ma prima di tutto, il re lo stava toccando.
Così tante domande gli affollarono la mente che quasi non si accorse di come Yoongi lo avesse avvicinato a sè, finché non sentí le propria ginocchia a contatto con il marmo sott'acqua su cui era seduto il sovrano.
Quello era il suo primo bacio! Nessuno aveva mai osato baciarlo, persino il suo vecchio padrone aveva usato il suo corpo per fare le peggiori barbarie, ma mai lo aveva baciato.
Così provò ad assecondare quello che stava facendo Yoongi, e portò incerto una mano sulla sua spalla per tenersi meglio, mentre muoveva di poco le labbra su quelle dell'altro.
Yoongi percepì subito che l'altro non avesse mai baciato prima, ma ne fu piacevolmente sorpreso.
Nonostante fosse il suo primo bacio, Jimin si stava sforzando di seguire le labbra del sovrano, e Yoongi ne fu felice.
Ormai era completamente trasportato dal bacio, talmente tanto da portare le mani a sfiorare i suoi fianchi, facendole scivolare sulla sua schiena e stringerlo possessivamente a sé.
Amava le sensazioni del corpo di Jimin finalmente a contatto con le sue mani, amava quel bacio, amava ogni singolo movimento delle loro labbra, così dolce e ricco di purezza.
Il suo cuore batteva come non aveva mai fatto e lo stomaco sembrava rigirarsi migliaia di volte.
Non approfondí il bacio, bensì passò a baciargli una guancia, il mento, non lasciando mai che le sue labbra si staccassero dalla pelle di Jimin.
I loro petti erano uniti, le braccia di Yoongi avvolgevano completamente la sua schiena accarezzandogli di tanto in tanto i lati e i fianchi.
Passò all'invaco del suo collo, strofinò il naso sulla pelle morbida e inspirò il suo profumo dolce, si lasciò andare ad un verso di piacere prima di baciargli una clavicola e poi una spalla scoperta.
Jimin era quasi in estasi, gli sembrava di aver bevuto una quantità eccessiva di nettare degli dei.
Le braccia di Yoongi lo stringevano con così tanta dolcezza, le sue labbra lo baciavano con così tanta attenzione che gli parve un sogno.
La percezione di quel tocco così delicato sulla sua pelle lo fece finire con la mente sull'Olimpo.
Yoongi continuava a sfiorare il suo collo, le sue clavicole, a finire fino al suo petto, per poi risalire, lasciando una scia di dolci baci, senza tralasciare un filo di lussuria o erotismo.
Jimin si lasciò andare ad un ansito, reclinando leggermente la testa per lasciare più spazio alla bocca morbida del sovrano, ed infilò le dita tra i suoi capelli, ricordandosi troppo tardi di essere un semplice servo.
Un servo che però era sulle gambe del monarca.
Un servo che stava baciando il monarca.
"M-mio signore..." cercò di mormorare, ancora ad occhi chiusi e con il capo reclinato, un verso di assenso da parte di Yoongi lo invogliò a continuare "mio signore... sono solo un servo"
Yoongi ripassò a sfiorargli il collo con le labbra, lasciando un bacio sulla mandibola e si posizionò davanti al suo viso.
"Ti sembra che mi interessi il tuo sangue" lo guardò dolcemente negli occhi "quando finalmente posso toccare qualcuno e non ucciderlo?"
Jimin quasi non resse il suo sguardo intenso e gli strinse di più le braccia al collo.
Perché era ancora vivo?
Perché proprio lui non si era trasformato in oro?
"Non so il motivo" disse Yoongi quasi a leggergli la mente "ma sono...molto felice, Jimin"
Allora Jimin portò le sue piccole mani al viso del re e lo accarezzò, creando dei piccoli cerchietti con il pollice e sorridendo dolcemente.
Appoggiò la fronte alla sua, facendo sfiorare i loro nasi.
"Continua a farlo, mio re, ti prego fammi sentire il tuo calore" mormorò sfiorandogli le labbra. "Mostrami cosa vuol dire sentirsi felice"
Yoongi lo guardò negli occhi, sentendo il cuore esplodergli nel petto a quelle dolcissime parole, e percependo ancora una volta lacrime di felicità bruciargli gli occhi.
Un altro bacio delicato e poi strinse completamente a sè il ragazzo, abbracciandolo tanto da non sentire più le braccia.
Ne era sicuro, gli dei avevano avuto misericordia di lui.
Lo avevano osservato a lungo, forse si erano accorti che stava lentamente appassendo, che la sua luce si stava spegnendo, e che per riportarlo in vita gli serviva una motivazione.
Un ragazzo dai tratti delicati e dall'anima pura. Gli bastava questo per riportare i colori nel suo mondo fatto di bianco, nero ed oro.
Jimin lo abbracciò di rimando, baciando la sua tempia e continuando ad accarezzargli la nuca con le dita.
"Mio re, vorrei essere il motivo del tuo sorriso, me lo permetterai?" mormorò al suo orecchio, stringendo le cosce ai suoi fianchi.
Voleva davvero rendere felice quell'uomo così stanco e triste, con una vita vuota, ricca solamente di paura di uccidere.
"Non so cosa sia capitato, perché gli dei mi hanno permesso di toccarti? Perché sei così bello? Così puro e dolce da riuscire a cancellare da me le tracce della maledizione e rendere la tua pelle ancora più bella ai miei occhi" disse il sovrano con un filo di voce.
Jimin sorrise timidamente a quelle parole così belle che provenivano dalle labbra del suo re, il quale continuò a parlare, guardandolo negli occhi.
"Non sono un poeta, nè un aedo, ma se me lo permetterai, raccoglierò tutte le parole e ti canterò tutte le canzoni, affinchè tu possa rimanere al mio fianco ed essere la causa del mio sorriso, dolce Jimin" continuò baciandogli una guancia.
Jimin si portò il labbro inferiore tra i denti per trattenere un sorriso, sentendo le sue guance accaldarsi ancora.
"A me sembra proprio il contrario, mio re, le parole che fluiscono dalle tue labbra sono ricche di dolcezza e meraviglia, sei proprio sicuro di non essere un poeta?" mormorò portando indietro i suoi capelli bagnati. "Un poeta meraviglioso, aggiungerei" sorrise poi.
"Non potrei mai essere meraviglioso quanto te" ricambiò il sorriso Yoongi.
Come se non fosse abbastanza, pelle di Jimin era diventata ancora più bella e luminosa, grazie a quelle sfumature dorate che brillavano ai raggi filtranti del tramonto.
Gli zigomi, il naso, le clavicole e le spalle erano punti scoperti, ma Yoongi non sapeva se anche oltre la veste si estendesse la particolare pigmentazione.
Iniziò ad accarezzargli i lati del corpo, partendo dal busto e arrivando alle cosce lisce, dove la veste era più rialzata, per poi fare il percorso inverso.
Alle spalle, giocherellò di poco con i drappeggi, chiedendo silenziosamente il permesso.
Jimin capì e sistemandosi timidamente sulle sue gambe, sfilò le bretelle lasciando che la veste calasse fino alla superficie dell'acqua.
Come il più grande aveva immaginato, sul petto di Jimin erano presenti queste ombre dorate, e a Yoongi gli si mozzò il respiro.
"Afrodite dovrebbe essere invidiosa" mormorò guardandolo.
Jimin arrossì ancora di più, perdendo il conto di quante volte questo fosse successo al cospetto del suo re, abbassò lo sguardo e trattenne un sorriso.
Yoongi fece passare entrambe le mani sul suo petto, osservando come queste al loro passaggio lasciavano questa patina dorata che dopo pochi secondi veniva assorbita, per poi brillare sotto pelle. Era incantato, non ne poteva più di toccare quel ragazzo.
Jimin poteva dire lo stesso e rabbrividì sotto il tocco fermo di Yoongi, e dopo che una mano gli si posò su un fianco e l'altra gli alzò il mento, guardò il re negli occhi.
Il sole era prossimo a scomparire dietro i colli, gli ultimi raggi colorarono il cielo d'arancio e illuminarono in parte la figura del giovane.
I suoi occhi che prima erano marroni e caldi come la terra più fertile, adesso illuminati dal sole erano erano del colore de miele, continuando a mantenere la dolcezza e il calore di sempre; le ciocche more invece, sembravano avere una sfumatura più chiara, quasi tendente al grano.
E Yoongi non potè fare a meno di baciarlo ancora una volta, con una strana preoccupazione a tormentarlo.
"Prego gli dei che questo non sia solo un primo effetto del mio tocco, prego che tra pochi soli, se non il prossimo, tu non mi lasci, prego di non aver lasciato le mie sventure prendere il sopravvento su di te"
"Mio caro" lo tranquillizzò Jimin, carezzando la mano del re che aveva sulla guancia e guardandolo negli occhi "anche se così fosse... ne sarà valsa la pena"
Featuring imjungshoo_k
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