Capitolo 4

«Ora»

Disse Nico, un ghigno dipinto sulle labbra sottili.

Will lo stava fissando, incantato dal riflesso del sole sui suoi capelli neri.

Quando si riscosse, era troppo tardi: Nico gli era saltato addosso e lo aveva atterrato, schiacciandolo a terra con il suo peso e puntandogli la spada alla gola, il ghigno che persisteva sulla sua bocca.

Will alzò le mani con un piccolo sorriso, arrendendosi.

L'altro si tirò su dal suo corpo, spazzolandosi il chitone scuro con le mani, porgendogliene poi una per aiutarlo a rialzarsi.

Il biondo lo fissò incredulo, poi afferrò la mano che il corvino gli porgeva e si tirò su.

«Grazie»

«Non dirlo. Non ho fatto niente di che. Apparte atterrarti»

Nico ridacchiò.

«Siamo fuori allenamento, eh?»

Will gonfiò le guance, imbronciato.

«Ehi, guarda che io non ho mai combattuto contro un professionista»

«Si si, tutte scuse»

«Uff, e va bene, hai ragione tu. Ora però tocca a me insegnarti qualcosa»

Fu il turno del biondo a ridacchiare.

«E cioé?»

«Che ne dici di un paio di tiri con l'arco?»

«Uhm... Okay, ci sto»

Will gli sorrise e si posizionò davanti alla sezione dell'armeria occupata da archi e frecce.

Ne scelse uno per se, di legno chiaro, con le estremità dorate, e uno per Nico, che al contrario del suo era scuro, percorso da spirali argentee.

Tornò dallo spartiata e gli porse arco e faretra, poi entrambi si diressero verso la parte di arena dedicata al tiro con l'arco: rappresentava un piccolo bosco, e i bersagli, principalmente sagome lignee di forma umana, erano crivellati di buchi, alcuni con ancora dentro le frecce.

Will ne scelse uno, incoccò una freccia e tese l'arco, fissando il manichino. Chiuse un occhio e si concentrò sul punto che voleva colpire, un piccolo spazio tra due frecce all'altezza del cuore della sagoma, e prese un respiro, rilassando i muscoli.

La freccia partì in un secondo, e si conficcò profondamente tra le altre due.

Will accennò un sorrisetto, godendosi la faccia di Nico, che lo guardava incredulo.

«Beh, non provi?»

Gli chiese il biondo, indicandogli l'arco con un cenno della testa

«Uh? Ah sì, arrivo»

Il moro scelse un'altra sagoma, e tentò di imitare il tiro di Will, fallendo miseramente.

Will scoppiò a ridere, mentre Nico guardava amareggiato la sua freccia, che era caduta a terra proprio davanti al bersaglio.

«Cos'hai da ridere, biondino?»
Nico si girò verso l'altro con uno sguardo omicida.

Will si zittì all'istante, soffocando l'ultima risatina in un colpo di tosse.

«Vieni, ti insegno io»

Accompagnò lo spartiata verso l'unica sagoma pressoché intatta, e si posizionò dietro di lui, prendendogli le mani e appoggiandole sull'arco, facendoglielo tendere.

Le guance del moro presero fuoco, se le sentiva caldissime, e ciò lo imbarazzava non poco: diamine, lui era uno spartita, non doveva arrossire per una cosa come un minimo di contatto!

«Rilassati e concentrati sul bersaglio che vuoi colpire, poi lascia la freccia»

Gli sussurrò Will, sfiorandogli l'orecchio con le labbra.

Il corpo di Nico ebbe un fremito impercettibile, ma fece come gli era stato detto: la freccia volò, infilzando con precisione la fronte della sagoma.

Lo spartiata fece un sorriso soddisfatto, e Will si incantò, di nuovo, a fissarlo.

L'altro si voltò e i loro occhi si incontrarono, guardandosi a lungo.

Quando entrambi si riscossero, erano rossi in viso.

Continuarono ad allenarsi fino a sera, tra le risate di Will, le imprecazioni e le occhiatacce di Nico.

Tornarono all'accampamento che era buio.

Entrambi, sfiniti, si buttarono sulle proprie brande e si addormentarono all'istante.







EHI EHI EHI BELLA GENTE :D
*schiva padelle e mobili vari*

CHE DIAMINE- *viene colpita in testa da una padella e sviene*

*voce di Spongebob*
3 HOURS LATER...

Me: *entra zoppicando* ma, ma... SO CHE HO AGGIORNATO DOPO ERE GEOLOGICHE, MA ERA PROPRIO NECESSARIO TIRARMI UNA PADELLA?

*dalla regia* SI, ERA NECESSARIO.

Me: *sussurra* bastardi.

Me: *si mette uno scolapasta in testa a mo' di elmetto* godetevi questo capitolo, gente🌚
*corre via evitando altre padelle*

~mad skull

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