𝐅𝐈𝐍𝐄

Il quinto piano di quel palazzo era buio, l'unica luce che c'era proveniva dall'esterno e la cosa che più confuse Seonghwa è che era deserto. Sembrava non esserci nessuno, un piano inutilizzato e per un attimo non seppe se continuare o se tornare indietro, eppure era sicuro che quell'uomo avesse detto quinto piano, perciò Hongjoong sarebbe dovuto essere lì da qualche parte. Iniziò a girovagare per quegli spazi, l'edificio era molto grande perciò sapeva che ci avrebbe messo un po' ad ispezionarlo. Il fatto che non ci fosse nessuno sicuramente aiutava, lui doveva trovare il biondo e capire cosa fosse successo, se Hongjoong fosse stato veramente lì non era normale, non in una stanza buia e chiusa come quelle che aveva visto fino a quel momento. Ma lui doveva trovarlo ed avrebbe girato anche l'intero campus pur di farlo.

D'improvviso il suo cuore riprese a battere quasi come se fino a quel momento non lo avesse fatto quando vide della luce provenire da una stanza, sentiva che quell'ambiente fosse più freddo degli altri e non si spiegava il motivo, ma quando capì che lì dentro ci fosse qualcuno corse subito ad aprire la porta. Non era chiusa a chiave fortunatamente, ma con una sbarra di metallo posta all'esterno, e ciò stava a significare che chiunque l'avesse chiusa era certo che nessuno da fuori l'avrebbe aperta. Il fiato gli mancò per un istante quando varcò la soglia e vide il biondo a sedere in terra con la schiena contro il muro e le ginocchia al petto. 
Hongjoong stava lì ancora immerso nelle sue paure quando sentì la porta aprirsi e pensò che fosse sempre Yunhyeok venuto per convincerlo a parlare, ma di certo non si aspettava di trovarsi davanti Seonghwa con una mitraglietta sotto braccio e un'espressione contrariata in volto. Immediatamente si alzò andandogli incontro «Che ci fai tu qui?» il grigio non doveva essere lì, sarebbe dovuto andare via, fuggire, salvarsi prima che si rendessero conto di chi fosse, perchè era adesso nella sua stanza? Come aveva fatto a trovarlo?
«Oddio stai bene? Che ti hanno fatto?» Seonghwa non pensò ad altro e velocemente gli si fiondò contro per stringerlo ed essere sicuro che stesse bene, ma con suo grande dispiacere il biondo fece un passo indietro mettendo una mano tra loro per fermarlo. «Non mi baciare» disse Hongjoong prima di ogni altra cosa, non aveva bevuto altro dopo l'acqua avvelenata ed era possibile che delle tracce di essa fossero ancora sulle sue labbra e nella sua saliva, di certo non sarebbe potuta essere una dose fatale per l'altro, ma era meglio non rischiare dato che non sapeva neanche che tipo di veleno fosse.

«Perchè?» in quel momento il maggiore sentì il cuore spezzarglisi nel petto e quando si rese conto dell'amarezza presente sul volto dell'altro avrebbe desiderato non averlo chiesto per non doverlo scoprire. «Tu non farlo e basta, non dovresti essere qui» era tutto strano, troppo strano, perchè Hongjoong si stava comportando in quel modo? Invece di essere felice di vederlo, aveva una faccia da funerale quasi come quella di una madre che deve dire al figlio che la nonna è morta. La situazione non prometteva niente di buono.
«Che ti prende, Hongjoong? Che hai?» decise di essere più cauto sapendo benissimo come il biondo fosse restio ad aprirsi ed era evidente che ci fosse qualcosa che gli stava nascondendo. «Devi andare via, perchè sei venuto da me?» Hongjoong stava cercando in tutti i modi di essere forte, di allontanare l'altro perchè quella sarebbe stata la cosa migliore per lui, se gli fosse rimasto accanto avrebbe solamente sofferto, ma ogni singola parola che pensava prima di dire era come una lancia che si scontrava contro il suo stesso petto e non sapeva quanto avrebbe potuto reggere prima di crollare. «Che domande sono?» Seonghwa era contrariato, confuso, ferito, incredulo per le parole del minore, non voleva crederci e pensò che le stesse dicendo senza ragionare prima, «Devi salvarti, non lasciare che ciò che provi ti annebbi, per favore, lasciami qui e vai via, tu non c'entri niente con tutto questo» eppure, mentre disse quelle frasi, Hongjoong sembrò più serio che mai e lo guardava dritto in volto con due occhi che, Seonghwa notò, poco prima avevano pianto. «Tutto questo? Di cosa stai parlando? Hongjoong, non capisco» e la situazione che si era creata era strana, il biondo stava cercando di fargli capire che non c'era modo di salvarsi e che sarebbe dovuto scappare prima di vederlo stare sempre più male portando entrambi a soffrire il doppio, però Seonghwa non sembrava volerlo capire.

«Quando dicevo che l'amore ci avrebbe fatti soffrire, tu non ci hai creduto. Se continui ad amarmi starai solo male» spiegò senza neanche sapere come stesse riuscendo a non piangere nel dire quelle parole, forse sapeva essere più forte del previsto. «Che stai dicendo..» quella frase uscì dalla bocca del grigio senza neanche sembrare una domanda, il tono che aveva usato era di pura rassegnazione. «Per favore, dimenticati di me, io non voglio che tu soffra per causa mia» cercò di parlare in modo più dolce Hongjoong, forse per convincerlo, ma il maggiore non aveva intenzione di assecondare le sue parole e non avrebbe mai e poi mai fatto ciò che gli stava dicendo di fare. «Perchè dici questo? Io ti amo, non posso semplicemente dimenticarti, non voglio farlo» sembrò dannatamente strano anche a Seonghwa dover dire quelle parole, non pensava che avesse mai avuto bisogno di dirlo perchè per lui suonava così ovvia come cosa, «Perchè se ti dico ciò che è successo tu crollerai e non sarai più in grado di salvare te stesso» e il biondo decise finalmente di ammettere la sua paura ad alta voce, ciò che lui voleva era che il maggiore si mettesse in salvo e sapere che lui stava per morire di certo non lo avrebbe aiutato a farlo. Seonghwa era scioccato, quasi non sapeva come rispondere a tutte quelle affermazioni e in quel momento sentì i suoi occhi iniziare a farsi lucidi, lui non voleva piangere, l'ultima volta che aveva pianto era stato quando era morto suo fratello e si era ripromesso di non farlo mai più, non poteva rifarlo proprio in quel momento eppure la sua vista iniziò a poco a poco ad appannarsi e non riuscì a fare niente per impedirglielo. «Non capisci che dicendo questo mi fai soffrire tu stesso? Perchè, perchè non ti fidi di me?» la voce gli si spezzò a metà frase mentre riuscì a porre quelle domande nel tentativo di smuovere in quel modo il cuore del minore «Io non me ne andrò di qui se non con te, e non provare a convincermi» asserì poi estremamente convinto della cosa, sarebbe rimasto lì anche a costo di dover uccidere tutti coloro che sarebbero venuti a portarlo via, non poteva lasciare che le parole dell'altro avessero effetto.

«Non lo capisci ch-» il biondo iniziò a parlare per dire di nuovo ciò che aveva già detto, ma non riuscì a terminare la frase perchè una fitta allo stomaco lo fece piegare in due e lanciare un lamento di dolore. Il grigio si allarmò subito, cosa aveva? Cosa gli avevano fatto? E per quale dannato motivo il minore non glielo voleva dire?
«Hongjoong che hai? Che ti hanno fatto?» tese subito un braccio per dargli sostegno, a cui l'altro si aggrappò come fosse la sua unica possibilità di salvezza. Hongjoong lo sapeva, gli effetti del veleno che aveva in corpo stavano iniziando a farsi sentire e sarebbe stato sempre peggio, doveva convincere l'altro ad andare via prima che lo vedesse stare troppo male. Ma poi capì, capì che non avrebbe avuto senso farlo perchè se le sue parole non erano riuscite a smuoverlo fino a quel momento, non lo avrebbero certo fatto dopo. Si era reso conto, forse troppo tardi, che ciò che aveva detto non aveva fatto altro che ferire svariate volte il maggiore facendolo quasi piangere, e si sentiva incredibilmente male per questo. «Vuoi veramente saperlo? Va bene, mi hanno avvelenato ecco che hanno fatto, e tu non puoi continuare a stare qui» decise di dire la verità, capendo che non c'era più modo di evitarlo e che il grigio non avrebbe mai fatto ciò che voleva, non lo avrebbe mai lasciato e il fatto che dopo le sue parole fosse ancora lì a sostenerlo e a chiedergli cosa fosse successo ne era la prova. «Avvelenato? Hongjoong ti prego, fatti aiutare, ti porto via da qui, mh? Perchè devi dare la colpa ai sentimenti? Io ti amo e proprio per questo farei di tutto per aiutarti, non ti devi arrendere, devi lottare. Ti ricordi che ti ho detto? Se ti fai male, guarirai. Per favore, pensa lucidamente e lotta per ottenere ciò che vuoi.» mentre parlava, un paio di lacrime scesero dagli occhi di Seonghwa e lui le ignorò troppo concentrato sull'altro per poter pensare anche a sé stesso, ma Hongjoong le vide e non riuscì a credere che fossero veramente causa sua, che con le sue parole fosse riuscito a far piangere la persona meno emotiva che avesse mai conosciuto. «Se continui a piangere mi spezzerai il cuore» disse il biondo sorridendo per la prima volta, un po' con la speranza di risollevare l'umore della persona che amava, «Cosa vogliono da te? Dimmelo» Seonghwa non capiva, non comprendeva affatto tutto quello che stava accadendo, non sapeva perchè lo avessero avvelenato e cercava di non pensarci. Era andato lì per aiutare e lo volevano uccidere? Non aveva senso, non capiva cosa si fosse perso e non riusciva a mettere insieme i pezzi anche sforzandosi, ma si fidava del minore e ciò sarebbe bastato per scegliere come agire.

A quel punto Hongjoong decise che fosse arrivato il momento di rialzarsi, Seonghwa aveva ragione, non poteva arrendersi e continuare a piangersi addosso incolpando i suoi sentimenti, aveva la porta aperta e qualunque prigioniero sarebbe fuggito al posto suo, per quale razza di motivo lui non lo stava facendo?
Stava male, era vero, ma sapeva perfettamente come era fatto l'antidoto che gli serviva, lo aveva visto con i suoi occhi e poteva riuscire a trovarlo se solo si fosse impegnato ed avesse deciso di lottare per vivere invece di lasciarsi morire prima del tempo. Si sentiva debole e il fastidio allo stomaco e alla pancia era sempre più forte, ma poteva farcela, doveva farcela per sé e soprattutto per Seonghwa. «Te lo spiegherò dopo, se vuoi salvarmi prima dobbiamo trovare un antidoto, altrimenti non importa quanto andremo lontano, riusciranno ad uccidermi anche a chilometri di distanza» disse rimettendosi in piedi, con tanta gioia del maggiore sorpreso di vederlo cambiare così velocemente idea, forse le sue parole avevano avuto l'effetto desiderato «Andiamo allora».

Seonghwa lo prese per mano e scapparono da lì, Hongjoong lo guidava cercando di trovare una stanza in cui ci fossero dei medicinali, da qualche parte quello che lo avrebbe aiutato doveva essere, in quel momento avrebbe tanto desiderato trovarsi davanti il medico anziano, lui sapeva quale fosse l'antidoto e magari lo aveva ancora con sé. Corsero da una parte e dall'altra, in cerca di quello che in quel momento era indispensabile per salvare il minore, proprio lui ad un certo punto rallentò per riprendere fiato, era indebolito da tutto ciò che gli avevano messo in corpo e faticare non lo aiutava affatto. «Sicuro di farcela? Posso andare io a cercarlo» propose il grigio vedendo il compagno stare sempre più male, ma questi scosse la testa e si fece coraggio per continuare, non poteva mollare ormai. Scesero con delle altre scale al piano inferiore dove ritrovarono la luce e con essa anche la possibilità di vedere cosa ci fosse nelle varie stanze, ci misero un po' ma poi finalmente passarono davanti a quella in cui Hongjoong aveva parlato con i tre medici, e riconobbe proprio lì accanto quella contenente i medicinali e le attrezzature mediche. Ci entrarono con la speranza di trovare lì ciò che gli serviva, il grigio non sapeva esattamente cosa fare, avrebbe tanto voluto aiutare l'altro a stare meglio ma non ne aveva la capacita e potè solo limitarsi a proteggerlo quando era necessario. 
Dopo un po' di ricerca finalmente Hongjoong riconobbe il farmaco giusto che aveva in mano anche l'altro medico, era usato per alcune malattie che attaccavano il fegato e spesso veniva usato per curare le intossicazioni alimentari avendo alla base della sua composizione molecole di carbone attivo. «Bingo!» esclamò afferrando con le mani la sua unica possibilità di salvezza «Mi serve una siringa adesso» disse ad alta voce e Seonghwa subito si guardò attorno cercando l'oggetto nominato dall'altro e di fatto ne trovò diverse incartate e sterilizate nello scaffale dietro di sé, gliene passò una e rimase ad osservarlo.

Hongjoong si alzò di poco la manica già corta e preparò il liquido nella siringa, poi senza pensarci due volte si bucò il braccio iniettandosi quello che avrebbe dovuto annullare l'effetto del veleno che aveva in corpo, sperava solo che non fosse troppo tardi, ma ancora non stava veramente male perciò una dose moderata sarebbe dovuta bastare. Subito dopo uscirono di nuovo, questa volta per lasciare definitivamente quel posto, ma appena ripresero a correre per il corridoio sentirono una voce chiamarli da lontano e il biondo seppe subito che si trattava di Yunhyeok, il quale iniziò a corrergli dietro per poi fermarsi subito dopo non appena si fu ricordato che il biondo non sarebbe sopravvissuto a lungo con ciò che gli aveva dato «Non andrai lontano, Hongjoong, lo sai benissimo anche tu, è inutile che scappi!» urlò per tutto il corridoio deserto dato che a quel punto quasi tutti se ne erano andati.
Hongjoong decise di rallentare un attimo solo per potersi girare e rispondergli «Sai mi aspettavo che fossi un po' più intelligente, Yunhyeok!» il maggiore gli strattonò il braccio per intimarlo a muoversi poichè non era il caso di mettersi a fare il gradasso in una situazione come quella, ma il biondo decise di dire un'altra cosa «Mi raccomando vedi di far spargere la voce riguardo il tuo esperimento, non vorrei perdermi la notizia quando verrai mangiato dagli infetti!» dopo quello ripresero a correre tenendosi per mano e Hongjoong si sentì per la prima volta veramente felice, stava correndo per mano al maggiore, era quasi salvo e forse alla fine quei sentimenti non erano così malvagi.

Uscirono fuori e il grigio lo condusse fino all'auto di cui aveva le chiavi, non ce ne erano molte parcheggiate lì fuori ma probabilmente l'uomo non trovando più le chiavi aveva deciso di lasciarla lì per quella notte. Salirono a bordo ma prima che Seonghwa potesse sfrecciare via, appena si furono messi sulla strada, i fanali illuminarono la figura di un uomo nel buio, un uomo che il biondo riconobbe subito. Era il dottore più anziano, colui che aveva cercato di aiutarlo e adesso si era piazzato nel centro della strada probabilmente per attirare la loro attenzione, Seonghwa inchiodò e velocemente Hongjoong aprì lo sportello, «Dove vuoi andare?» gli domandò il grigio preoccupato vedendo le sue intenzioni. «Non ti preoccupare, aspettami qui» il biondo aveva capito che quell'uomo non era cattivo come gli altri e voleva sapere cosa avesse da dirgli adesso. Di fatto appena si avvicinò sotto la luce dei fanali dell'auto, questi iniziò a parlare «Tieni questa, portala con te, portala lontano da qui» gli porse una boccetta che Hongjoong non aveva mai visto, la afferrò cautamente vedendo come non portasse alcuna etichetta «È....» l'uomo annuì prima che potesse fare la domanda, quella era la famosa cura che volevano sperimentare, era una sola boccetta e adesso era nelle sue mani. Il medico gli chiuse la mano a pugno in modo che la stringesse e in quel momento i loro nomi vennero chiamati a gran voce da Yunhyeok alla finestra, il quale si era accorto solo dopo che Hongjoong aveva preso l'antidoto e lo aveva visto fuori la struttura grazie alla luce dei fari dell'auto. «Mi uccideranno per questo, ma tu dei andare via, portala via» disse infine l'uomo spingendo il biondo verso la macchina accesa, questi non ebbe altra scelta e nonostante le sue parole corse di nuovo sul mezzo e il medico si tolse dalla strada prima che ripartissero. Seonghwa schizzò via premendo l'acceleratore e in un attimo ebbero sfondato il piccolo posto di blocco dell'esercito e si ritrovarono sulla strada diretti verso casa.

Seonghwa poggiò una mano sulla coscia del minore ed entrambi sorrisero dopo essere scampati al pericolo. Hongjoong in quel momento capì che non c'era un giusto o uno sbagliato, una ragione o un torto, riguardo ciò che pensava. Lui aveva ragione, l'amore può rendere deboli, ma è la persona che decide se usarlo come una debolezza o come una forza; l'amore è una cosa strana, si può spezzare facilmente, ma sa essere anche incredibilmente forte. E sicuramente gli sarebbe servito del tempo per abituarsi completamente all'avere qualcuno accanto a sé, ma ci sarebbe riuscito perchè era l'unica cosa che avrebbe voluto durasse per sempre. Lui non viveva in una favola, eppure il suo principe azzurro lo aveva trovato lo stesso.







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-Perdonatemi, ci ho messo un sacco di tempo a scrivere questo ultimo capitolo a causa di vari problemi che ho avuto, ma sono contenta di essere finalmente riuscita a terminare questa storia.-








































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