𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐮𝐧𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨
Seonghwa e Hongjoong camminarono per diverse ore lungo quella strada, quando finalmente giunsero in una zona parecchio arida, molto probabilmente un tempo aveva una natura più fiorente ma quel luogo lasciato in mano a sé stesso si era inaridito lasciando solo qualche vecchio casolare sparso per i campi una volta erbosi. C'era il sole e faceva parecchio caldo, probabilmente anche a causa di ciò non vi era molta vegetazione, era una zona piuttosto bassa rispetto al livello del mare dove le montagne iniziavano a diradarsi e il territorio si faceva più collinare. Proprio mentre camminavano per quei campi avvistarono in lontananza un casolare che sembrava essere messo peggio di altri, la strada vi passava non molto lontana ma quel tratto era particolarmente faticoso da fare per via del sole che nelle ore più calde picchiava come non mai, nonostante fosse ormai settembre e si sperava che l'autunno arrivasse presto e portasse un po' di meritato fresco.
Decisero di avvicinarsi alla struttura per riposare un po' e riprendere un po' di forze dopo aver camminato tanto, attraversarono così un campo per raggiungere la casa vista da lontano. Sembrava un podere di campagna ormai molto rovinato, aveva i muri di un colore giallognolo e le persiane delle finestre bianche e decisamente pericolanti. Era abbastanza grande ed aveva anche un porticato sul davanti, più si avvicinavano e più sentivano il rumore di acqua, solo allora si accorsero che erano giunti vicino alle rive di un piccolo corso d'acqua, beh piccolo per modo di dire dato che era comunque abbastanza largo. Non ci volle un genio per capire che era sicuramente uno dei tanti piccoli affluenti del fiume Han, che di fatto scorreva poco più ad ovest. Arrivarono fin fuori l'abitazione osservandola attentamente e verificando che fosse agibile «Facciamo una sosta qui, è pomeriggio ormai, ci conviene ripartire domani mattina» disse Seonghwa controllando la posizione del sole in cielo, «Ma non ci conviene sfruttare il tempo prima che faccia buio?» domandò Hongjoong contrariato, in effetti avrebbero fatto meglio a spingersi il più lontano possibile per non perdere neanche un minuto di quelle ore di luce così preziose, ma d'altronde non sapevano quando avrebbero trovato un altro posto sicuro dove ripararsi e avrebbero rischiato di dover vagare di buio in cerca di un posto. «Si, ma qui c'è un edificio sicuro nel mezzo del nulla, il che significa che difficilmente arrivino degli infetti. Inoltre c'è un fiume dove possiamo prendere acqua e la tranquillità per riposare in pace, meglio accontentarci e non rischiare» spiegò il maggiore avviandosi ad entrare nella casa.
Il minore annuì e lo seguì in silenzio, quel ragionamento non era sbagliato e sapeva che l'altro avesse ragione. Entrarono nella casa un po' timorosi, non sapevano cosa ci fosse all'interno ed avrebbero potuto trovare qualsiasi cosa. La porta era aperta, o meglio, sembrava bloccata, ma con un po' di forza Seonghwa riuscì a spalancarla ritrovandosi davanti ad una scalinata che portava verso l'alto, mentre dietro ad essa si aprivano due stanze con l'ingresso decisamente ampio. Lentamente i due entrarono assicurandosi che ci fosse assoluto silenzio tranne per i loro passi che scricchiolavano sul pavimento in legno marcio. Il tetto aveva retto e anche il solaio del piano superiore, sembrava avere una struttura stabile e a parte alcune travi e sporcizia sul pavimento si poteva camminare tranquillamente. Controllarono tutto il piano inferiore per assicurarsi che non ci fossero infetti, c'erano un salotto e una cucina, decisamente molto ampi ma ormai in pessime condizioni; dopo salirono al piano superiore facendo molta attenzione ai gradini della scala in legno che potevano cedere, ma per fortuna andò tutto bene e con passi leggeri arrivarono fino in cima, fecero qualche altro passo che gli bastò per capire che il solaio era solido e rilasciarono un sospiro di sollievo vedendo che anche lì era tutto vuoto, le stanze erano diverse e loro decisero di guardare in ogni camera da letto e anche nel bagno per controllare che non ci fosse veramente nulla. Era triste vedere una casa una volta abitata da una famiglia che adesso era totalmente abbandonata, camminando per quelle stanze era facile immaginarsi le possibili scene di vita quotidiana che le persone che ci abitavano potevano aver avuto. Hongjoong entrava in ogni stanza e non poteva fare a meno di pensare a ciò, probabilmente lì una volta viveva una famiglia con una normale vita da contadini, una famiglia che per quanto povera era unita, il tipo di famiglia che lui non aveva mai avuto, lo stesso tipo che vive nell'affetto che lui non aveva mai ricevuto. Chissà se quelle persone fossero ancora vive, se fossero riuscite a scappare e rifugiarsi in un distretto sicuro, o se fossero rimaste vittima di quell'apocalisse che ormai anni fa aveva stravolto la vita di tutti.
D'improvviso mentre erano al piano superiore e cercavano qualsiasi cosa potesse essergli utile come un'arma o delle munizioni, sentirono dei rumori provenire dall'esterno, sembrava qualcosa che si muoveva contro del legno dando dei leggeri colpi. Immediatamente si guardarono negli occhi mentre il panico assaliva entrambi, non avevano visto niente fuori e neanche al primo piano, di vento non ce ne era, eppure nel retro della casa qualcosa che si muoveva c'era. Senza perdere tempo Seonghwa impugnò la pistola e scese lentamente le scale che lo avrebbero condotto dove l'entrata, Hongjoong lo seguì con il cuore in gola, non sapevano cosa ci fosse, però, mentre la prima cosa che veniva in mente erano gli infetti, in realtà non si udiva il caratteristico verso che essi producevano. Ciò poteva essere buono, ma anche molto peggio, perché se non c'era un infetto, allora chi diamine c'era?
Facendo meno rumore possibile uscirono entrambi di nuovo dall'abitazione, Seonghwa era pronto a sparare a qualsiasi cosa vi fosse sul retro, ma la sua mente allo stesso tempo stava anche attenta a dove fosse Hongjoong, il rischio che ci fossero altri banditi o persone più pericolose degli infetti era basso, ma comunque esistente. Magari gli avevano teso un'imboscata, magari erano andati loro stessi inconsapevolmente nella tana del lupo, oppure erano semplicemente delle persone che si nascondevano perché avevano paura di loro, tutto era possibile e una volta svoltato l'angolo non sarebbero potuti tornare indietro. Il maggiore fece segno all'altro di fermarsi appena arrivarono alla fine del muro, prima avrebbe guardato lui cosa c'era, e così fece, dopo aver preso un bel respiro scattò in avanti puntando la pistola a qualsiasi cosa vi fosse lì dietro.
Rimase poi stupito nel vedere chi fosse in realtà, dopo qualche secondo in cui aveva puntato l'arma all'aria la abbassò rilasciando un sospiro di sollievo, a quel punto anche il biondo uscì allo scoperto e quasi non si mise a ridere quando vide una stalla con dei cavalli. Come se gli avesse letto nel pensiero, Seonghwa rise per davvero inducendo l'altro a fare lo stesso, si erano presi uno spavento per nulla e lui quasi non aveva sparato a quelle povere bestie. Hongjoong si avvicinò lentamente alle assi di legno che circondavano la stalla allungando la mano per toccare il muso di uno dei due cavalli, il quale accettò volentieri quel contatto umano essendo probabilmente cresciuto in cattività. «Chissà da quanto sono chiusi qui» commentò il biondo sorridendo alla bestia, anche l'altro si avvicinò andando dal secondo cavallo. Uno era di un marrone ruggine quasi rossastro mentre l'altro di un marrone più scuro, erano entrambi maschi constatarono, ma senza aprire la gabbia per evitare che scappassero. «Sai andare a cavallo?» chiese Seonghwa e il minore annuì «Questo si» ridacchiò ripensando a quando da piccolo aveva preso lezioni di equitazione perché un ragazzo che gli piaceva praticava quello sport, il tutto all'oscuro dei genitori perché 'andare a cavallo non ti porterà a nulla nella vita, Hongjoong' diceva il padre.
«Possiamo proseguire con loro allora» concluse il grigio dando uno sguardo ai due animali che probabilmente non aspettavano altro che essere liberati dopo anni passati in quella stalla a brucare erba secca e bere acqua piovana.
«Mi sono appena ricordato di una cosa» iniziò a parlare Hongjoong qualche minuto dopo, il quale riflettendo aveva ricordato una cosa a cui probabilmente se fosse andato con l'esercito non avrebbe neanche pensato. «Cosa?» chiese Seonghwa voltandosi verso di lui, «Ci dovrebbe essere una foresta un po' più lontano, proprio lungo la strada che dobbiamo fare noi, lì ci abita mio cugino, possiamo passare da lui se ci servono provviste o altre cose.» disse il biondo con tono tranquillo, non conosceva di preciso la posizione di quel posto, ma era certo che da quelle parti suo cugino aveva costruito la sua 'roccaforte' per non dover abitare all'interno dei distretti, una storia complicata la sua sicuramente, ma che alla fine lo aveva portato a fare probabilmente la scelta migliore di tutte. «Ne sei sicuro?»
«Si, dovremmo comunque passare di lì, possiamo almeno tentare e passare la prossima notte se arriviamo in tempo, inoltre ci potrebbe dare altre armi in più dato che ci hanno derubato» continuò il biondo con un sorriso stampato in volto, lo fece in parte apposta e il maggiore capì che ancora voleva imparare a combattere, lui non aveva intenzione di insegnarglielo per il momento, ma armi in più avrebbero fatto comodo a prescindere. «Non ti insegnerò a combattere» disse Seonghwa ridendo e avvicinandosi per scompigliargli i capelli in un gesto stranamente affettuoso, ma che aveva semplicemente voglia di fare. «Lo chiederò a lui allora!» urlò Hongjoong al grigio che ormai si era allontanato per rientrare in casa e probabilmente sistemarsi per passare la notte, anche se essa sarebbe arrivata dopo qualche ora.
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Passò un po' da quando avevano deciso di fermarsi in quel casolare di campagna abbandonato, avevano controllato che ci fosse il necessario per poter sellare i cavalli e, come si aspettavano, tutto era stato lasciato al suo posto probabilmente da chi un tempo abitava quella casa che forse assomigliava più ad una fattoria. Non ci misero molto a capire che i campi attorno all'edificio facevano tutti parte di quella proprietà una volta, e ciò confermò la teoria di Hongjoong secondo cui lì viveva una famiglia di agricoltori. Un sentiero portava fino al fiume che scorreva poco lontano e sulle rive del quale vi erano degli sporadici arbusti, faceva molto caldo ma per fortuna il sole stava calando e prevedevano di passare una notte tranquilla in quel posto all'apparenza sicuro, era raro che gli infetti percorressero grandi distanze per cui anche se fosse arrivata la notte, era improbabile che quelle creature attraversassero tutti i campi per arrivare sin dove erano loro. Avevano deciso di dormire separati questa volta, con poca convinzione di Seonghwa che avrebbe voluto avere Hongjoong sempre accanto a lui, ma di letti ve ne erano tre e almeno in tal modo ognuno poteva stare comodamente nel proprio, scartando quello matrimoniale che aveva due doghe saltate.
Avevano lasciato gli zaini con le loro cose dove l'ingresso per potersi alleggerire e riposare il necessario, era strano a pensarlo, ma seppur avessero solo camminato erano più stanchi degli altri giorni. Questo perché camminare sotto il sole era molto stancante, e forse anche più di combatte e uccidere qualche infetto mentre si è all'ombra dei palazzi, specialmente per Hongjoong che il giorno precedente si era limitato a seguire gli altri e pararsi con le mani dai colpi di quelle creature.
Adesso Seonghwa si trovava sulle rive del fiume ad osservare con sguardo indeciso l'acqua che scorreva lentamente per via della quasi nulla presenza di vento. «Vuoi fare un bagno?» domandò tenendo le mani sui fianchi, Hongjoong si era appena avvicinato a lui poiché fino a poco prima stava sdraiato sull'erba secca sotto l'unico alberello presente lì vicino. «Non mi pare il caso» rispose il biondo, avevano mangiato e preso dell'acqua per bere, non era molto pulita purtroppo e sicuramente piena di terra, ma era anche l'unica acqua che potevano permettersi e sperarono che la limpidità non fosse solo un inganno. Seonghwa alzò le spalle, erano giorni che non faceva una doccia e aveva voglia di bagnarsi un po' anche per togliersi di dosso tutto il sudore, avrebbe potuto lavare anche i vestiti approfittando al meglio di quelle ore di luce. «Io lo faccio» affermò iniziando a spogliarsi sotto gli occhi increduli del minore, Hongjoong non si aspettava che lo facesse realmente, pensava fosse solo una proposta scherzosa e niente di più, di certo non era pronto a vedere l'altro denudarsi davanti a lui per poi entrare in acqua. «Stai scherzando spero» disse con una risatina, al ché il grigio si voltò verso di lui con già la maglia tolta «No, perché dovrei? Fa caldo e voglio darmi una sciacquata, vieni anche tu?» rispose con tono tranquillo. «Non ci penso neanche» disse Hongjoong sembrando quasi schifato mentre non sapeva se doversi voltare prima di ritrovarsi il maggiore nudo davanti o semplicemente fare finta di niente, «Che c'è ti vergogni?» chiese il grigio con un ghigno in volto mentre si abbassò anche i pantaloni rimanendo in mutande, che fortunatamente per l'altro non si tolse.
«Non è per quello, idiota. Non ho intenzione di fare il bagno in un fiume» disse il biondo rigettando immediatamente quell'idea, Seonghwa ridacchiò e ormai spolto si avvicinò alla riva entrando in acqua con i piedi scalzi e stando attendo a cosa ci fosse sul fondo per non farsi male, era pieno di rami e terra, ma il fondale era comunque morbido per via dell'acqua che aveva completamente impregnato il legno. Non gli importava di bagnarsi le mutande, anzi dopo avrebbe lavato anche i vestiti in modo da poter ripartire il giorno seguente in condizioni migliori rispetto a quelle in cui era arrivato, non sapeva come facesse l'altro con quel caldo a restare con i pantaloni lunghi e le scarpe quando davanti aveva dell'acqua fresca, più o meno, così invitante. Hongjoong lo osservò entrare in acqua e sparire sotto la superficie prima di riemergere, effettivamente non era così male l'idea di fare un bagno, ma non se la sentiva comunque si spogliarsi in quel modo e buttarsi in acqua senza sapere se fosse pericoloso o meno, era un fiume piccolo ma ci potevano comunque essere degli animali selvatici.
«Sicuro di non voler venire?» urlò Seonghwa vedendo poi la testa del minore muoversi in segno di dissenso, in quel momento si trovava particolarmente a suo agio, forse perché non c'era nessuno oltre a loro, forse perché con lui c'era solo Hongjoong, o probabilmente entrambe, ma quando Seonghwa si sentiva veramente a suo agio poteva diventare tutta un'altra persona. Un lato di lui che odiava mostrare al mondo era quello scherzoso, quello che rideva e si divertiva, ma anche quello che la vita aveva messo a dura prova più di una volta. Così, vedendo che il minore non si lasciava convincere e desiderando che si unisse a lui a fare il bagno, tornò vicino alla riva per chiamarlo di nuovo «Dai vieni» lo incitò ancora una volta, «Non provare a convincermi» Hongjoong negò ancora rimanendo con le braccia incrociate e a tratti sorpreso di quell'atteggiamento tanto confidenziale che il maggiore aveva adottato. «Togliti le scarpe e bagnati i piedi almeno» consigliò allora il grigio, se non voleva buttarsi allora avrebbe potuto almeno rinfrescarsi in quel modo, sicuramente gli avrebbe fatto meglio di restare ad arrostire al sole. Il biondo esitò un attimo prima di fare come gli era stato detto, ma in fondo un po' di voglia di bagnarsi ce l'aveva, per cui si decise a togliersi gli scarponi ed avvicinarsi alla riva per bagnarsi un po' i piedi. Seonghwa sorrise nel vederlo e nello stesso momento gli venne una bella idea, almeno bella per lui, non era una persona che amava sciogliersi con gli altri, per niente a dir la verità, ma quando stava con Hongjoong gli veniva quasi naturale, e se fino a quel momento era riuscito a contenersi, più passava il tempo e più gli era difficile farlo, specialmente se messo in una situazione di calma e spensieratezza come in quella in cui paradossalmente si trovava in quel momento.
«Contento adesso?» domandò sarcasticamente Hongjoong con i piedi nell'acqua dove la riva e i pantaloni tirati fino ai polpacci, non voleva ammettere di star apprezzando quella sensazione di freschezza data dall'acqua, seppur essa fosse sempre calda per via del sole. «Perchè non ti butti?» chiese a sua volta Seonghwa, ignorando completamente la frase dell'altro, «Non mi va» rispose semplicemente il biondo, «Non sai nuotare?» domandò allora il maggiore, l'acqua non era troppo alta, ma lui stesso da un certo punto in poi non toccava più il fondale. «Certo che so nuotare, è che non mi piace farlo» affermò sincero il minore, non aveva mai amato nuotare, però vivendo in una città di mare ovviamente sapeva farlo. Fu allora che Seonghwa si avvicinò ancora di più a lui con un ghigno in volto, «Non azzardarti a schizzarmi» lo avvertì il minore, senza rendersi conto di ciò che veramente voleva fare. Di fatto, il grigio gli arrivò molto vicino tendendogli la mano «Guarda cosa ti faccio vedere» era piuttosto evidente che avesse un altro fine, ma Hongjoong quella volta non fu abbastanza furbo da prevederlo così tese dubbioso anche la sua mano, che il grigio non esitò ad afferrare per tirarlo in acqua.
Nel silenzio totale della campagna si poterono udire d'improvviso le risa di Seonghwa, che per la prima volta aveva assunto un comportamento decisamente amabile perfino agli occhi del minore, il quale di veramente amabile non aveva mai visto nessuno, e forse fu anche per questo che non si arrabbiò così tanto con l'altro nonostante lo avesse costretto a bagnarsi con tutti i vestiti addosso «Seonghwa! Si può sapere che ti dice il cervello!? Mi hai fatto bagnare con tutti i vestiti!» urlò dopo essere riemerso dall'acqua interrompendo le risate del maggiore, «È stato divertente però, i vestiti si asciugano» disse questi guardando il suo volto frustrato che ai suoi occhi lo faceva apparire ancora più bello. «Divertente per te forse, ti avevo detto che non volevo bagnarmi» continuò a lamentarsi Hongjoong mentre si sistemava i capelli biondi all'indietro, e prima che l'altro replicasse iniziò a tornare verso la riva, ma venne fermato dal braccio del maggiore «Stai qui con me» disse Seonghwa guardandolo negli occhi e diventando improvvisamente serio, «Fammi almeno togliere i vestiti» ormai arresosi al fatto di essere bagnato, Hongjoong decise di accettare di fare quel maledetto bagno nel fiume così come voleva l'altro, andandosi a svestire a sua volta per poi tornare in acqua.
Seonghwa per un momento si chiese cosa avesse fatto, si era lasciato totalmente trasportare dal divertimento che provava raramente finendo con il ritrovarsi a fare il bagno quasi totalmente nudo assieme alla persona che a quanto pare gli piaceva. La gioia di molti, ma non la sua che si sorprese di sé stesso per essere riuscito a mettere da parte l'arroganza e l'orgoglio senza neanche rendersene conto. Ben presto si rese conto che quello era l'effetto che l'altro aveva su di lui, nessuno era mai riuscito a fargli dimenticare perfino i suoi problemi più grandi mentre erano bastate solo un paio d'ore in un luogo deserto assieme al medico per trasformarlo in tutta un'altra persona, cosa di cui sicuramente il biondo si era accorto. Infatti, Hongjoong stesso fu sorpreso di quell'atteggiamento improvvisamente socievole, ciò non gli dispiaceva in realtà, ma non lo amava neanche particolarmente dato che non era abituato ad avere attorno a sé persone che gli dedicavano tante attenzioni, mentre tutto d'un tratto il maggiore pensava solo a lui anche a causa delle condizioni in cui si trovavano.
Passarono del tempo in acqua assieme, semplicemente parlando o godendosi il silenzio della campagna interrotto dal cantare dei grilli, mentre il minore seppur godendosi quel momento, non poteva fare a meno di pensare a tutti i batteri che potevano essere presenti nell'acqua di un fiume ristagnante come quello, e la sua preoccupazione venne notata dal grigio. «Che hai?» chiese Seonghwa con un cipiglio in volto, «Niente, pensavo solo a tutti i batteri che probabilmente ci sono in quest'acqua, e l'abbiamo pure bevuta» forse stava esagerando, ma lui sapeva quali fossero i rischi di ciò e nonostante con molta probabilità non sarebbe successo nulla, c'era ancora una minima parte di lui che ci pensava e ripensava. «Pensa a rilassarti piuttosto e fatti meno problemi» disse il maggiore a qualche metro di distanza da lui, «Seonghwa sei in mutande, voglio ridere se ti viene un'infezione cutanea al cazzo» affermò Hongjoong senza peli sulla lingua, un po' perché voleva mettere paura all'altro. «Fai passare la voglia di fare qualsiasi cosa» disse franco Seonghwa, «Forse è vero, ma guarda il lato positivo, stiamo andando in un ospedale per cui se ti viene potrai farti curare, perché io non ci penso davvero» affermò sincero Hongjoong facendolo ridacchiare «Ma come? Alla mia mano ci pensi e al mio cazzo no? Non è molto carino lo sai?» incalzò allora il maggiore continuando con quel discorso che di normale probabilmente non aveva neanche gli articoli, «Vaffanculo» concluse però Hongjoong guardando altrove deciso a stroncare lì l'argomento.
Seonghwa rimase a guardarlo di profilo sentendo ancora una volta le parole di Yeosang nella sua testa e ricordandosi di ciò che stava per fare l'ultima volta che erano stati così vicini, doveva ancora farlo, doveva ancora provare a capire se stesso e le sue emozioni, doveva ancora rischiare di fare un passo per capire cos'è che voleva davvero.
E sapeva che quello fosse il momento perfetto, preoccupato di non sentirsi più così tanto a suo agio da poter fare quella mossa. Senza pensarci due volte, altrimenti sapeva che avrebbe cambiato idea, si avvicinò al biondo toccandogli il braccio e facendolo voltare di scatto. «Che stai facendo?» domandò Hongjoong trovandosi l'altro improvvisamente vicino, «Ti ricordi quando ti avevo detto che volevo provare una cosa?» chiese allora il grigio con tono improvvisamente serio, il minore ricordo ciò a cui forse non avrebbe più voluto pensare ed annuì solamente «Ecco, posso farlo adesso?» domandò di nuovo cercando di capire dallo sguardo del biondo se sapesse o no ciò che voleva fare, ma Hongjoong rimase impassibile. «N-non so cosa sia, non lo so» titubò un momento nel rispondere, «Te lo dico perché non voglio che tu fraintenda» Seonghwa si diede dello stupido subito dopo aver detto quella frase, non c'era nulla da fraintendere, le persone si baciano solo per due motivi, perché si piacciono o perché vogliono fare sesso, e sicuramente non era la seconda per lui. Non aspettò che il biondo rispondesse e si attaccò per un istante alle sue labbra come voleva fare da un po', Hongjoong si aspettava in un certo senso quella mossa ma ne rimase comunque sorpreso, non aveva mai pensato al maggiore in quel modo e ricambiò il bacio solo come gesto istintivo, mentre gli occhi e la mente stavano da tutt'altra parte. Seonghwa si staccò subito dopo che una scossa ebbe invaso il suo petto, Yeosang aveva ragione, provare lo avrebbe aiutato a capire cosa provava, si lo aveva sicuramente aiutato, ma di certo non aveva migliorato la situazione dato che la consapevolezza di provare qualcosa per l'altro lo mandava ancora più in crisi. Era vero, a lui piaceva Hongjoong, ma non era pronto ad accettare i suoi sentimenti e in quel momento preferì non averlo mai fatto ed essere rimasto con l'incognita. Resosi conto troppo tardi del suo gesto, andò in panico nel giro di pochi secondi, aveva appena baciato un ragazzo, cosa a cui fino a qualche giorno prima non avrebbe pensato neanche per scherzo, ma la cosa peggiore era che ora sicuramente quel ragazzo voleva delle spiegazioni, spiegazioni che lui non avrebbe potuto dargli perché di fatto non le sapeva dare nemmeno a sé stesso.
«Merda scusa» disse appena si fu staccato, senza avere il coraggio di guardare negli occhi Hongjoong, che nel frattempo era rimasto immobile a nuotare senza sapere come reagire, «Il sole sta per tramontare, sarà meglio uscire dall'acqua» borbottò guardando poi il cielo mentre si diresse verso la riva, lasciandosi alle spalle un ragazzo totalmente confuso.
⊹⊹⊹
Il giorno seguente arrivò molto lentamente, soprattutto per Hongjoong. Dopo quello che era successo tra loro non si erano praticamente più parlati, o meglio, lui aveva provato ad iniziare il discorso per fare chiarezza sulla questione, ma il maggiore non ne voleva sapere di discutere di ciò che aveva fatto e alla fine il biondo aveva rinunciato. La notte avevano dormito separati come previsto e al mattino Seonghwa si comportava già come se non fosse successo niente, parlava normalmente con il suo solito atteggiamento freddo ed arrogante quasi come se solo la sera precedente non avesse buttato l'altro nel fiume per fare il bagno insieme e poi baciarlo al tramonto. Hongjoong non sapeva cosa pensare, non aveva di certo mai pensato all'altro in quel modo pur provando attrazione verso i maschi, ma non poteva fare a meno di sentirsi preso in giro dall'altro e anche un po' ferito, insomma non era molto carino baciare qualcuno e poi far finta che non fosse successo niente.
Ad ogni modo, decisero di partire con i cavalli esattamente come avevano detto il giorno precedente, entrambi sapevano cavalcare e ciò li avrebbe aiutati di molto a dimezzare i tempi, sicuramente avrebbero fatto prima che a piedi, inoltre dopo anni chiusi nella stalla quei cavalli erano anche parecchio riposati e vogliosi di correre. Partirono quindi in direzione sud dopo aver ripreso la strada principale per passare sopra al ponte e superare il fiume, Hongjoong ricordava vagamente dove si trovasse il rifugio dei cugini, ma sapeva che il bosco si trovava da qualche parte lungo quella strada perciò restava solo da proseguire finché non avessero visto il cartello di entrata a Cheongju, vecchia città adesso totalmente abbandonata e invasa dalla vegetazione.
Viaggiarono per mezza giornata a cavallo di quelle bestie che dopo ore iniziavano ad essere stanche, fecero delle soste per riposare e mangiare, solo per poi rendersi conto di star finendo il cibo e sperare di trovare il cugino del più piccolo per avere dei rifornimenti. Proseguirono ancora e ancora fin quando il vecchio cartello della città comparve davanti a loro segno che erano andati nella giusta direzione. Inaspettatamente da lì un sentiero fatto dalle ruote di alcuni mezzi partiva e si addentrava nel bosco, segno che qualche tipo di civiltà c'era in quelle zone e che forse erano vicini al posto che sapeva Hongjoong. Avevano viaggiato per quasi tutta la giornata e a quel punto forse gli conveniva fermarsi per la notte in quel posto a prescindere da se avessero trovato o meno l'accampamento del cugino. Per loro fortuna però, seguendo il sentiero fin dentro la boscaglia raggiunsero delle grandi mura fatte di pali di legno che sembravano essere il perimetro di chissà cosa, ma non fecero in tempo a scendere da cavallo per avvicinarsi che un gruppo di persone armate si palesò davanti a loro puntandogli più di un fucile contro «Fermi dove siete» disse una donna che assieme agli altri sembrava essere arrivata dal bosco ed entrambi alzarono le mani spaventati, almeno fin quando un uomo alle spalle della donna si fece avanti con la sua voce profonda «Hongjoong?» chiamò il biondo dopo averlo visto in sella al cavallo che sembrava star iniziando ad innervosirsi, Hongjoong assottigliò gli occhi prima di riaprirli sollevato «Geonhak?».
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-So, questo capitolo... Si è decisamente più lungo degli altri, volevo dividerlo in due parti ma poi avrei dovuto troncare la scena a metà e non mi andava perciò spero vi siate goduti queste 4600 parole. Inoltre finalmente Seonghwa ha fatto qualcosa di giusto, più o meno, vabbè meglio di niente dai.
PS. Quel discorso sul cazzo eccetera insomma lo trovo abbastanza cringe ed ero lì lì per toglierlo sappiatelo.
Ah sì, siamo circa a metà storia.-
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