𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐨𝐭𝐭𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨

Il tanto bramato distretto di Gunsan iniziò a vedersi all'orizzonte dopo non molto tempo da quando si erano messi in viaggio, dopo giorni di peripezie, fatica, emozioni e incontri sia sfortunati che non, finalmente erano giunti a destinazione. Seonghwa ancora non conosceva il motivo di tutto quello, ma dopo tutti gli avvenimenti che c'erano stati neanche ci aveva pensato più di tanto, a dire la verità non aveva idea di cosa avrebbe fatto adesso, il suo piano originale era quello di tornare indietro, ma ovviamente non poteva lasciare Hongjoong solo, non voleva farlo. Aveva deciso di volerlo aiutare a superare quella sua avversione verso i sentimenti, a prescindere dal fatto che ricambiasse o meno. Quando giunsero all'entrata della città, non poterono fare a meno di notare quanto fosse militarizzata la zona, Gangneung non era così tanto monopolizzata, certamente c'erano i soldati che sorvegliavano l'entrata, ma a Gunsan i simboli dell'esercito erano dipinti su quasi tutti i palazzi e il posto di blocco dell'entrata era decisamente più sicuro. Una barriera in vetro rinforzato e acciaio segnava la via di accesso alla città, per poter entrare bisognava passare per dei tornanti che terminavano con un cancelletto, il quale veniva aperto solamente dalla guardia che stava nella cabina accanto. Alcuni uomini con delle jeep stavano anche fuori a sorvegliare la zona e in generale sembrava essere tutto molto organizzato. 

Seonghwa fermò l'auto poco più lontano dopo aver visto che i soldati si erano accorti di loro, entrambi scesero incamminandosi verso gli uomini in divisa, i quali erano piuttosto sorpresi e straniti di vedere due persone arrivare in quel modo. Mai nessuno si spostava da un distretto ad un altro senza la scorta di militari, in generale loro controllavano tutti gli spostamenti che avvenivano nel paese, o almeno credevano di farlo. Certo era che dopo le dispute che vi erano state all'interno dell'esercito stesso non c'era da sorprendersi che le cose si fossero un po' complicate. Hongjoong si presentò a loro spiegando a grandi linee il motivo per cui erano andati laggiù e i soldati sembrarono rifletterci un po' prima di decidere cosa fare. Uno di loro andò da alcuni che stavano all'interno dicendogli qualcosa che i due non poterono sentire e dopo qualche minuto di attesa finalmente gli venne dato il permesso di mettere piede in quella città, Seonghwa dovette di malavoglia consegnare tutte le sue armi dato che lì dentro solo i soldati potevano essere armati, vennero perquisiti e con l'utilizzo di un laser poterono confermare che fossero sani. 

Si ritrovarono a camminare per le strade di quella città decisamente molto affollata, Gangneung non era fatta così, era brutta, grigia, sporca e molto più vuota. Mentre Gunsan sembrava essere piena di vita, molte persone erano fuori per le strade e la città era pressochè rimasta quella che era sempre stata, solo più popolata. Dovettero fare un po' di strada fino ad arrivare ad un palazzo più grande degli altri, era bianco e separato da tutte le successioni di edifici normali che dividevano le varie vie, non era difficile capire come lì ci stesse qualcuno di importante, infatti quel palazzo era probabilmente adibito all'amministrazione del distretto. Continuarono a seguire il soldato fino all'interno e poi su per le scale, mentre ovunque passassero tutti si fermavano a guardarli, non pensavano fosse così evidente che fossero forestieri. Finalmente, dopo un tragitto medio-lungo arrivarono davanti alla porta di una stanza, che l'uomo non esitò ad aprire rivelando una grande scrivania in legno ed un uomo austero seduto dietro ad essa. 

La stanza era abbastanza grande ed ospitava qualche libreria, un tappeto e anche un buon lampadario al centro, stando lì dentro sembrava di essere tornati indietro nel tempo, quel distretto aveva realmente tutte le caratteristiche di una semplice città prima dell'epidemia. Appena entrarono l'uomo si alzò in piedi e fece un cenno col capo al soldato che li aveva accompagnati, il quale ricambiò ed uscì richiudendo la porta. «Benvenuti ragazzi, io sono il generale Lee Sangjuk» li salutò con un leggero inchino, a discapito di ciò che poteva sembrare, non era una persona così burbera in fondo, era un uomo piuttosto avanti con l'eta, aveva i capelli grigi e indossava anche lui una divisa verde, il suo volto sembrava trasparire durezza e rigidità, mentre invece da come parlava pareva una persona tranquilla e cordiale. «Mi hanno riferito che siete il famoso Kim Hongjoong» parlò rivolgendosi al nominato, il quale annuì per confermare la cosa, mentre Seonghwa era rimasto qualche passo più indietro e stava studiando tutti i particolari di quella stanza. «Accomodatevi pure» li invitò a sedersi mentre lui fece lo stesso, posizionandosi con fare lento e rilassato sulla sedia da ufficio un po' sgangherata, «Il suo amico invece?» domandò poi l'uomo non conoscendo l'identità dell'altro ragazzo presente, «Lui mi ha solo accompagnato» rispose Hongjoong precedendo Seonghwa dopo che furono seduti anche loro.

«Capisco, mi dica, cos'è che la porta qui?» il generale andò subito al punto interessato a sapere il motivo di quella visita dai diretti interessati, non capitava mai di ricevere visite e di conseguenza era molto curioso. «Sono stato chiamato dal vostro ospedale per una ricerca sperimentale» il biondo disse ciò che sapeva, d'altronde lui neanche ci aveva mai parlato con le persone che lo volevano lì, «Dal nostro ospedale?» nel porre quella domanda, l'uomo sembrò non solo scettico, ma anche incredibilmente divertito dalla cosa. «Esatto» confermò Hongjoong stranito, prima di sentirsi smentire ciò che credeva «Vedo che non è molto informato, qui non abbiamo più un ospedale» per un attimo rimase interdetto, dovette ripetere più volte nella sua mente quella frase perchè avesse senso, e quando ci riuscì sentì il suo cuore perdere un battito «Cosa intende?», quell'affermazione catturò anche le orecchie di Seonghwa, il quale era rimasto in silenzio tutto il tempo, e per un attimo la paura di aver fatto quel viaggio a vuoto prese il sopravvento. «Vedi, come avrai sicuramente notato, qui noi controlliamo tutto, e lo facevamo anche nell'ospedale, un giorno i medici si sono stufati di questo ed hanno deciso di trasferirsi» spiegò il generale come se fosse la cosa più normale del mondo, forse perchè era accaduto da tempo ormai ed era diventato comune non vederci nulla di strano, «Trasferirsi dove?» chiese allora il biondo ancora più confuso, infatti quel discorso non aveva fatto altro che mettergli ancora più domande in testa invece di rispondere alle altre. 

«A Seocheon, di là dal fiume» il fiume a cui si riferiva era il Geum, che sfocia nel mare proprio tra Gunsan e la piccola ex città di Seocheon, «Ma non c'è un distretto a Seocheon» questa volta fu Seonghwa a parlare, assolutamente certo della sua affermazione e decisamente scettico riguardo quel fatto. «Lo so bene, infatti sono andati nel vecchio campus universitario, hanno messo un sicurezza quel posto con l'aiuto di soldati volontari e si sono stabiliti lì» chiarì il generale spostando il suo sguardo verso colui che aveva parlato per la prima volta, quello che stava dicendo era tutto vero ed aveva capito che quella cosa al di fuori di Gunsan non si sapeva. «E a voi tutto questo è andato bene?» domandò stranito Hongjoong, una cosa del genere non si era mai sentita prima, e se fosse mai successa pensava che si fosse per lo meno sparsa la voce in qualche modo, «Non è stata una cosa negativa come può sembrare, questo distretto è molto popoloso e non eccessivamente esteso, così facendo hanno liberato un edificio e ridotto il numero di abitanti. Inoltre, qui è comunque rimasto un piccolo centro per le emergenze».
«Come possiamo arrivarci noi?» chiese allora il biondo per capire cosa fare da quel momento in poi, in qualche modo doveva arrivare in quell'ospedale poichè doveva essere molto importante la sua presenza se lo avevano chiamato da così lontano. 

«Dubito che possiate facilmente, c'è un motivo se mai nessuno va laggiù» le speranze si abbassarono ancora di più dopo aver sentito quella frase, dopo tutto ciò che avevano passato non potevano arrendersi così facilmente, ma allo stesso tempo non avevano voglia di continuare a rischiare la vita per rincorrere quel posto. «Quale sarebbe questo motivo?» fu di nuovo Seonghwa a parlare, voglioso tanto quanto l'altro di terminare quel viaggio angosciante, «Oltre il fiume si sono stanziati gruppi di ribelli, persone che hanno commesso reati e sono state cacciate dai distretti, oppure uomini che hanno preferito vivere insieme ai mostri piuttosto che tra le persone» e dopo quello entrambi fecero un sospiro di sollievo, avevano già incontrato uomini del genere perciò non era nulla di nuovo, certo sarebbe stato meglio se non ci fossero stati, ma dopotutto si prende quel che viene. «Mi creda, dopo ciò che abbiamo passato per arrivare fin qui, quello sarebbe il problema minore» ironizzò Seonghwa non sapendo quanto forti e numerose quelle bande di ribelli fossero, d'altronde loro ci avevano avuto a che fare per poco e non erano stati neanche in tanti «Come volete allora, posso offrirvi un passaggio fino al fiume, il ponte per attraversare è crollato perciò dovrete trovare un altro modo per passare» concluse l'uomo e i due annuirono ringraziando, almeno in quel modo una parte di strada se la potevano risparmiare, anche se loro l'auto l'avevano in realtà. «Non temete, riavrete anche le vostre armi una volta usciti di qui» affermò mentre si stavano alzando, poichè aveva intuito che il pensiero principale per il più alto fosse quello, così i due più tranquilli ringraziarono di nuovo e poi attesero indicazioni su dove andare.
In qualche modo sarebbero dovuti arrivare fino a destinazione, e se ciò significava dover resistere e combattere ancora un po', allora sarebbe andato bene. Dopo essere arrivati fin laggiù ed aver attraversato da est ad ovest tutta la penisola, arrendersi e tornare indietro sarebbe stata una cosa stupida, ormai avevano iniziato quel viaggio e lo avrebbero portato fino in fondo. 

⊹⊹⊹

Vennero fatti salire su una jeep dell'esercito e poi scortati subito da tre soldati verso il fiume Geum, dovettero scendere appena arrivati, di nuovo armati e nelle stesse condizioni in cui erano giunti a Gunsan, tranne per il fatto che adesso non avevano più l'auto. Erano le ore più calde della giornata quelle, di certo spostarsi sotto il sole non era una gran cosa, ma non avevano altra scelta per tanto si armarono di coraggio ed iniziarono a cercare un punto dove poter attraversare l'acqua, come aveva detto il generale, non c'era più alcun ponte ma solamente i resti di esso che sporgevano dalla superficie celeste. Camminarono verso il mare con la speranza di trovare prima della foce un punto da cui passare, e di fatto così avvenne, in un punto c'era un albero caduto e decisero di passare sopra ad esso, non arrivava fino all'altra sponda ma almeno copriva un bel pezzo e poi da lì sarebbero potuti passare sopra delle rocce dato che l'acqua era più bassa. «Sei sicuro che sia una buona idea?» domandò Hongjoong un po' scettico della cosa, «Non abbiamo altra scelta, forza vieni» Seonghwa era già sul tronco e stava camminando lentamente per non rischiare di cadere, il legno non era grandissimo perciò era più difficile, ma con un po' di attenzione tutto era possibile.

Così anche il biondo leggermente timoroso iniziò a passare su quel tronco caduto, alla fine riuscirono ad arrivare dall'altra parte sani e salvi tranne i loro piedi che si erano bagnati, ma per fortuna faceva caldo e con il sole le scarpe si sarebbero anche asciugate. Si misero così in cammino verso Seocheon che si trovava non molto lontano, quella zona non era deserta ma bensì colma di vecchi edifici e strutture, la città di Gunsan infatti originariamente si estendeva fin oltre il fiume ed era quasi unita a Seocheon. Proprio mentre stavano camminando tranquillamente per le strade, il rumore di una vettura in movimento catturò la loro attenzione, rimasero per un attimo fermi in modo da capire cosa fosse, ma solo quando se la trovarono davanti realizzarono che fosse già il momento di vedersela con quei ribelli. Una jeep carica di uomini si palesò una ventina di metri più avanti a loro e appena li videro iniziarono a asparargli contro, Seonghwa fu veloce a prendere per un braccio l'altro e tirarlo dietro una macchina messa per traverso nella strada, entrambi capirono che il momento di avere paura fosse arrivato. 

Seonghwa inizò a ricambiare il fuoco nascondendosi dietro la vettura mentre Hongjoong avrebbe voluto fare lo stesso ma allo stesso tempo non voleva uccidere nessuno. «Ci mancava una sparatoria in questo viaggio» ironizzò il maggiore continuando a sparare, andarono avanti per dei minuti, nonostante lui non avesse poi così tanti proiettili, ma quando vide una seconda vettura avvicinarsi alla loro sinistra capì che la situazione fosse più pericolosa del previsto. Velocemente adocchiò l'entrata del palazzo che avevano a destra e sembrò vuoto, così per una decisione presa su due piedi afferrò il braccio di Hongjoong e lo trascinò via correndo dietro l'auto verso l'entrata del palazzo. Restare lì avrebbe significato morire, erano circondati ormai e quegli uomini erano sicuramente più armati di loro, in quel caso la cosa migliore da fare era fuggire. Salirono le scale correndo fino in cima, ritrovandosi poi sul tetto dell'edificio mentre in strada gli spari erano cessati dato che i banditi si erano accorti che non erano più dietro quell'auto, non sapevano dove fossero andati ma sicuramente non ci avrebbero messo molto ad ispezionare ogni edificio che fosse nei paraggi.

Dopo aver ripreso fiato qualche secondo, Hongjoong pose quella che probabilmente era la domanda cruciale dopo essere finiti in trappola «E da qui dove andiamo?».







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-Beh dopo il bel capitolo scorso ci doveva stare ovviamente di nuovo l'ansia, no?

Comunque se vi può interessare ho pubblicato una oneshot sulla sanhwa, la trovate nel mio profilo🙃-





































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