𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐢𝐦𝐨
Le strade della cittadina erano illuminate dalla flebile luce del sole che ormai stava scomparendo oltre l'orizzonte. L'aria era del tutto calma e finalmente si poteva percepire un minimo di sollievo dal pesante caldo estivo, c'era silenzio completo ma presto gli infetti avrebbero iniziato a palesarsi anche per le strade assieme al buio della notte. Seonghwa e Hongjoong non avevano un posto in cui stare, il primo non aveva idea di come trovare l'amico, non sapeva dove passasse la notte e l'unica cosa di cui era certo era che da qualche parte a Pyeongchang ci doveva essere un ragazzo dai capelli biondi nascosto probabilmente in uno degli edifici. Iniziava ad essere troppo tardi per poter stare fuori, anche i più bravi a combattere con il buio venivano messi in difficoltà poiché alcune volte gli spazi aperti venivano del tutto invasi dalle creature che non trovavano più l'ostacolo del sole a pararle. Eppure Seonghwa non sembrava essere molto preoccupato, continuava a camminare per quelle strade guardando da una parte all'altra all'apparente ricerca di qualcosa che l'altro non sapeva determinare.
Hongjoong al contrario suo stava iniziando a pensare che se non avessero trovato riparo al più presto, avrebbero rischiato tanto. Per quanto sapesse che il grigio avrebbe tentato di proteggerlo dagli infetti, non si fidava pienamente di lui dato che ancora era poco più che uno sconosciuto. Ma soprattutto non si fidava pienamente delle sue capacità, difendere sé stessi da quei mostri era già difficile, e sicuramente difendere anche un'altra persona lo era ancora di più, specialmente se questa non era capace a fare nulla. Perché in effetti Hongjoong non sapeva combattere per niente, non era mai stato addestrato come Seonghwa e a malapena riusciva a tenere un'arma in mano, per non parlare della paura che avrebbero potuto fare gli infetti a lui che non si era mai trovato faccia a faccia con uno di loro.
«Non dovremmo trovare un posto dove passare la notte?» domandò il biondo mentre camminavano uno affianco all'altro, «Quando troviamo il mio amico troveremo anche un posto» rispose tranquillamente il maggiore guardandosi attorno, Hongjoong sospirò continuando ad essere un po' preoccupato, ma non voleva dare contro all'altro per cui rimase in silenzio. «Hai paura?» fu sempre Seonghwa a parlare poco dopo notando la tensione nel corpo del minore, il sole era ormai sulla linea dell'orizzonte e di lì a poco sarebbe scomparso «Di essere mangiato da uno di quei cosi? Decisamente» disse il minore facendo ridacchiare l'altro per il tono usato «Non ti mangerà nessuno» replicò il grigio per tranquillizzarlo, «Prevedi il futuro?» gli chiese allora Hongjoong sorridendo appena, in fondo i loro discorsi ricoperti da un velo d'ironia gli piacevano assai. «No ma diciamo che morire o trasformarmi non è nella lista dei miei obiettivi di oggi» concluse Seonghwa subito prima di vedere qualcosa che lo fece fermare, puntò lo sguardo dritto verso un punto in avanti inducendo il minore a guardare nella stessa direzione. Poco più avanti, tra tutte le case vuote e abbandonate, vi era un edificio dal quale usciva una luce decisamente artificiale. Sembrava quasi un negozio visto da lontano e con la poca luce solare ancora rimasta si poteva intravedere l'insegna a neon ormai bruciati.
Gelateria da Chaeyeon
«Cosa c'è là?» domandò Hongjoong fermandosi a sua volta, «Sicuramente della vita» rispose il grigio riprendendo a camminare, ma stavolta dritto verso la direzione del locale illuminato. Giunsero davanti all'entrata che aveva due grandi vetrate sul davanti, dalle quali era possibile vedere l'interno, entrarono lentamente osservando ogni cosa, fuori dalla zona sicura trovare fonti di illuminazione ancora funzionanti era praticamente impossibile, eppure sul soffitto di quel piccolo negozietto si trovava una lampadina che senza ombra di dubbio stava facendo luce. Il pavimento era fatto da piastrelle nere e bianche, queste ultime ormai diventate grigio topo, le pareti ospitavano numerosi poster appiccicati assieme ad alcuni quadri i cui chiodi erano sopravvissuti, mentre altri avevano ceduto e si trovavano in terra frantumati. Non sembrò esserci un'altra uscita e neanche un altra porta che conducesse in una seconda stanza, c'era la luce ma il posto era deserto ugualmente e ciò fece spegnere quella fiammella di speranza che si era accesa nel cuore di Seonghwa.
«Peccato che sia andato sprecato» commentò Hongjoong guardando con sguardo desideroso tutte le ciotole di gelato piene ancora incastonate nel bancone apposito. All'interno del distretto non venivano più prodotti certi alimenti, solo le cose essenziali per vivere come carne, frutta e verdura, niente gelato e niente prodotti che richiedevano fabbriche troppo grandi per essere creati. I ragazzi come loro due avevano dovuto dire addio a tutte le cose di cui era composta la loro vita troppo presto, proprio per questo capivano bene cosa significava doversi godere ogni momento di qualcosa anche se sembra scontato, perché può bastare un attimo per farti perdere ogni cosa e farti rimpiangere perfino i momenti che una volta odiavi.
«Non c'è nient'altro da vedere qui, meglio se usciamo» asserì Seonghwa dirigendosi verso l'uscita, un po' deluso dalla falsa pista. Sperava che quel posto fosse una specie di rifugio del suo amico, essendoci la luce, solo una persona avrebbe potuto accenderla. Ma nella stanza non c'era nulla di utile o interessante e tanto valeva continuare a cercare prima che facesse definitivamente buio. Però mentre stavano uscendo da lì, Hongjoong inciampò su un filo che stava sul pavimento e d'improvviso la luce si spense facendo bloccare entrambi «Perfetto ci mancava solo questo, non puoi stare attento a dove metti i piedi!?» disse subito Seonghwa con tono più alto del normale, «Scusa come potevo sapere che questo fosse il cavo della luce!?» replicò il biondo subito dopo guardandolo negli occhi, «Guarda dove vai almeno, sai era l'unica fonte di luce presente» gli fece notare il maggiore come ad incolparlo del fatto che se non avessero trovato il suo amico prima dell'arrivo della notte quello sarebbe stato l'unico posto in cui potersi rifugiare, e adesso non c'era più. «Non è colpa mia se l'impianto elettrico è fatto di merda, tocchi un cavo e si smonta tutto» parlò Hongjoong con tono più sarcastico di prima, le parole dell'altro non erano decisamente riuscite a scalfire la sua sicurezza e il grigio stentava a credere che mai lo avrebbero fatto. «Sai cosa, non importa» Seonghwa fece un gesto con la mano che stava a significare di lasciar perdere «Continuiamo a cercare e basta» sapeva che non avrebbe avuto senso mettersi a litigare per una cosa a cui ormai non c'era rimedio, oltretutto il fatto che erano entrambi due teste calde non avrebbe facilitato le cose.
Così ripresero a camminare per la strada mentre il sole ormai calava sempre di più fino a quasi a scomparire, e mentre questo si abbassava, la preoccupazione saliva e anche molto rapidamente. Hongjoong doveva ammettere di avere un po' paura a passare la notte fuori dalla zona sicura per la prima volta, non ci aveva passato neanche un solo giorno e d'improvviso avrebbe dovuto starci per chissà quanti di essi. «Posso farti una domanda?» fu di nuovo Seonghwa a parlare dopo qualche minuto di silenzio, una domanda gli era balenata in testa dopo essersi reso conto di non sapere neanche il motivo reale di ciò che stavano facendo. «L'hai già fatta» rispose Hongjoong per dargli fastidio, ma l'altro sembrò non farci molto caso e semplicemente continuò a parlare «Perchè devi andare a Gunsan?» chiese sembrando genuinamente interessato alla possibile risposta, risposta che però il minore non avrebbe potuto dargli. «Non te lo posso dire» affermò Hongjoong scaturendo una risatina incredula fuoriuscire dalle labbra dell'altro «Perchè no?»
«Perchè no» replicò prontamente, non era che non volesse dirlo, ma gli era stato esplicitamente detto di non farlo e ovviamente sarebbe rimasto fedele al suo lavoro. «Non puoi dirmelo o non vuoi dirmelo?» tentò ancora il grigio, oltre che curioso di ciò che c'era dietro a tutto quello, avrebbe anche voluto sapere se ne valeva la pena di fare tutto quel viaggio che avevano appena cominciato, «Che ti importa?» Hongjoong proprio non si lasciava persuadere e all'altro stava iniziando anche a piacere quella cosa, per quanto potesse sembrare calmo e pacifico, in realtà il biondo era ben fermo sulla sua posizione in ogni situazione e se si metteva in testa una cosa era difficile fargli cambiare idea, così come gli aveva dimostrato anche in precedenza.
«Mi importa perché sono io che ti sto accompagnando» affermò allora Seonghwa con una risposta impossibile da obiettare, in effetti aveva tutto il diritto di sapere cosa stavano andando a fare, sebbene nei suoi piani prevedeva di salutare il minore appena arrivati e tornarsene finalmente per la sua strada. «Ma non era previsto che fossi tu, e comunque non è una cosa che ti riguarda» replicò ancora una volta il biondo mentre ormai era quasi totalmente buio ed entrambi sapevano che avrebbero dovuto tornare un luogo sicuro in cui stare al più presto possibile, l'unica cosa che tranquillizzava era l'assoluto silenzio attorno a loro che escludeva per il momento la presenza di infetti.
«Penso che mi riguardi invece, potresti essere un assassino per quanto ne so» continuò Seonghwa con ironia, e l'altro non esitò a rispondere allo stesso modo, «Merda...» disse Hongjoong a bassa voce quasi come se non volesse farsi sentire, ma in realtà era più che evidente che non fosse quello il suo scopo, «Che succede?» intervenne subito il maggiore corrugando le sopracciglia, solo per poi rendersi conto del sarcasmo con cui l'altro si era fatto beffa di lui «Mi hai beccato».
«Sono stato mandato per ucciderti, a Gunsan, così nessuno sospetterà nulla» continuò il biondo con la sua farsa ironica, a cui però Seonghwa non diede molta corda, come naturalmente c'era da aspettarsi. «Molto spiritoso» tagliò corto il grigio muovendo leggermente la testa, «Che ne sai che non sia vero?» lo sfidò allora Hongjoong fingendo palesemente, eppure nessuno dei due aveva voglia in quel momento di tirarsi fuori da quel discorso. Seonghwa cambiò improvvisamente direzione e si diresse lentamente verso il minore spingendolo ad andare sempre più contro un muro, fin quando non si ritrovò con le spalle bloccate ed il volto scuro ed impassibile dell'altro davanti, «Perchè non ne saresti capace» affermò il grigio tenendo i suoi occhi puntati dritti dentro quelli dell'altro e un'espressione di assoluta impassibilità in volto, si potrebbe dire che se fossero stati in piena notte nel bel mezzo di un'apocalisse avrebbe fatto perfino paura, che comicità, lo erano veramente.
«Tu dici?» domandò il minore senza farsi intimorire per nulla, non si sarebbe certo spaventato per quella piccola scenetta più paurosa del solito, e anche se fosse di certo non lo avrebbe dato a vedere. «Dico» fu l'ultima parola detta da Seonghwa sempre con voce profonda prima che si distanziasse di nuovo e riprendesse a camminare normalmente, lasciando indietro solo un sorrisetto sulle labbra dell'alto. Ed ecco che il teatrino era terminato e tutto riprese a scorrere normalmente, ma a nessuno dei due era dispiaciuto giocare con le parole per quei pochi minuti e considerando tutto il tempo che sarebbero dovuti stare assieme, probabilmente sarebbe successo di nuovo ed entrambi non ne vedevano segretamente l'ora.
Il problema si verificò poco dopo, quando presero una viottola stretta tra due palazzi per lasciare la strada principale in cui ormai avevano capito che non avrebbero trovato nulla di interessante. Era ormai quasi del tutto buio e stranamente ancora nessun segno di infetti, beh meglio per loro dopotutto, ma allo stesso modo non c'era neanche segno del famoso amico di Seonghwa che in quel momento era più indispensabile che mai. Stavano camminando uno affianco all'altro, Hongjoong questa volta alla sinistra di Seonghwa e leggermente più lontano, lungo la via c'erano dei secchioni buttati a terra che riflettevano sul metallo la luce della luna ormai comparsa nel cielo, in quel momento il grigio ebbe un brutto presentimento, un presentimento decisamente pessimo. Rallentò leggermente permettendo ad Hongjoong di essere qualche passo avanti a lui, infatti il minore non si era reso conto dell'altro ed aveva continuato a camminare normalmente con lo sguardo avanti. Fu questione di pochi secondi, gli occhi di Seonghwa caddero a terra, dove poté distinguere un filo chiaro a circa dieci centimetri di altezza dal suolo e ben teso. Istintivamente collegò la cosa e alzò lo sguardo verso l'alto vedendo appesa tra i due palazzi quella che sembrò essere una gabbia di metallo, era troppo tardi quando capì e Hongjoong aveva già spezzato il cavo con le gambe. Capì di essere nell'esatto centro di quella gabbia e che il minore invece si trovava troppo avanti ormai, con la testa tra le nuvole aveva continuato a camminare senza accorgersi di niente. «Hongjoong!» istintivamente il grigio lo afferrò per lo zaino e lo tirò verso di sé inglobandolo in una specie di abbraccio, nonostante l'altro non fosse molto d'accordo, ma in quello stesso istante la gabbia cadde intrappolando entrambi e il cuore del biondo perse un battito nel realizzare che se non fosse stato per Seonghwa probabilmente ci avrebbe lasciato la pelle.
«Lasciami!» esclamò il minore subito dopo essersi reso conto della posizione in cui stavano, si allontanarono per quanto fosse possibile e il grigio si guardò attorno constatando che, sì, erano bloccati in una gabbia di metallo dall'aspetto decisamente pesante «Merda..».
«Che cazzo è questa cosa!?» urlò Hongjoong preso dal panico, non aveva idea di cosa fare e soprattutto di come farla, «Una trappola» Seonghwa si diede dello stupido da solo per non averci pensato prima, eppure sapeva bene come era fatto il suo amico. «Una trappola?!» ripeté l'altro incredulo, ci mancava solo di finire in una trappola del genere proprio di notte. «Al mio amico... Piace lasciare certe trappole in giro per proteggersi dagli infetti» spiegò Seonghwa sedendosi a terra, «E non potevi pensarci prima che ci finissimo dentro!?» continuò a dire Hongjoong incredulo, ma ormai entrambi sapevano che non avevano molte altre possibilità se non aspettare lì dentro «Non ci ho pensato, okay? E adesso se non ti dispiace dormo dato che sicuramente non riusciremo ad uscire di qui da soli, sai è a prova di infetti sta cosa. Dormi anche tu che ci servono energie appena il mio amico verrà a liberarci» disse infine il grigio poggiandosi al muro e sbadigliando, il biondo rimase incredulo ma non ebbe altra scelta se non quella di fare come gli era stato detto, per cui si sdraiò anche lui ringraziando che la sua statura gli permettesse di stare quasi totalmente steso e si addormentò usando lo zaino come cuscino.
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-non sapevo bene come farlo finire lol-
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