𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐪𝐮𝐢𝐧𝐭𝐨
«Porca puttana!» era da ormai dei minuti che Hongjoong stava seduto su un vecchio barile vuoto mentre osservava il grigio dare di matto. Seonghwa sembrava quasi impazzito a vederlo in quel modo, camminava avanti e indietro lanciando imprecazioni e dando dei calci a qualunque cosa si trovasse davanti ai piedi. «Lo ammazzo quello stronzo! Appena lo vedo giuro che lo faccio fuori!» urlò di nuovo quasi istericamente, sapeva di essere stato fregato e considerando il suo carattere non c'era da stupirsi che ciò lo facesse andare su tutte le furie. Non poteva credere di essersi fatto manipolare in quel modo, eppure era successo e adesso dire che si trovava nei guai era un eufemismo. Voleva liberarsi dell'influenza di quell'uomo e non dovergli rendere più conto di niente, però sconfiggere un tipo come lui era praticamente impossibile e anche quella volta era finito nella sua trappola, ma in quel momento giurò che sarebbe stata l'ultima. L'accordo era che lui avrebbe dovuto portare Hongjoong fino a Daejeon-Dong e consegnarlo a qualcuno che lo avrebbe portato dove doveva andare, ma ormai era più che evidente il fatto che nessuno sarebbe mai arrivato. Jacob lo aveva ingannato, usando quella scusa per costringerlo ad accettare e ad uscire dal distretto, ed era sicuro che se fosse tornato dentro con il biondo avrebbero trovato il modo di fargliela pagare per non aver fatto ciò che doveva.
Preso dall'ira sentì il bisogno di sfogarsi su qualcosa più di quanto non avesse già fatto, così si diresse a passo svelto verso l'angolo dove stava Hongjoong e diede un pugno ad una vecchia cassa di legno che stava vicino a lui, essa si ruppe per la troppa forza e le assi si spezzarono. Il grigio fece un verso di dolore subito dopo aver colpito la cassa e Hongjoong, che vide tutto, si alzò di scatto «Ma sei pazzo!? Così ti fai male!» gli disse avvicinandosi. Il maggiore ritirò la mano che adesso aveva le nocche completamente graffiate e rosse di sangue e probabilmente con delle schegge di legno nelle ferite. Il biondo provò a prendergli la mano dolorante per controllarla, ma Seonghwa la mosse subito bruscamente allontanandosi «Non mi toccare!».
Hongjoong sussultò leggermente tornando dove prima senza parole, era incredibile come oltre ad essere arrogante e irascibile il grigio fosse anche così testardo. Decise di lasciar perdere, non voleva che Seonghwa se la prendesse anche con lui e poi in fondo la sua salute gli importava solo fino ad un certo punto.
Il grigio sembrò allontanarsi respirando pesantemente per sbollire la rabbia, ma non passò molto che ritornò sui suoi passi guardando Hongjoong dritto negli occhi mentre si avvicinava con passo spedito, «Tu, dimmi cosa c'è realmente dietro a tutto questo.» gli ordinò puntandogli il dito contro, però almeno era più calmo di prima. Il biondo non sapeva cosa rispondere, la verità era che non aveva chiesto lui di finire in mezzo a tutto quello, lo avevano contattato i medici di Gunsan chiedendo aiuto per una sperimentazione e dato che i militari si erano rifiutati di accompagnarlo, questi avevano chiesto a Jacob di farlo offrendogli una piccola somma di denaro, che in un tempo come quello non si rifiutava mai. Questo era tutto ciò che sapeva e poi si era ritrovato nelle mani di quell'uomo che lo aveva trattato come fosse solo una fonte di guadagno ed affidato a Seonghwa. In quel momento non poté fare a meno di sentirsi veramente come una merce di scambio, nessuno tra loro lo trattava come se fosse una persona e, sebbene ci fosse in un certo senso abituato, alla lunga la cosa lo infastidiva; e specialmente lo infastidiva il sentirsi come una pedina che veniva tirata prima da una parte e poi dall'altra senza avere una destinazione precisa, forse se fosse rimasto a lavorare nell'ospedale di Gangneung sarebbe stato meglio.
«Non c'è niente, solo quello che ti ha detto Jacob» rispose per la prima volta messo a disagio dal comportamento dell'altro, per non parlare del fatto che il suo cervello continuava a restare fisso sulla mano sanguinante del maggiore. «Collabori con lui?» domandò allora l'altro avvicinandosi ancora di più fino a sovrastarlo con la sua figura, «Mai visto in vita mia fino a due giorni fa» rispose ancora onestamente Hongjoong.
«Allora ti presento Jacob, lo stronzo più stronzo di tutti i tempi!» urlò Seonghwa allargando le braccia per enfatizzare la frase, al ché il minore lo guardò un po' perplesso «Non ti sembra di star esagerando?» chiese alzandosi in piedi per essere ad un livello più pari, «Oh no, non hai capito che ha fatto? Mi ha ricattato e ingannato, eppure dovresti aver sentito pure tu» disse il grigio calmandosi, forse la rabbia adesso era passata e anche il suo respiro si era regolarizzato. «Lo so, ma non capisco perché te la prendi così tanto, se non vuoi portarmi a Gunsan allora torniamo indietro e basta» affermò deciso Hongjoong, dopotutto quelle erano le uniche due possibilità che avevano, ma era evidente che non sapesse veramente cosa significasse essere nella situazione del maggiore. Questi scoppiò in una breve risata per l'ingenuità dell'altro «Se torno al distretto con te, quelli mi faranno fuori» disse subito dopo essersi ricomposto, «Scherzi!? Ma dico ti sei visto? Sapresti difenderti benissimo» anche Hongjoong rise incredulo mentre parlava. «Non sai di cosa stai parlando, evidentemente non conosci quel genere di persone e se vuoi un consiglio, quando hai che fare con loro dovresti sempre temere per la tua incolumità» gli disse Seonghwa con l'intento di fargli capire che se fossero tornati indietro non solo se la sarebbero presa con lui, ma anche con Hongjoong stesso molto probabilmente.
«Da quando ti importa di me?» chiese il biondo alzando un sopracciglio contrariato, l'altro non aveva mai dimostrato ciò né con un gesto e né con una frase, «Non ho detto che mi importi di te, poi non cambiare argomento» rispose Seonghwa allontanandosi dopo essersi reso conto del messaggio che aveva fatto passare con le sue parole, in realtà voleva solo fargli capire che poteva essere pericoloso anche per lui tornare al distretto.
Si trovava ormai bloccato tra due vie, e nessuna della due era facilmente praticabile. L'alternativa a tornare indietro sarebbe stata andare a Gunsan che a quanto pare era la destinazione del biondo, ma si trattava di attraversare tutto il paese senza avere neanche un mezzo di trasporto, per chiunque sarebbe stato inconcepibile. Dove avrebbero preso le provviste? Avrebbero pur dovuto mangiare. Quanto tempo ci avrebbe impiegato? Non aveva neanche avvertito nessuno della cosa. Quale era la strada giusta da percorrere? Non era mai stato a Gunsan. Tutte quelle domande gli attraversavano la testa ogni volta che pensava alla possibilità di fare veramente quel viaggio, ma ogni volta scartava quell'ipotesi a priori.
Hongjoong continuò ad osservare l'altro muoversi avanti e indietro mentre era combattuto con sé stesso e decise di provare a dargli una mano. «Senti..» gli disse avvicinandosi piano alla sua figura di spalle, Seonghwa non si girò perché non aveva voglia di ascoltare il minore e non pensava che ciò che avrebbe detto lo potesse veramente aiutare. «So che sembra inconcepibile, ma forse dovresti considerare l'idea di andare a Gunsan...» parlò il biondo leggermente timoroso ma l'altro lo zittì subito «Non se ne parla»
«Ma se dici che non possiamo tornare al distretto, non abbiamo altra scelta a meno che tu non abbia intenzione di restare qui» gli fece notare con tono tranquillo e il grigio odiava ammettere che lui avesse ragione, doveva prendere una decisione e doveva farlo il prima possibile.
Improvvisamente gli venne un'idea, conosceva una persona che viveva in una cittadina non molto distante, un ragazzo che si era rifiutato di sottostare alle regole dei distretti ed aveva costruito la sua 'casa' in quel paese. Sarebbero potuti andare da lui per farsi dare un auto e magari delle provviste, una volta avuto il mezzo andare e tornare sarebbe stato più semplice e sarebbe stata una cosa fattibile. Si voltò verso Hongjoong che era rimasto fermo dietro di lui ad attendere una risposta «Hai ragione, andiamo a Gunsan.» asserì con un piccolo sorriso in volto che in realtà era rivolto a sé stesso per aver avuto quell'idea brillante. Il biondo sbatté un paio di volte le palpebre sicuro di aver capito male, non pensava che potesse essere così facile convincerlo, «Ma prima dobbiamo andare da un mio amico, ci serve un mezzo di trasporto» continuò Seonghwa tirando fuori dallo zaino una mappa, che il minore riuscì a vedere male poiché l'altro la tenne troppo alta e mezza coperta dal suo braccio.
«Possiamo passare da Wonju e poi Daejeon, è la strada migliore e più corta, il mio amico si trova qui nella ex contea di Pyeongchang perciò non dovremo allungare» spiegò indicando i vari punti sulla piccola mappa del paese, con un po' di difficoltà anche Hongjoong riuscì a vedere e sorrise sollevato nel poter andare finalmente dove avrebbe dovuto.
Seonghwa ci ripensò qualche altra volta prima di decidersi ad andare definitivamente, non era affatto sicuro di quello ma al momento era la scelta migliore in suo potere, sarebbe volentieri tornato a casa già stanco del viaggio che alla fine si rivelò essere più lungo del previsto, ma non gli era concesso e l'unica cosa che aveva voglia di fare a quel punto era liberarsi di Hongjoong per poter poi tornare alla sua vita di sempre, e il solo modo per farlo era andare a Gunsan.
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Si misero in cammino subito dopo, arrivando fino alla fine di quella città deserta ed uscendone ufficialmente. Seonghwa si era spinto poche volte così lontano, appunto per arrivare dal suo amico, ma ormai era tanto che non ci andava e soprattutto non era mai andato oltre un certo punto. Dovettero attraversare un bosco, questa volta decisamente più fitto rispetto a quando ci era stato tanto tempo prima, e ringraziò il cielo di avere una bussola con sé, senza di essa quel viaggio sarebbe stato impossibile da compiere. Hongjoong camminò in silenzio rimanendo indietro di due o tre metri rispetto all'altro, però non si fidava completamente del senso d'orientamento del grigio, per cui di tanto in tanto lanciava uno sguardo alla bussola e alla mappa per assicurarsi che stessero andando nella giusta direzione.
Proprio mentre stavano passando tra i numerosi alberi scuri, si ritrovarono davanti ad un gruppo di infetti, non c'era da stupirsi, dopotutto la vegetazione creava un ambiente umido e ombreggiato perfetto per quelle creature. Velocemente Seonghwa si abbassò dietro un cespuglio sperando di essere abbastanza coperto per non farsi vedere. Hongjoong lo seguì e si mise dietro il tronco di un albero poco distante mentre aspettava che l'altro facesse ciò che doveva fare. Il maggiore osservò attentamente le figure, due erano voltate di spalle proprio al centro di una piccola area più ampia tra gli alberi, mentre altri due camminavano un po' più distanti verso sinistra facendo avanti e indietro. Senza pensarci due volte tirò fuori una torcia e uno specchietto dallo zaino, era un metodo che veniva usato spesso da lui e dagli altri jeontuwon per gestire meglio situazioni come quella. Usò lo specchio per riflettere la luce sul tronco di un albero che stava oltre i due infetti di spalle, non servì molto tempo prima che i due lo videro e gli corsero in contro come facevano sempre con qualsiasi cosa si muovesse. A quel punto Seonghwa fu pronto per attaccarli ma si rese conto di non poterlo fare quando un dolore alla mano gli fece ricordare delle ferite che aveva sul dorso di essa, se la guardò notando come non sembrava stesse migliorando, ma al massimo peggiorando, lanciò una leggera imprecazione perché sicuramente non poteva accoltellarli come aveva fatto prima, avvicinarsi a loro con la mano in quel modo era l'ultima cosa che poteva permettersi di fare.
Tutto ciò mentre Hongjoong lo stava osservando in silenzio chiedendosi ancora una volta quanto fosse stato stupido a ferirsi di proposito in quel modo.
Seonghwa tirò fuori la pistola dai pantaloni e decise di usare quella, con il fucile sarebbe stato troppo pericoloso poiché avrebbero potuto avvertire il forte rumore dello sparo che sarebbe stato reso più evidente dalla vegetazione che li sovrastava, gli sarebbe bastato sentire un minimo suono per girarsi e vederlo. Si avvicinò lentamente il più possibile ai due che non aveva fatto muovere, controllando sempre con la coda dell'occhio che gli altri rimanessero voltati. Quando fu abbastanza vicino sparò due colpi uccidendo entrambi, poi fece lo stesso con gli altri due poco più lontano e in poco tempo riuscì a liberare il passaggio. Hongjoong lo raggiunse appena si accorse che l'alto aveva ucciso tutti e notò come il grigio sospirò per il dolore quando rimise la pistola dietro i pantaloni e la sua mano strusciò contro la ruvida stoffa «Dovresti farti dare un'occhiata alla mano» gli disse ricevendo poi uno sguardo di disapprovazione, «La mia mano sta bene» affermò Seonghwa per poi iniziare a camminare e proseguire, «Come vuoi».
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-Sono consapevole che la cartina non sia precisissima, ma serve solo per far capire meglio il viaggio che devono fare. Ci ho messo tutti i posti importanti per la storia (anche se potrei aver dimenticato qualcosa ma vabbè) e anche altre città famose perché boh sennò era troppo vuota.
Non importa se non la ricordate, la metterò ogni volta che sarà utile.-
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