𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐭𝐭𝐨𝐫𝐝𝐢𝐜𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨

Seonghwa si svegliò con la luce del sole che gli colpiva il volto, inizialmente non mise a fuoco dove si trovava poiché era ancora piuttosto insonnolito. Il giorno precedente avevano faticato molto, soprattutto lui, e nonostante avesse dormito parecchie ore non aveva chissà quanta voglia di iniziare una giornata che probabilmente sarebbe stata altrettanto esauriente. Era molto presto, non avendo la possibilità di muoversi con il buio il loro sonno andava in base al ciclo naturale, per tanto si erano addormentati molto presto e svegliati al sorgere del sole. Inoltre le scorte di cibo che avevano stavano terminando, il grigio non aveva previsto inizialmente di dover stare tanto tempo fuori dal distretto e perciò si era portato dietro poca roba, solo in caso di bisogno, però ormai erano passati due giorni e non avevano più nulla da mangiare, per tanto avrebbero dovuto reperire qualcosa al più presto.

Ad ogni modo, quando Seonghwa si alzò, Hongjoong ancora stava dormendo, e anche piuttosto profondamente. Non avrebbe voluto svegliarlo, un po' gli faceva pena per ciò che aveva subito, ma al contempo non poteva fare a meno di pensare che era stato lui a voler intraprendere quel viaggio, per tanto avrebbe dovuto calcolarne prima i rischi. Restò per qualche secondo a guardarlo dormire e i suoi occhi caddero sul braccio sinistro del biondo, dove era presente un evidente livido violaceo, in quel momento gli dette fastidio constatare che gli avessero fatto realmente male, sentì di non essere riuscito a proteggerlo come avrebbe dovuto e allora si chiese perché sentisse quel bisogno di proteggerlo, ma non c'era una ragione apparente, voleva semplicemente che non gli venisse fatto del male. Gli faceva strano provare un tale senso di protezione verso qualcuno che non fosse sé stesso o i suoi amici, e anche in quel caso non era così forte, ma decise di non pensarci in quel momento e concentrarsi sulle cose più importanti. Lentamente scosse il ragazzo dormiente richiamando il suo nome finché questi non iniziò ad aprire le palpebre. Hongjoong non era mai stato un tipo che ama dormire, per lui quelle poche ore di sonno che si concedeva ogni notte, anche a causa del suo lavoro, andavano più che bene, ma non c'era da sorprendersi se in un momento come quello avesse solamente voglia di continuare a dormire e sperare che quello in cui stava fosse solo un sogno. Appena aprì gli occhi si guardò attorno osservando meglio la stanza in cui si trovavano, che la sera prima non avevano avuto la possibilità di vedere per via del buio, era una stanza di medie dimensioni quasi del tutto spoglia, con solo un armadio in ferro in un angolo e un pavimento che non era propriamente pulito, si guardò le mani per poi strofinarle nel tentativo di pulirle dalla polvere e dalla sporcizia, ma quella che sarebbe servita era sicuramente un po' d'acqua.

«Ti hanno colpito il braccio» gli disse Seonghwa appena si fu tirato a sedere, probabilmente la sera prima non ci aveva fatto attenzione per via del buio, della stanchezza e anche del fatto che il livido dopo qualche ora era più evidente dell'inizio. «Merda..» mormorò il biondo guardandosi il braccio senza aspettarsi di vederselo così livido, in quel momento si ricordò anche della botta all'addome e istintivamente alzò la maglia per dare un'occhiata. Quello nel torace era meno evidente ma comunque parecchio doloroso, le costole avevano assorbito la botta risentendone a distanza di tempo, nulla di grave tutto sommato a parte un po' di dolore da contusione. «Non dovresti... Non so, fare qualcosa a riguardo?» domandò il grigio titubante, non voleva mostrarsi preoccupato perché sapeva che l'altro lo avrebbe sicuramente preso in giro per quello, ma d'altronde preoccupato lo era veramente e non riuscì a fare finta di niente. Il minore sospirò guardandosi nuovamente il braccio come se stesse pensando a cosa fare, e dopo poco si voltò per prendere qualcosa nello zaino che aveva usato come cuscino durante la notte. Non sembrava di molte parole quella mattina, ma il maggiore non disse nulla a riguardo fin quando non fu l'altro parlare, «Mi aiuti?» chiese Hongjoong con in mano quella che sembrava una benda o qualcosa del genere, Seonghwa annuì semplicemente avvicinandosi «Che devo fare?»
«Legarmi questo sul braccio» il biondo gli porse il tessuto e allora il maggiore capì che si trattava solo di un pezzo di stoffa tagliata. Seonghwa fece come gli aveva detto stando attento a non fargli male, cosa che però non era propriamente giusta, «Devi legarlo più stretto» lo corresse il minore prima che facesse il nodo, così l'altro aumentò la stretta, ma ancora non andava bene «Di più»
«Non ti faccio male poi?» disse il grigio facendo come gli era stato detto. «Ti preferivo quando eri più menefreghista» commentò Hongjoong sempre più sorpreso di vedere un atteggiamento nel maggiore che non rispecchiava affatto quello che aveva conosciuto, non che preferisse effettivamente l'altro, ma forse sì, un po' lo preferiva.

«Senti è solo una precauzione perché non c'è molto che possa fare per questo, ok?», Seonghwa procedette a legare la stoffa ben stretta, anche se non troppo, e poi si alzò andando a prendere il proprio zaino. Hongjoong fece lo stesso preparandosi mentalmente alla giornata piena di sorprese che lo avrebbe aspettato, e in quel momento gli si accese in testa una lampadina. «Andiamo a vedere cosa era quella luce di ieri sera» affermò con lo zaino in spalla e sorprendendo il maggiore, «Non so se è il caso, non si sa chi altro potrebbe esserci ed è meglio se usciamo da questa città il prima possibile» rispose Seonghwa riflettendo su quella proposta, «Ce la caveremo come abbiamo fatto ieri» il maggiore sogghignò leggermente «Come ho fatto io vuoi dire, se fosse stato per te saremmo morti laggiù» disse avviandosi verso l'uscita. «Ma se stavo tentando di convincerli a lasciarci andare» Hongjoong parlò offeso mentre seguì l'altro, «Sì, ricavandoci letteralmente delle mazzate» Seonghwa si fermò per girarsi verso il più basso «Dovresti capire, Hongjoong, che certi individui l'unico linguaggio che conoscono è la violenza» gli disse prima di riprendere a camminare dirigendosi fuori dall'edificio.
«Fatto sta che dovremmo andare a vedere cosa era quella luce» disse di nuovo il biondo e allora l'altro sospirò pensando che forse non era un'idea del tutto malvagia, sarebbero solo dovuti stare attenti ed essere prudenti. «E va bene, andiamo laggiù allora» disse guadagnandosi un sorriso dal minore, che però non poté vedere poiché stava più indietro.

Così si diressero verso quel palazzo non molto distante dal quale avevano visto provenire una luce misteriosa la sera prima, con il cuore in gola e la speranza di non trovare nulla di pericoloso.

⊹⊹⊹

Fecero poca strada prima di trovarsi ai piedi di quell'edificio color crema piuttosto alto, per fortuna la direzione non era molto diversa da quella in cui stavano andando loro, perciò in ogni caso avrebbero dovuto passarci accanto comunque. Faceva abbastanza caldo per essere quasi settembre, e Hongjoong ringraziò di aver avuto quel panno da legarsi al braccio per evitare che il sole gli colpisse la zona dolorante, non era pericoloso ma di certo non avrebbe fatto bene alla pelle già molto provata. Per tutto il tragitto erano sempre stati molto attenti a dove andavano, erano abbastanza sicuri che quelli che Seonghwa aveva ucciso non fossero gli unici uomini che popolavano quella città fantasma e avevano paura che stessero andando loro stessi nella tana del lupo per la seconda volta, in più di un momento il maggiore era stato sul punto di cambiare strada ed evitare quel palazzo, ma poi la necessità di trovare del cibo era più elevata e si convinceva di potercela fare.

Appena giunti ai piedi dell'edificio si fermarono guardandosi preoccupati, Hongjoong non sapendo difendersi bene era sempre un po' timoroso, ma allo stesso tempo voleva sapere cosa c'era là dentro, d'altro canto Seonghwa dovette farsi coraggio prima di entrare, con poca voglia di continuare a combattere assieme alla consapevolezza di non poter fare altrimenti. Entrarono dall'entrata principale ed iniziarono a salire le scale che conducevano nei vari piani, il grigio teneva tutto il tempo in mano la pistola che ormai era l'unica ad essergli rimasta, mentre avanzavano lentamente senza trovare niente e nessuno, se non vecchie cianfrusaglie buttate agli angoli dei vari piani. Camminarono lungo i corridoi di tutti i piani, fino a quando mentre si trovavano ad uno di quelli più alti sentirono dei rumori provenire da dentro un appartamento che aveva la porta chiusa, d'improvviso nel completo silenzio qualcosa cadde in terra facendo un bel po' di confusione e i due si voltarono istantaneamente verso la direzione del rumore. Seonghwa mantenne il sangue freddo e senza fiatare si avvicinò alla porta poggiandoci l'orecchio, riuscì a malapena a sentire delle voci quasi indistinguibili e che si placarono subito, «Che facciamo?» sussurrò Hongjoong accanto a lui, non poteva negare di essere curioso di sapere cosa e chi vi fosse all'interno, ma aveva anche paura che la cosa potesse finire male di nuovo. «Ormai che siamo qui» affermò il maggiore lasciando in sospeso la frase, per poi poggiare la mano sul pomello della porta pronto ad aprirla, purtroppo o per fortuna non era bloccata, perciò si aprì facilmente rivelando l'interno di un piccolo appartamento in stato di mezzo abbandono. Seonghwa entrò per primo con la pistola puntata davanti a sé, adocchiò sulla sinistra l'entrata alla cucina mentre a destra la stanza si ampliava terminando in un angolo con un tavolo, e da lì iniziava un corridoio che non si vedeva dove portasse. Il grigio si girò subito in quella direzione deciso ad ispezionare la casa per vedere chi ci fosse, ma subito dopo aver fatto qualche passo dentro all'appartamento qualcosa lo bloccò.

Sentì il click di una pistola che non era la sua e poi una voce alle sue spalle «Ti conviene metterla giù» disse quest'ultima riferendosi all'arma che aveva in mano Seonghwa, istintivamente si voltò vedendo un ragazzo non molto più grande di lui tenere per il collo Hongjoong e puntargli una pistola alla tempia, non ci volle un genio per capire che questi si era nascosto dietro alla porta ed era saltato fuori appena lo aveva visto di spalle. Il grigio gli puntò a sua volta la pistola mantenendo una certa distanza, nel frattempo il biondo non disse nulla per evitare di peggiorare ancora di più la situazione già critica, cercava di non pensare al fatto che potesse morire da un momento all'altro ma di concentrarsi su qualcosa che gli permettesse di rimanere lucido. «Lascialo andare» affermò Seonghwa con il cuore che improvvisamente aveva iniziato a battere più veloce, ancora una volta quella sensazione di paura gli aveva fatto visita prendendolo totalmente in contropiede, «Prima abbassa la pistola» controbattè il ragazzo dietro Hongjoong senza molto successo dato che la testardaggine di Seonghwa certe volte poteva raggiungere livelli altissimi, Hongjoong avrebbe solo voluto urlargli di fare come gli era stato detto perché caspita, ci teneva alla sua vita, ma in quel momento ciò non avrebbe in alcun modo migliorato la situazione. Lo scambio di sguardi tra i due armati andò avanti più del previsto e nessuno era pronto a cedere, perciò fu il biondo a risolvere la situazione e questa volta non con la violenza.

Mentre era bloccato dalle braccia possenti di chiunque lo avesse preso alle spalle, i suoi occhi osservarono il posto guardandosi attorno, fin quando vide la figura di un ragazzo uscire da dietro l'angolo del corridoio con un'altra pistola in mano. Non era troppo alto e sicuramente lo era meno di Seonghwa, aveva i capelli castano chiaro e abbastanza lunghi, ma la cosa che più di tutte gli saltò all'occhio fu l'evidente ferita che aveva sul braccio sinistro poco più giù della spalla e che lo costringeva a tenere l'arto fermo. «Fa come ha detto» affermò il ragazzo magro puntando con solo l'uso del braccio destro la sua pistola alle spalle di Seonghwa, il quale a quel punto non poteva negare di trovarsi in trappola. Ma il grigio non si scompose e non si fece prendere dalla paura per sé stesso, continuò a guardare negli occhi il ragazzo dietro Hongjoong e capì dalla sua espressione che il nuovo arrivato non era previsto che si palesasse.

Vedendo che il grigio non fece niente, il ragazzo misterioso spinse leggermente il ferro contro la nuca di Hongjoong, il quale in quel momento decise di salvarsi la pelle da solo «Aspetta aspetta» disse velocemente «Sono un medico» fece una pausa per deglutire «Il tuo amico sembra aver bisogno di aiuto» in quel momento Seonghwa si spostò per girarsi verso il ragazzo alle sue spalle e alzò un sopracciglio a vedere la ferita sul suo braccio, la prima domanda che si pose fu come si era ferito.
«Come faccio a sapere che non stai mentendo?» rispose il ragazzo senza spostare la pistola dalla tempia di Hongjoong, il quale cercò di mantenere la calma e la mente lucida, vedendo che fosse ferito e con un volto che non esprimeva odio e aggressività come quello degli uomini che avevano incontrato il giorno prima, capì che i due non facevano parte di quel gruppo di banditi, e prova ne era il fatto che sembravano essere da soli. «Se mi lasci te lo dimostro» disse il biondo pur sapendo che non sarebbe bastato per convincerlo, «Chi mi dice che non mi vuoi soltanto fregare?» di fatto fu quello il primo pensiero che sarebbe venuto in mente a chiunque al posto dell'altro ragazzo, ma Hongjoong aveva ormai capito come comportarsi, solo studiando l'atteggiamento dei due. «Come te la sei procurata quella? Deve farti molto male, inoltre se si infetta farà ancora più male e potresti arrivare a perdere l'uso del braccio, devi almeno coprirla con qualcosa o-» iniziò a parlare per provare che le sue parole erano vere, ma venne interrotto poco dopo dall'altro, il quale stava iniziando a credergli «Si okay okay, ti credo» Hongjoong poté sentire un sospiro vicino al suo orecchio mentre Seonghwa ancora teneva la pistola puntata verso di loro.

«Se ti lascio andare gli darai una mano?» domandò alleggerendo la presa come per verificare che non avesse intenzione di fregarlo, e il biondo continuò a tenere in alto le mani senza muoversi «Si»
«Yeosang abbassa la pistola» ordino subito dopo e il ragazzo ferito fece come gli era stato detto, successivamente anche Hongjoong si sentì libero e fece un passo per distanziarsi da colui che lo aveva preso.

Solo allora si voltò e diede finalmente un volto a quella voce, era un tipo che come si immaginava non aveva un aspetto minaccioso, sembrava un semplice ragazzo come lui con dei capelli neri e qualche graffio sul volto, segno che i due ne avevano passate di brutte. Il suo cuore si alleggerì non sentendosi più in pericolo di vita, ma c'era ancora un piccolo problema, Seonghwa continuava a tenere puntata la pistola contro quel ragazzo che a quel punto lo guardava come se avesse paura di aver commesso uno sbaglio a liberare il biondo. Per fortuna intervenne Hongjoong, il quale voleva veramente aiutare i due ragazzi perché alla fine gli facevano un po' pena, era evidente che non fossero i cattivi e al posto dell'altro, anche Seonghwa avrebbe fatto la stessa cosa. Il biondo si avvicinò al grigio e poggiò la mano sulle sue braccia per fargliele abbassare «Basta ora», fortunatamente Seonghwa lo fece, seppur con un po' di riluttanza, e la ripose dietro i pantaloni, esattamente come aveva fatto l'altro con la sua.

Da quel momento la tensione si calmò e i quattro rimasero per qualche secondo in piedi senza dire nulla, prima che lo sconosciuto parlasse «Chi siete?»
«Chi siete voi» rispose secco Seonghwa, come al solito era molto diffidente con chi non conosceva e il biondo non se ne sorprese, «Io sono Hongjoong, e lo scontroso qui è Seonghwa» disse al posto del maggiore, che sapeva non sarebbe mai stato gentile. «Non siamo venuti per farvi del male, abbiamo visto della luce provenire da qui ieri sera e volevamo solo vedere cosa ci fosse. Non siamo due di quei banditi, stiamo cercando di scappare da loro» continuò a parlare Hongjoong sotto lo sguardo scettico del grigio, che intervenne subito con l'intenzione di andarsene «Già e ora che abbiamo visto cosa era possiamo anche andare via» affermò prendendo l'altro per una spalla, ma il biondo voleva aiutare i due e per tanto gli scansò la mano frenandolo «Non andremo da nessuna parte».

Seonghwa rimase perplesso mentre vide il compagno avvicinarsi al quarto ragazzo, che tutto il tempo era rimasto in disparte con un espressione sofferente in volto. Non voleva credere che Hongjoong volesse veramente fermarsi ad aiutare un ragazzo a caso senza sapere come si fosse ferito, per quanto ne sapevano poteva essera anche il morso di un infetto, eppure era proprio quello che stava facendo. Il biondo si avvicinò all'altro cautamente «Posso vedere?» gli chiese e questi annuì indeciso, Hongjoong gli prese il braccio spostando il tessuto della maglietta e rivelando una ferita piuttosto profonda, era molto brutta poiché la pelle sembrava essere letteralmente bruciata e strappata «Proiettile?» non fu difficile capirlo e vedere il ragazzo annuire di nuovo confermò la sua teoria. «Chi ci dice che non stai mentendo? Potrebbe essere un morso per quanto ne sappiamo» disse a gran voce Seonghwa facendo voltare tutti verso di lui, «Non è un morso» affermò il moro rimasto in un angolo, e Hongjoong ripeté la stessa cosa «Non può essere un morso, la pelle è bruciata e non ci sono i segni che dovrebbero esserci se fosse un morso».

«Puoi curarla?» domandò il ragazzo ancora sconosciuto, «Prima dovete rispondere a delle domande» rispose il biondo e gli altri due annuirono disposti a tutto pur di un po' di aiuto. «Chi ti ha sparato?» fu la prima domanda, a cui il castano rispose subito «I banditi, stavamo scappando da loro quando hanno iniziato a spararci contro».
«Quando è successo?» anche il secondo quesito fu semplice per l'altro, «Due giorni fa» rispose ancora il ragazzo che avevano capito chiamarsi Yeosang. Ma poi arrivò la terza domanda, a cui i due si guardarono perplessi «Avete incontrato infetti da allora?», vedendo che non risposero subito, Hongjoong fece un passo indietro lasciando il braccio del giovane. «Solo un paio» rispose questa volta il moro, e l'altro lo seguì subito dopo «Ma ne sono stato alla larga» affermò con la paura che non lo aiutassero perché poteva essere infetto, ma lui sapeva che non era così poiché era passato troppo tempo e se lo fosse stato si sarebbe già trasformato. «E poi sono già passate 24 ore, non mostra segni di infezione, per favore aiutalo» disse l'altro con voce incrinata e Hongjoong decise di farlo, era molto improbabile che fosse pericoloso e stava evidentemente soffrendo molto.

«Va bene, siediti» gli disse togliendosi lo zaino per prendere il necessario e medicare la ferita al ragazzo, con tanto sollievo dei due preoccupati. Seonghwa lo guardò con braccia e bocca aperte «Sei assurdo» disse ricevendo un'occhiataccia da parte del moro, non era che non volesse aiutarli, lui non era una persona cattiva, ma gli veniva naturale pensare prima a sé stesso e ad Hongjoong piuttosto che a due sconosciuti e la priorità per loro era arrivare a destinazione e lasciare quella città il prima possibile, ma forse avrebbe dovuto imparare a preoccuparsi di più per gli altri e a ricavarne qualcosa in cambio. Fu allora che gli venne l'illuminazione «Aspetta» esclamò facendo voltare di scatto il biondo, «Cosa c'è adesso?» chiese Hongjoong spazientito e mentre tutti gli occhi erano sul grigio, questi parlò di nuovo «Lui vi aiuterà, ma in cambio dovrete fare qualcosa per noi».

I due si guardarono perplessi «Cosa?» chiesero all'unisono, «Darci il vostro cibo».











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-Avevo detto che avrei fatto capitoli abbastanza corti, eppure questo supera di un bel po' le 3000 parole (godetevelo), in realtà inizialmente avevo intenzione di mettere tutta la scena finale per intero, ma poi mi sono resa conto che avrebbe raggiunto probabilmente le 5000 parole e sarebbe diventato troppo lungo, così ho dovuto tagliarla, sorratemi.-





























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